Il sogno continua
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Il secondo romanzo di House of Talent

  1. 208 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il sogno continua

Il secondo romanzo di House of Talent

Informazioni su questo libro

Tutto è pronto per l'inizio di un nuovo anno alla House of Talent, una scuola straordinaria in cui gli studenti possono esprimere il loro talento e studiare per avverare, un giorno, i propri sogni. Alice, che ha una grande passione per il ballo ed è appena arrivata, è un po' spaesata ma piena di progetti. Pur non conoscendo nessuno, scopre in fretta che tra alcuni alunni non corre buon sangue. Anzi, sembra proprio che ci siano due gruppi contrapposti, divisi da tensioni che nemmeno l'estate è riuscita a cancellare! Da una parte ci sono Jennifer, William ed Esteban; dall'altra Luca, Giulia e le gemelle Cora e Marilù. Alice, però, è decisa a non schierarsi e a far riconciliare i suoi compagni. Ed è così che ha un'idea geniale: aprire una webradio in cui tutti possano esprimersi, mettersi in gioco e raccontarsi senza il timore di essere giudicati. Basteranno la sua determinazione e la tenera amicizia con Luca a far tornare la pace a scuola?

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Informazioni

Print ISBN
9788891581785
eBook ISBN
9788865976098

Capitolo 1

«Permesso…» Alice aprì lentamente la porta della sua nuova stanza e si guardò intorno. Due letti con le lenzuola uguali, a fiorellini azzurri; una scrivania ingombra di libri, quaderni e penne; un’altra vuota, a parte una lampada gialla e un portamatite. Vicino alla finestra, in piedi, c’era una ragazza con lunghi capelli castani, intenta a messaggiare.
Da quando aveva varcato la porta della House of Talent Alice non aveva ancora rivolto la parola a nessuno. Sembravano tutti a loro agio, mentre lei era terrorizzata da tutto. Era entrata in una delle scuole più prestigiose di Milano… e se non fosse stata all’altezza? Già le normali lezioni al mattino sarebbero state impegnative, più i corsi al pomeriggio di ballo, canto, recitazione, dj… Al solo pensiero le girava la testa. Ma era la scuola dei suoi sogni, e ce l’avrebbe messa tutta, sperando almeno di avere una compagna di stanza decente… Nel frattempo la ragazza sembrava non essersi nemmeno accorta della sua presenza.
«Ciao» riprovò Alice, a voce un po’ più alta.
La ragazza alzò di scatto la testa dal telefonino e le andò incontro. «Oh, scusa! Non ti ho sentita entrare. E io che mi ero preparata un bel discorso di benvenuto… “Bea, Bea, dove hai la testa?” Me lo dice sempre mia mamma.»
Alice ridacchiò.
«Visto? Dimentico i fondamentali. Ripartiamo da capo: io sono Bea, la tua nuova compagna di stanza.» Le prese entrambe le mani. «E se la preside non si è sbagliata a compilare l’elenco delle camere – e la Giordano non sbaglia mai – tu devi essere Alice.»
«Esatto.»
«Allora, ben arrivata alla House of Talent!» Bea batté le mani entusiasta. «Vieni da lontano? Io sono di un paese vicino a Milano, quindi non ho fatto molta strada. Tra l’altro, oggi sono venuta da sola… Cioè, io uno strappo in macchina me lo sarei anche fatto dare – sai: le valigie, lo zaino, i libri… – ma i miei mi hanno detto: “Prendi il treno, ormai sei grande. È già il secondo anno che vai in quella scuola. Mica ti perdi”. Anche se, devo ammettere, quando sono arrivata in viale… Sai quel viale grande qui vicino, quello con il tram in mezzo… Com’è che si chiama?»
«Viale Premuda?» tentò Alice.
«Esatto, quello. Insomma, quando sono arrivata…»
Alice la guardò con gli occhi sgranati, trattenendo una risata, e Bea si interruppe di colpo.
«Sto parlando troppo, eh?»
«No, figurati! Mi fai sentire a casa. Ho un’amica a Treviso che è uguale a te.»
«Allora lo vedi? Era destino che ci incontrassimo!»
