
- 200 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Kat e Carter, dopo essersi conosciuti e innamorati in carcere - lei insegnate e lui detenuto -, sono entusiasti di iniziare finalmente la loro vita insieme. Ma ben presto si rendono conto che non è così facile come immaginavano. In più il desiderio di maternità di Kat preoccupa il ragazzo, che non è sicuro di avere i requisiti giusti per diventare un buon genitore. Il destino li ha fatti rincontrare e li ha uniti, ma il loro amore riuscirà a sopravvivere per sempre?
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Informazioni
Editore
FABBRI EDITORI LIFEAnno
2016eBook ISBN
97888659753121
Il cuore di Max O’Hare aveva rischiato di fermarsi quando Grace Brooks era arrivata, senza alcun preavviso, al ricevimento del matrimonio del suo migliore amico Carter con Kat Lane. Le settimane trascorse dal momento in cui Grace se n’era andata erano state pesantissime, insostenibili. E il suo ritorno gli aveva illuminato la vita.
«Perché sorridi?» le stava chiedendo ora Max, tirandola a sé e sfregandole il naso contro la tempia.
«Così» rispose lei, cingendogli il collo con le braccia. «Sono solo felice di essere qui.»
«Anch’io» sussurrò. «Sei davvero qui.» Si scambiarono un sorriso dolce e lui le diede un bacio delicato.
La prese per mano e, orgoglioso, la condusse verso un gruppetto di persone che li osservavano di nascosto e parlottavano. Grace riconobbe subito Carter, Tate e Riley, ma con loro c’era anche una bellissima donna dai capelli rossi che indossava uno splendido abito color avorio; era Kat, che sorrise a lei e Max mentre si avvicinavano e poi la avvolse in un abbraccio di benvenuto.
«Sono davvero contenta che tu sia venuta» disse Kat strizzando l’occhio a Max.
Lui batté le palpebre, osservando le due ragazze prima di indicare la sposa. «Sei stata tu?»
Kat scoppiò a ridere. «Non avevo scelta.» Lanciò un’occhiata ai tre uomini che, chiaramente a disagio, evitavano il suo sguardo. «Questi tre sono inutili.»
Gli amici cominciarono ad accampare scuse. Max ridacchiò, scosse la testa e mise un braccio attorno alla vita di Grace, che si strinse al suo fianco.
Carter si avvicinò a Kat da dietro e le appoggiò il mento sulla spalla, posandole le mani sulla pancia. «È un piacere rivederti, Grace.»
«Assolutamente sì, ragazza che ama la corsa» intervenne Riley. «Speriamo che, adesso che sei tornata, Max la pianti di tenere il muso.»
Lui e Tate scoppiarono a ridere appena Max mostrò loro il dito medio.
Anche se Grace non conosceva bene le persone che aveva attorno, sentire Max accanto a sé le trasmetteva una calma che non provava da molto tempo. Grazie alle onde che si infrangevano a riva, al profumo di buon cibo e del vino, all’aria tiepida di fine estate, non ci mise molto a lasciarsi contagiare dall’allegria che si diffondeva ovunque. La casa e la spiaggia erano incantevoli, e Carter e Kat ballavano, si baciavano e sorridevano come solo una coppia di sposini può fare.
Max restò vicino a Grace per tutto il giorno e tutta la sera, cercando sempre il contatto con lei: un dito sul braccio, una mano posata sulla schiena. Il suo tocco l’aveva sempre riscaldata, ma adesso quell’effetto era amplificato, come se ogni parte di lei prendesse vita se lui era nelle vicinanze.
«Voglio chiederti una cosa» le disse più tardi Max, mentre ballavano un lento sulle note di Marvin Gaye.
Carter e Kat se n’erano andati un’ora prima, in partenza per la luna di miele, sotto una pioggia di coriandoli bianchi e color pesca e accompagnati da cori di auguri, ma la festa andava avanti. Il sole era tramontato e le lucine scintillanti che decoravano ogni angolo circondavano la pista da ballo, avvolgendola in un bagliore luminoso.
Max aprì la bocca per proseguire, ma riuscì solo a balbettare. Grace sorrise di fronte alla sua goffaggine: per lei era come un libro aperto, e aveva capito da un pezzo che si stava preparando a dirle qualcosa.
