La gioia di amare
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La gioia di amare

Oltre la prigione del nostro egoismo

  1. 192 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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La gioia di amare

Oltre la prigione del nostro egoismo

Informazioni su questo libro

L'amore è l'esperienza fondamentale della vita umana, dalla quale dipende il suo senso e la sua realizzazione. Non c'è persona che non desideri amare ed essere amata. Non si tratta di un desiderio come gli altri, che hanno un'importanza relativa per la vita. Si può vivere senza denaro, senza cultura e persino senza salute, ma non si può vivere senza amore. L'essere umano, fin dal momento in cui entra nel mondo, è affamato di amore più di ogni altra cosa. Gli puoi dare tutto, persino l'intero universo, ma non saprebbe che cosa farsene se non trovasse un cuore dove abbeverarsi e dove riposare. L'amore è ciò che tutti desiderano e senza il quale non si è felici.
Se è vero che l'uomo cerca Dio, è ancora più vero che Dio è alla continua ricerca della sua creatura, spinto da un amore incondizionato e senza confini. Quando si accusa Dio di essere silenzioso, bisognerebbe piuttosto mettersi in ascolto. Dio risponde sempre a coloro che lo chiamano. Nessuno è presente come Lui nell'intimo del cuore, in quelle profondità dove abita l'Amore che muove tutte le cose.
Nel cuore di noi stessi si espande quell'amore generoso, disinteressato, che uccide l'ego per esaltare l'io capace di dimenticarsi di sé.
Solo l'amore-agape, che dona senza chiedere alcun tornaconto,  regala la vera gioia.

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Informazioni

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IL MISTERO DELL’AMORE

Interrogarsi sull’amore significa cercare di scandagliare il mistero dell’uomo nelle sue profondità inafferrabili. Per quanto l’umanità sia cresciuta nella conoscenza di se stessa e del mondo in cui è collocata, non è andata molto lontano nel sondare gli abissi che si aprono nell’intimo di ogni persona. Ciò che possiamo conoscere dell’uomo è il suo corpo, il quale tuttavia sfugge alla nostra presa per la sua complessità e i suoi meccanismi indecifrabili. Ma che cosa possiamo conoscere della nostra anima che sfugge a ogni tentativo di analisi e che apre orizzonti sempre più vasti man mano che ci addentriamo nelle sue sconfinate praterie? Abbiamo la presunzione di sapere che cosa sia l’intelligenza, per quel poco che conosciamo sul funzionamento del cervello umano. Ma che cosa sappiamo in realtà di quella luce che si accende dentro di noi e grazie alla quale la realtà che ci circonda acquista un senso e gli interrogativi che la riguardano trovano una risposta? Donde viene quella capacità di salire i gradini della conoscenza, fino ad abbracciare l’immensità che ci circonda e chiedersi quale sia la causa? Più vasto dell’universo è il pensiero dell’uomo che, con il suo slancio infinito, trascende ogni realtà materiale.
Eppure nell’uomo vi è ancora qualcosa di più misterioso e di più grande, che lo muove, lo inquieta e lo squassa con la sua forza travolgente. È una forza che determina la vita ancora più dell’intelligenza e dalla quale dipende la sua realizzazione o il suo fallimento. Questa forza è nell’uomo come il fuoco nel ventre di un vulcano, pronta a esplodere gettando all’esterno torrenti di fuoco. Ogni essere umano, qualunque sia l’età, la razza, il sesso, la cultura o altre componenti accessorie, la sente bollire dentro di sé, pronta a esplodere, facendo crollare barriere, convenzioni, pregiudizi e ogni cosa che si opponga. Non c’è persona che non conosca la potenza dell’amore che porta dentro di sé, pronta a sprigionarsi all’improvviso, inattesa, incontrollata, indomabile. «Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo» (Cantico dei cantici 8, 7). Più che la luce dell’intelligenza, è il fuoco incontenibile dell’amore a condurre la vita e a deciderne l’esito. Se l’intelletto è l’auriga che indica la strada, l’amore è la forza che muove, eleva, crea e distrugge. Che cosa sappiamo noi di questa potenza ineffabile che sentiamo agire nel cuore e che lo compenetra e lo possiede come uno strumento arrendevole?
«Forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione; le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore» (Cantico dei cantici 8, 6). Definire l’amore è un’impresa impossibile, come riversare l’oceano in un secchio d’acqua. Per descriverlo l’autore sacro è costretto a ricorrere a un’immagine che va oltre l’orizzonte dell’effimero, dove l’amore svolazza senza trovare riposo. L’amore non è un fuoco fugace, ma «una fiamma del Signore», che arde sin dall’eternità e che non si spegne mai. L’amore non ha incominciato a esistere nel tempo, come tutte le cose che prima di essere non erano. L’amore è da sempre presso il Signore, una fiamma che arde nel suo intimo e che, come il roveto di Mosè, non si consuma mai. L’amore umano è una scintilla di questa fiamma che la mano dell’Onnipotente ha acceso in ogni cuore, pronta a divampare per riscaldare, illuminare ed elevare la vita fino alle altezze che le competono. L’amore è divino e per questo ha i caratteri dall’assolutezza che non ammette cedimenti. Per quanto la morte, e gli inferi che la rappresentano, siano potenti, tanto che nessun uomo può sfuggire alla loro morsa, l’amore l’affronta vittorioso, perché sua è l’ultima parola. La sua forza è invincibile, il suo carattere ineluttabile, il suo valore senza pari.
«L’amore che muove il sole e le altre stelle» (Dante, Paradiso XXX III, 145) è la forza divina che muove la vita umana, sollecitandola a uscire da se stessa, per andare verso l’altro. L’amore nasce da una persona e la spinge verso un’altra persona. È un’uscita da sé per attrazione, perché ciò che accende l’amore nel cuore di una persona è il mistero di un’altra persona. Non si possono amare le cose come si amano le persone. Le cose non possono corrispondere ai messaggi che l’amore invia a chi ha la capacità di rispondere sulla medesima lunghezza d’onda. L’io che si lascia guidare dalla forza dell’amore, desidera incontrare un altro io, affinché fra i due si realizzi un incontro dove gli occhi si guardano, i cuori si aprono, le mani si stringono. L’amore è un fiume dalle molteplici correnti, ognuna delle quali tesse i legami fra gli uomini, abbattendo le barriere e creando l’unità. Che cosa vi è di più grande, di più bello, di più degno di una persona umana, fosse anche abbruttita dalle lordure del male? Tutte le cose belle della creazione rifulgono nell’uomo, dove trovano compimento. In lui zampillano le acque immortali della verità, della bellezza e del bene. In lui risplende l’immagine divina del Creatore del mondo. Lui solo è dotato della capacità suprema di conoscere e di amare. In Lui solo la divinità può trovare una degna dimora.
L’amore nasce dall’io che va alla ricerca di un “tu”. È un viaggio che l’uomo compie fin dalla nascita, quando il bambino incomincia a riconoscere il volto della madre. È un viaggio avventuroso, pieno di insidie, di incontri ingannevoli, di sbandamenti paurosi, di strappi irreparabili, di nere disperazioni. Si dovrà forse rinunciare all’amore e rinchiudersi nel guscio asfittico della diffidenza? Rinunciare ad amare significa rinunciare a vivere. Guarda ai miracoli dell’amore che genera la vita e la gioia ovunque germoglia e fiorisce. Dalle persone che amano nascono le cose più belle. Non chi si rinchiude nella fortezza del suo io, ma che si rinnova nel dono di sé canta la sinfonia eterna della vita. Delle persone da amare, nel modo giusto che la circostanza richiede, è il dono con cui il Creatore ricolma gli istanti fuggitivi della giornata. Ogni persona che incontri è un mistero abissale, dotato della capacità di conoscerti e di amarti. Non guardare le apparenze ingannevoli, ma la scintilla divina che la anima. È quella stessa che è in te e che è stata donata dal Creatore per ardere e illuminare.
