La nostra storia: 100% official
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La nostra storia: 100% official

  1. 200 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La nostra storia: 100% official

Informazioni su questo libro

Hanno conquistato milioni di fan con l'energia esplosiva della loro musica. Hanno raggiunto ogni angolo del mondo con performance live trascinanti, hanno scalato le classifiche, si sono esibiti sullo stesso palco con i loro idoli. E ora, per la prima volta, Brad, Connor, James e Tristan ci raccontano senza filtri la loro storia in un libro ricco di immagini mai viste, di foto scattate nei backstage, di segreti e di confessioni intime e inedite. Tutto, rigorosamente, 100% official.

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Informazioni

MEET THE VAMPS

MEET THE VAMPS

CHI SIAMO, COME HA AVUTO INIZIO LA NOSTRA STORIA… E PERCHÉ CONNOR HA RISCHIATO SERIAMENTE DI NON ENTRARE NELLA BAND (DAVVERO!)
CHI SIAMO, COME HA AVUTO INIZIO LA NOSTRA STORIA… E PERCHÉ CONNOR HA RISCHIATO SERIAMENTE DI NON ENTRARE NELLA BAND (DAVVERO!)
JAMES: È iniziato tutto nel 2011, quando uno dei nostri manager, Richard Rashman, mi ha contattato su MySpace dopo aver ascoltato online la mia musica. Mi ha detto che era stato lui a far mettere insieme i Busted e i McFly, e che voleva creare una nuova band a partire da me.
In quel periodo facevo musica acustica come solista e mi divertivo molto, quindi non ero sicuro di voler entrare in un gruppo. Inoltre, tutte le persone che conoscevo e che suonavano in una band andavano a un mucchio di feste e bevevano molto, e io non volevo far parte di quell’ambiente. Non sono il tipo.
Dopo averci riflettuto per un po’ mi sono detto che non avevo niente da perdere, quindi ho messo da parte l’orgoglio e ho richiamato Richard per chiedergli di spiegarmi meglio il suo progetto.
Mi ha detto che stava cercando altri ragazzi nel Regno Unito e in America, e voleva che anch’io cercassi qualcuno bravo. L’idea di mettere insieme una band mi faceva un po’ paura, ma amo le sfide!
Ho guardato un sacco di video di cantanti su YouTube – alcuni erano fantastici, altri mi parevano un po’ inquietanti – e ho trovato un paio di ragazzi che sembravano adatti. Non avevo mai composto musica con altre persone, ma ci siamo incontrati e ci siamo scambiati alcune idee, ed è stata una bella esperienza, perché mi ha aiutato a trovare la fiducia in me stesso.
Nei sei mesi successivi ho incontrato molte altre persone, di sera dopo la scuola e nei weekend. Erano tutti tipi simpatici, ma non c’era mai la giusta sintonia musicale.
Poi ho scovato su YouTube un video di Brad che cantava una cover di Ed Sheeran. Ho notato che aveva una voce bellissima. Ho notato anche che dimostrava circa tredici anni.
BRAD: Non so se devo offendermi.
JAMES: È un complimento! Insomma, ho mandato il link del video a Richard e lui mi ha consigliato di contattare Brad. L’ho rintracciato su Facebook e gli ho scritto un messaggio illustrandogli il progetto. Sarà rimasto di stucco: «Ciao, non ci conosciamo, ma ti piacerebbe cantare in una band con me?». Non mi ha risposto, quindi ho pensato che la proposta non gli interessasse. Ma poi, tre settimane dopo, mi ha contattato per dirmi che voleva saperne di più.
Immagine 1 MEET THE VAMPS
BRAD: Sinceramente mi è sembrato un approccio abbastanza strano.
JAMES: Gli ho scritto alla fine del 2011 e ci siamo incontrati dopo aver parlato a lungo via chat e messaggi. Sono andato a Birmingham a passare il weekend da lui, ed era la prima volta che facevo un viaggio così lungo da solo. Uscito dalla stazione l’ho visto che mi veniva incontro e il mio primo pensiero è stato: «È così piccolo, sembra così giovane!».
