
- 264 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Buchi nel deserto
Informazioni su questo libro
Ingiustamente accusato di aver rubato un paio di puzzolenti scarpe da ginnastica, il giovane Stanley viene spedito dal giudice al riformatorio Campo Lago Verde. Perché mai Stanley e gli altri "ospiti" sono costretti a scavare ogni giorno un buco nel deserto, tormentati dalla sete e minacciati da lucertole dal morso letale? Quale segreto nasconde quell'inquietante distesa di sabbia rovente?
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Informazioni
Editore
EDIZIONI PIEMMEAnno
2018Print ISBN
9788856625943eBook ISBN
9788858506073PARTE PRIMA
BENVENUTI A CAMPO LAGO VERDE
1

Non c’è nessun lago a Campo Lago Verde. Una volta ce n’era uno molto grande, il più grande del Texas. Ma era più di cent’anni fa. Adesso è soltanto un tratto di terra piatta, arida e desolata.
Esisteva pure una cittadina chiamata Lago Verde. Ma si era inaridita e prosciugata, insieme al lago e alla gente che ci abitava.
Durante l’estate, la temperatura di giorno si aggira intorno ai trentacinque gradi all’ombra, ammesso che uno riesca a trovarla, l’ombra. Non è che ce ne sia molta, in un grande lago asciutto.
Gli unici alberi sono due vecchie querce al margine orientale del “lago”. Tra i due tronchi è appesa un’amaca e dietro c’è una casetta di legno.
Gli ospiti del campo non hanno il permesso di stendersi sull’amaca. Appartiene all’Intendente. L’ombra è una proprietà privata dell’Intendente.
Nel lago, i serpenti a sonagli e gli scorpioni si riparano all’ombra dei sassi e dentro i buchi scavati dagli ospiti del campo.
Ecco un’utile regola da tenere a mente, a proposito di serpenti a sonagli e scorpioni: se tu non li disturbi, loro non disturbano te.
Di solito.
Essere morsi da uno scorpione o da un serpente a sonagli non è la cosa peggiore che possa capitarti. Non muori.
Di solito.
Qualche volta un ospite del campo cerca di farsi mordere da uno scorpione o persino da un piccolo serpente a sonagli. Se ci riesce, ha il permesso di passare un giorno o due in tenda a riprendersi, invece di dover scavare un buco in mezzo al lago.
Ma nessuno vuole essere morso da una lucertola a macchie gialle. È la cosa peggiore che possa capitarti: muori di una morte lenta e dolorosa.
Sempre.
Se vieni morso da una lucertola a macchie gialle, puoi anche andare all’ombra delle querce e stenderti sull’amaca.
Tanto ormai nessuno può farti più niente.
2

Il lettore si starà probabilmente chiedendo: ma chi è tanto stupido da volerci andare, a Campo Lago Verde?
La maggior parte degli ospiti del campo non ha avuto la possibilità di scegliere. Il Campo Lago Verde è un campo per ragazzi cattivi.
Se si prende un ragazzo cattivo e lo si costringe a scavare un buco ogni giorno sotto il sole cocente, lo si trasforma in un bravo ragazzo.
Ecco cosa pensa certa gente.
A Stanley Yelnats era stata data la possibilità di scegliere. Il giudice gli aveva detto: – O vai in prigione, oppure a Campo Lago Verde.
Stanley veniva da una famiglia povera. Non era mai stato in un campo estivo in vita sua.
3