Quanto hai compreso dell’amore tuttavia non è nulla se non ti sei elevato fino alle sorgenti eterne dalle quali zampilla irrorando il mondo. Non basta dire che l’amore è grande, infinito, immortale e tutto ciò che gli uomini hanno cantato a suo riguardo. L’amore infatti trascende ogni misura, ogni spazio e ogni tempo. L’amore è oltre ogni definizione, ma se vuoi dare a esso un nome, ve n’è uno solo: quello di Dio.
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«AMORE» È IL NOME DI DIO

Il cuore umano sa che, nel momento in cui è preso dall’amore, ha a che fare con una forza che lo sovrasta e lo soggioga, facendolo sobbalzare di gioia o precipitare nella disperazione. I poeti che nei secoli hanno cantato le vicende dell’amore umano e i mistici che, con parole infuocate, hanno esaltato quello divino, concordano nel darne testimonianza. L’amore è una potenza indomabile, che porta l’uomo fuori dall’uomo e oltre l’uomo, verso l’infinito. Per sua natura l’amore è sconfinato e non tollera i limiti angusti della finitezza. Il cuore umano sente che dalle sue profondità sale una forza immensa che non può essere racchiusa nei limiti dello spazio e del tempo. Appartiene all’essenza dell’amore divenire un dono incondizionato e un sì definitivo, che si fissano nell’istante eterno. L’esperienza dell’amore, che lo sovrasta e lo supera, ha portato il cuore umano ad andare oltre l’orizzonte della finitezza, sotto la spinta di un desiderio impossibile da appagare. L’esperienza dell’amore spiana la strada che conduce fino alle porte della divinità. L’amore felice dispiega le ali che portano sempre più in alto, fino a giungere alle sorgenti perenni dalle quali fluisce. Ma anche l’amore che fallisce, straziando i cuori, può rinascere più forte, purificato dalla sofferenza e dalla caduta delle illusioni.
L’amore, se non si perverte in egoismo, avvicina l’uomo al mistero di Dio. Il cuore infatti ha una capacità di amare che cresce e si dilata fino al desiderio di un amore eterno. Anche nell’esperienza di un amore umano, come quello che fa dell’uomo e della donna una sola carne, vi è qualcosa di assoluto che trascende il frammento di tempo nel quale è rinchiuso. Quando l’amore viene purificato dalle prolificazioni dell’egoismo e diviene dono gratuito di sé, entra in una dimensione che lo predispone ad accogliere il mistero di Dio. L’amore, quando spinge il cuore ad aprirsi, rende possibile la divina presenza. Chi vive la vita non come affermazione egoistica, ma come dono generoso, si mette sulla via di Dio e prepara l’incontro con lui. Come infatti potrebbe trovare Dio un cuore chiuso nel suo egoismo e duro nei confronti del prossimo? Ancora più grave è la situazione di un cuore nel quale ribolliscono l’odio, la violenza e la vendetta. Qualsiasi professione di fede risulterebbe falsa e blasfema. Al contrario, un cuore che accoglie il fratello, apre uno spiraglio in cui il sole divino fa penetrare i suoi raggi che illuminano e che riscaldano.