Ero un po’ nervoso, ma per fortuna la sua famiglia è stata molto cordiale e mi ha fatto sentire benvenuto. La mattina dopo, Brad mi ha persino portato i pancake a letto. Oggi non lo farebbe mai. Non riesco a immaginare una situazione più improbabile.
BRAD: Ancora non ci credo, di averlo fatto. È come se gli alieni si fossero impadroniti del mio corpo. Ogni volta che parliamo di quel weekend, sembra proprio che cercassi di sedurre James. È una cosa molto buffa. Però si è anche trovato in mezzo a una lite familiare.
Io e i miei eravamo appena tornati da una vacanza alle Barbados, dove avevamo fatto un sacco di foto. Mia madre era arrabbiata con me per qualche motivo, quindi avevo pensato di farmi perdonare andando a Sutton con lo skateboard per farne stampare alcune dalla memory card. Ma quando l’ho tirata fuori dalla macchina si è spezzata a metà, e non c’era niente da fare.
Mia sorella è andata su tutte le furie, e quando ho detto a mia madre cos’era successo se l’è presa molto anche lei, ed è scoppiato una specie di litigio (e nella mia famiglia non litighiamo mai, quindi è stato davvero brutto). Il povero James si è dovuto sorbire tutta la discussione sulle foto perse. È stato questo il suo primo impatto con la famiglia Simpson. Poveretto!
JAMES: Mi sentivo in imbarazzo e mi dispiaceva molto per loro. Stavo seduto lì a chiedermi se non fosse meglio tornare a casa, ma Brad non voleva saperne.
A parte i pancake e i litigi, in quel weekend abbiamo lavorato sodo e abbiamo scritto un paio di belle canzoni, una delle quali si intitolava “Rough Night”. In seguito abbiamo pubblicato la demo, perché volevamo far sentire alla gente la nostra prima canzone ed è diventata una delle preferite dei fan.
Brad ha cantato un brano che avevo scritto un paio di anni prima, “Move My Way”, e con la sua voce la canzone ha davvero preso vita. Ho inviato i brani a Richard, che mi ha risposto subito dicendo che gli piacevano molto. In passato, ogni volta che gli mandavo una canzone diceva che «non era male», ma stavolta era davvero entusiasta del nostro lavoro.
Tra me e Brad c’era davvero una grande sintonia artistica e ci accomunava anche la dedizione al lavoro. Entrambi andavamo ancora a scuola e avevamo lo stesso tipo di impegni, e anche questo semplificava le cose. Durante la settimana studiavamo e poi ci vedevamo nei weekend per scrivere le canzoni.
Inoltre, entrambi andavamo in skateboard e giocavamo a FIFA e Call of Duty, e benché ci fossero due anni di differenza tra noi – che non sono pochi, a quell’età – siamo andati d’accordo fin dal primo giorno.
TRISTAN: E poi sono arrivato io, e ovviamente è stato fantastico.
JAMES: Già, poi è arrivato Tristan! Mi ha aggiunto su Facebook perché avevamo un amico in comune con cui avevamo lavorato entrambi.
Ho dato un’occhiata al suo profilo e ho visto che era mio coetaneo, era un bel ragazzo e suonava la batteria. L’ho cercato su YouTube e ho visto che aveva partecipato al concorso per “Giovane batterista dell’anno” ed era davvero bravo.
Ero un po’ in imbarazzo per via del nostro amico, ma ho chiesto a Tristan se voleva venire a scrivere musica con me e Brad, per vedere se c’era sintonia.
TRISTAN: Ero un po’ titubante, ma sapevo di non avere molto in comune, dal punto di vista musicale, con il ragazzo con il quale suonavo all’epoca, ed era un’occasione straordinaria. Sarebbe stato stupido non organizzare almeno un incontro.
Immagine 2 MEET THE VAMPS
Io e Brad siamo andati in treno da James, a Bournemouth. Quand’è venuto a prenderci alla stazione indossava dei pantaloni chinos, e io ne avevo comprati un paio per l’occasione, per fare buona impressione su di lui, perché avevo visto che li indossava nella foto su Facebook. All’epoca preferivo i jeans colorati (sentirete sicuramente parlare dei miei fantastici jeans rossi), ma volevo adeguarmi.
