
eBook - ePub
Covid-19 e cambiamento climatico
La lotta contro il riscaldamento globale nel tempo dell'epidemia
- 60 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Covid-19 e cambiamento climatico
La lotta contro il riscaldamento globale nel tempo dell'epidemia
Informazioni su questo libro
Le riflessioni di una giovane attivista per il clima durante la crisi per il Coronavirus.
Come si stanno riorganizzando Greta e i ragazzi di Fridays For Future? C'è una relazione fra pandemia e riscaldamento globale?
Non possiamo certo esultare per il calo dell'inquinamento atmosferico e delle emissioni di CO2, ma l'emergenza del Covid-19 potrà insegnarci molto su come affrontare le minacce ambientali.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Covid-19 e cambiamento climatico di Federica Gasbarro in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Scienze biologiche e Riscaldamento globale e cambiamento climatico. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Argomento
Scienze biologicheCapitolo 1
Come siamo arrivati fin qui
È il 20.02.20, una serie numerica che, più che una data, somiglia a un linguaggio in codice.
Nel lodigiano, in Lombardia, un uomo di 38 anni si reca al pronto soccorso dell’ospedale di Codogno.
Qualche ora dopo, la conferma. È stato accertato il primo caso di Coronavirus in Italia.
A un mese da quella data, che tutti noi abbiamo ben impressa nella memoria, avremmo superato il numero di vittime del virus dichiarato dalla Cina, terzo paese per estensione grande circa 301 volte l’Italia.
In quei giorni mi trovavo a Roma, nel pieno delle mie attività: un’importante nuova avventura stava per cominciare.
Diversi mesi fa, infatti, è nato il mio impegno in prima linea per la lotta in difesa dell’ambiente e contro il cambiamento climatico.
Ho cominciato, come molti altri giovani, prendendo parte agli scioperi del venerdì, organizzati nelle piazze da Fridays For Future (FFF) seguendo l’esempio di Greta Thunberg.
Pian piano, il movimento ha iniziato a occupare una parte sempre più importante nella mia vita quotidiana: ho partecipato a tutte le assemblee di FFF Roma e insieme abbiamo organizzato i primi Global Strike; ho tenuto discorsi durante le manifestazioni, fatto interviste alla radio e in tv, girato l’Italia e l’Europa seguendo i principali incontri sul tema, da quelli locali ai summit internazionali come COP21 e COP25. Insieme ad altri ragazzi, sono stata ospite a Palazzo Chigi su invito del ministro dell’Ambiente per portare qualche proposta pratica per il futuro e – incredibile ma vero – sono stata scelta per partecipare come unica rappresentante italiana al vertice sul clima organizzato dalle Nazioni Unite a New York lo scorso settembre 2019. Infine, sono stata premiata dalla Fondazione Mike Bongiorno con una borsa di studio per sviluppare il mio progetto di fotobioreattore a microalghe, una tecnologia in via di sperimentazione che prevede l’installazione di torrette cattura-CO2 nelle aree più inquinate delle nostre città.
Dall’inizio di febbraio, ero stata a Milano molte volte per il lancio del mio libro, Diario di una striker. Avevo frequentato alberghi, bar, ristoranti, e stretto molte mani. Come ormai d’abitudine, mi ero trovata in mezzo a molta gente, una degli aspetti che preferisco della mia attività.
Nelle stazioni di Milano e Roma, le persone che indossavano la mascherina erano ancora la minoranza, con il risultato che quei pochi sembravano quasi fuori luogo. Esagerati. Probabilmente perché per noi non era un’immagine consueta, fatta eccezione per qualche turista o qualche ciclista urbano, abituato a girare con bocca e naso coperti, giustamente preoccupato dalla qualità dell’aria. Quelle poche persone mi ricordavano le immagini della Cina che nell’ultimo periodo vedevo in televisione, e non nego che un po’ di angoscia me la mettevano.
In ogni caso, rimanevo piuttosto scettica e avevo in testa ben altre preoccupazioni. Marzo, aprile e maggio si prospettavano mesi molto intensi, ricchi di convegni e presentazioni. Fridays For Future si stava preparando a diversi appuntamenti, tra cui un Global Strike e un’assemblea nazionale.
Ricordo che in quel momento si guardava ancora all’emergenza Coronavirus come a qualcosa di lontano, che apparteneva a un altro popolo, a un’altra area geografica, quasi fosse una peculiarità cinese. I cinesi venivano infatti guardati con timore e sospetto, anche se alcuni di loro, immagino, non vedevano il loro paese da anni.
Ero appena guarita da una brutta influenza stagionale, non avevo più la febbre ma qualche strascico me lo portavo dietro. Infatti, mi era rimasta un po’ di tosse che, ogni tanto, si faceva sentire. In treno, ricordo che le persone si giravano un po’ sospettose. Poi, appurato che non ero cinese, sembravano tranquillizzarsi.
Il 28 febbraio, i casi erano saliti a oltre 530, per poi superare i 5.000 l’8 marzo. All’improvviso non era più una faccenda che non ci riguardava. Eppure i casi si concentravano in una area molto circoscritta del Nord Italia, in particolare nelle provincie di Bergamo, Lodi e Cremona. Per la prima volta ho sentito parlare di “zona rossa” e “quarantena”. La faccenda sembrava farsi ogni giorno più grave e i miei impegni venivano cancellati o rimandati uno dopo l’altro.
È stato durante quella settimana che ho iniziato a rendermi davvero conto, come credo gran parte degli italiani, di essere di fronte qualcosa di grosso.
A Roma le persone continuavano ad andare in giro, mentre nelle zone più colpite le restrizioni si ampliavano di ora in ora. Addirittura, non era consentito muoversi da un comune all’altro. Misure che, comunque, non avrebbero tardato ad arrivare anche nel resto del paese.
