Abbiamo bisogno di una mano che prenda la nostra quando arriva il buio, di uno sguardo che ci faccia sentire al sicuro anche quando il mondo fa paura, quando la terra trema sotto i nostri piedi e tutto intorno sembra cedere e crollare.
Abbiamo bisogno di riconoscerci negli occhi di qualcuno che ci guardi senza giudicarci, qualcuno che ci abbracci tutte le volte che arriva il freddo, che ci ritrovi tutte le volte che ci perdiamo.
Abbiamo bisogno di guardare le stelle, di baciarci in riva al mare, di innamorarci di continuo, tutte le mattine, della stessa persona che ci ha fatto perdere la testa la notte prima. E che ce la farà perdere di nuovo il giorno dopo.
Abbiamo bisogno di correre su una spiaggia, sulla sabbia, a piedi nudi, mentre il tramonto più bello del mondo disegna i contorni delle nostre imperfezioni e ci fa sentire unici, anche solo per un attimo.
Abbiamo bisogno di fare l’amore, come se i brividi di uno fossero il proseguimento dei brividi dell’altro, come se le gocce di piacere fossero prima acqua, poi sudore, e poi pioggia, e poi rugiada. In una fusione di sapore ed emozione che sa di bellezza, che sa di vita…
Ma non abbiamo bisogno di chiedere a nessuno di amarci, non possiamo chiedere a qualcuno di amarci, perché chi non ha voglia di farlo non merita la nostra attenzione, non merita la nostra tristezza. Non merita la nostra rabbia, le nostre lacrime…
Ecco, è questo che mi dico e mi ripeto, cercando di convincermi che sia vero, che sia così, ma…
Sono le 12.30, oggi sono uscita un’ora prima da scuola perché c’era religione, e io la salto. Tornando a casa, in macchina, nella mia Ligier, piango, piango e canto, a squarciagola, perché alla fine è sempre lei a salvarmi nei momenti più brutti: la musica. Lei e i miei amici.
Mi guardo allo specchio e vedo che sotto i grandi occhiali Gucci, che ho tanto voluto e ricevuto dai miei per il compleanno, colano righe scure di mascara. Li tolgo. Gli occhi sembrano più verdi del solito, un verde più intenso, più deciso… Forse è l’effetto della sbavatura del contorno occhi, ma tutto quel nero che cola sulla mia vita, in fondo, mi dona.
L’amore è una cosa semplice, urlo insieme a Tiziano, lo dico, ma il mio cuore non è d’accordo. O forse non ci crede più.
Andrea me lo spezza di continuo, il cuore. È andato al concerto di Marco Mengoni con Alessia. Che stronzo! E la cosa che mi fa più rabbia è che lei è una mia amica, o meglio, era una mia amica, perché da quando mi sono resa conto che fa il filo al mio ragazzo la tengo a distanza. Sono sicura che gli muore dietro. Non fa altro che provarci dissimulando con lo scherzo, fa battute, allusioni, lo abbraccia, lo tocca, spesso anche davanti a me… Ah, quando lo tocca esploderei! E lui finge di non vederlo, dice che esagero, che lei è fatta così, che è il suo modo di fare, di essergli amica e dimostrargli affetto, che non è vero che ci prova… Magari se la fanno insieme sotto i miei occhi. Magari, mentre io sono qui che penso a lui e piango e cerco di rimettere insieme i mille pezzi di me, loro stanno ridendo alle mie spalle, o si stanno mandando cuoricini e sorrisi su qualche chat segreta. Ormai le penso tutte! Non so nemmeno se chiamarlo amore, questo. Che amore è un amore che ti ferisce di continuo? Quale amore ti fa piangere più volte di quante non ti faccia sorridere? Non sa più niente di me, non sa cosa mi piace, cosa mi rende felice. Non conosce neppure il mio colore preferito, il libro che ho amato di più, il profumo che porto. Non sa quale brano di musica classica mi fa volare, quale amo suonare al piano. Gliene ho parlato, ma lui di sicuro non mi ha prestato la minima attenzione. Te ne accorgi, quando qualcuno ti ascolta davvero. E Andrea non sa niente. Non ricorda niente. Certo, è bravo a letto, mi sa prendere, e quando lo facciamo conosce tante posizioni diverse. Ecco cosa conosce, le posizioni…
All’inizio c’erano le parole, quei modi gentili, e le rose, e i regali, e i messaggini romantici, e il fine settimana a casa dei suoi al mare a parlare tanto, a ridere, a fare l’amore. E poi? E adesso?
Ora c’è il suo calcetto, il suo diploma, il suo tennis e la sua PlayStation, i suoi amici di classe, quelli dello sport, quelli del circolo prestigioso del padre, quelli con cui passerà, nel collegio esclusivo, il suo glorioso e vincente futuro da rampollo di una famiglia aristocratica del cazzo. Ma di me, nella sua vita, non c’è più traccia. E sì, lo so, siamo giovani, a diciotto anni è così, le cose un giorno sono in un modo e il giorno dopo in un altro, ma io nell’amore ci credo, e credo che si possa costruire qualcosa di importante e vero anche a questa età. Io lo amo sul serio, o forse sarebbe più corretto dire che lo amavo, a questo punto, boh, ecco, sì, lo amo ancora, ma lo odio allo stesso tempo, e odio il fatto che non mi rispetti, odio il fatto che io stessa non mi rispetti e che permetta a questo stronzetto viziato di rubarmi il cuore, la gioia e la dignità. Io voglio essere amata! E voglio essere felice! E poi rivoglio le mie rose, i messaggini dolci, e tutte le attenzioni! Voglio fare l’amore, perché scopare è triste, è per tutti. Io voglio fare l’amore, perché io sono solo per pochi…
Mentre urlo dentro di me, sento il suono di una notifica, è Marzia su WhatsApp.
