
- 372 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
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Informazioni su questo libro
Il nuovo libro di Brian Weiss arriva dopo anni di attesa dei suoi moltissimi lettori, e racchiude anni di storie, esperienze, miracoli raccontati dai loro protagonisti.
"Ogni giorno, continuamente, accadono fatti incredibili. I partecipanti dei miei corsi non solo ricordano vite precedenti, ma sperimentano straordinarie vicende spirituali o di guarigione, trovano l'anima gemella, ricevono messaggi dai loro cari trapassati, accedono a una saggezza e a una conoscenza profonda o fanno esperienza di qualche altro evento mistico e straordinario."
Racconta di anime e di anime gemelle, della vita dopo la vita e di esistenze presenti che sono state rivoluzionate da ciò che hanno trovato. Racconta di profonde guarigioni fisiche e insieme spirituali. Di come il dolore possa essere trasformato in serenità e speranza, e di come la realtà spirituale compenetri e arricchisca quella fisica, sempre. Storie che traboccano di saggezza, amore e conoscenza. Sono divertenti e serie, brevi e lunghe, ma sempre profonde e educative. Raccolte in tutto il mondo, aiuteranno migliaia di anime a superare le difficoltà delle loro vite attuali. Perché aiutare gli altri a guarire, a capire e a evolvere nel proprio sentiero spirituale è il compito più nobile che un'anima abbia.
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Informazioni
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Siamo tutti collegati
Nel 1993 ricevetti Molte vite, molti Maestri da un estraneo che non sapeva nulla di me, ma disse che quel libro era “per” me. Tutto quello che c’era stato nella mia vita prima di quel fatto finalmente aveva senso, non tanto la mia esperienza delle vite passate quanto i conflitti personali che sentivo riguardo al lutto comunemente inteso. Ricevetti la conferma che non ci si deve sentire distrutti dopo la morte di un caro. Avevo la certezza che se solo avessi potuto “lavorare” con te e imparare da te, avrei potuto aiutare gli altri a cambiare la loro prospettiva, passando dal dolore al senso di connessione.Più di dieci anni dopo, mio marito, un agente di pattuglia della polizia stradale californiana, fu ucciso durante un inseguimento. Due anni dopo quel lutto, ti vidi in tivù all’“Oprah Winfrey Show” e fui pervasa dalla stessa certezza. Il tuo corso professionale all’Omega Institute sarebbe stato di lì a poche settimane, perciò prenotai nel giro di alcuni minuti. Fu facilissimo.All’Omega, sperimentai una consapevolezza psichica sconosciuta: non ero collegata semplicemente con gli altri presenti, ma anche con gli animali e le piante. Venni accettata come volontaria per una dimostrazione di fronte al gruppo. Dopo un’induzione rapida, visualizzai immediatamente la parola “abbeveratoio” che sfrecciò nella mia mente, e poi vidi davvero l’abbeveratoio che usavamo per i nostri cavalli nella fattoria in cui ero cresciuta. Venni guidata a un ricordo dell’infanzia, quando la mia famiglia fu costretta dalle circostanze a vendere i nostri amati cavalli. Mi ricordai il dispiacere di mio padre, mentre diceva a mia madre di come il suo istinto gli avesse suggerito di non venderli a quel compratore e di come avesse ignorato la vocina interiore, pentendosene. Avevo deciso di non piangere, per risparmiare a mio papà quell’ulteriore senso di colpa. Da quel momento dell’infanzia fino alla regressione all’Omega, avevo rimosso persino il pensiero di aver provato quella tristezza. Il dolore represso affiorava a ogni respiro, salendo dal diaframma, mentre descrivevo quella scena. Provavo una sensazione indescrivibile di choc misto a sollievo.Dopo passai al momento della nascita di mio figlio: quando da settimane il mio istinto mi “urlava” che qualcosa non andava, ma io mi ero lasciata convincere dal dottore che ero solo paranoica. Finalmente, pregai il medico di indurmi il travaglio e lui accettò riluttante, però finii per essere sottoposta a un cesareo d’urgenza non appena arrivai all’ospedale. Mio figlio dovette essere rianimato, perché la cancrena aveva infettato la placenta e il cordone ombelicale. Il giorno successivo, quando finalmente le sue condizioni si stabilizzarono e mi fu permesso di tenerlo in braccio, lo guardai e vidi le sue piccole e deboli dita scure. Sapevo che ignorando il mio intuito – che avrei dovuto ascoltare senza il