Nonostante il desiderio insopprimibile di un amore assoluto, l’uomo non è riuscito a riconoscere che l’amore di Dio riempie la terra e risplende sulla vita nonostante la miseria che la affligge. Solo anime particolari hanno intuito che all’origine di ogni cosa c’è il mistero dell’amore. Nella sua ricerca di Dio l’umanità è rimasta aggrovigliata nella selva oscura delle sue paure, dei suoi pregiudizi e delle sue passioni. L’uomo ha spesso proiettato in Dio il peggio di sé, invece di attribuirgli tutto ciò che di nobile, di bello e di eterno racchiude nel fondo del cuore. Nella storia dell’umanità spesso Dio mostra un volto temibile, che l’uomo deve propiziarsi con i sacrifici. La stoltezza della mente e la malizia del cuore sono arrivate fino ad attribuire la divinità ai demoni. La spinta dell’amore, che ogni essere umano porta nel suo cuore, se non è sostenuta e purificata, si indebolisce sotto la forza della carne infettata dal peccato. L’amore di Dio è rimasto sconosciuto sulla terra, finché lui stesso non ha preso l’iniziativa di rimuovere la caligine che oscurava il cielo, rendendolo impenetrabile.
Fin dalle prime pagine della Sacra Scrittura si apre uno scenario che mai nessuna mente aveva potuto immaginare e che anche ora appare inverosimile nella sua luminosità abbagliante. Dio infatti è il Creatore che ha tratto l’uomo dal nulla, imprimendo nel suo spirito la sua immagine e somiglianza. In forza del soffio divino che lo anima, l’uomo è reso capace di Dio, fino a essere introdotto nella sua intimità e amicizia. L’uomo e la donna scoprono un amore più grande, che li eleva nella dimensione dell’assoluto e dell’eterno. Prima che la serpe iniettasse il veleno dell’incredulità e dell’invidia, l’uomo ha sperimentato la perfezione e la pienezza dell’amore. La prima coppia dell’umanità si è amata con quell’amore che Dio ha riversato nel suo cuore. Attraverso questa esperienza Dio ha tolto il velo che copriva il suo volto e si è fatto conoscere nel suo mistero abissale, di amore sconfinato e inesauribile. Questa conoscenza rappresenta l’inizio sublime della storia umana, che poi è andata precipitando nella tenebra del male, perdendo la memoria delle sue origini. Nella ricerca del senso delle cose e della sua vita, l’uomo ancora oggi si perde nei labirinti oscuri dell’immanenza, incapace di un colpo d’ala che lo sollevi verso la luce. Eppure la parola vera è stata pronunciata e più nessuno la potrà cancellare. La chiave che apre le porte del mistero ci è stata consegnata. Chi apre sa che tutto viene dall’Amore e tutto ritorna a lui. Questa è la verità eterna che dissolve tutte le menzogne.
«Dio è amore» (Giovanni 4, 16). Sono le parole più sublimi che siano mai state scritte. Sono il sole che illumina e che riscalda e che impedisce alla vita di essere immersa nella tenebra e nel gelo della morte. In queste parole c’è tutto ciò che l’uomo deve sapere. Senza di esse non saprebbe nulla, anche se conoscesse tutto. Tuttavia sono parole che non vengono né dalla sua intelligenza né dal suo cuore. Dio stesso, nel suo amore per l’uomo, si è manifestato rivelando il segreto del suo essere. Per mezzo della sua Parola, che si è fatta carne, ci ha fatto toccare con mano che la sua essenza è l’amore. Il cuore sussulta di una gioia incontenibile. Il dramma della vita, soggiogata dal male, dalla sofferenza e dalla morte, trova una salvezza insperata. Noi sappiamo che Colui che è l’Onnipotente e che tutto ha in mano, compresa la nostra vita, è la bontà, la bellezza, la verità, ma soprattutto è l’amore. Dio è amore, ma potremmo anche dire che l’amore è Dio. Dio e l’amore sono la stessa cosa. Il desiderio di amare è desiderio di Dio. Scommettere la vita sull’amore significa cadere nelle braccia di Dio.
L’unico amore che è tale è quello che viene da Dio. È quello che possiamo attingere al Cuore del Crocifisso. In quel fuoco purissimo gli amori umani devono essere purificati. L’esperienza dell’amore di Dio è la felicità più grande che l’uomo possa gustare su questa terra.
