ANNE PERRY
IL FIUME
MORTALE
Traduzione di Sara Brambilla
Dedicato a Timothy Webb.
Ti ringrazio tardivamente
per la tua amicizia e il tuo aiuto.
PERSONAGGI PRINCIPALI
WILLIAM MONK
ispettore della polizia fluviale del Tamigi
HESTER LATTERLY MONK
moglie di William
RUNCORN
sovrintendente della polizia metropolitana di Londra
ALAN ARGYLL
imprenditore
TOBY ARGYLL
fratello di Alan
JENNY HAVILLAND ARGYLL
moglie di Alan
MARY HAVILLAND
sorella di Jenny
JAMES HAVILLAND
padre di Jenny e Mary, ingegnere
ORME
sergente della polizia fluviale del Tamigi
MORGAN APPLEGATE
parlamentare
ROSE APPLEGATE
moglie di Morgan
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Il ponte di Waterloo si profilava in lontananza mentre Monk si metteva un po’ più comodo sulla prua dell’imbarcazione della polizia intenta a pattugliare il Tamigi alla ricerca di carichi rubati, natanti smarriti o incidenti. Erano in quattro, lui in qualità di superiore e altri tre uomini incaricati di azionare i remi. La barca si chiamava Triremi. Monk era seduto rigido nel cappotto dell’uniforme. Era gennaio e il freddo era pungente. Il vento increspava l’acqua e sferzava la pelle come la lama di un coltello, ma Monk non voleva che gli altri lo vedessero rabbrividire.
Erano trascorse cinque settimane da quando aveva accettato di dirigere quella sezione della polizia fluviale. Era una decisione di cui si era già pentito amaramente, tanto più nelle gelide giornate umide in cui il 1863 era volto nel 1864 e l’inverno era calato implacabile su Londra e sul suo corso d’acqua affollato.
La barca rollò nella scia di una fila di chiatte che si dirigevano su per il fiume nella marea montante. Orme, a poppa, la teneva in rotta con gran perizia. Era un uomo di altezza media, ma con un’agilità e una forza notevoli e una sorta di grazia che sfoggiava nel maneggiare il remo. Forse, negli anni trascorsi sull’acqua, aveva appreso quanto fosse facile capovolgere un’imbarcazione con un movimento brusco.
Si stavano avvicinando al ponte. Nel pomeriggio grigio, prima che accendessero i lampioni, riuscirono a scorgere il traffico che lo attraversava: le ombre oscure delle carrozzelle a due ruote e delle carrozze a quattro. Si trovavano ancora troppo lontano per udire l’acciottolio degli zoccoli dei cavalli al di sopra dello sciabordio dell’acqua. Sul passaggio pedonale, vicino al parapetto, c’erano un uomo e una donna, rivolti l’uno verso l’altra, come se fossero intenti a conversare. Monk pensò oziosamente che qualsiasi cosa si stessero dicendo doveva importare loro moltissimo per tenerli così avvinti in un luogo tanto esposto e desolato. Il vento agitava le gonne della donna. A quell’altezza, in un punto privo di riparo, doveva avere più freddo di Monk.
Orme spinse la barca un tantino più al largo, nella corrente. Stavano tornando di nuovo a valle, verso la stazione di polizia di Wapping, sede del loro quartier generale. Sei settimane prima, Durban era a capo della polizia fluviale mentre Monk era un investigatore privato. Non poteva ancora pensarci senza avvertire un nodo alla gola, una solitudine e un senso di colpa che credeva non l’avrebbero mai più abbandonato. Ogni volta che vedeva un gruppo di poliziotti fluviali e uno di loro camminava lentamente con un’andatura tranquilla e le spalle lievemente incurvate, si aspettava che si voltasse mostrandogli il viso di Durban. Poi riaffioravano i ricordi e si rendeva conto che non era possibile.