minimo dubbio – avevo fallito la mia prova come genitore. Ero scoppiata a piangere di rabbia, tristezza e frustrazione, come aveva fatto mio padre quando aveva venduto i nostri cavalli. Proprio in quel momento, mio figlio aveva iniziato ad agitarsi e a muoversi nervosamente, e mi ero resa conto che gli stavo trasmettendo il mio dolore. Preoccupata di non fargli altro male, smisi di piangere e rimossi completamente il senso di colpa per quattordici anni, fino a quella regressione. Rilasciai il grande dolore che neppure sapevo di avere dentro di me. Mi sentivo leggerissima, come se il peso del mondo mi fosse stato letteralmente tolto dal petto.Poi diventai consapevole della presenza delle mie guide, e la sensazione familiare di pace e appartenenza mi pervase. Le mie guide mi trasmisero la consapevolezza che io ero parte di loro, e loro di me, e, mentre ti percepivo accanto a me, mi resi conto che anche tu eri parte della “squadra”.Mi domandasti se mio marito fosse lì. In cerca di una risposta, lo sentii alla mia sinistra, e voltai la testa come per “vederlo” più chiaramente. Proprio mentre mi voltavo a sinistra, percepii la sua presenza anche davanti a me; mi rivoltai verso il centro, solo per sentirlo alla mia destra, ma anche e ancora a sinistra e davanti. “Lui è ovunque” dissi, mettendo a fuoco la sensazione.Alle mie parole, tutti i presenti nella sala – circa centotrenta persone – sospirarono all’unisono. In quell’istante divenni consapevole dell’energia che aveva collegato me a ogni altro partecipante sin dalle presentazioni della sera precedente, come dei fili blu che partivano da sotto il mio diaframma verso quello di ognuno di loro. Quando ci fu il sospiro collettivo, in risposta all’emozione suscitata dalle mie parole per la presenza del mio defunto marito, quei fili blu esplosero a catena, unendo tutti in una bellissima, semplice ma complessa, trama di connessioni. Presi coscienza del fatto che ogni mia futura azione a partire da quel momento avrebbe influito su tutte le altre persone, e lo stesso valeva per ognuno di loro. “Guarisci i guaritori” fu la consapevolezza che mi pervase, accompagnata dalla certezza che nella connessione risiedeva la nostra forza.Mi “risintonizzai” sulla tua voce: mi chiedevi se le mie guide fossero ancora lì. Risposi che lo erano e lo sarebbero sempre state, e aggiunsi: “Siamo una squadra e abbiamo un obiettivo”. Mi domandasti quale fosse l’obiettivo, e io iniziai a visualizzare una serie di flash – solo flash – ma precisi e carichi di emozioni. I pochi che riuscii a catturare riguardavano un detenuto, seduto sul suo giaciglio angusto in prigione, con le mani sulla testa, mentre era assalito da più dolore, paura e rabbia verso se stesso di quanto immaginassero le sue vittime: lui neppure sapeva perché aveva fatto quello che aveva fatto, perciò non poteva “fidarsi” di se stesso. Una madre con in braccio la sua bambina, entrambi sul punto di morire di fame; la donna soffocata dal suo stesso dolore, conscia che la figlia sarebbe morta prima di lei e temendo che sarebbe morta odiandola per averla lasciata morire per prima. Tutto ciò che riuscivo a tradurre verbalmente di quei flash era: “Sofferenza, sofferenza, troppa sofferenza”, mentre piangevo sopraffatta dalla disperazione al punto di pensare di andare in pezzi.“Tutto questo dolore nasce dalla paura, dalle incomprensioni, dall’avere paura e dal subirla” dissi. Sapevo che l’obiettivo, di cui mi avevi chiesto, era quello di attenuare la sofferenza collettiva eliminando la paura, e così permettere l’elevazione di tutti gli esseri viventi. Ora capisco che essere tutti uno non è uno scopo – lo siamo già – e quanto facciamo, persino le cose apparentemente piccole, si riverbera invece su tutti noi.Nina Manny
Lei ha ragione nel pensare che questo sia il trattamento appropriato per chi si trova nello stato fisico. Lei deve sradicare le paure dalla loro mente. Quando c’è la paura vi è uno spreco di energie. Li distoglie dal compiere quello che erano stati inviati a compiere. [...] Energia... tutto è energia. In quanto tale viene sprecata. Le montagne... dentro le montagne vi è pace; nel centro tutto è calmo. Ma i guai appaiono all’esterno. Gli uomini possono solo vedere l’esterno, ma lei può andare molto più nel profondo. [...] Lei deve liberarsi dalle paure. Questa sarà la sua principale arma...È ciò che Nina ci ricorda: “Tutto il dolore nasce dalla paura”.
