
- 504 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Shadowhunters: The Infernal Devices - 2. Il principe
Informazioni su questo libro
Nel magico mondo nascosto della Londra vittoriana, Tessa Gray crede di essere finalmente al sicuro con gli Shadowhunter che proteggono lei e il suo terribile potere dalle mire del machiavellico Mortmain. Ma quella sicurezza si rivela effimera quando parte del Consiglio complotta per spodestare Charlotte Fairchild. Mentre i sentimenti di Tessa per Jem si fanno più forti e il suo desiderio per Will continua a turbarla, i tre ragazzi cercano di salvare il capo dell'Istituto, svelando i segreti del passato di Mortmain. Verranno così a conoscenza di sconcertanti legami fra gli Shadowhunter e la misteriosa identità di Tessa.
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Informazioni
Print ISBN
9788804616726eBook ISBN
97888520282361
La sala del Consiglio
In alto, il bel soffitto splendidamente ornato
Era sostenuto da una moltitudine di archi,
E angeli che salivano e scendevano
Nell’incontrarsi si scambiavan doni.
LORD ALFRED TENNYSON, Il palazzo dell’arte
«Oh, sì. È proprio come l’immaginavo» disse Tessa, e si girò per sorridere al ragazzo che le stava accanto. L’aveva appena aiutata a superare una pozzanghera, e le teneva ancora la mano garbatamente posata sul braccio, poco sopra la curva del gomito.
James Carstairs, elegante nel suo abito scuro, con i capelli di un pallido color argento sferzati dal vento, le restituì il sorriso. Teneva l’altra mano posata su un bastone da passeggio dal pomo di giada, e se pure qualcuno nella fitta folla che si accalcava intorno a loro considerava strano che una persona così giovane avesse bisogno di un bastone da passeggio, o trovava qualcosa di insolito nel suo colorito o nella forma dei suoi lineamenti, non si fermava a fissarlo.
«La ritengo una fortuna» disse Jem. «Sai, cominciavo a preoccuparmi che tutto ciò in cui ti imbattevi a Londra fosse una delusione.»
Una delusione. Il fratello di Tessa, Nate, una volta le aveva promesso tutto a Londra: un nuovo inizio, un luogo meraviglioso dove vivere, una città di edifici svettanti e splendidi parchi. Invece Tessa vi aveva trovato orrore e tradimento, e un pericolo al di là di qualsiasi immaginazione. Eppure…
«Non tutto lo è stato.» La ragazza alzò il viso sorridente verso l’amico.
«Sono felice di sentirlo.» Il tono di Jem era serio, privo di ironia.
Tessa spostò lo sguardo da lui al grande edificio che si ergeva davanti a loro. L’abbazia di Westminster, con le sue alte guglie gotiche che toccavano quasi il cielo. Il sole aveva fatto del suo meglio per uscire a fatica da dietro le nuvole velate di foschia, e l’abbazia era immersa nella sua fievole luce. «È davvero lì?» chiese Tessa mentre Jem la trascinava avanti, verso l’ingresso. «Sembra così…»
«Mondana?»
«Affollata.»
Quel giorno l’abbazia era aperta ai turisti, che sciamavano in gruppetti attraverso le enormi porte, quasi tutti stringendo in mano delle guide Baedeker. Un gruppo di turiste americane – donne di mezza età in abiti fuori moda che sussurravano in un accento che suscitò in Tessa nostalgia di casa – li superò su per le scale, affrettandosi dietro un professore che offriva una visita guidata dell’abbazia. I due ragazzi si unirono a loro.
L’interno dell’abbazia odorava di pietra e metallo. Tessa guardò in alto e intorno a sé, meravigliandosi delle dimensioni dell’edificio. Al confronto, l’Istituto sembrava la chiesa di un villaggio.
«Notate la triplice divisione della navata…» recitava in tono monotono una guida, passando a spiegare che i corridoi est e ovest erano fiancheggiati da cappelle più piccole.
Anche se non c’erano funzioni in corso, regnava il silenzio. Mentre Tessa si faceva guidare da Jem verso la parte orientale della chiesa, si rese conto di calpestare pietre con sopra incisi date e nomi. Sapeva che famosi re, regine e guerrieri erano sepolti nell’abbazia di Westminster, ma non si sarebbe aspettata di camminarci sopra.
Infine i due ragazzi rallentarono nell’avvicinarsi all’angolo sudorientale della chiesa. La fievole luce del giorno si riversava sopra le loro teste attraverso il rosone.
«So che dobbiamo sbrigarci per partecipare alla riunione del Consiglio, ma volevo che tu vedessi questo.» Jem fece un gesto per indicare quanto li circondava. «L’Angolo dei Poeti.»