Adesso il ponte distava soltanto una sessantina di metri. La coppia era ancora lì, appoggiata alla balaustra. L’uomo teneva la donna per le spalle come se volesse abbracciarla. Forse erano due innamorati. Naturalmente Monk non riusciva a sentire le loro parole – il vento gliele strappava di bocca – ma i loro volti erano animati da una passione che si faceva sempre più evidente man mano che la barca si avvicinava. Monk si chiese di cosa si trattasse: di una lite, di un addio o di entrambi?
I vogatori della polizia dovettero remare con forza contro la marea montante.
Monk sollevò di nuovo lo sguardo appena in tempo per vedere l’uomo lottare con la donna, stringendola con violenza mentre lei gli si aggrappava. La donna dava le spalle al parapetto piegandosi eccessivamente. D’istinto Monk avrebbe voluto gridare. Ancora pochi centimetri e la donna sarebbe caduta!
Adesso anche Orme aveva sollevato lo sguardo verso di loro.
L’uomo cercò di afferrare la donna, che si ritrasse. Parve perdere l’equilibrio e l’uomo si lanciò verso di lei. Abbracciati, vacillarono per un momento terribile sull’orlo del ponte, poi la donna cadde all’indietro. L’uomo fece un tentativo disperato per trattenerla. La donna allungò una mano e lo agguantò. Ma era troppo tardi. Precipitarono entrambi al di sopra della balaustra e volteggiarono di sghimbescio, come un grosso uccello dalle ali spezzate, finché non caddero nell’acqua impetuosa e sudicia che li sospinse senza che si dibattessero nemmeno, mentre li inzuppava trascinandoli verso il basso.
Orme gridò e i rematori spinsero le pale in profondità. Lottavano contro la violenza del fiume che li sollevava scagliandoli in avanti.
Monk, col cuore in gola, si sforzò di non perdere di vista i corpi. Si trovavano soltanto a una trentina di metri di distanza e, tuttavia, sapeva già che era troppo tardi. L’impatto con l’acqua li avrebbe tramortiti togliendo loro l’aria dai polmoni. Quando, infine, avessero preso fiato a fatica, avrebbero inspirato l’acqua gelida piena di liquami e sarebbero soffocati annegando. Tuttavia, si sporse insensatamente al di sopra della prua, gridando: — Più in fretta, più in fretta! Là! No… là!
La barca li raggiunse, svoltando un tantino di lato. I rematori la mantennero in rotta nonostante la corrente avversa e l’equilibrio precario, mentre Orme sollevava il corpo della giovane al di sopra della falchetta. Goffamente, con tutta la delicatezza di cui era capace, l’adagiò all’interno. Monk scorse l’altro corpo, ma era troppo lontano da raggiungere e, se si fosse proteso, avrebbe potuto rovesciare la barca.
— Virare a sinistra! — ordinò, anche se i rematori si stavano già predisponendo a farlo. Si sporse con prudenza verso il corpo per metà sommerso del giovane: il suo cappotto veniva trasportato via dalla corrente, mentre gli stivali gli trascinavano le gambe verso il basso. Goffamente, mettendo a dura prova le spalle, Monk lo issò a bordo spingendolo al di sopra della falchetta e lo depose sul fondo dell’imbarcazione accanto alla giovane donna. Aveva già visto diversi cadaveri, ma il senso di perdita rimaneva immutato. Guardando il suo volto pallido, imbrattato dalla lurida acqua del fiume e coi capelli incollati sulla fronte, Monk pensò che avesse circa trent’anni. Aveva i baffi ma, per il resto, era ben rasato. Indossava abiti di buona fattura e di ottima qualità. Il cappello che portava sul ponte era scomparso.
Orme, in piedi, si teneva facilmente in equilibrio e guardava Monk e il giovane.
— Non possiamo fare nulla per loro, signore — disse. — Si annega subito, cadendo dal ponte in quel modo. Che peccato — soggiunse in tono sommesso. — Lei non dimostra più di vent’anni. Ha un bel viso.
Monk si mise comodo sulla panca. — C’è qualcosa che riveli la sua identità? — chiese.
