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Disponibile fino al giorno 26 Nov |Scopri di più
Mia dolce sognatrice (I Romanzi Oro)
- 240 pagine
- Italian
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- Disponibile su iOS e Android
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Mia dolce sognatrice (I Romanzi Oro)
Informazioni su questo libro
Quando la nipote Belinda segue il consiglio della misteriosa cronista mondana che si firma "Busybody", fuggendo con l'uomo che ama, la furiosa Eleanor Tennant decide di stanare l'irresponsabile autrice e ottenere soddisfazione. Con stupore scopre che sotto lo pseudonimo si cela in realtà un uomo terribilmente attraente: il poeta Simon Westover. Per proteggere la propria identità, Simon accetta di aiutarla nella ricerca dei fuggitivi, e presto la disorientante vicinanza con quella squisita lady dagli occhi di smeraldo diventa per lui una tentazione insostenibile. Ma se Eleanor non crede nell'amore, Simon è invece un inguaribile romantico...
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Informazioni
eBook ISBN
97888520461931
Una signora non dovrebbe mai affidare volontariamente la sua vita a un gentiluomo, per quanto generoso, amabile e onorevole egli possa essere, se non ha la capacità di guardarlo con un sentimento più tenero di gratitudine e stima.
BUSYBODY
— Mrs Eleanor Tennant desidera vedere lady Westover.
L’arcigno maggiordomo studiò il biglietto da visita di Eleanor, poi disse: — Mi dispiace, ma sua signoria non è in casa.
Eleanor, già contrariata per il tempo che le era occorso a rintracciare la deplorevole donna, non si sarebbe fatta congedare facilmente. Un’occhiata al suo biglietto da visita e quello sfacciato di maggiordomo aveva deciso da sé.
Maledetto presuntuoso. Non sapeva con chi aveva a che fare.
Eleanor lo spinse da parte ed entrò nell’atrio. — Allora aspetterò.
Il maggiordomo, colto di sorpresa dalla sua audacia, non perse tempo a bloccarle il passaggio. — Signora — disse con voce carica di sdegno — temo che sua signoria sia lontana da casa. Farò ovviamente in modo che riceva il vostro biglietto al suo ritorno.
Eleanor rimase dov’era e lanciò una gelida occhiata all’uomo. — È molto importante che io parli con lady Westover. Oggi. Subito. Vi prego di dirmi dove posso aspettarla, poi informatela immediatamente che sono qui. Ditele pure che non me ne andrò finchè non avrò parlato con lei.
Il maggiordomo sembrava sul punto di avere un accesso di collera, ma cercò di mantenere la sua dignità mentre precedeva Eleanor in un salottino accanto all’ingresso. — Vi prego di aspettare qui — disse, e uscì velocemente dalla stanza.
Immaginando che l’attesa sarebbe stata lunga se lady Westover non era ancora vestita, Eleanor sedette in una comoda poltrona e osservò l’ambiente che la circondava. Era tuttora sorpresa di aver rintracciato Busybody, l’odiosa dispensatrice di irresponsabili consigli, in una delle più belle dimore di Mayfair. La bella residenza di Portman Square era assai diversa dalla modesta casa di Charlotte Street dove Eleanor abitava con sua nipote.
Questa stanza però era piccola e non particolarmente elegante. Era senza dubbio per quei visitatori non abbastanza importanti, inadatti alle sale più spaziose suggerite dal maestoso scalone che si elevava al di là delle colonne dell’ingresso. Pensò che il salone principale dovesse essere più grande dell’intera casa di Charlotte Street, ma era improbabile che lo vedesse. Così ispezionò quel che le era concesso di vedere, cercando di immaginare la padrona di casa.
Ripassò mentalmente ciò che le avrebbe detto quando sarebbe entrata. O forse avrebbe dovuto andare dritta al punto e pestare il parasole in testa a quell’idiota.
Quando Eleanor aveva chiesto l’aiuto di sua cugina Constance per rintracciare Busybody, erano rimaste entrambe scioccate nello scoprire che la pista conduceva dritta a lady Albinia Westover. Si erano dapprima rivolte alla tipografia che stampava “The Ladies’ Fashionable Cabinet”, ma lì nessuno aveva fornito loro il minimo suggerimento sull’identità di Busybody. Il tipografo aveva dichiarato di non conoscerla, ma Eleanor non gli aveva creduto neanche per un momento e aveva bazzicato nel suo ufficio per giorni prima di decidere che non avrebbe mai fornito l’informazione di cui aveva bisogno.
Constance aveva allora pensato di inviare a Busybody un pacchetto ben confezionato tramite il suo tipografo. Avrebbero tenuto d’occhio l’edificio per vedere se fosse venuto qualcuno a reclamarlo, come infatti accadde. Ma Busybody non era una sprovveduta proteggeva bene la sua identità. Seguirono il fattorino solo per scoprire che passava il pacco a un altro fattorino. Nascoste dietro le tendine dell’elegante carrozza di Constance, le due donne assistettero a un passaggio di mano dopo l’altro, seguendo una strada a zigzag che le condusse da un’estremità all’altra della città, attraverso St James e il West End, Westminster e Mayfair. Quando l’ultimo fattorino ebbe sceso i gradini che portavano all’ingresso di servizio della dimora di Portman Square, fu la cugina di Eleanor a riconoscere la casa e la sua proprietaria.