Alice si tolse la borsa dalla spalla. Non si era accorta di averla stretta per tutto il tempo.
«Tesa?» chiese Bea.
«Un po’.» Un po’ tanto. Alice aveva salutato solo pochi minuti prima i genitori, ai piedi della scalinata che portava ai dormitori al primo piano. Li aveva seguiti con lo sguardo finché non erano spariti oltre il portone. E poi era domenica pomeriggio, diluviava e l’estate stava ormai svanendo nei ricordi: sembrava quasi una congiura per farla sentire ancora più triste.
«Ti va bene quel letto?»
Alice si riscosse dai suoi pensieri. «Eh? Non ho capito, scusa.»
«Dicevo: ti va bene quel letto, o vuoi fare cambio?»
«No, no, va benissimo, grazie.»
«Se vuoi sistemare le tue cose, lì c’è l’armadio…» aggiunse Beatrice. «Be’, che scema, si vede: non è certo un razzo.»
«Sistemare? Oh, no… L’ordine non è il mio forte. Anzi, mi scuso già adesso per tutto il casino che farò nei prossimi mesi. Giuro che ci sto lavorando. E tu dimmelo quando esagero, per favore.»
«Bella coppia! Io ho la confusione in testa, tu in stanza! Faremo grandi cose, io e te.»
A quelle parole, per la prima volta da quando aveva messo piede nella scuola, Alice si rilassò. Forza, è per questo che sei qui. Per fare grandi cose.
«Allora, visto che possiamo rimandare la questione valigie a dopo, ti va di raggiungere gli altri in sala relax? Così ti presento un po’ di gente… Gente simpatica.» Bea la prese per mano e si incamminarono per il corridoio del dormitorio. «Gli altri più tardi li conosci e meglio è.»
«In che senso?» replicò Alice, perplessa.
«Niente, niente. Sono io che dovrei tagliarmi la lingua.»
«Dai! Così non mi faciliti le cose.»
«Non voglio influenzarti. Sei appena arrivata. Comunque… Hai già fatto un giro della scuola?» chiese Bea.
«All’open day, a maggio. Ho visitato le aule, le sale di canto e ballo, la mensa e i dormitori. Poi sono tornata per gli esami di ammissione, ma non ho visto granché.»
«Be’, non c’è molto altro da vedere.»
«A me sembra tutto enorme» disse Alice sottovoce.
«Anche a me l’anno scorso faceva impressione. Alla prima lezione mi sono persa: ho sbagliato aula e sono arrivata in ritardo. Una figura… Poi, pian piano, ci fai l’abitudine e inizi a orientarti. E se ci sono riuscita io, può farcela chiunque!»
La porta della sala relax, attigua ai dormitori, era aperta. Avvicinandosi, Alice scorse alcuni ragazzi seduti su un grande divano, e altri in piedi che chiacchieravano. Tra loro riconobbe Matteo, il tutor che durante le selezioni aveva accolto lei e gli altri aspiranti allievi della House of Talent.
Alice fece in modo che Bea entrasse per prima.
«Ciao a tutti!» esclamò lei.
Matteo si interruppe e si voltò. «Ciao, Bea! Che bello rivederti.» La salutò con due baci sulla guancia.
Alice rimase sulla soglia, indecisa sul da farsi. Bea era corsa verso il divano, si era seduta tra un ragazzo e una ragazza e le stava facendo segno di avvicinarsi. Dalla parte opposta della stanza, una bionda e due gemelle praticamente identiche la squadrarono da capo a piedi.
Forse intuendo la sua esitazione, Matteo le andò incontro e le mise un braccio intorno alle spalle con fare rassicurante. «Benvenuta! Seguimi.»
«Grazie» rispose lei abbassando lo sguardo.
«Ragazzi, un po’ di silenzio, per favore. Lei è Alice. È appena arrivata, quindi mi aspetto da voi una calorosa accoglienza. E quando dico “voi”, intendo tutti.»
La bionda sussurrò qualcosa all’orecchio di un tipo alto con gli occhi chiari, che Alice entrando non aveva notato. Lui accennò appena a un sorriso, ma non disse niente.
«Cora, Marilù» riprese Matteo, rivolgendosi alle gemelle «anche Alice è una ballerina di hip hop, quindi frequenterete le stesse lezioni al pomeriggio.»
«Ciaooo» rispose una delle due (Alice non aveva ancora capito come distinguerle), allungando svogliatamente l’ultima sillaba.