La sera del 9 marzo ero da poco rientrata a casa ed ero al telefono con un’amica, mentre aspettavo che iniziasse un film. Le stavo raccontando del lavoro che stavo svolgendo con uno studio di registrazione per realizzare l’audiolibro di Diario di una striker. Ero entusiasta della mia nuova quotidianità, fatta di sale di incisione e mixer che mi ricordavano la plancia di comando di un aereo.
Ricordo di aver guardato l’orologio mentre le parole correvano come un fiume in piena: le 21.33. Ho pensato: “Oggi ho fatto proprio tardi!”. A un tratto, il programma in onda è stato interrotto per trasmettere un’edizione speciale del telegiornale. Facendo zapping in rapida successione, mi sono trovata davanti, su tutti i canali, lo stesso speciale del Tg. Da che avevo memoria, l’ultima volta che era successa una cosa simile era stato in occasione dell’attacco alle Torri Gemelle (avevo sei anni). Sono tornata al canale di partenza, ho chiuso la telefonata e mi sono messa all’ascolto.
Si trattava della conferenza stampa del Primo ministro, Giuseppe Conte, che comunicava importanti aggiornamenti. Aveva appena firmato un nuovo decreto, il cui slogan sarebbe diventato #IoRestoaCasa. Non più zone rosse o arancioni, ma un’unica zona protetta estesa a tutta l’Italia. Niente più spostamenti, se non per esigenze lavorative, sanitarie o di comprovata necessità.
Il giorno seguente, le prime pagine dei quotidiani non parlavano d’altro. Ci si interrogava, soprattutto, su cosa si potesse o non si potesse fare. E pensare che proprio qualche giorno dopo sarei dovuta partire per un weekend a Matera! Ovviamente, abbiamo disdetto.
Dal 10 marzo, dunque, la vita di tutti gli italiani è cambiata.
Nonostante tutto… siamo tipi da commedia!
Senza dubbio l’Italia è un paese controverso. E come tutti i popoli, anche noi abbiamo le nostre particolarità. Come è normale che sia, con l’esplodere della Corona-crisi, i nostri tratti distintivi sono emersi più che mai, nel bene ma anche nel male.
Primo caso di Coronavirus:
«No, ma è roba dei cinesi. Il tizio sarà stato in Cina per lavoro, mica è un imprenditore?»
Prime centinaia di morti:
«Mah, sì, può essere letale, ma non più della normale influenza. Poi colpisce solo gli ottantenni con malattie pregresse!»
Già… peccato che al momento non esistano una cura o un vaccino per questa “normale influenza” che, di giorno in giorno, si sta portando via un numero altissimo di persone, specialmente anziane. Questo virus sta lentamente cancellando una generazione, quella dei nostri nonni e nonne.
I casi di Coronavirus iniziano ad aumentare, tutta l’Italia diventa zona rossa:
«Cosa faccio io studente fuorisede a Milano? Me ne torno a casa, che la crisi è meglio affrontarla in famiglia e con mamma che cucina!»
Prime misure di contenimento. Tutto chiuso, ma garantiti i beni di prima necessità. Alimentari, farmacie e tabaccherie aperte:
«Allora questo virus esiste davvero ed è pericoloso… E ora?! Be’, nel dubbio, corriamo al supermercato e riempiamo la dispensa.»
«No, no! Le farfalle no, prendi gli spaghetti, che con le vongole stanno meglio. E se li spezzetti vanno bene pure in brodo. Ricordati il guanciale per l’amatriciana! Un po’ de cioccolata pe’ i tempi cupi… Oh, e le patate, c’hanno risolto la peste a Parigi… mamma mia quanto pesa ’sto carello! Ah, le birre, che il vino bono c’è, a casa!»
«Stanotte andiamo al distributore a fare il carico di sigarette, che con questi n’se sa mai!»
Queste sono solo alcune delle pièce teatrali a cui ho assistito, perché lo ammetto, anch’io sono tra quelli che, armati di guanti e mascherina, sono andati a fare provvigioni in modo totalmente irrazionale.
In questa situazione, in cui c’è ben poco da sorridere, non sono riuscita però a trattenermi dal leggere i numerosi meme social e i messaggini girati sui vari gruppi WhatsApp che riprendono la scena di un noto film con Alberto Sordi:
«Mentre fuori il mondo combatteva io resistevo chiuso, in cantina, solo. Senza luce, senza acqua. Sempre vino, solo vino.»
«Ed è uscito quando è finita la guerra…?!»
«Quando è finito il vino…»
«Ah!»
Sospesa attività scolastica e universitaria, chiusi gli uffici e tutti gli spazi di aggregazione:
«Figo, raga, vacanza! Weekend in montagna? Dai che uno spritzettino in quota ci sta tutto per staccare da sto casino! Taac!»
Chiudono gli impianti.
«E vabbè, domani tutti a fare jogging al parco, che almeno ci si tiene in forma. O picnic e giretto in bici? Perlomeno l’attività sportiva all’aperto è concessa.»
E fu così che i parchi presero le sembianze del mercato rionale.
Chiudono i parchi:
«Embe’, il cane a fare una passeggiata lo devo pur portare!»
Ragazzi, non è agosto, dobb...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Covid-19 e cambiamento climatico
- Introduzione. Uno sguardo allo stagno
- Capitolo 1. Come siamo arrivati fin qui
- Capitolo 2. Un mondo a metà
- Capitolo 3. Riorganizzare una vita stando a casa
- Capitolo 4. Idee per sopravvivere alla quarantena
- Conclusione. Uno sguardo verso il domani
- Copyright