Tessa aveva letto di quel posto, dove erano sepolti i grandi scrittori d’Inghilterra. C’era la tomba di pietra grigia di Chaucer con il suo baldacchino, e altri nomi familiari: «Edmund Spenser, oh… e Samuel Johnson» mormorò senza fiato. «E Coleridge, e Robert Burns, e Shakespeare…»
«In realtà non è sepolto qui» si affrettò a dire Jem. «È solo un monumento. Come quello di Milton.»
«Oh, lo so, ma…» Tessa si sentì avvampare. «Non so spiegarlo. Mi sembra di stare tra amici, in mezzo a questi nomi. È sciocco, lo so…»
«Non è affatto sciocco.»
La ragazza sorrise. «Come mai sapevi esattamente ciò che avrei voluto vedere?»
«Come avrei potuto non saperlo?» disse Jem. «Quando penso a te, e tu non ci sei, nella mia mente ti vedo sempre con un libro in mano.» Nel dirlo distolse lo sguardo, ma Tessa fece in tempo a cogliere il lieve colore roseo sui suoi zigomi.
È così pallido da non riuscire mai a nascondere neppure il minimo rossore, pensò la ragazza. E fu sorpresa dell’affetto che c’era in quel pensiero. Nelle ultime due settimane si era molto affezionata a Jem; Will l’aveva evitata deliberatamente, Charlotte e Henry erano stati presi dai problemi del Conclave e del Consiglio e dalla gestione dell’Istituto, e perfino Jessamine pareva preoccupata. Ma Jem c’era sempre.
Il ragazzo sembrava aver preso sul serio il ruolo di guida, in giro per Londra. Erano stati a Hyde Park e ai Kew Gardens, alla National Gallery e al British Museum, alla Torre di Londra e al Traitors’ Gate. Avevano visto mungere le mucche a St James Park, e fruttivendoli e verdurai vendere la loro merce a Covent Garden. Avevano guardato le barche salpare sul Tamigi scintillante di sole dall’Embankment, e mangiato strane cose chiamate “fermaporta”, il cui nome non faceva prevedere nulla di buono ma che si erano rivelate a base di burro, zucchero e pane.
Col passare dei giorni, Tessa aveva l’impressione di uscire a poco a poco dal cumulo di segreta infelicità causato da Nate e Will, nonché dalla perdita della sua vecchia vita, come un fiore che strisci fuori dal terreno gelato. Si era perfino sorpresa a ridere. E doveva ringraziare Jem per tutto ciò.
«Sei davvero un buon amico» disse. E visto che, con sua sorpresa, lui non replicava, aggiunse: «Pensi anche tu che siamo buoni amici, non è vero?».
Jem si girò a guardarla, ma prima che potesse rispondere una voce sepolcrale disse dall’ombra:
«Mortali, guardate e temete!
Quanta carne imputridita c’è qui:
Pensate a quante ossa regali
Dormono tra questi mucchi di pietre.»
Una sagoma scura uscì dallo spazio tra due monumenti. Mentre Tessa sbatteva le palpebre sorpresa, Jem disse in un tono di rassegnato divertimento: «Alla fine hai deciso di onorarci della tua presenza…».
«Non ho mai detto che non sarei venuto.» Will avanzò, e la luce che penetrava dai rosoni si riversò su di lui, illuminandone il viso.
Tessa non riusciva a guardarlo senza avvertire una stretta al petto, una dolorosa fitta al cuore. Capelli neri, occhi azzurri, zigomi armoniosi, folte ciglia scure, labbra piene; sarebbe sembrato quasi grazioso, se non fosse stato così alto e muscoloso. Lei aveva accarezzato quelle braccia. Sapeva com’erano al tatto: d’acciaio, percorse da muscoli duri. E le sue mani, quando le aveva preso la nuca, sottili e flessuose ma ruvide di calli…
Scacciò quei ricordi. I ricordi non servono a niente, si disse, non quando si sapeva come stavano le cose nel presente. Will era bello, ma non era suo; non era di nessuno. Qualcosa in lui si era spezzato, e attraverso quella crepa sgorgava una crudeltà cieca, un bisogno di ferire e respingere.
«Sei in ritardo per la riunione del Consiglio» disse Jem di buon umore. Era l’unico a non sembrare mai toccato dalla malizia beffarda di Will.
«Dovevo fare una commissione.»
Tessa vide che Will aveva l’aria stanca. Sotto gli occhi, cerchiati di rosso, si allargavano ombre quasi violacee. I vestiti sembravano spiegazzati, come se ci avesse dormito, i capelli avevano bisogno di un taglio. Ma questo non ti riguarda affatto, si disse Tessa in tono severo, distogliendo lo sguardo dalle morbide onde scure che gli si arricciavano intorno alle orecchie e alla nuca. Non importa cosa io pensi del suo aspetto o di come sceglie di passare il suo tempo. L’ha detto chiaro e tondo.
