Driven - 2. Travolti dal sentimento
eBook - ePub

Driven - 2. Travolti dal sentimento

  1. 200 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Driven - 2. Travolti dal sentimento

Informazioni su questo libro

Amare Colton è come guidare una Ferrari a fari spenti nella notte. E Rylee lo sa, nel profondo sente che lui non è l'uomo giusto: troppo famoso, troppo bello, troppo fuori controllo. Stargli accanto, infatti, significa vivere secondo folli regole e scendere a compromessi su questioni fondamentali come fedeltà e fiducia. Due parole che non sembrano proprio rientrare nel suo vocabolario. Eppure decide di abbandonarsi alla passione e a quei momenti di feroce desiderio che sono diventati la sua droga. Una droga che è stata persino capace di offuscare il ricordo del suo grande amore Max, scomparso tragicamente. Ma quando un giorno dice l'unica cosa che Colton non avrebbe mai voluto sentire, la rottura è inevitabile e il dolore che le provoca lancinante. A Rylee non resta allora che augurarsi di non incontrarlo mai più. Le loro strade, però, sono destinate a incrociarsi nuovamente...

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Driven - 2. Travolti dal sentimento di K. Bromberg in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

1

Mentre i singhiozzi si placano lentamente, il dolore pungente alle ginocchia mi riporta al presente. Mi accorgo di essere sull’acciottolato ruvido all’ingresso della casa di Colton con addosso soltanto una maglietta. Senza scarpe. Senza macchina.
E il telefono è rimasto sul ripiano del bagno.
Scuoto la testa, e intanto la sofferenza e l’umiliazione lasciano posto alla rabbia. Il trauma delle sue parole è passato e adesso voglio dirgli la mia. Non può parlarmi o trattarmi in questo modo. Grazie a una scarica improvvisa di adrenalina, mi alzo e spalanco la porta d’ingresso, che sbatte contro il muro con un rumore sordo.
Lui ne avrà abbastanza, però ora tocca a me parlare. Salgo due gradini alla volta, mentre il disagio aggiunge una tristezza silenziosa al mio inferno di collera. Baxter mi saluta con un colpo di coda appena entro in camera e sento il getto della doccia. Il sangue mi ribolle nelle vene.
Mi infilo a grandi passi in bagno, pronta a sputargli contro il mio veleno, perché gli stronzi superbi come lui non si meritano le brave ragazze come me. Ostento un’aria disinvolta e scaglio la borsa sul ripiano, proprio accanto al mio cellulare. Mi volto verso la nicchia della doccia e rimango paralizzata, le parole mi muoiono sulle labbra.
Colton è in piedi con le mani appoggiate al muro. L’acqua gli scorre sulle spalle curve, come se stessero portando un peso insostenibile. Ha il capo chino e gli occhi chiusi. L’uomo forte e sicuro che conosco è scomparso. Completamente assente.
Il primo pensiero che mi passa per la mente è che gli sta bene, a questo stronzo. Dovrebbe essere sconvolto e tormentato dal rimorso per come mi ha trattato. Stringo le mani a pugno all’altezza dei fianchi, indugio qualche secondo, ma poi decido di andarmene via di soppiatto, chiamare un taxi e uscire da questa casa in silenzio. Mentre avanzo verso la porta, a Colton sfugge un singhiozzo strozzato, che lo scuote: un gemito gutturale così animalesco da dare l’impressione che stia utilizzando ogni grammo della sua forza per non cadere a pezzi.
Un suono che mi lascia basita. Mi rendo conto che l’angoscia che lo divora è determinata da qualcosa di molto più grande del nostro litigio. E in questo istante mi accorgo che esistono diversi modi in cui una persona può soffrire.
Ci sono cose che avrei dovuto notare per via della mia esperienza, ma mi sono fatta cogliere alla sprovvista da lui, dalle sue parole e dai suoi gesti galanti, e non ho prestato attenzione ai segnali che mi stava inviando.
