Il duello (illustrato)
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Il duello (illustrato)

  1. 120 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Si può essere vecchi a dodici anni? La madre di David pensa di sì, visto che suo figlio si è scelto per amico il signor Rosenthal, anziano ospite di una casa di riposo. Ma David è solo un ragazzo sensibile che esplora un universo pieno di sorprese: quello del passato, perduto per sempre e per sempre vivo nel cuore e nella mente degli uomini. Non è forse l'invincibile forza del passato a mettere uno contro l'altro due anziani che a settant'anni si sfidano a duello in nome di un antico amore?

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2012
Print ISBN
9788804607694
eBook ISBN
9788852030840

È STATO O NON È STATO
 
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Silenzio. Un silenzio assoluto e prolungato. Ero teso come una corda di violino. Tenevo gli occhi chiusi, e la pioggia mi cadeva sul viso con un ritmico picchiettio. Un fremito di agitazione attraversò il gruppo dei vecchi, gli amici di Rosenthal.
— Chi è questo ragazzino? — disse la voce dura, profonda di Schwartz. Respirai di sollievo: non aveva sparato. Aprii gli occhi. Schwartz mi si avvicinò, altissimo e magrissimo: i suoi occhi mandavano lampi di collera, ma la pistola che teneva in mano era puntata verso terra. Non mi girai per guardare Rosenthal. Era più importante spiegare l’accaduto a Schwartz, il violento.
— Mi ascolti, Schwartz — dissi senza tanti complimenti. — Mi ascolti bene! — Ero furibondo con quell’uomo, lo detestavo. Era davvero un selvaggio, pronto a uccidere solo per un falso sospetto o, forse, per colpa di ricordi lontani. — So chi ha rubato il suo quadro. Lo riavrà. Forse è già a casa sua.
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Schwartz mi guardò. Era perplesso. Non aveva previsto che gli avvenimenti prendessero una simile piega, e inoltre non era abituato a essere trattato in questo modo.
— Da dove salti fuori? — volle sapere. — Insomma, chi sei?
Ora tutti i vecchi si erano avvicinati e anche Rosenthal era accanto a me. Notai che il mio amico aveva il viso alterato dalla tensione, e odiai Schwartz ancora di più. — Spero che tu sappia quello che dici, caro David — disse Rosenthal — perché non potrei sopportare tutto questo una seconda volta.
Sapevo che la mia spiegazione non avrebbe convinto Schwartz, in preda a un furore cieco. Mi aspettavo che mi sparasse da un momento all’altro, e pregai dentro di me che Ann avesse capito bene quello che le avevo spiegato, perché sapevo che solo lei poteva salvarmi da quella tragica situazione.
— Sparisci, piccolo — tagliò corto Schwartz. — Vai a casa. Noi riprendiamo da dove abbiamo interrotto — disse a Rosenthal, tornando indietro e sollevando la pistola.
In quel momento Ann Strauss spuntò fra gli alberi. Non portava gli enormi occhiali e non indossava i jeans, ma un vestito bellissimo, lungo e con le maniche a sbuffo, un vestito d’altri tempi che avevamo trovato nel magazzino di Vera. In testa portava un cappello con la tesa larga e una piuma azzurra. Anche il cappello lo avevamo trovato durante la febbrile ricerca nel magazzino, tra mucchi di vestiti e oggetti usati. La chioma bionda di Ann usciva da sotto il cappello, la sua bocca rossa rideva di gioia: era identica come una goccia d’acqua a Edith, sua madre, come l’avevo vista quel mattino nella foto del libro d’arte moderna. Oh, avreste dovuto vedere l’espressione di Rosenthal e Schwartz! Rimasero pietrificati, come se li avesse colpiti un fulmine. Le pistole caddero dalle loro mani e tutti e due si affrettarono, cosa dico, furono attirati verso Ann, le presero ognuno una mano e la baciarono con sacra reverenza. E così rimasero là, tutti e tre, come l’illustrazione di un vecchio libro, e solo allora chiusi gli occhi e respirai con voluttà l’aria umida.
Questa storia è accaduta sedici anni fa. Quando ho cominciato a scriverla sapevo perfettamente che mi sarei ricordato i fatti più importanti. Non avrei potuto dimenticarli perché ogni anno, il venti di ottobre, data in cui per poco il duello non ebbe luogo, noi andiamo in un caffè di Gerusalemme e raccontiamo gli avvenimenti di quel giorno.
Quando dico “noi” intendo Rosenthal, che oggi è un vecchio vivace ed energico oltre gli ottant’anni; Vera, che ancora arriva agli appuntamenti con la sua auto e dirige con mano sicura il negozio di oggetti usati in cui nessuno entra; Ann Strauss, che oggi si chiama Ann Lapidot e ha due figlie e un figlio piccolo (a proposito, il nome di una delle bambine è Idit, dal nome di nonna Edith, la pittrice).
Anche qualcuno degli amici di Rosenthal viene a questi appuntamenti. Ma ogni volta sono sempre meno, anche se Gamli’el Stern c’è ancora, e anche Haiman, il padrone del caffè Almog.
Dal momento che l’Almog non c’è più, ora gli incontri avvengono nel caffè Savion a Rehavia.
Volete sapere che fine ha fatto Schwartz? Ve lo racconterò. Subito dopo l’apparizione di Ann fra gli alberi del frutteto, dopo che ebbi spiegato a tutti i presenti quello che era accaduto e anche Ann ebbe spiegato la sua azione irresponsabile, Schwartz annunciò di essere pronto a consegnare alla figlia di Edith il quadro, il dipinto della bocca. Lei disse che non voleva dargli un dispiacere, perché sapeva che il quadro era molto importante per lui. Ma Schwartz le rispose che poteva prenderlo, purché gli permettesse di andare a trovarla ogni tanto. Ann acconsentì subito.
E così nel corso degli anni Rudi Schwartz continuò ad andare da Ann, all’inizio a Qiriat ’Anavim, dove abitava, e poi a Gerusalemme, dove si stabilì dopo il matrimonio. Schwartz non prendeva parte ai tradizionali incontri annuali, ma Ann ci raccontava di aver mantenuto i contatti con lui, che era molto affezionato ai suoi figli. Quando ci descrisse come Idit si arrampicasse sulle ginocchia di Schwartz, cominciai a pensare che anche in lui ci fosse qualche cosa di umano, ma il mio rancore nei suoi confronti non diminuì con gli anni.
Quanto a Heinrich Rosenthal, potete vederlo ancora per le strade di Gerusalemme, che cammina con le sue scarpe da ginnastica e l’antiquata macchina fotografica Bocksa appesa alla spalla. Gli anni che sono passati non lo hanno quasi cambiato, anche se ora si appoggia a un bastone con un pomo di metallo inciso. Naturalmente gliel’ho trovato io, nel negozio di roba usata di Vera. Vive ancora nella stessa stanza, nella casa di riposo nel quartiere Beit ha-Kerem, e la valigia è ancora là, legata con le due cinghie di stoffa. Mi pare superfluo dire che anche lui accettò subito di dare ad Ann il quadro che possedeva, l’immagine degli occhi tristi, l’altra faccia di Edith. Ann mi racconta che anche lui va spesso a casa sua, dove prende il quadro tra le mani e lo guarda a lungo. Una volta le ha raccontato la storia d’amore con sua madre: — Era un amore impossibile — le ha detto, aggiungendo che proprio le cose impossibili sono le più commoventi.
La sua frase mi è tornata in mente quando ho deciso di scrivere questa avventura. Pensavo: sicuramente non mi crederanno! Com’è possibile che a Gerusalemme, negli anni Sessanta, per poco non sia stato versato del sangue in duello?!
Ma allora mi sono ricordato delle parole di Rosenthal e ho cominciato a scrivere tutto, tutte le cose così come accaddero. E le fantasie, anche quelle, e come il confine tra le une e le altre è sfumato e incerto. Come nella vita.
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Alessandro Piperno
DAVID GROSSMAN
 