Constance, che si era sposata molto bene e faceva parte di una cerchia sociale molto più elevata di quella di Eleanor, aveva occasionalmente incontrato lady Westover, ma non la conosceva bene. Era sposata con sir Harold Westover, un membro Tory del Parlamento, famoso per le sue prolisse arringhe antiriforma e promotore di numerosi disegni di legge conservatori. Constance ammise di aver trovato lady Westover piuttosto scialba, sebbene sostenesse rispettosamente il marito e le sue cause. L’idea che la sua identità segreta corrispondesse alla romantica Busybody aveva provocato in Constance un accesso di risa mentre sedevano nella sua carrozza al di là della piazza.
Eleanor avrebbe voluto condurre con sé sua cugina per quel difficile colloquio, visto che perlomeno dichiarava di conoscerla. Ma non poteva sperare che Constance prendesse troppo sul serio la questione. E non sarebbe servito a molto se sua cugina alla vista di lady Westover fosse scoppiata a ridere.
Così Eleanor si era preparata a sferrare battaglia da sola.
Mentre aspettava si guardò attorno e prese nota del costoso ma un po’ antiquato arredamento. Si chiedeva se i saloni ufficiali fossero più moderni di questo. Che genere di donna sarebbe entrata dalla porta? Eleanor non riusciva a conciliare nella sua mente l’immagine dell’elegante, insipida, deferente moglie di un politico conservatore con la prosa fiorita e l’ingenuo romanticismo di Busybody.
Sperava tuttavia che la contraddizione giocasse in suo favore. Molto probabilmente la moglie di un politico non avrebbe voluto che venisse rivelata la sua imbarazzante identità segreta, specialmente al suo altezzoso marito. Ed Eleanor era più che disposta a ricorrere a un piccolo ricatto per ottenere quel che voleva.
Avrebbe lusingato, persuaso, e perfino minacciato se necessario, pur di costringere la donna ad affrontare sua nipote Belinda e ritrattare il suo sconsiderato consiglio.
Eleanor voleva mettere a disagio lady Westover.
Stava sorridendo compiaciuta all’immagine evocata da quel pensiero quando la porta della sala si aprì.
Non era Busybody.
Sulla soglia c’era un uomo, la testa piegata di lato mentre la osservava. Troppo ben vestito per essere un servo, aveva più o meno la sua età, ed era alto, snello, con una testa di capelli rossi e luminosi occhi azzurri. L’intensa ma illeggibile espressione di quegli occhi la sconcertò.
Entrò nella stanza. — Sono Simon Westover. Ho sentito che desiderate parlare con mia madre.
Lo strano sorriso scomparve dalla faccia della donna e si alzò dalla poltrona. Simon fu lieto che non sorridesse più. Era troppo graziosa quando sorrideva, e lui si confondeva sempre alla vista di donne graziose.
Lo guardò direttamente negli occhi. I suoi erano verdi, notò, e illuminati da una sorta di emozione: rabbia, sfida, determinazione. Non era sicuro. — Sì — rispose lei. — Desidero parlare con lady Westover, se non vi dispiace. È molto importante.
— Sono dolente — guardò il biglietto che Felton gli aveva consegnato — Mrs Tennant. Mia madre è andata a trovare degli amici a Richmond e resterà lontano da casa per alcuni giorni. Ma, se lo permettete, sarei onorato di comunicarle qualunque messaggio abbiate per lei.
— Oh, accidenti! — Mrs Tennant sferrò un pugno nell’aria, poi cominciò a camminare su e giù per la stanza, borbottando fra sé. Simon osservava affascinato le gonne di mussola frusciarle intorno alle sottili caviglie, mentre sembrava aver completamente dimenticato la sua presenza. Era molto contrariata per qualcosa. Cosa diamine aveva fatto sua madre per esasperarla tanto? — Molto irritante… troppo tardi… avrei dovuto saperlo… odiosa ficcanaso.
— Cosa? — Le ultime parole gli causarono un brivido lungo la schiena. Non doveva aver sentito bene. — Avete… avete detto…
Smise di camminare, e si girò a guardarlo. Strinse gli occhi, poi lentamente li sbarrò, come colpita da una rivelazione. — Ho detto — e scandì chiaramente ogni parola — che il diavolo si porti quell’odiosa Busybody.
— Oh, mio Dio. — Simon pensò che avrebbe potuto sentirsi male. Desiderava follemente abbandonarsi in una poltrona, ma poiché Mrs Tennant stava in piedi, non poteva sedersi. Cercò invece di dirigersi verso il camino, dove si appoggiò pesantemente alla mensola, la schiena girata verso Mrs Tennant.