Mi ero concentrata sui dettagli e avevo perso di vista l’insieme.
Sono bloccata dall’indecisione, quando Colton emette un altro singhiozzo straziante. La sua faccia è contratta, la sua sofferenza palpabile.
Che lui lo voglia oppure no, Colton in questo momento ha bisogno di qualcuno. Anzi, ha bisogno di me. Le frasi crudeli che mi ha rivolto evaporano alla vista di quest’uomo distrutto. Ci penserò in un altro momento.
Non sono mai stata capace di abbandonare una persona a cui serve aiuto, specialmente un bambino. E ora guardando Colton fragile e indifeso vedo soltanto un ragazzino distrutto che mi spezza il cuore. Rimanere qui mi condurrà al suicidio emotivo, eppure non riesco ad andarmene, a salvare me stessa sacrificando un’altra persona.
Mi muovo d’impulso ed entro con cautela nella doccia, andando volontariamente verso il suicidio emotivo. Lui è sotto uno dei due enormi soffioni, mentre dalle pareti diversi getti gli spruzzano acqua su tutto il corpo. Una panca incassata occupa una parete in lunghezza; in un angolo sono accumulati svariati prodotti.
L’immagine di Colton mi riempie di tristezza. L’angoscia che irradia è talmente tangibile da poterne sentire il peso mentre mi avvicino.
Dopo qualche istante Colton alza la testa e apre gli occhi, poi emette un suono strozzato. Shock, umiliazione e rimpianto scorrono nei suoi occhi mentre li riabbassa. Stiamo così – immobili, zitti, ciascuno con gli occhi fissi nelle profondità sconosciute dell’altro – per un po’.
«Mi dispiace» dice in un sussurro spezzato, mentre barcolla all’indietro e crolla sulla panca. Faccio un passo e mi infilo tra le sue gambe. Prima ancora che possa toccarlo, mi afferra i fianchi tirandomi verso di lui. Insinua le mani sotto la mia T-shirt, sollevandola finché non la sfilo. Appena sono nuda, schiaccia il suo corpo contro il mio. Lui è seduto, io in piedi, la sua guancia è poggiata sul mio ventre e le sue braccia mi stringono fortissimo.
Trema per l’emozione che lo travolge. Mi sento inutile, insicura su cosa dire o fare con qualcuno tanto emotivamente inaccessibile. Passo le dita tra i suoi capelli bagnati, cercando di calmarlo. Voglio trasmettergli pace attraverso i gesti. Finalmente intravedo quello che c’è dietro la sua scenata, la maniera in cui mi allontanava, la violenza verbale. Ha fatto di tutto per cacciarmi affinché non mi accorgessi del suo crollo, in un tentativo di confermare di nuovo a se stesso che non ha bisogno di nessuno.
Questo è il mio lavoro e io non ho saputo interpretare i segnali: l’amore e il dolore hanno avuto la meglio sulla mia esperienza. Mi rimprovero, sapendo però che lui non mi avrebbe permesso di gestire la situazione in modo diverso. È un uomo abituato a stare solo, ad affrontare i suoi demoni isolato dal mondo esterno e in costante attesa della fregatura.
È sempre convinto che le persone che ha vicino lo abbandoneranno.
Il tempo si dilata. Alla fine Colton appoggia la fronte sulla mia pancia, poi mi coglie di sorpresa baciando le numerose cicatrici sul mio addome. «Mi dispiace averti ferito» mormora. «Mi dispiace per tutto.»
L’angoscia nella sua voce mi spezza il cuore. Mi chino e gli bacio il capo come farebbe una madre con il figlio, come farei con uno dei miei ragazzi. «Mi dispiace che anche tu abbia sofferto.»
Colton emette un grido strozzato e spinge il mio viso verso il suo. Tra un respiro e l’altro, le sue labbra diventano mie in un bacio che divora l’anima. Il desiderio monta. La disperazione è vorace.
«Ti prego, Rylee, ho bisogno di te» mi implora. «Ho bisogno di sentirti addosso. Ho bisogno di entrare dentro di te.»
Percepisco la sua urgenza dal modo frenetico in cui mi tocca. «Allora prendimi» rispondo.