«Stanotte mi fermo a dormire qui» esclamò finalmente lui, abbassando lo sguardo sui loro piedi in movimento. «Carter mi ha chiesto di badare alla casa per un paio di giorni mentre l’impresa di pulizie fa il suo lavoro, e…» Prese un respiro profondo e la guardò negli occhi, togliendole il fiato. «Non mi aspetto nulla, però… mi farebbe davvero piacere se restassi con me.»
Grace lo accarezzò dal bicipite alla spalla e poi gli posò una mano sulla nuca, tirandolo a sé finché le loro bocche si sfiorarono. «Piacerebbe molto anche a me» sussurrò. Perché era la verità , perché non c’era nulla che desiderasse di più che dormire di nuovo tra le sue braccia.
Max si svegliò lentamente e inalò il profumo di burro di cacao e dell’oceano. Batté le palpebre per cacciare gli ultimi residui di sonno e sorrise quando si accorse che Grace era accoccolata al suo fianco, la guancia sulla sua spalla e la mano sul suo cuore. Era perfetto. Dormiva profondamente, bellissima e morbida contro la sua pelle. Max era ancora un po’ sconvolto dal fatto che si fosse presentata al matrimonio di Carter e Kat, ma la felicità che provava era ancora più grande e travolgente.
Sapeva di essere un bastardo fortunato a cui era stata concessa una seconda possibilità con lei, e avrebbe fatto di tutto per non rovinare ogni cosa. Aver rischiato di perderla una volta era stato già abbastanza difficile. La notte precedente si erano infilati a letto insieme, limitandosi ai baci: era stato fantastico e aveva confermato ciò che Max già sapeva. Non era ancora il momento di pronunciare quelle parole, però l’amore che sentiva per quella donna echeggiava in ogni centimetro del suo corpo.
Le diede un bacio delicato sul naso, scostò le lenzuola e si alzò senza far rumore. Grace, ancora addormentata, borbottò qualcosa e si rannicchiò contro i cuscini. Max indossò un paio di pantaloni della tuta e una canotta grigia, quindi uscì dalla camera e scese in cucina.
Lo scricchiolio del parquet e il suono attutito di una porta che si chiudeva in fondo al corridoio lo fece voltare. Scorse Riley: aveva una mano sul pomello della stanza da cui era appena uscito e nell’altra teneva le scarpe eleganti. I pantaloni del completo erano sbottonati, la camicia spiegazzata, ed era a piedi nudi. Si bloccò di colpo quando notò Max.
«La mora?» chiese lui, riferendosi all’ospite del matrimonio che aveva fatto gli occhi dolci a Riley dall’istante in cui lo aveva visto. L’amico si limitò a stringersi nelle spalle e a sorridere, per nulla imbarazzato. Max sbuffò e scosse la testa. «Cazzo, non cambi mai, eh?»
Riley alzò gli occhi al cielo e lo seguì lungo le scale fino in cucina, che l’impresa di pulizie aveva in parte sistemato. Le flûte di champagne ingombravano ancora i ripiani e, appoggiati contro la porta che dava sul retro, c’erano parecchi sacchi della spazzatura pieni, pronti per essere gettati via. Riley si sistemò su uno sgabello del bancone relativamente pulito e osservò Max che preparava il caffè, faceva bollire delle uova e tostava il pane.
«Allora, come sta la tua compagna di corsa?» chiese Riley, sorseggiando il bicchiere di succo d’arancia che l’amico gli aveva posato davanti.
«Bene» rispose lui con un ampio sorriso.
L’altro annuì e appoggiò i gomiti sul bancone. «Ehi, sono felice per te.» Inclinò la testa, con un’aria preoccupata che contraddiceva le sue parole.
Negli ultimi tempi Max aveva notato che Riley sorrideva meno, era certo che ci fosse qualcosa che non andava. Di solito era l’anima di ogni festa, e tutta quella serietà non era da lui. A essere sinceri sembrava a pezzi, e Max sospettava che non fosse solo colpa della quantità di alcol della sera prima.