Orme scosse il capo.
— Se aveva una di quelle borsette che portano le signore, adesso non ce l’ha più, ma ha in tasca una lettera indirizzata alla signorina Mary Havilland di Charles Street. C’è già appiccicato sopra il francobollo, come se fosse stata spedita e ricevuta, quindi potrebbe trattarsi di lei.
Monk si chinò in avanti e frugò metodicamente nelle tasche del morto, mantenendosi in equilibrio con minor facilità rispetto a Orme, mentre la barca riprendeva il suo viaggio di ritorno verso Wapping lungo la corrente del fiume. Era inutile far sbarcare uno dei suoi uomini in cerca di testimoni che avessero assistito alla lite, ammesso che proprio di quello si fosse trattato. Non sarebbero stati in grado di riconoscere le persone che erano transitate sul ponte e loro stessi, sull’acqua, avevano scorto né più né meno quanto avevano visto tutti gli altri: due persone intente a litigare, o a baciarsi e separarsi, che avevano perso l’equilibrio ed erano cadute. Nessuno avrebbe potuto aggiungere altro.
In realtà, per quanto ricordava Monk, non era passato nessuno in quel momento preciso. Era l’ora in cui il crepuscolo non è ancora abbastanza avanzato per accendere i lampioni, ma la luce diminuisce e il grigiore del cielo pare ingannare l’occhio. Le cose si riescono solo a intravedere; l’immaginazione completa il resto, a volte in modo inaccurato.
Monk tornò a dedicarsi alle tasche dell’uomo e trovò un portafoglio di pelle con dentro poco denaro e una custodia che conteneva dei biglietti da visita. A quanto pareva era Toby Argyll di Walnut Tree Walk, a Lambeth. Anche quella via si trovava sulla sponda meridionale del fiume, non lontano dal recapito della ragazza a Charles Street, nei pressi di Lambeth Walk. Monk lo lesse ad alta voce a beneficio di Orme.
La barca avanzava lentamente, poiché remavano soltanto due uomini. Orme si acquattò sulle assi accanto al cadavere di Argyll. Sulla riva, iniziavano ad accendersi i lampioni, lune gialle nella foschia sempre più fitta. Il vento soffiava gelido. Era arrivato il momento di accendere anche i loro fanali di fonda, altrimenti sarebbero stati urtati dalle chiatte o dai traghetti che andavano contro corrente, trasportando i passeggeri da una riva all’altra.
Monk accese la lanterna e tornò con cautela nel punto in cui giaceva il cadavere della donna. Era sdraiata supina. Orme le aveva giunto le mani e le aveva scostato i capelli dal viso. Aveva gli occhi chiusi, mentre la pelle era già di un biancore grigiastro, come se fosse morta da tempo, non solo da pochi minuti.
Aveva le labbra carnose e gli zigomi alti sotto le sopracciglia delicatamente arcuate. Aveva un viso molto femminile, forte e vulnerabile, come se in vita fosse stata animata da passioni intense.
— Povera creatura — disse Orme in tono sommesso. — Mi sa che non scopriremo mai cosa l’ha spinta a farlo. Magari lui aveva intenzione di rompere il fidanzamento, o qualcosa del genere. — L’espressione del suo viso era pressoché occultata dalle ombre sempre più lunghe, ma Monk avvertì la compassione profonda nella sua voce.
Improvvisamente, Monk si accorse di essere bagnato fino alle ascelle per aver sollevato il corpo fuori dall’acqua. Tremava per il freddo e non riusciva a parlare senza battere i denti. Avrebbe dato tutto il denaro che aveva in tasca per una tazza di tè caldo corretto con un goccio di rum. Non si ricordava di aver mai avuto così freddo sulla terraferma.
Il suicidio era un crimine non solo contro lo stato ma anche secondo la Chiesa. Se quello fosse stato il verdetto del coroner, l’avrebbero sepolta in un terreno sconsacrato. E c’era anche la questione della morte del giovane. Forse era inutile sollevarla, ma Monk lo fece d’istinto. — Stava cercando di fermarla?