Con una mano scendo verso il membro duro e lo metto davanti alla mia entrata. Non sembra volersi muovere: i suoi occhi sono chiusi e la fronte è contratta. Scorro il palmo sulla sua lunghezza imponente e mi abbasso su di lui.
Urlo di sorpresa quando Colton di colpo si inarca verso di me in modo da penetrarmi. Getta la testa all’indietro e chiude gli occhi per la sensazione sublime mentre lotta per liberarsi dal male e concentrarsi solamente su di me e su ciò che gli sto dando. Conforto. Sicurezza. Fisicità. Salvezza. Sul suo viso vedo le ombre di questa battaglia interna.
«Non pensare, tesoro. Devi solo sentirmi» gli sussurro all’orecchio.
Lui si morde il labbro inferiore e afferra con forza i miei fianchi. Affonda in me e io gemo sopraffatta dalla sua passione. «Prendi ancora di più. Prendi tutto quello che vuoi» lo sprono.
Colton urla, ormai senza freni, e mi tiene ferma mentre pompa con un ritmo inarrestabile. Mi passa la lingua su un capezzolo, poi cattura l’altro con la bocca.
Gli permetto di possedermi affinché possa trovare il sollievo di cui ha bisogno e dimenticare ciò che lo sta ossessionando.
«Vieni per me» lo invito. «Liberati.»
Lui accelera ancora. «Cazzo!» urla, e mentre viene nasconde il viso nel mio collo. Si avvinghia a me con disperazione e sussurra il mio nome più volte, alternandolo a baci leggeri: la sua commozione è evidente. Stiamo seduti così per un paio di minuti. Per un uomo come lui, impassibile e fissato con il controllo, non dev’essere facile mostrare a qualcuno la propria emotività. Mi passa le dita sulla schiena; il suono dell’acqua calda che scorre dietro di me è paradisiaco.
«Hai freddo» afferma.
«Sto bene.»
«Rimani qui» dice, sistemandomi sotto il getto prima di uscire dalla doccia. Lo guardo confusa, chiedendomi se adesso non abbia bisogno di un po’ di distanza.
Invece ritorna subito, mi prende in braccio e mi adagia nella vasca da bagno.
«Ah, si sta da dio!» esclamo. Appoggio la schiena su di lui in un silenzio inquietante. «Ne vuoi parlare?» gli domando.
«Era solo un incubo» risponde dopo una lunga pausa. «Stavo lottando contro i miei demoni. Cazzo» sussurra debolmente, «non mi succedeva da anni.»
Mi sembra che stia per aggiungere qualcosa, ma si zittisce. Mi arrovello sul modo in cui ribattere e scelgo le parole con molta attenzione. «Non c’è niente di male ad avere bisogno degli altri, Colton.»
Lui fa una risatina ironica, poi tace e la mia osservazione aleggia su di noi pesante come un macigno. Non so cosa aggiungere. Sta soffrendo, lo so, però devo togliermi questo peso dallo stomaco. «Senti, se vuoi stare da solo per me va bene… Dimmi che ti serve un momento, che hai bisogno…» annaspo alla ricerca di un’immagine che lui possa comprendere «… di fare un pit stop. Non devi per forza ferirmi e allontanarmi, se desideri un po’ di spazio.»
Lui borbotta un’imprecazione e il suo respiro mi riscalda i capelli. «Tu non volevi andartene» mormora esasperato. «Io invece volevo proprio che tu sparissi. Ero terrorizzato all’idea che potessi vedermi dentro, Rylee, come solo tu sei in grado di fare… e se ci fossi riuscita, se avessi visto le cose che ho combinato… non saresti più tornata.» Le parole lo hanno spogliato dell’armatura, rivelando la sua vulnerabilità. La paura. La vergogna. Il senso di colpa infondato.
Capisco quanto gli sia costata questa confessione. L’uomo che non ha bisogno di nessuno, l’uomo che allontana chiunque potrebbe avvicinarsi troppo, temeva di perdermi. Il mio cervello è un turbinio di pensieri. Il mio cuore è carico di emozioni. Le mie labbra si sforzano di trovare le parole giuste. «Colton…»
«Ma tu sei tornata.» La sua voce esterrefatta mi scioglie.
«Ehi, mi è già capitato di trovarmi di fronte a un adolescente con un coltello in mano… tu non sei niente in confronto» lo provoco per alleggerire l’atmosfera. Mi aspetto una risata, Colton invece mi tira a sé e mi stringe.