Abbiamo fatto una jam session e ci è sembrato che funzionasse. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda e nessuno di noi aveva un ego smisurato. Ci prefiggevamo gli stessi obiettivi, e non eravamo solo tre ragazzi con una mezza idea di mettere su una band: eravamo intenzionati a fare sul serio.
JAMES: Abbiamo messo insieme un paio di canzoni sul mio Mac e le abbiamo inviate a Richard. Lui non era sicuro che avessimo bisogno di un batterista, ma appena avevo conosciuto Tristan avevo capito che era la persona giusta. Gli ho mostrato una foto di noi tre insieme e anche lui ha capito che poteva funzionare.
BRAD: Io e Tristan siamo andati subito d’accordo, mi stava molto simpatico. La prima notte a casa di James abbiamo dormito nello stesso letto, sdraiati testa-piedi. Siamo rimasti svegli fino a tardi a ridere e fare casino, quindi la sera dopo la madre di James ci ha imposto di dormire in letti separati. Ci siamo comportati davvero male.
Ricordo che una volta Tristan e James sono rimasti a dormire a casa mia. James è andato a letto presto, mentre io e Tristan abbiamo continuato a giocare a freccette con la musica a tutto volume. Poi i miei genitori sono tornati e avevano bevuto un po’, quindi si sono fermati a chiacchierare con noi. A un certo punto ho ricevuto un messaggio da James, che ci chiedeva di abbassare la musica. Avrebbero dovuto essere i miei genitori a inviare un messaggio del genere, non lui. Probabilmente gli davamo molto fastidio.
CON: Sono un po’ invidioso quando sento raccontare queste storie, perché sono arrivato nella band molto tempo dopo.
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TRISTAN: Mi dispiace, Con, ma ti giuro che è meglio adesso che ci sei anche tu. Con chi altri potrei uscire e divertirmi così?
Quel giorno Brad e James mi hanno raccontato tutto di Richard: sono rimasto molto impressionato quando ho saputo che aveva creato i McFly e i Busted, perché da ragazzino erano i miei idoli.
La prima volta che ho parlato con Richard è stata quando ha chiamato a casa dei miei genitori. Mio padre ha risposto al telefono, ha sentito una voce con l’accento americano ed è rimasto perplesso. E probabilmente si è preoccupato un po’. Ma Richard l’ha tranquillizzato subito (e ha tranquillizzato anche me).
Sapevo che abitava in un albergo di Londra ma non sapevo molto altro di lui, e l’ho incontrato di persona solo dopo un paio di mesi. Non usava i social network e non aveva un sito, quindi non ero riuscito a scoprire niente di più sul suo conto oltre a quello che mi avevano detto i ragazzi e a quello che avevo scoperto durante la nostra telefonata: quindi ero piuttosto nervoso. Ma è andata bene e ho capito subito che era un tipo a posto.
BRAD: Nel periodo precedente all’arrivo di Connor (a.C., “avanti Connor”) eravamo tre ragazzi che facevano musica acustica e volevano raggiungere il successo. Volevamo farci conoscere in tutto il mondo, ma non sapevamo ancora bene come dovesse essere il sound dei Vamps, quindi abbiamo iniziato a incidere cover mentre scrivevamo la nostra musica.
TRISTAN: Io, James e Brad abbiamo cominciato a pubblicare le nostre cover su YouTube e abbiamo avuto un sacco di visualizzazioni. All’inizio sceglievamo canzoni che avevamo sentito alla radio e che ci piacevano, e da un certo punto in poi anche i pezzi che ci venivano richiesti nei commenti.
Il primo è stato “Live While We’re Young” degli One Direction, e l’abbiamo filmato con un cameraman di nome Dean Sherwood, che ci aveva presentato Richard. È stato un momento di svolta per noi, perché il video aveva un look molto professionale e ha ottenuto oltre un milione di visualizzazioni. Eravamo al settimo cielo.
