La vita dopo Auschwitz
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La vita dopo Auschwitz

Come sono sopravvissuto alla scomparsa dei miei genitori durante la Shoah

  1. 216 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La vita dopo Auschwitz

Come sono sopravvissuto alla scomparsa dei miei genitori durante la Shoah

Informazioni su questo libro

«Sono nato due volte. Alla mia prima nascita non c'ero. Il mio corpo è venuto al mondo il 26 luglio 1937 a Bordeaux. Me l'hanno detto. E devo crederlo poiché non ne ho alcun ricordo. La mia seconda nascita, invece, è fissa nella mia memoria. Una notte, sono stato arrestato da alcuni uomini armati che circondavano il mio letto. Mi stavano cercando per uccidermi. La mia storia è nata quella notte.»
Boris Cyrulnik, celebre psichiatra francese, ha un passato tormentato alle spalle: i genitori, di origine ebraica, sono stati rinchiusi e assassinati nel campo di concentramento di Auschwitz quando lui era ancora un bambino. Rimasto solo, è caduto prigioniero dei nazisti ma è riuscito a salvarsi per miracolo nascondendosi nel bagno della sinagoga della sua città. Dopo aver trascorso l'infanzia come un fuggitivo, in casa di famiglie che lo ospitavano e in orfanotrofio, terminata la guerra ha scelto di diventare psichiatra. Pur lavorando ogni giorno con traumi e sofferenze da superare, soltanto di recente è riuscito ad affrontare il proprio passato, per testimoniare a voce alta l'orrore vissuto e le conseguenze dolorose che ha dovuto affrontare crescendo. La vita dopo Auschwitz è un viaggio nella memoria, un'esplorazione profonda dei ricordi di un passato che emerge dopo un lungo silenzio. La memoria, ci dice Cyrulnik, non racconta la verità storica dei fatti, ma un'altra verità, soggettiva ma non per questo meno reale: un meccanismo dal potere salvifico che cancella, seleziona e modifica quello che è accaduto e che nel tempo ha plasmato i nostri ricordi per rendere il dolore accettabile aiutandoci a superare i traumi vissuti.
Attraverso la sua storia, Cyrulnik si rivolge a tutti coloro che cercano di scappare da un passato difficile: un lavoro paziente, in cui l'autore si è messo in gioco, accettando di essere per la prima volta soggetto e oggetto della propria ricerca. Un saggio che unisce le emozioni e la sofferenza di un sopravvissuto a una rigorosa analisi sulla costruzione della memoria, da cui emergono i segni di un'infanzia stravolta dalla guerra e, al tempo stesso, il desiderio di superare l'infelicità per rispondere con forza alla chiamata della vita.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
Print ISBN
9788804636533