Stanley Yelnats era l’unico passeggero del pullman, a parte l’autista e l’agente di scorta. L’agente di scorta era seduto accanto all’autista, con il sedile girato in modo da tener d’occhio Stanley. Sulle ginocchia aveva un fucile.
Stanley era seduto una decina di posti più in là, ammanettato al bracciolo. Sul sedile accanto c’era il suo zaino. Conteneva uno spazzolino da denti, il dentifricio e una scatola con la carta da lettere e una penna che gli aveva dato sua madre. Aveva promesso di scriverle almeno una volta alla settimana.
Guardò fuori dal finestrino, anche se non c’era granché da vedere: campi coltivati a foraggio e cotone, per lo più. Era salito su quel pullman per fare un lungo viaggio, diretto in un posto sperduto nel nulla. Il pullman non aveva il condizionatore e l’aria viziata e surriscaldata gli sembrava soffocante quasi quanto le manette.
Stanley e i suoi genitori avevano deciso di far finta che stesse soltanto partendo per un breve campo estivo, come fanno i ragazzini ricchi. Quando era più piccolo, Stanley giocava spesso con i suoi animaletti di peluche, fingendo che andassero al campo estivo. Lo chiamava Campo Giochi e Spassi. Qualche volta li faceva giocare a calcio con un sassolino. Altre volte gareggiavano in una corsa a ostacoli, o facevano bungee jumping dal tavolo, legati a degli elastici rotti. Adesso Stanley fingeva di essere partito per Campo Giochi e Spassi. Forse si sarebbe fatto qualche amico, pensava. Quanto meno avrebbe potuto nuotare nel lago.
A casa, di amici non ne aveva. Era grasso, e i ragazzini della scuola media lo prendevano spesso in giro per la sua mole. Persino i suoi insegnanti, qualche volta, facevano dei commenti crudeli senza nemmeno rendersene conto. Il suo ultimo giorno di scuola, la professoressa di matematica, la signora Bell, stava spiegando le proporzioni, e per fare un esempio pratico aveva scelto il ragazzo più grosso e il più minuto della classe e li aveva fatti pesare. Stanley pesava il triplo del suo compagno. La signora Bell aveva scritto la proporzione 3:1 sulla lavagna, senza pensare a quanto avesse messo in imbarazzo sia l’uno che l’altro.
Stanley era stato arrestato quello stesso giorno, nel pomeriggio.
Guardò l’agente di scorta sprofondato nel suo sedile e si chiese se si fosse addormentato. Portava gli occhiali da sole, così Stanley non poteva vedergli gli occhi.
Stanley non era un ragazzo cattivo. Era innocente del crimine per il quale era stato condannato. Semplicemente si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
E tutto per colpa del suo trisnonno lurido-buono-a-nulla-ladro-di-maiali!
Stanley sorrise. Era una battuta di famiglia. Quando qualcosa andava storto, davano sempre la colpa al trisnonno lurido-buono-a-nulla-ladro-di-maiali.
A quanto si diceva, il trisnonno di Stanley aveva rubato un maiale a una zingara con un piede solo, così lei aveva lanciato una maledizione su di lui e su tutti i suoi discendenti. Naturalmente Stanley e i suoi genitori non credevano alle maledizioni, ma tutte le volte che qualcosa andava storto, poter dare la colpa a qualcuno li faceva sentire meglio.
E le cose andavano parecchio storte. Sembrava che si trovassero sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Stanley guardò il vasto paesaggio desolato fuori dal finestrino. Seguiva con gli occhi il saliscendi dei fili del telefono. Nella testa sentiva la voce rauca di suo padre cantargli una canzone a bassa voce.
«Ahi ahi, se soltanto» sospira il picchio rosso,
«fosse meno dura la corteccia di bosso».
Sotto aspetta il lupo, affamato e affranto,
e ulula alla lu-u-una: «Ahi ahi, se soltanto».
Era una canzone che suo padre gli cantava spesso. La melodia era dolce e triste, a Stanley piaceva soprattutto quando suo padre ululava la parola “luna”.
Il pullman sussultò e l’agente di scorta raddrizzò la schiena, immediatamente vigile.
Il padre di Stanley faceva l’inventore. Per essere un bravo inventore c’è bisogno di tre cose: intelligenza, tenacia e un pizzico di fortuna.
Il padre di Stanley era intelligente e aveva un sacco di tenacia. Quando si imbarcava in un progetto ci lavorava sopra per anni, spesso passando le notti in bianco. Solo che non aveva mai fortuna.
Ogni volta che un esperimento falliva, Stanley lo sentiva maledire il suo trisnonno lurido-buono-a-nulla-ladro-di-maiali.
Anche il padre di Stanley si chiamava Stanley Yelnats. Il nome di suo padre per esteso era Stanley Yelnats III. Il nostro Stanley, invece, è Stanley Yelnats IV.
A tutti, in famiglia, era sempre piaciuto il fatto che “Stanley Yelnats” si scrivesse allo stesso modo sia in avanti che all’indietro. Così, continuavano a chiamare i figli maschi Stanley. Stanley IV era figlio unico, come tutti gli Stanley Yelnats che l’avevano preceduto.
Avevano in comune anche qualcos’altro. Nonostante la sfortuna che li perseguitava, non perdevano mai la speranza. Come amava dire il padre di Stanley: «Dai fallimenti si imparano molte cose».
Ma forse anche questo faceva parte della maledizione. Se Stanley e suo padre non fossero stati sempre così fiduciosi, non avrebbero sofferto tanto ogni volta che le loro speranze venivano deluse.
– Non tutti gli Stanley Yelnats sono stati dei falliti – sottolineava la madre di Stanley ogni volta che lei o suo padre erano talmente scoraggiati da essere sul punto di cominciare a credere sul serio alla maledizione. Da giovane il primo Stanley Yelnats, bisnonno di Stanley, aveva fatto fortuna nel mercato azionario. Dunque non poteva essere tanto sfortunato.
In quelle occasioni, però, sua madre evitava di menzionare l’incidente in cui il primo Stanley Yelnats era incappato proprio all’apice del successo. Aveva perso tutte le sue ricchezze mentre si stava trasferendo da New York in California. La sua diligenza era stata rapinata dalla famosa fuorilegge Kate Barlow, Kate la Baciatrice.
Se non fosse stato per lei, a quell’ora la famiglia di Stanley avrebbe abitato in una villona su una spiaggia californiana. Invece se ne s...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- PARTE PRIMA. BENVENUTI A CAMPO LAGO VERDE
- PARTE SECONDA. L'ULTIMO BUCO
- PARTE TERZA. PER TAPPARE I BUCHI
- Copyright