La barca avanzava lentamente, contro corrente. L’acqua increspata batteva contro le fiancate di legno dando del filo da torcere ai due rematori che si sforzavano di mantenere il natante in rotta.
Orme esitò per diversi secondi prima di rispondere. — Non lo so, signor Monk, ma dice bene. Potrebbe essere andata così. Potrebbe essere stato un incidente. — Abbassò la voce. — Oppure potrebbe averla spinta lui. È successo tutto in fretta.
— Qual è la vostra opinione? — Monk tremava a tal punto che riuscì a malapena a pronunciare quelle parole in modo comprensibile.
— Vi conviene mettervi a remare, signore — disse Orme in tono grave — per far circolare il sangue, per così dire.
Monk seguì il consiglio. È vero che i superiori non sono tenuti a remare come dei comuni agenti, ma non sono nemmeno di grande utilità se si ritrovano intirizziti dal freddo o se si ammalano di polmonite.
Si spostò verso il centro della barca e andò a prendere possesso di uno dei remi accanto a Orme. Gli ci vollero diverse vogate per prendere il ritmo, ma poi iniziò a sentirsi meglio e, senza dubbio, la barca avanzò più velocemente, fendendo l’acqua con colpi più netti. Remarono per un lungo tratto senza riaprire bocca. Passarono sotto il ponte di Blackfriars, in direzione del ponte di Southwark, di cui in lontananza si scorgevano soltanto le luci. Il vento mozzava il respiro prima ancora che l’aria raggiungesse i polmoni.
Monk aveva accettato quell’incarico nella polizia fluviale in parte per un debito d’onore. Otto anni addietro si era svegliato in ospedale completamente privo di memoria. Fatto dopo fatto, si era ricostruito un’identità, scoprendo cose non sempre piacevoli sul proprio conto. A quei tempi, era un poliziotto assai malvisto dal suo immediato superiore, il sovrintendente Runcorn. Il loro rapporto si era deteriorato finché non ci si iniziò a chiedere se Monk avesse dato le dimissioni prima o dopo che Runcorn l’aveva licenziato. Dal momento che scoprire e risolvere i crimini era l’unica cosa che sapesse fare e aveva bisogno di guadagnarsi da vivere, aveva intrapreso la stessa professione privatamente.
Ma le circostanze erano cambiate nel tardo autunno dell’anno precedente. La necessità di denaro l’aveva costretto ad accettare il caso Louvain, la sua prima esperienza sul fiume, a causa del quale aveva conosciuto Durban e l’aveva coinvolto nella faccenda della Maude Idris e del suo terribile carico. Adesso Durban era morto, dopo aver incredibilmente raccomandato Monk come suo successore alla stazione di polizia di Wapping.
Non poteva sapere che precedentemente Monk si era dimostrato incapace di dare ordini a dei sottoposti. Era brillante, risoluto e individualista, ma non si era mai trovato a suo agio a lavorare con altre persone, sia nel dare che nel prendere ordini. Runcorn l’avrebbe detto a Durban; gli avrebbe detto che non valeva la pena di sobbarcarsi i problemi che Monk, intelligente o meno, coraggioso o meno, avrebbe comportato. Monk era stato addolcito dal tempo e dalle circostanze e, soprattutto, forse, dal matrimonio con Hester Latterly, che aveva prestato servizio come infermiera in Crimea con Florence Nightingale e che era molto più schietta della maggior parte delle giovani donne. Lo amava con una devozione assoluta e una passione sorprendente, ma non esitava a esprimere con franchezza le sue opinioni. In ogni caso, Runcorn avrebbe consigliato il sovrintendente Farnham di trovare qualcun altro per sostituire un uomo saggio, esperto e profondamente ammirato come Durban.
Ma Durban aveva voluto Monk, e Monk aveva bisogno di quel lavoro. Negli ann...