Note

I. La guerra a sei anni

1 Documenti degli Archivi Slitinsky forniti dal dottor Erick Aouizerate.
2 J. Semprún, La scrittura o la vita, trad. it. Parma, Guanda, 1996, pp. 131-132.
3 G. Perec, W o il ricordo d’infanzia, trad. it. Milano, Rizzoli, 1991. Libro dedicato alla scomparsa, titolo di un altro libro in cui ciò che è scomparso è la vocale «e» come «essi, i miei genitori».
4 Régiment des volontaires étrangers. Su 11.000 soldati, 7500 sono stati uccisi, l’8 giugno 1940, davanti a Soissons.
5 STO, Service du travail obligatoire (servizio di lavoro coatto). Diversi milioni di uomini, prigionieri dei nazisti, furono impegnati in questo lavoro forzato. In Francia, dei manifesti «invitavano» gli uomini a trovare lavoro in Germania per nutrire la famiglia.
6 Ho saputo più avanti che questo studente si chiamava Jacques de Léotard e che è diventato avvocato.
7 Questa situazione è rara. Praticamente tutti i conventi e anche gli istituti pétainisti hanno nascosto bambini ebrei. Testimonianza dell’autore: Les Enfants cachés, Mémorial de la Shoah, 1° luglio 2012.
8 Ph. Brenot (a cura di), Langages. De la cellule à l’homme, Paris, L’Harmattan, 1989.
9 V. Blanché, Le Secret de Mamie. «Le petit» (Il segreto della nonna, «Il piccolo»), testo che mi ha dato Valérie, 2011.
10 B. Cyrulnik, Je me souviens, Paris, Odile Jacob, 2010.
11 M. Gleitzman, Un jour (Un giorno), Les Grandes Personnes, citato da Rachel Drezdner, dottoranda, Toulon-Nantes, 2012.
12 S. Stewart, Mémoire de l’inhumain. Du trauma à la créativité, prefazione di J. McDougall, Paris, Campagne Première, 2009.
13 M. Braunschweig e B. Gidel, Les Déportés d’Avon. Enquête autour du film de Louis Malle, «Au revoir les enfants», Paris, La Découverte, 1989, p. 35.
14 B. Matot, La Guerre des cancres. Un lycée au cœur de la Résistance, Paris, Perrin, 2010, p. 221.
15 Testimonianza di Ch.L. La Caze, allievo di quinta, la stessa di Luis Malle e di «Jean Bonnet», in M. Braunschweig e B. Gidel, Les Déportés d’Avon, cit., p. 35.
16 Testimonianza di Guy de Vogüé, allievo di terza del collegio nel 1944, ricerca degli allievi del collegio pubblico di Avon.
17 B. Matot, La Guerre des cancres, cit., p. 221.
18 L. Malle, lettera privata, dicembre 1988. Scartabellando negli archivi, scopro che «Jean Bonnet» è stato allievo al liceo Jacques-Decour dove andrò dopo la guerra ed è stato arrestato il 15 gennaio 1944, cinque giorni dopo di me.
19 D.L. Schacter, Alla ricerca della memoria. Il cervello, la mente e il passato, trad. it. Torino, Einaudi, 2001, p. XX.
20 K.J. Dudley, L. Xiang, M.S. Kobor, T.E. Kippin, T.W. Bredy, Epigenetic mechanisms mediating vulnerability and resilience to psychiatric disorders, in «Neuroscience and Biobehavoral Reviews», 2011, 35, 7, pp. 1544-1551.
21 T.W. Bredy e M. Barad, The histone deacetylase inhibitor valproic acid enhances acquisition, extinction, and reconsolidation of conditioned fear, in «Learning Memory», 2008, 15, pp. 39-45.
22 Abbiamo mantenuto l’anglicismo «attaccamento sicuro» (secure attachment) per dire che il bambino ha acquisito un senso di sicurezza, anche se è solo. Mentre un bambino rassicurato ha bisogno della vicinanza della sua figura di attaccamento per stare bene.
23 M. Gilbertson, L.A. Paulus e S.K. Williston, Neurocognitive function in monozygotic twins discordant for combat exposure: Relationship to posttraumatic stress disorder, in «Journal of Abnormal Psychology», 2006, 115, 3, pp. 484-495.
24 K.W. Samuelson, Posttraumatic stress disorder and declarative memory functioning: A review, in «Dialogues in Clinical Neuroscience», 2011, 13, 3, pp. 346-351.
25 G.E. Johnsen e A.E. Asbjørnsen, Consistent impaired verbal memory in PTSD: A meta-analysis, in «Journal of Affective Disorders», 2008, 111, 1, pp. 74-82.
26 J.D. Bremmer, E.M. Vythilingham, E. Vermettern et al., MRI and PET study of deficits in hippocampal structure and function in women with childhood sexual abuse and posttraumatic stress disorder, in «The American Journal of Psychiatry», 2003, 160, 5, pp. 924-932.
27 J.M. Williams, T. Baruhofert et. al., Autobiographycal memory specificity and emotional disorder, in «Psychological Bulletin», 2007, 133, 1, pp. 122-148.
28 M. Nowak, La Banquière de l’espoir, Paris, Albin Michel, 1994, p. 126.
29 D.L. Schacter, Alla ricerca della memoria, cit., p. 102.
30 E.F. Loftus e J.E. Pickrell, The formation of ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. La vita dopo Auschwitz
  3. I. La guerra a sei anni
  4. II. Una pace dolorosa
  5. III. Memoria ferita
  6. IV. L’impronta degli altri
  7. V. Parole gelate
  8. Note
  9. Copyright