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DIO È COMUNIONE DI AMORE

L’affermazione che Dio è amore non è un’intuizione della ragione, che mai avrebbe potuto pervenire a una vetta così alta della conoscenza. La presenza del male nel mondo, ma soprattutto nel cuore dell’uomo, ha impedito alla mente umana di volare troppo in alto e di riconoscere in Dio le perfezioni che gli sono proprie. Al contrario, non di rado sono stati attribuiti all’Onnipotente le passioni e persino le depravazioni degli uomini, impregnando le religioni umane di errori e di peccati. Per avvicinarsi alla comprensione del mistero divino nella luce della verità è necessario un cuore purificato dal male, senza il quale l’intelligenza viene oscurata ed è incapace di vedere le cose di lassù. È ancora più necessario un atteggiamento di profonda umiltà, che permetta a Dio di abbassarsi sino al livello della creatura per rivelarle il mistero inaccessibile della sua vita intima. Questo è stato l’atteggiamento della Vergine Maria nel momento in cui l’Altissimo ha rivelato se stesso nel suo mistero impenetrabile. Dio è amore perché dentro di sé è un rapporto eterno di amore fra le tre persone divine, che si sono rivelate come Padre, Figlio e Spirito Santo. Prima di essere un amore che si china su di noi, Dio è, nel suo intimo, una comunione inesauribile di amore. Proprio perché Dio è tale nella sua essenza, ogni sua manifestazione verso le creature è caratterizzata dalla bontà e dalla misericordia. Dio non può non amare, perché l’amore è l’essenza della divinità. Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che, quando pronunciamo la parola «amore», usiamo uno strumento espressivo umanamente imperfetto e limitato. Dio è amore in un modo che trascende la nostra capacità di comprensione e che include tutte le perfezioni proprie della sua natura.
Per capire, sia pure nei limiti della nostra finitezza, il mistero dell’amore divino, dobbiamo fissare lo sguardo sul mistero della persona umana, che è la realtà la quale più di ogni altra riflette l’immagine divina. L’uomo è persona in quanto soggetto spirituale capace di conoscere e di amare. L’“io umano” è un mistero inafferrabile, la cui radice profonda è l’orientamento verso l’altro. Quando si afferma che l’uomo non è un’isola, si vuole indicare l’apertura di ognuno all’incontro verso un “tu”. Non è concepibile un “io” racchiuso in se stesso, come una monade senza porte e senza finestre. Nessuna persona potrebbe vivere in un totale isolamento, come se la sua vita interiore bastasse a se stessa. Senza l’incontro con un “tu” l’“io” umano morirebbe di asfissia. Ciò è dovuto alla sua natura intima, che è un movimento verso un altro che sia simile a sé. Questo è il motivo per il quale Adamo si sentiva solo e infelice nell’Eden delle meraviglie, pur circondato dagli animali ai quali aveva dato un nome. La persona umana appassisce e muore se è sola. L’incontro con un’altra persona, nella conoscenza e nell’amore, fa parte della sua natura intima. Le gioie e le sofferenze della vita sono in massima parte dovute ai rapporti riusciti o falliti, con le altre persone. La stessa dimensione religiosa dell’uomo nasce dal desiderio insopprimibile di incontrare un “Tu” che gli sia intimo e al quale possa affidarsi con la certezza di essere compreso e amato. La religione è una pianta sempre verde perché scaturisce dal bisogno della persona umana di andare oltre se stessa. L’“Io” e il “Tu” sono due poli che si cercano. L’uno è in funzione dell’altro. La persona si realizza nell’incontro con un’altra persona e nella comunione dell’amore.
