Bene, se dopo questa prima parte siete ansiosi di coltivare un orto tutto vostro, è giunto il momento di entrare nel vivo dell’argomento e vedere cosa significa nel concreto. Ecco i consigli da seguire per non fermarvi alla prima difficoltà e per far sì che la vostra passione duri nel tempo.
Valutare con cura l’impegno
A meno che la vostra idea di “coltivazione di piante edibili” non si riassuma in tre vasi di piante su un balcone, minimizzare lo sforzo – in termini di energie e tempo – profuso in un orto può essere il principale errore che si commette all’inizio di questa avventura.
Per iniziare questa avventura nel modo migliore la prima cosa da fare è valutare con attenzione l’impegno – in termini di energie e tempo – che il nostro orto richiederà.
Ricordate che gli ortaggi che coltiverete, in quanto esseri viventi, necessitano di attenzioni e cure costanti, quindi dovrete dedicare al lavoro nell’orto diverse ore settimanali e, in determinati periodi dell’anno, giornate intere.
Perché le piante hanno bisogno di acqua (ci torneremo tra un po’) e di ordinaria (quando non straordinaria) manutenzione, vanno monitorate con attenzione per cogliere tempestivamente i primi segnali di problemi che possono essere anche gravi (per esempio possono manifestarsi carenze nutritive oppure possono comparire parassiti e malattie); inoltre l’orto necessita di cura costante (per esempio vanno eliminate le erbacce, il terreno va smosso perché si compatta e non assorbe più l’acqua che scivola via senza filtrare), serve fertilizzare, controllare la vegetazione, raccogliere i prodotti…
Insomma la decisione di tenere un orto deve essere valutata attentamente, ma una volta intrapresa questa strada otterremo molte soddisfazioni.
Il consiglio fondamentale, soprattutto se si è alle prime armi e molto entusiasti, è quello di progettare in maniera accurata lo spazio da destinare a questa attività, in particolare se si ha a disposizione un bel terreno o si vuole convertire un ampio giardino o parte di esso. È molto meglio partire con umiltà da una piccola porzione di terreno ed espandersi un poco alla volta man mano che si accumula esperienza. Il consiglio si applica anche al numero di ortaggi coltivati: meglio iniziare con pochi esemplari e, piano piano, aumentare le piante.
Questo ci permetterà di capire con cosa abbiamo a che fare e cosa stiamo facendo e, al contempo, una volta che l’entusiasmo iniziale avrà lasciato lo spazio alla vera passione (ammesso che questa maturi e il tutto non si esaurisca in un turbinoso amore passeggero…), ci darà la possibilità di comprendere i nostri limiti e fino a dove questi possono spingersi senza che l’impegno diventi troppo oneroso e vada a scontrarsi con il nostro vivere quotidiano.
Una rapida ma fondamentale analisi dello spazio di coltivazione
Una volta individuato lo spazio di coltivazione, sia esso un balcone di città o un ampio terreno di campagna, occorre fermarsi un attimo e comprendere con cosa abbiamo a che fare.
La prima cosa in assoluto da fare è capire dove è posizionato rispetto ai punti cardinali per prevedere la sua esposizione alla luce solare. Questa analisi è fondamentale perché, se presa in considerazione in fase di progettazione, eviterà l’errore piuttosto comune di scegliere ortaggi non adatti alla situazione e/o di sbagliarne il posizionamento. Se per esempio il proprio spazio riceve solo poche ore di luce diretta al giorno è un errore coltivarci pomodori e melanzane che necessitano di molto sole quotidiano; sarà preferibile scegliere ortaggi meno esigenti in fatto di irradiazione diretta. Anche la presenza di ostacoli naturali (siepi, alberi ecc.) e artificiali (abitazioni, prefabbricati ecc.) è da calcolare nel posizionamento delle colture.
Importante sarà anche capire cosa coltivare in base alla nostra area geografica e al microclima che la interessa; le situazioni alle quali possiamo andare incontro sono tali e tante che è virtualmente impossibile generalizzare: in questo caso ci potrà tornare utile l’esperienza altrui per capire cosa viene coltivato in zona oppure, se non abbiamo a chi rivolgerci, cercare su carta o online le mappe che riportano le principali aree macroclimatiche presenti nel nostro Paese. Con tutti i benefici del dubbio però, visto il repentino stravolgimento del clima, causato dal riscaldamento globale, che fa spesso terra bruciata delle nostre certezze e apre a possibilità di coltivazione impensabili fino a pochi anni fa.
Altro aspetto che andrà valutato con una certa attenzione è, nel caso di un orto vero e proprio, il tipo di terreno sul quale andremo a coltivare. Non sottovalutate mai questo aspetto: il terreno è fondamentale per una buona riuscita delle coltivazioni e se questo è povero di sostanze organiche e microbiologiche difficilmente, al momento della raccolta, si otterranno risultati soddisfacenti. Importantissimo conoscere anche la tessitura (detta anche granulometria) di terreno con cui si ha a che fare, ovvero di quali percentuali di sabbia, argilla e limo è composto il nostro substrato di coltivazione.
Il processo di arricchimento e riequilibrio di un suolo poi non si ottiene in poco tempo ma necessita di alcune stagioni di lavori, aggiunte e fertilizzazioni, periodo di cui dovremo tener conto al momento della pianificazione del nostro orto.
Ultimo tema che riguarda una progettazione intelligente del nostro spazio di coltivazione è quello relativo alla giusta tempistica di semine e/o messe a dimora. Non solo per non rischiare, come nel caso di anticipi rischiosi, di mettere a repentaglio le coltivazioni per un’improvvisa quanto non rara gelata, ma soprattutto per ottimizzare le future raccolte pianificando le semine e i trapianti “a scalare”, cioè suddividere queste azioni in più fasi temporali per avere poi raccolte dilazionate nel tempo e non trovarsi così tutta la produzione matura in un periodo temporale limitatissimo.
Una stima della disponibilità di acqua
Come abbiamo visto in precedenza, le piante che l’uomo coltiva da millenni sono diventate col tempo dei veri e propri “mostri” di resa ma di contro consumano un’alta quantità di risorse, a partire dall’acqua.
Per coltivare con successo un orto serve infatti una buona riserva di acqua, soprattutto nel periodo più critico dell’estate dove di solito la disponibilità idrica scarseggia. Prima di intraprendere l’esperienza di orticoltore è fondamentale stimare la reale disponibilità di questo sempre più prezioso elemento in relazione al tipo di ortaggi che si vuole coltivare e al loro fabbisogno idrico.
L’uso dell’acqua dell’acquedotto nell’orto poi è fortemente sconsigliato perché, dove scarseggia, è impensabile sfruttarne grandi quantità per annaffiare le proprie piante, senza contare il fatto che in molti comuni le ordinanze dei sindaci vietano di sprecarla, pena multe salatissime. Allo scopo di preservare questa preziosissima risorsa è possibile seguire alcune regole che ci mettono in condizione di ottimizzarla al massimo. Vediamo quali.
Meglio nelle ore più fresche
La prima regola è la più ovvia ma è sempre bene ricordarla: le piante vanno annaffiate durante le ore più fresche della giornata, la sera almeno m...