A parte per un lieve brusio in fondo alla stanza, calò il silenzio.
«Non vi ho mai visti così timidi» intervenne Matteo. «Va bene, penso io alle presentazioni.» Indicò la bionda e il ragazzo alto. «Loro sono Giulia e Luca, recitano entrambi. Invece i due accanto alla tv che chiacchierano e non hanno ascoltato una parola di quello che ho detto sono Michael e Matias.»
Sentendosi chiamati in causa, alzarono la testa dai telefonini e si fiondarono a stringere la mano ad Alice.
«Non è vero che non abbiamo ascoltato» si difese Matias.
«Si chiama multitasking» specificò Michael. Ma subito dopo i due parevano aver perso interesse nella nuova arrivata.
«Piacere» disse Alice. Mi ci vorrà un secolo per imparare tutti questi nomi…
Matteo guardò l’orologio. «Vi lascio un momento soli, torno subito. Ho un annuncio da farvi, ma prima devo andare a chiamare una persona.»
Uscendo, diede una piccola pacca sulla spalla ad Alice, per infonderle un’altra dose di coraggio. Eppure, lei si sentì improvvisamente sola. Come faceva sempre, nascose le mani nelle tasche dei jeans e spostò il peso da un piede all’altro. Per fortuna, Bea venne in suo soccorso e la chiamò.
«Lei è Jennifer» disse, indicando la ragazza con gli occhiali che le sedeva accanto. «E lui è Esteban.»
Alice li salutò con un sorriso e si unì a loro sul divano.
In quel momento rientrò Matteo accompagnato da un ragazzo con i riccioli, i jeans strappati e la felpa bianca e rossa della scuola.
Matteo chiese di nuovo l’attenzione di tutti. «Visto che siamo qui, ho pensato di darvi una notizia in anteprima. Ve ne parlerà anche la preside nel suo discorso di inaugurazione, domani; anzi, mi raccomando: fate finta di essere sorpresi, perché se scopre che vi passo le informazioni sottobanco mi licenzia.»
Scoppiarono tutti a ridere.
«Per chi non lo conoscesse, ecco a voi Federico!»
«Ciao a tutti!» disse lui.
«È lui la sorpresa?» domandò Michael.
Matteo finse di non aver sentito. «D’accordo con la Giordano e il consiglio dei professori, è stato nominato mio sostituto…»
«Preferirei vice, se non ti dispiace» lo corresse Federico. «Suona meglio. Così lo metto nel curriculum.»
Matteo scosse la testa. «Va bene, vice. Tornando seri, Federico è uno studente dell’ultimo anno e mi sostituirà come tutor, mentre sarò impegnato ad accompagnare alcuni ragazzi della scuola, a turno, in giro per l’Italia.»
In sala relax si levò un coro di proteste.
«Come faremo senza di te?» chiese Jennifer.
«Buoni, ragazzi, buoni» replicò Matteo, facendo segno di abbassare la voce. «Come forse saprete, la House of Talent ha aderito alla campagna “Stop al bullismo”. Faremo tappa in varie città per incontrare i vostri coetanei. È un progetto molto importante e la mia presenza è necessaria.»
«E adesso a chi faremo gli scherzi?» saltò su Michael.
«A nessuno» intervenne Federico, serio. «Almeno non senza il mio consenso, ovviamente…» aggiunse, facendo l’occhiolino.
«Ecco, appunto: scordatevi gli scherzi!» li rimproverò immediatamente Matteo. «Federico sarà i miei occhi e le mie orecchie, e ha promesso di riportarmi tutto quello che succede in mia assenza. Non pensate di poter approfittare della situazione solo perché è uno di voi!»
«Sissignore!» replicò lui mettendo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il sogno continua
  4. Capitolo 1
  5. Capitolo 2
  6. Capitolo 3
  7. Capitolo 4
  8. Capitolo 5
  9. Capitolo 6
  10. Puntata #1
  11. Capitolo 7
  12. Puntata #2
  13. Capitolo 8
  14. Capitolo 9
  15. Puntata #3
  16. Capitolo 10
  17. Puntata #4
  18. Capitolo 11
  19. Puntata #5
  20. Capitolo 12
  21. Puntata #6
  22. Capitolo 13
  23. Capitolo 14
  24. Capitolo 15
  25. Capitolo 16
  26. Capitolo 17
  27. Puntata #7
  28. Capitolo 18
  29. Gli studenti di House of Talent
  30. I tutor di House of Talent
  31. Copyright