La rivelazione che Dio è amore va intesa nel senso che l’unico Dio è una comunione interpersonale di amore. Se Dio fosse una sola persona non sarebbe infinito amore, ma piuttosto infinita solitudine. L’unità e l’unicità di Dio non vanno intese come se Dio fosse un “Io” che basta a se stesso, perché in tal caso non potrebbe essere né infinito amore né infinita felicità. Quando la fede cattolica afferma che Dio è una sola natura in tre persone divine, intende esprimere, per quanto possibile a un linguaggio umano, un mistero abissale di tre relazioni divine, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, che fra loro realizzano una comunione eterna di amore. Per quanto le tre persone divine siano ugualmente partecipi della divinità, tuttavia sono fra loro distinte e hanno una loro precisa identità. Il Padre infatti è colui che genera, il Figlio è colui che è generato e lo Spirito Santo è l’ispirazione di amore fra il Padre e il Figlio. Il mistero interpersonale dell’amore è tale che non vi è né divisione né separazione, ma unità assoluta e inattaccabile. Non vi è dubbio che il mistero della Santissima Trinità trascenda ogni possibilità di comprensione da parte dell’intelletto umano, per quanto illuminato dalla fede. Tuttavia ci è almeno chiara la natura interpersonale dell’amore. L’amore non è qualcosa che esiste in se stesso, ma è dono reciproco fra un “io” e un “tu”. Questa, che è l’esperienza umana fondamentale, ci aiuta ad avvicinarci per quanto possibile al mistero dell’amore trinitario.
La comunione di amore delle tre persone divine è talmente perfetta da generare un’unità indivisibile, per cui l’unico Dio ha anche una sola conoscenza e una sola volontà. Il mistero d’amore del Dio uno nella natura, ma trino nelle persone, non può assolutamente essere criticato come una forma di “triteismo”, come se i cristiani non adorassero un solo Dio, ma tre dèi. Questa accusa, che viene in primo luogo dall’Islam, parte dall’incomprensione della natura dell’amore divino, che è necessariamente un rapporto interpersonale.
L’amore non è una “forza”, ma è una persona che ama un’altra persona. Che cosa sarebbe Dio se fosse una sola persona? Sarebbe una contraddizione con se stesso, perché condannato a essere una realtà incompiuta e infelice. Infatti “persona” significa “relazione”, ma con chi sarebbe in relazione Dio se fosse una sola persona? Un Dio eternamente solo sarebbe un assurdo che ripugna alla ragione. Al contrario la rivelazione che Dio ci ha fatto di se stesso come comunione di tre persone, per quanto “inconcepibile” alla nostra finitezza, genera una luce che illumina la mente e un’attrazione che fa sussultare il cuore. Infatti l’uomo, creato a immagine divina, è strutturalmente orientato al dono di sé. Amare ed essere amata è quanto desidera ogni persona. L’es...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. LA GIOIA DI AMARE
  4. Presentazione
  5. 1. Il mistero dell’amore
  6. 2. «Amore» è il nome di Dio
  7. 3. Dio è comunione di amore
  8. 4. La sinfonia dell’amore divino
  9. 5. L’uomo creato per amare
  10. 6. Dio è l’amore che tutti cercano
  11. 7. Gli innamorati di Dio
  12. 8. Dio fonte della gioia
  13. 9. Dio amato nelle sue creature
  14. 10. L’amore sorgente della vita
  15. 11. L’amore speranza della vita
  16. 12. L’amore fine della vita
  17. 13. L’amore per la bellezza
  18. 14. L’amore per la verità
  19. 15. L’amore per la libertà
  20. 16. L’amore per la propria vita
  21. 17. L’amore sponsale
  22. 18. L’amore familiare
  23. 19. L’amore universale
  24. 20. L’amore è dono
  25. 21. L’amore è fortezza
  26. 22. L’amore è rispetto
  27. 23. L’amore è sincerità
  28. 24. L’amore è fedeltà
  29. 25. L’amore è dominio di sé
  30. 26. L’amore è responsabilità
  31. 27. L’amore è condivisione
  32. 28. L’amore è pazienza
  33. 29. L’amore è umiltà
  34. 30. L’amore è comprensione
  35. 31. L’amore è perdono
  36. 32. L’amore è sacrificio
  37. 33. L’amore è preghiera
  38. 34. L’amore non avrà mai fine
  39. Copyright