Nato nel 1954 a Gerusalemme, dove tuttora vive con la moglie e i figli, David Grossman è il grande scrittore israeliano diventato un caso letterario nel 1988 con Vedi alla voce: amore, e universalmente conosciuto per titoli come Il libro della grammatica interiore, Ci sono bambini a zigzag, Che tu sia per me il coltello, Qualcuno con cui correre, Col corpo capisco e per il più recente A un cerbiatto somiglia il mio amore. È anche autore di importanti saggi sulla questione mediorientale, come Il vento giallo e Un popolo invisibile: i palestinesi di Israele.
Ha studiato filosofia e teatro e ha cominciato la sua carriera lavorando in un programma radiofonico per bambini, ai quali ha dedicato anche molti dei suoi libri, pieni di umorismo e fantasia (Le avventure di Itamar, Itamar e il cappello magico, Itamar il cacciatore di sogni, Il duello, Buonanotte giraffa, Un milione di anni fa, La lingua speciale di Uri e Ruti vuole dormire e altre storie).
Alessandro Piperno
Serena Riglietti
 
Nata a Pavia nel 1969, è illustratrice di numerosi libri per bambini e per adulti. Ha lavorato in Italia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in Giappone. Il suo nome è legato alle copertine dell’edizione italiana di Harry Potter. I suoi disegni hanno vinto numerosi premi internazionali e sono stati esposti in varie mostre in Italia e in Giappone. Attualmente insegna illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Vive e lavora a Pesaro.
  • DELLO STESSO AUTORE
    NELLE EDIZIONI PER RAGAZZI
    • Le avventure di Itamar
    • Un bambino e il suo papà
    • Buonanotte giraffa
    • Itamar e il cappello magico
    • Itamar il cacciatore di sogni
    • La lingua speciale di Uri
    • Un milione di anni fa
    • Ruti vuole dormire e altre storie

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Il duello (illustrato)
  3. Sotto il letto
  4. Ancora sotto il letto
  5. Gli occhi di Edith
  6. Regole d’onore
  7. I tempi cambiano
  8. Vera
  9. La storia del loro amore
  10. Addio, Rosenthal
  11. Inizia la riflessione dell’investigatore
  12. Ann
  13. Duello
  14. È stato o non è stato
  15. Dello stesso autore
  16. Copyright