Che stesse balzando a conclusioni affrettate?
— Sapete — disse.
— Sì, so. È per questo che sono qui. Ho una questione da sistemare con Busybody.
Oh, cielo. Era come se l’avesse preso a schiaffi. Simon girò la testa per guardarla. — Come… come l’avete scoperto? — La sua voce era fievole e strozzata per l’apprensione.
Lei scoppiò in una mesta risata. — Sono sicura che vi piacerebbe saperlo. Confesso che non è stato facile. Ma la rabbia ha alimentato la mia determinazione. Non avrei rinunciato finché non avessi trovato Busybody. E l’ho trovata, non è vero?
Nascose il viso. — Sì.
— E immagino che né voi né vostra madre gradireste che venisse resa nota la verità.
— No. No, naturalmente. — Inferno e dannazione. Che cosa doveva fare? Non doveva permetterle di rovinare tutto. Doveva fermarla. Ma come? Che cosa voleva?
— Vostro padre sa?
Simon alzò bruscamente la testa. — Mio Dio, no. — Fece uno sforzo per ricomporsi, nascondere il panico che aveva cominciato a stringergli la gola. — Mrs Tennant, vi prego, sedetevi e ditemi che cosa volete.
Sollevata, fece come le aveva chiesto, ritornando alla poltrona che aveva occupato quando lui era entrato nella stanza. Se non fosse stato così angosciato, Simon avrebbe ammirato la bella immagine: velluto verde, mussola bianca, guance arrossate contro il broccato rosso della grande poltrona. Era sempre stato sensibile a un bel volto. Ma adesso non era il momento; quella donna non era lì perché la ammirasse. Era venuta con notizie che non avrebbe mai pensato di udire.
Busybody era stata smascherata.
Lo trafisse col suo sguardo penetrante, occhi verdi che brillavano di trionfo. Lo aveva in trappola e lo sapeva. — Via, Mrs Tennant — disse lui, stupito per il tono tranquillo della sua voce — credo vogliate qualcosa per tenere segreta l’identità di Busybody. Che cosa volete esattamente?
— Castigo.
“Che diamine?” Inarcò le sopracciglia.
— Voglio che Busybody ritratti un cattivo consiglio prima che sia troppo tardi.
Non denaro. Non favori politici. Tutto quel che voleva era una ritrattazione? Poteva essere così facile? — Temo di non capire. Forse fareste meglio a spiegarvi.
— Qualche tempo fa è stata pubblicata su “The Ladies’ Fashionable Cabinet” la lettera di una giovane donna che chiedeva di essere autorizzata a incoraggiare le avances di un uomo che sua zia disapprovava.
— Ah, sì. Miss Dora Doleful, credo.
— Proprio lei.
— E devo dedurne che voi siate la zia che l’adora?
— Esattamente.
— Da quel che ricordo, Miss Doleful scriveva con cuore traboccante di amore, e felice che i suoi sentimenti fossero ricambiati. Non è ciò che cerchiamo tutti, Mrs Tennant? Trovare la felicità in un reciproco affetto? — E citò un verso.
Lei lo guardò male. Forse era un momento inopportuno per recitare poesia. — Mi dispiace, Mrs Tennant, che il consiglio offerto a vostra nipote non sia stato di vostro gradimento.
— Di mio gradimento? — La sua mascella si irrigidì per la rabbia. — Tutt’altro che di mio gradimento, Mr Westover. È stato irriflessivo, inopportuno, imprudente, e perfino pericoloso.
— Pericoloso?
— Il consiglio di Busybody ha dato alla mia nipote diciassettenne il permesso di accettare le avances di un uomo le cui intenzioni non includono il matrimonio. Io lo considero pericoloso, voi no?
— Buon Dio.
— Ha perfino accennato nella sua lettera… ecco, ve la leggo perché non mi possiate accusare di averla travisata. — Tirò fuori dalla borsa una copia di “The Ladies’ Fashionable Cabinet”. — Scrive: “Lei” che sarei io “è accecata da vecchi pettegolezzi, e tristemente influenzata dalla sua mancanza di fortuna”. Il consiglio qui stampato ignora completamente i cosiddetti pettegolezzi e si concentra sulla mancanza di fortuna. Sebbene abbia sempre sperato, com’è ovvio, che Belinda facesse un buon matrimonio, dato che non possiede beni suoi, sono tuttavia molto più preoccupata che venga ammaliata da una canaglia che intende solo rovinarla. Non convenite che sarebbe stato più saggio occuparsi, seppur brevemente, della preoccupazione dei pettegolezzi?
— Mi dispiace molto, Mrs Tennant. Ma non vedo come chiunque avrebbe potuto sapere…
— Chiunque con un briciolo di buonsenso — repl...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Mia Dolce Sognatrice
- Prologo - Londra Maggio 1801
- 1
- 11
- Nota dell’Autrice
- Copyright