«Che succede?» chiese in tono leggero. «Con la ragazza al piano di sopra non è andata troppo bene?» Ridacchiò, ma la sua risata si spense nella cucina spaziosa.
Riley si strinse nelle spalle e si passò una mano sul viso. «No, è andata… com’è andata. È solo che… Io non… Cazzo, non lo so.»
Max appoggiò un piatto di pane tostato in mezzo a loro, insieme al burro, a un barattolo di marmellata e a uno di Nutella. Poi si sedette di fronte all’amico, che non rimaneva mai a corto di parole. «Dà i» lo incoraggiò. «Con me puoi parlare. Che ti prende?»
Lui sospirò e inarcò un sopracciglio. «Non so nemmeno da dove cominciare.» Addentò una fetta di pane e sospirò di nuovo. «Mi sento… Cioè… Inquieto, forse? Le cose stanno cambiando. Carter si è sposato, cazzo. Tu sei innamorato perso della tua ragazza.» Sorrise malinconico. «È come se…» Scosse la testa e guardò l’oceano fuori dalla finestra.
Max incrociò le braccia e si protese verso di lui. «Sono preoccupato per te. Che succede? Per caso c’entra qualcosa con quello che mi hai detto?»
Riley fece una smorfia: sapeva di cosa stava parlando l’amico. Settimane prima, quando Max soffriva per Grace, gli aveva confessato che poteva capire cosa stava vivendo, visto che anche lui aveva perso la donna che amava.
Quella rivelazione aveva scioccato Max. Lo conosceva da dieci anni, e Riley si era sempre distinto per due cose: la passione smodata per le donne e la capacità di bere più di chiunque altro. Non aveva mai accennato a una relazione durata più di una notte, e men che meno all’amore.
Riley si schiarì la voce e spalmò del burro sulla terza fetta di pane tostato. «Mi sto lamentando e basta» tagliò corto con un sorriso. Gli occhi, però, dicevano il contrario. «Ignorami.»
Max annuì, deciso a indagare più a fondo in un altro momento.
Dopo aver finito di mangiare, Riley non si trattenne a lungo e se ne andò prima che la sua conquista si alzasse, imbarazzata e spettinata. Anche lei filò via alla svelta.
Max risalì le scale diretto alla sua camera, portando con sé un vassoio carico di cibo, caffè e succo d’arancia. Spinse la porta e vide Grace, con indosso solo la sua T-shirt bianca, in piedi davanti alla grande finestra affacciata sulla spiaggia, con gli occhi chiusi e i capelli che ondeggiavano al vento. Le sue gambe lunghe erano incredibili. Aprì gli occhi quando Max richiuse la porta, e sorrise notando cosa aveva in mano.
«Mi hai letto nel pensiero» disse avvicinandosi, mentre lui appoggiava il vassoio sulla cassettiera.
«Volevo evitare che i vicini si lamentassero per il tuo stomaco che brontolava» scherzò lui, e ridacchiò quando Grace fece per colpirgli un braccio. Le bloccò la mano e la portò vicino alle labbra per sfiorarle dolcemente le dita.
«Buongiorno» lo salutò lei, gli occhi verdi fissi sulla sua bocca.
«Buongiorno.» Si chinò per baciarla, travolto dal desiderio di assaggiare il suo sapore. Aveva cercato con tutto se stesso di non volerla, amarla, baciarla, ma… non poteva farci nulla. Era pazzo di quella ragazza.
All’inizio il bacio fu innocente, Max era cauto e attento a non metterla sotto pressione. Quando però la lingua di Grace toccò la sua, accogliendola, la passione si impadronì di lui, investendolo con un’ondata di pura lussuria. La tirò a sé accarezzandole il viso e gemette contro la sua bocca quando lei gli graffiò le spalle e il collo. Amava il fatto che fosse così decisa e spontanea.
Cambiarono ritmo, sempre più affamati. Il calore che si sprigionava tra loro stava crescendo e spinse Max a sollevarla e a condurla fino al letto, dove la fece sedere su di sé, le ginocchia di lei intorno ai suoi fianchi. Grace mosse il bacino, sfregando le parti intime contro le sue.
«Cazzo» mormorò lui sulla sua pelle. «Rifallo.»
L...
Indice dei contenuti
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- Ringraziamenti