Lavoriamo ancora con Dean, che realizza quasi tutti i nostri video. È bravissimo.
JAMES: Suonavamo le canzoni che ci venivano richieste, ma solo quando sapevamo di poterle reinterpretare mettendoci qualcosa di nostro. Non volevamo fare cover identiche all’originale. Che senso avrebbe avuto? Ci siamo ispirati molto ai Boyce Avenue.
Alla fine ci siamo detti che, se alla gente piacevano le cover, forse avrebbero apprezzato anche i nostri brani originali. Temevamo di essere etichettati a vita come una cover band, perché avevamo visto che altri gruppi avevano incontrato qualche difficoltà al momento di passare dalle cover al materiale inedito, ma potevamo solo sperare che andasse tutto bene.
BRAD: Dopo aver lavorato insieme per circa nove mesi, avevamo le idee chiare su come presentarci al pubblico e avevamo scritto molti pezzi di cui andavamo fieri. Richard ci ha detto che voleva cercare una casa discografica disposta a metterci sotto contratto, ed è stato allora che abbiamo capito: si iniziava a fare sul serio.
Cercare un’etichetta discografica significava che da quel momento in poi non eravamo più solo tre ragazzi che si divertivano insieme. Diventava un lavoro vero.
In pochissimo tempo, dal suonare davanti a un pubblico di centocinquanta spettatori sono passato a fare provini davanti a dirigenti di case discografiche che potenzialmente avevano in mano le chiavi del mio futuro.
JAMES: Richard si è assicurato che la ricerca di un’etichetta non fosse un processo stressante per noi. Ci ha chiesto di concentrarci sulla musica, di esercitarci a suonare e di scrivere nuove canzoni, e lui avrebbe pensato a tutto il resto.
Abbiamo scritto quattro brani da presentare ai provini e Richard ha fissato una serie di appuntamenti. Per un paio di settimane siamo andati in giro, da un’etichetta all’altra, e nella prima settimana abbiamo ricevuto un paio di offerte. Ricevere la prima è stato fantastico, perché era il momento che avevamo sempre sognato.
BRAD: Nei provini ci esibivamo davanti a vari dirigenti dell’A&R (Artists and Repertoire, in pratica i manager delle case discografiche che decidono se scritturarti) in camere d’albergo o nei loro uffici, e ogni dirigente che vedevamo ci faceva più paura di quello prima.
Abbiamo conosciuto un tizio di nome Joe Kentish, della Mercury Records, ed eravamo convinti di fargli schifo. Ci ascoltava con un’aria per niente convinta.
Il giorno dopo è tornato a sentirci suonare accompagnato da Jason Iley, il presidente della Mercury Records. A quel punto abbiamo capito che facevano sul serio. Ci hanno invitati a esibirci davanti a una quarantina di persone nella casa discografica, una settimana dopo: è stato bellissimo ma molto stressante.
All’inizio pensavamo che Kentish non fosse il nostro fan più sfegatato. Ma alla fine, stranamente, abbiamo firmato proprio con la Mercury, perché ci sembrava che i suoi dirigenti ci capissero davvero; e Kentish e Jason erano entusiasti di noi.
Kentish ha supervisionato tutto il nostro primo album, insieme a Rachael Paley, che credeva molto in noi.
Venendo da Birmingham, Londra mi sembrava enorme e spaventosa. Mi piaceva l’energia che si respirava lì, e la vivacità della scena musicale, ma nei primi tempi non conoscevo molta gente. In quel periodo Kentish e Rachael mi hanno aiutato molto e siamo diventati buoni amici.
JAMES: Abbiamo fatto la nostra scelta basandoci sulle persone che avevamo conosciuto, non sul prest...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. SOMMARIO
  4. MEET THE VAMPS
  5. VIVERE ON THE ROAD
  6. BRAD
  7. CONNOR
  8. JAMES
  9. TRISTAN
  10. IL SUCCESSO
  11. DOVE SIAMO ORA
  12. RINGRAZIAMENTO AI FAN