Genova è mia moglie
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Genova è mia moglie

  1. 200 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Genova è mia moglie

Informazioni su questo libro

Sfoglio queste pagine ampie e ritrovo la Genova che Fabrizio ci ha raccontato e fatto conoscere. E ci parla di lui, figlio navigante che ha abbandonato la banchina del porto per guardare più lontano, oltre la fine delle cose. Ma che sempre vi ha fatto ritorno. Dalla Prefazione di Dori Ghezzi. Un inedito Fabrizio De André raccontato da foto uniche che catturano la sua Genova e dialogano con le sue parole. Un viaggio straordinario che esce dai percorsi stereotipati e attraversa l'anima di una città ricca di umanità e poesia.

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Canzoni in città

Immagine 177 GENOVA È MIA MOGLIE
Immagine 178 GENOVA È MIA MOGLIE
Immagine 178 GENOVA È MIA MOGLIE
Immagine 178 GENOVA È MIA MOGLIE
  1. Villa Durazzo Pallavicini, Pegli – Valzer per un amore.
  2. Stazione Marittima, ponte dei Mille – D’ä mê riva.
  3. Via del Campo – Via del Campo.
  4. Piazza Vacchero, Colonna infame – Nella mia ora di libertà.
    Piazza Vacchero – Le passanti.
  5. Piazza Don Andrea Gallo – Prinçesa.
  6. Via degli Orefici, 47 – Ave Maria.
  7. Piazza Grillo Cattaneo – La città vecchia.
  8. Via dei pescatori – Le acciughe fanno il pallone.
  9. Piazza Sarzano – Inverno.
  10. Cattedrale di San Lorenzo – Un giudice.
  11. Piazza San Matteo – Geordie.
  12. Vico dritto di Ponticello – Â duménega.
  13. Mercato Orientale, via XX settembre 75 – Crêuza de mä.
  14. Il palazzo dei Giganti, via XX settembre 14 – I fannulloni.
  15. Piazza Corvetto – Fiume Sand Creek.
  16. Albergo dei poveri, piazza Emanuele Brignole – Via della Croce.
  17. Carceri di Marassi, piazzale Marassi 2 – La ballata del Miché.
  18. Ponte di Sant’Agata – Dolcenera.
  19. Castello d’Albertis, corso Dogali – Rimini.
  20. Via Antonio Cecchi 21 – Signore io sono Irish.
  21. Casa del mutilato, corso Aurelio Saffi 1 – Terzo intermezzo.
  22. Corso Italia – La domenica delle salme.
  23. Boccadasse – Genova blues.
  24. Villa Saluzzo Bombrini, via Francesco Pozzo 1 – Preghiera in gennaio.
  25. Ex Ospedale psichiatrico di Quarto, via Giovanni Maggio – Un matto.
  26. Istituto Giannina Gaslini, via Gerolamo Gaslini 5 – Sidùn.
  27. Monumento dei Mille, via 5 maggio – La guerra di Piero.
  28. Passeggiata Anita Garibaldi, Nervi – La canzone di Marinella.
  29. Ex stazione ferroviaria di Sant’Ilario, Capolungo – Bocca di rosa.

Ringraziamenti

Grazie a Dori Ghezzi, Liliana Azzolini e tutta la Fondazione Fabrizio De André;
a Daria Figari, Rossella Biancardi e tutta la Rizzoli libri;
a Roberto Beccaria, sezione periodici della Biblioteca Berio di Genova;
ai bibliotecari della Biblioteca Sormani di Milano;
a Antonella Benvenuto di Sâ pesta per la foto della farinata; Rosario Bisanti, vice presidente dell’Associazione panificatori di Genova, per la foto della focaccia; Roberto Panizza di Rossi 1947 per la foto del basilico;
a Gianni Ansaldi, Serena Bertolucci, Rossella Bianchi, Paola Bortolani, Luca Borzani, Teodoro Chiarelli, Maria Rosa Costa, Mauro Covacich, Irene Dadone, Daniela De Gol, Mauro Garofalo, Laura Grandi, Franco Manzitti, Andrea Marti, Laura Monferdini, Bruno Morchio, Giovanna Olivari, Mario Paternostro, Enrica Perilio,
Pino Petruzzelli, Paola Piacentini, Barbara Sgarzi,
Carla Sibilla, Daniela Strano, Walter Tettamanti, Giuliana Traverso, Luca Ussia.