«Comunque, neanche voi spaccate il secondo» aggiunse Will.
«Volevo mostrare a Tessa l’Angolo dei Poeti. Pensavo che le sarebbe piaciuto.» Jem parlava in maniera talmente schietta che nessuno avrebbe mai potuto dubitare di lui o immaginare che non dicesse la verità.
Di fronte a quel genuino desiderio di compiacere, neppure Will sembrava in grado di pensare a qualcosa di sgradevole da dire; si limitò a fare spallucce e li superò, attraversando l’abbazia ad andatura rapida e uscendo infine nel chiostro orientale.
I muri del chiostro delimitavano un giardino quadrato, lungo i cui margini camminavano persone che sussurravano, quasi fossero ancora in chiesa. Nessuna di loro notò Tessa e i suoi compagni mentre questi si avvicinavano a una porta di quercia a due battenti collocata in uno dei muri.
Dopo essersi guardato intorno, Will estrasse di tasca lo stilo e ne passò la punta sul legno. La porta emise una breve luce azzurra e si spalancò. Il ragazzo entrò, subito seguito dagli altri due.
I pesanti battenti si richiusero con un colpo risonante alle spalle di Tessa, imprigionandole quasi le gonne; le tirò via appena in tempo e arretrò svelta, girandosi in un’oscurità quasi totale. «Jem?»
Divampò un bagliore: la stregaluce di Will. Si trovavano in un’ampia stanza rivestita di pietra, con i soffitti a volta e il pavimento che sembrava di mattoni. A un’estremità della stanza c’era un altare.
«Siamo nella Pyx Chamber» disse Will. «Una volta era la stanza del tesoro. Lungo i muri erano ammucchiate casse d’oro e d’argento.»
«Il tesoro degli Shadowhunter?» chiese Tessa, confusa.
«No, il tesoro reale britannico. Ecco il perché delle porte e dei muri robusti» spiegò Jem. «Ma noi Shadowhunter vi abbiamo sempre avuto accesso.» Sorrise nel vedere l’espressione di Tessa. «Nel corso dei secoli le monarchie hanno pagato in segreto la decima ai Nephilim, perché proteggessero i loro regni dai demoni.»
«Non negli Stati Uniti» replicò Tessa, in tono animato. «Da noi non c’è la monarchia.»
«Un ramo del vostro governo tratta con i Nephilim, non temere» disse Will, andando verso l’altare. «Prima era il Dipartimento della Guerra, ma adesso c’è un ramo del Dipartimento di Giustizia…»
Fu interrotto dal cigolio dell’altare, che si spostò di lato rivelando un buco nero e vuoto. Nell’ombra, Tessa scorse deboli guizzi di luce. Will si curvò per entrare nel buco, fugando le tenebre con la stregaluce.
Tessa lo seguì, e si ritrovò in un lungo corridoio di pietra in discesa. Non c’erano differenze nella pietra dei muri, dei pavimenti e del soffitto; si aveva l’impressione che il passaggio fosse stato scavato direttamente nella roccia, sebbene fosse liscia. A intervalli di pochi metri erano collocate delle applique raffiguranti mani umane che fuoriuscivano dal muro stringendo tra le dita una torcia contenente una stregaluce.
Dopo che l’altare fu scivolato alle loro spalle richiudendosi, i tre si avviarono. Via via che procedevano, la discesa diventava sempre più ripida. Le torce bruciavano emanando uno scintillio tra l’azzurro e il verde e illuminando degli intagli nella roccia. Era lo stesso motivo ripetuto all’infinito: un angelo che emergeva da un lago in un profluvio di fuoco, con una spada in una mano e una coppa nell’altra.
Alla fine si ritrovarono davanti a due grandi battenti d’argento. Su ognuno era intagliato un disegno che Tessa aveva già visto: quattro C allacciate tra loro. Jem le indicò. Stanno per Conclave, Consiglio, Alleanza e Console1 disse anticipando la domanda di Tessa.
«Il Console è…...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Il Principe
- Prologo. I morti derelitti
- 1. La sala del Consiglio
- 2. Risarcimenti
- 3. Una morte ingiustificata
- 4. Un viaggio
- 5. Ombre del passato
- 6. Suggellati nel silenzio
- 7. La maledizione
- 8. Un’ombra sull’anima
- 9. Ardente mezzanotte
- 10. La virtù degli angeli
- 11. Selvaggia inquietudine
- 12. Il ballo in maschera
- 13. La Spada Mortale
- 14. La Città Silente
- 15. A migliaia
- 16. Furore mortale
- 17. Nei sogni
- 18. Fino alla morte
- 19. Se il tradimento trionfasse
- 20. La radice amara
- 21. Vampe di fuoco
- CONTENUTI EXTRA
- Nota sull’Inghilterra di Tessa
- Ringraziamenti
- Copyright