«Sei la prima persona che sa di quei sogni.»
Questa rivelazione mi spiazza. Non ha mai raccontato a nessuno questa cosa, nonostante sia in terapia da anni? Come ha fatto a tenersi dentro questo marciume per quasi trent’anni? È così ferito, a disagio e traumatizzato.
«E i tuoi genitori? Il tuo psicologo?»
Colton non risponde, il suo corpo è in tensione e io non voglio insistere su questo tema. Gli poggio la testa sulla spalla e lo bacio delicatamente sotto il mento.
«Pensavo…» Si schiarisce di nuovo la voce. «Pensavo che se fossero venuti a sapere il vero motivo di quei sogni, non mi avrebbero…» Si blocca per un istante. «Non mi avrebbero più voluto» continua piano.
«Oh, Colton.» Le parole mi sfuggono prima che riesca a fermarle, nonostante sappia che l’ultima cosa che vuole è compassione.
«No» mi implora, «non compatirmi.»
«Certo» replico. «Penso solo a quanto dev’essere stato difficile per quel ragazzino non confidarsi mai con nessuno… tutto qui. Sai che con me puoi parlare» gli sussurro. «Non ti giudicherò né tenterò di guarirti, ma a volte esprimersi, semplicemente per liberarsi dell’odio e della vergogna o da qualunque cosa ti stia divorando, rende la vita più sopportabile.»
«Scusami» dice. «Per tutto. Per come mi sono rivolto a te e per come mi sono comportato. Per non aver affrontato i miei casini.» Il rimorso nella sua voce mi tocca nel profondo. «Prima ti ho ferita, poi nella doccia sono stato brutale.»
«Non è che mi sia dispiaciuto…»
Ride, ed è così bello sentirlo più sereno. «Per la spalla o per la doccia?»
«Uhm, doccia» rispondo.
«Mi sorprendi di continuo.»
«In che senso?»
«Max ti ha mai trattata così?»
Dove vuole andare a parare? La sua domanda mi coglie alla sprovvista. «Che c’entra questo?»
«L’ha mai fatto?»
«No» ammetto. «Avevi ragione.»
«Su cosa?»
«La prima volta che ci siamo incontrati. Mi avevi detto che il mio fidanzato mi trattava come se fossi di cristallo» replico. «Avevi ragione, era un gentiluomo sotto ogni punto di vista. Anche nel sesso.»
«Non c’è niente di male in questo» afferma Colton, facendo salire la mano fino al collo per massaggiarmelo. «Che succede? Ti si sono irrigidite le spalle.»
«Ero convinta che fosse sempre così… che il sesso per me sarebbe stato sempre quello. Ero stata soltanto con Max. E adesso…»
«Adesso?»
«Niente.» Le guance mi si arrossano di colpo.
«Rylee, porca miseria, parlami. Ti ho appena scopata nella doccia come un animale, eppure tu non riesci a dirmi cosa ne pensi?»
«Be’… Mi è piaciuto. Non immaginavo che si potesse fare sesso in un altro modo, in un modo tanto selvaggio e…» Oddio, mi manca l’aria.
«Carnale» completa la frase, e nel suo tono riesco a percepire una punta di orgoglio. Mi bacia sulla testa e io sono imbarazzata dalla mia mancanza di esperienza e dalle mie ammissioni. «Non devi imbarazzarti. A tutti piace farlo in maniere diverse. C’è un mondo oltre la posizione del missionario» mi bisbiglia nell’orecchio, e io mi chiedo come sia possibile che gli basti una frase per farmi eccitare. «Ecco una delle caratteristiche che mi piacciono di te: sei molto disinibita.»
Come? Mi viene da guardarmi intorno per capire con chi stia parlando. «Io?» chiedo con la voce s...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Dedica
  4. Prologo
  5. 1
  6. 2
  7. 3
  8. 4
  9. 5
  10. 6
  11. 7
  12. 8
  13. 9
  14. 10
  15. 11
  16. 12
  17. 13
  18. 14
  19. 15
  20. 16
  21. 17
  22. 18
  23. 19
  24. 20
  25. 21
  26. 22
  27. 23
  28. 24
  29. 25
  30. 26
  31. 27
  32. 28
  33. 29
  34. 30
  35. 31
  36. 32
  37. 33
  38. 34
  39. 35
  40. 36
  41. 37
  42. 38
  43. 39
  44. 40
  45. 41
  46. 42
  47. 43
  48. 44
  49. 45
  50. 46
  51. Ringraziamenti