Marzia: “Sallyyy! Che fai?”.
Sally: “Niente, sono in macchina, torno a casa. E litigo…”.
Marzia: “Con chi?”.
Sally: “Con me stessa e con quanto sono cogliona!”.
Marzia: “Che succede?”.
Sally: “Andrea…”.
Marzia: “Andrea cosa?”.
Sally: “Ieri sera è andato di nascosto al concerto di Marco Mengoni con quella stronza di Alessia!”.
Marzia: “Che cosaaaa?”.
Sally: “Guarda, lascia stare”.
Marzia: “E tu come lo hai scoperto?”.
Sally: “Li ha beccati Daniela, una mia compagna di classe, era al concerto anche lei… Mi ha scritto subito, dice che li ha visti all’inizio ma poi li ha persi. A me lui aveva detto che andava a giocare a calcetto e poi avrebbero fatto un torneo di Fifa con gli altri… Mi mandava pure i messaggini…”.
Marzia: “Oh cazzo! E come si è giustificato?”.
Sally: “Dicendo che è stata una cosa decisa all’ultimo momento e che mi ha detto una bugia perché sapeva che ci sarei stata male e non voleva… Dice che con loro al concerto sono andati anche Diego e Giampaolo…”.
Marzia: “Va be’, dài, allora è meno grave…”.
La chiamo immediatamente: «Ma che significa “meno grave”, Marzia?! Cosa è meno grave?».
«Ehm… ok, volevo tranquillizzarti un pochino…» Ha un tono un po’ preoccupato e un po’ colpevole.
«Marzia…»
«Ok, è gravissimo» ammette, e poi aggiunge di corsa: «E lui è uno stronzo!».
«Ma poi con quella, guarda, sono avvelenata! Ma hai visto che foto posta su Insta? E lui che mette sempre like, è proprio una mancanza di rispetto!» Lei fa un mugugno di assenso e io continuo: «Che poi, oh, la colpa, lo sappiamo bene, non è di lei. Lei può scegliere di essere volgare e superficiale quanto vuole, è la sua vita, ma lui? Lui che fa tanto il principino gnegnegnè? E poi mi sbavi dietro a quattro foto ritoccate di un’oca che non potendo contare su un cervello normodotato mette in mostra di continuo le tette?»
«Rifatte! Tette rifatte!» aggiunge e sottolinea Marzia.
«Rifatte!» confermo.
«Comunque, hai ragione, chi sbaglia è lui. Ma poi Mengoni… Piace un sacco anche a te, cavolo! E lo sa bene…»
«Guarda, Marzia, mi viene da piangere di nuovo… Lasciamo stare!»
«Mi spiace, amorina, questa sera ti chiamo. Io oggi ho fatto sega, tanto non avevo nulla di che… Ora sto raggiungendo Giulia, che mi accompagna a prendere quel vestitino di cui ti avevo parlato, facciamo un giro in centro e poi si ferma a cena da me… Però domani passo a riempirti di baci, ok?»
«Grazie, amore, quanto ti amo! Divertitevi con Giulia, da me dopo pranzo passano Benedetta e Geggy.»
«Ah, ecco, meno male, almeno ti rilassi un po’… Ti adoro! Grazie amo!»
«Anche io ti adoro, tesorino!»
Attacco e sento che in sottofondo sta andando Ultimo con La stella più fragile dell’universo. Una delle mie canzoni preferite… Dio quanto lo amo, quest’uomo! Ultimo, ma perché non vieni a prendermi? Portami via con te in un posto pieno di fragili notti stellate!
Prendo ancora il telefono e chiamo Federica, la mia insegnate di canto. Trentacinque anni, single, figa e cazzuta. È l’unica adulta con cui riesco ad aprirmi, l’unica di cui mi fidi, a parte mia madre di cui, sì, mi fido anche, ma con cui parlo poco o niente…
Federica la considero una sorella maggiore, la adoro. Perché lei nella vita ha avuto il coraggio di schierarsi e di prendere posizione, non mi giudica mai e poi, quando le parlo, mi ascolta davvero, non tanto per.
«Ciao Federica…»
«Tesoro, come stai?»
«Un po’ di merda…»
«Cosa succede, piccola?»
«Andrea… è andato di nascosto al concerto di Mengoni con Alessia, quella che gli fa il filo da una vita… Non sai cosa ho dentro e cosa farei, ora!»
«Sally, nessuno deve avere tanto potere su di te, nessuno! Ok?» Lo dice con voce ferma, ma usando un tono affettuoso.
«Hai ragione, Federica, ma mi fa stare malissimo questa cosa… Che poi è lui che non mi fa stare serena, non mi fa sentire sicura, con questa continua altalena, e va e viene, e sparisce e torna… mi fa impazzire, Federica!»
«Tesoro, lo capisco, ma la forza e la sicurezza devi trovarle dentro di te. Sei giovane, ma hai tanto talento e sensibilità, nel tuo cuore c’è un universo pieno di colori… Fra poco, molto poco, sarai una donna meravigliosa, Sally, e questo non dipende da nessun Andrea del mondo, questo dipende s...