L’amore e la comprensione dissolvono la paura.
La settimana all’Omega Institute nell’ottobre del 2011 mi toccò profondamente e mi aprì il cuore. Contribuì a rendermi cosciente di tantissime cose che avevo dimenticato. Ogni volta che mi siedo in silenzio e mi rendo conto di che esseri meravigliosi siamo tutti noi, sento affiorare in me una consapevolezza che mi commuove fino alle lacrime.Durante il primo mattino del seminario, il dottor Weiss ci guidò in una regressione di gruppo. Non era la prima volta che lo facevo, ed ero ansiosa di sperimentare un’altra vita passata. Di solito sento, percepisco e visualizzo in sincronia con le parole di chi ci guida nel viaggio. Quella volta, invece, con mia grande sorpresa, mi vidi come sono in questa vita e con la mia età. Ero in piedi in un luogo dove tutto era indistinto. Guardai davanti a me e mi sembrò di vedere una cortina di nebbia. Un braccio nudo spuntò da dietro quella cortina, mi prese per mano, e me la fece attraversare.Mi trovai di fronte a un vecchio amico, Joe, morto negli anni Settanta, quando eravamo ventenni. Io e Joe eravamo stati molto legati. In verità, non sono stata così intima con nessun altro, né prima né dopo. Eravamo amici, amanti e confidenti. Parlavamo per ore della possibilità che la vita continuasse dopo la morte fisica. Ci eravamo promessi che chi di noi fosse morto per primo sarebbe tornato dall’altro e gli avrebbe spiegato com’era. Alla fine, avevamo preso strade diverse, purtroppo.Dopo un anno o due dalla nostra separazione, Joe e io ci eravamo sentiti per telefono ed era chiaro che, qualunque cosa ci fosse stata tra di noi, non era più così forte. Mi aveva invitato ad andare a trovarlo a Santa Barbara, la prima volta che ci fossi passata. Gli assicurai che l’avrei fatto, ma non lo feci. Avevo avuto paura, mi ero detta che avevo bisogno di tempo prima di rivederlo di persona.Non molto tempo dopo quella nostra conversazione, mi telefonò un amico comune e mi disse che Joe si era suicidato. Non riuscivo a capacitarmene. Venni sopraffatta dalla rabbia, e poi dal dolore e poi di nuovo dalla rabbia. Se solo lo avessi chiamato quand’ero a Santa Barbara, forse non sarebbe andata così.Passò il tempo e Joe mantenne la parola. Veniva a farmi visita, perlopiù di notte, in sogni vividi. E a volte, dopo aver confessato a qualcuno quanto fossi sconvolta per il suo suicidio, mi svegliavo con il letto che veniva scosso e riuscivo a sentire la sua voce che mi chiedeva di non essere arr...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- I miracoli accadono
- Introduzione
- 1. Siamo tutti collegati
- 2. Ricordi confermati
- 3. In che modo la comprensione può guarire
- 4. Libertà dal dolore emotivo
- 5. Guarire le malattie e i sintomi fisici
- 6. Lasciare andare il dolore del lutto
- 7. Intuizione e altre abilità psichiche
- 8. Caso unico
- 9. Relazioni eterne
- 10. Le lezioni che ci insegnano gli animali
- 11. Piacevolmente concise
- 12. Esperienze spirituali e mistiche
- Ringraziamenti