Riferimenti bibliografici

  • Alberto Bazzurro, Fabrizio De André primo fra gli ultimi, in Genova e la canzone d’autore, a cura di Enrico de Angelis, GGallery Publishing per Banca Carige 2014
  • Gianni Berengo Gardin, Gabriella Nessi Parlato, Staglieno. Giganti di marmo, testi poetici di Antonio Riccardi, testi storici di Simona Basso, Tormena 2002
  • Belìn, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André, a cura di Riccardo Bertoncelli, Giunti 2013
  • Rossella Bianchi, In via del campo nascono i fiori, Imprimatur editore 2014
  • Eugenio Buonaccorsi, Govi. Storia di un “grande attore” del teatro italiano, Bozzi editore 2003
  • Fabrizio Càlzia, De André & dintorni, Gal...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prefazione
  4. GENOVA È MIA MOGLIE
  5. Introduzione
  6. Tornare a Genova è diverso, a Genova ritornerò volentieri perché Genova è mia moglie
  7. Quelle nuvole che vanno e vengono, senza darci il conforto di una goccia di pioggia
  8. Bocca di rosa è immortale
  9. Si rannicchiano zone d’ombra prima che il sole le agguanti
  10. A cantare solo con la chitarra proverei la stessa sensazione che a mettermi alla pecorina nella fontana di De Ferrari a mezzogiorno
  11. Continuo a coltivare gli stessi ideali che avevo a diciotto anni, le stesse speranze di egalitarismo e giustizia
  12. A volte la patria è acqua salata che più ne bevi e meno ti disseta
  13. Al confine fra la terra e il cielo
  14. Nessun silenzio passi inosservato
  15. Ringrazio Mina per aver truccato le carte
  16. Caignàn
  17. Una crêuza amica e sicura
  18. Mi comperai la vita con i canti e i sorrisi
  19. Se sbarcherò alla Foce
  20. Il colore del vento
  21. Acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte
  22. Cinquemila anni (più le spese)
  23. Il mare è femmina e non lo puoi tradire con le sue curve azzurre a sfruculiare la terra
  24. Aveva le labbra rosse, come le lingue dei bocconi, quelli che Nando del Mentana mette sulla ghiaia di ghiaccio all’ingresso del ristorante per fare scena
  25. Basilari nostalgie di basilico
  26. Il chiaroscuro è l’essenza della vita
  27. Dietro ogni scemo c’è un villaggio
  28. A Genova, dove io nacqui nel disgraziato anno di grazia 1940
  29. I ricordi e le illusioni
  30. Libero e scapolo
  31. Gli occhi dei poveri
  32. Genova è una città ipercritica. Se non fai ridere o non fai piangere, è meglio che smetti di fare quei mestieri lì
  33. Il genovese sembra la lingua creata per le canzoni, come l’ebraico quella delle profezie
  34. Penso che l’arte sia il modo fondamentale per riuscire a spiegare meglio la verità
  35. In mare c’è poco tempo per la nostalgia
  36. Un amore che non ho mai tradito
  37. Figli della luna
  38. Mi emoziona e mi gratifica di più navigare su una barchetta di legno
  39. Ai baracconi
  40. Non è mai stata scritta una storia della pace
  41. La cercò per tutta Genova, nei bar, negli spacci di torte e farinata, nei sottopassi, ai bagni comunali, dai parrucchieri, dalle pedicure, da est a ovest, in discesa e in salita
  42. La primavera in agguato ti strangolerà di fiori
  43. Il tempo che passa non possiamo spiegarcelo, possiamo solo stare a guardarlo
  44. Un privilegio raro
  45. Inseguendo il dispiegarsi di una luce destinata all’ombra
  46. Voi non avete fermato il vento, gli avete fatto perdere tempo
  47. Una farinata che suda
  48. E poi il buio e l’illusione di quiete
  49. Il ricordo di Crêuza de mä sono gli aromi, il sapore di un pasticcio in agrodolce di gatto (lepre da tegola)
  50. E i vecchi ballano coi capelli d’argento
  51. Giorni di finestre adornate
  52. Anciôe bélle
  53. Il tuo bel Paradiso
  54. Buon cammino, eterni passanti per sentieri invisibili
  55. Genova è stata una palestra in cui mi sono esercitato a vivere, e quindi, grazie anche alla cultura limitrofa, a pensare, a scrivere e a suonare
  56. Finché costruisci castelli di sabbia va tutto bene, ma se poi un giorno ti dicono: «Ingegner De André, mi faccia un ponte!» allora subentra la responsabilità vince la coniglieria
  57. Lepego
  58. In galera restano solo i poveri
  59. Non avere casa vuol dire avere la cultura della strada, per capire il cielo e le nuvole
  60. La grande luce di fuoco
  61. Meglio un giorno da Arlecchino che vent’anni da postino
  62. Il marinaio non ama il mare
  63. Per nascondere la luce del sole
  64. Aborro la ginnastica di qualsiasi tipo e non obbligherei mai nessuno a compiere sforzi muscolari
  65. Soffocati dalle cartacce, sarebbe meglio dalle focacce
  66. Io me ne vado a Genova
  67. Una ruga lungo il viso
  68. Con tutto il rispetto, vorrei ricordare che anche Gesù Cristo aveva dei collaboratori
  69. Il mare separa e unisce popoli e continenti
  70. È una menzogna che Colombo abbia scoperto l’America nel 1492: noi pellerossa la popolavamo da tempo immemorabile
  71. Gesù di Nazareth, secondo me, è stato il più grande rivoluzionario di tutti i tempi
  72. Fu in una mattinata di tramontana fredda e così pulita che la città mi apparve come racchiusa nella trasparenza di una diapositiva
  73. E delle automobili che passavano lente poco lontano, nella via Gramsci
  74. Non si può sempre osservare la vita da alte distanze
  75. Passavo spesso da via del Campo
  76. Puntixellu
  77. Ma, a essere troppo premiati, si finisce come le statue: o ti mettono in un museo o rimani in piazza per essere utilizzato dai piccioni
  78. È proprio navigando che si riesce a guardare più lontano, oltre la fine delle cose
  79. Non potrei interpretare il presente se non facessi costante riferimento al passato
  80. Esiste navigando un desiderio che sta al di là della necessità di capire; la meta non è più arrivare: è navigare, contro il tempo, malgrado il tempo, a favore del tempo, nonostante il tempo
  81. Quello che non ha la bicicletta
  82. Occhi turchini e giacca uguale
  83. Cosa sono io? Sono un genovese emigrato a Milano per lavoro
  84. Il viaggio fa paura: per questo si cerca di arrivare in fretta alla meta
  85. I prediletti parrocchiani del lungomare domenicale
  86. Il primo dei nostri cantautori
  87. Abitava all’ultimo piano di un palazzo alle Mura degli Angeli, sul crinale roccioso che un tempo divideva Genova da Sampierdarena
  88. Scusi ha da vendermi un tramonto?
  89. Noi non abbiamo che una risorsa contro la morte: fare dell’arte con lei
  90. Ho sempre impostato la mia vita in modo da morire con trecentomila rimorsi e nemmeno un rimpianto
  91. Una vita per immagini
  92. Canzoni in città
  93. Ringraziamenti
  94. Riferimenti bibliografici