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Una scienza primitiva e infantile
La scienza non è democratica, ma, come vedremo meglio più avanti, tutti possono dire la loro, a patto che quello che affermano sia sostenuto da dati. Ne consegue che quello che è vero oggi può non essere vero domani o domani l’altro. Capisco che questo generi perplessità, perché tutti vorremmo avere delle verità assolute, dei punti fermi. Purtroppo, nel senso più ampio del termine, la scienza non è in grado di fornirceli, essendo quella scientifica una verità provvisoria, che cambia nel tempo. Per i dogmi dovete rivolgervi alle religioni, se volete: la scienza si accontenta di molto meno.
Della scienza si può scegliere, tuttavia, se fidarsi o no. Ricordiamoci che gli scienziati sono uomini e, come gli uomini, sono talvolta disonesti o si rincitrulliscono con l’età; ma le mele marce esistono ovunque e anche se un singolo poliziotto è malvagio noi comunque, quando arrivano i ladri, continuiamo a chiamare la polizia. Allo stesso modo, pur se uno scienziato è cialtrone o corrotto, dobbiamo continuare a fidarci della comunità scientifica e della scienza nel suo complesso.
L’alternativa è quella di non fidarsi: ma è una strada che porta con sé guai giganteschi e un prezzo davvero esagerato.
David e Collet Stephan sono una coppia canadese di naturopati. Il loro bimbo, Ezekiel, non era nato in ospedale, ma in casa, e non aveva mai visto un dottore (figuriamoci un vaccino). Nel 2012, all’età di 19 mesi, il bimbo si ammalò gravemente e un’amica di famiglia – infermiera professionale – li avvertì che poteva trattarsi di meningite e che bisognava immediatamente farlo vedere da un medico. I genitori, però, erano diffidenti nei confronti della «scienza ufficiale» e invece di farlo visitare lo trattarono con peperoncino, cipolle e rafano. Come potete immaginare, il bambino peggiorò drammaticamente e morì poco dopo. Nessuna giustizia potrà mai restituire alla vita questa povera creatura, ma i coniugi Stephan furono condannati in un processo che si svolse in un’aula affollata di simpatizzanti, che tutti vestiti di bianco «tifavano» per loro, nonostante la tragica morte del piccolo, che aveva pagato così care le scelte dei suoi genitori alternativi.
Ancora peggio è quando a non fidarsi della scienza è uno Stato. Incredibilmente, la Germania Ovest fu all’inizio piuttosto tiepida nell’adottare la vaccinazione contro la poliomielite; tutto il contrario di quello che fece la Germania Est: il vaccino più efficace contro la malattia era stato sviluppato da Albert Sabin (nato nell’Impero russo nel 1906) e le prime sperimentazioni erano state condotte con grande successo in Unione Sovietica. Erano i tempi della guerra fredda e i Paesi oltre cortina non esitarono a adottare rapidamente il vaccino. Ebbene, la Germania Est introdusse la vaccinazione a tappeto nel 1960, la Germania Ovest nel 1962. Sapete quale fu il risultato di questo ritardo in due Paesi con lingua, abitudini e geni in comune separati da un confine dal termine della Seconda guerra mondiale? Nei due anni (1960 e 1961) ci furono in Germania Est 130 casi di poliomielite, in Germania Ovest quasi 9000. Nel luglio 1961, addirittura, la Germania Est impose ulteriori restrizioni ai viaggi dei propri cittadini affermando che spostarsi dall’Ovest all’Est poteva riportare nel Paese la poliomielite, dopo che un’offerta di vaccino gratuito alla ricca Germania Ovest era stata rifiutata. Nel mese successivo venne costruito il muro di Berlino, ma tutti dicono che qui la polio e la scienza non c’entrano nulla.
RFG (Germania Ovest): casi di polio dal 1949 al 1970
RDT (Germania Est): casi di polio dal 1949 al 1970
Questo è niente rispetto a ciò che accadde in Sudafrica quando il presidente Thabo Mbeki si convinse di una delle più terribili balle antiscientifiche: quella che racconta che l’AIDS non è causato dal virus HIV. La leggete a tutt’oggi in molti siti antivaccinisti e di medicina alternativa, e addirittura c’è in giro qualche medico che, nonostante abbia scritto nero su bianco che l’AIDS è una truffa, non è stato ancora radiato ed è spesso la star dei raduni dove si protesta contro i vaccini. È davvero difficile comprendere come si possa credere a una simile scemenza, vista l’efficacia dei farmaci che bloccano il virus HIV salvando la vita alle persone e addirittura risparmiando l’infezione ai bimbi che nascono da madri sieropositive, ma, come forse sapete, con certa gente non si ragiona. Questa volta «certa gente» non era il genitore informato o l’avvocaticchio di provincia, ma il presidente di una nazione con un’altissima percentuale di sieropositivi e malati di AIDS. Mbeki prima di tutto scelse come ministro della Sanità Manto Tshabalala-Msimang, che condivideva le sue idee, e quando un viceministro – Nozizwe Madlala-Routledge – si oppose in nome della scienza fu presto licenziato.
Poi, per avere maggiore libertà di azione, si circondò di scienziati «alternativi» (gli stessi che sentite sproloquiare sui soliti siti che propagano disinformazione), i quali fornirono in maniera scellerata una falsa base a questa follia che andò tragicamente avanti per anni tra le inutili proteste di chi tentava di far sentire la voce della ragione, mentre i malati morivano come le mosche. Addirittura, quando i farmaci antivirali vennero donati per uso gratuito in quella nazione devastata dalla malattia, il presidente li rifiutò, sostenendo che provocavano gravi effetti collaterali. Quegli stessi farmaci che stavano stupendo il mondo per la loro efficacia e che stavano letteralmente salvando la vita di ammalati altrimenti condannati a morte certa. Alcuni ricercatori hanno stimato quante vite sono state perse negli anni tra il 2000 e il 2005 a causa di questa deriva oscurantista: il numero è agghiacciante. Ben più di 300.000. Per darvi un’idea, durante la Seconda guerra mondiale persero la vita 291.000 militari italiani. Vi rendete conto? La follia di un presidente che ha creduto a una bugia senza alcun senso ha fatto più morti di una guerra.
Insomma, la scienza è imperfetta e fatta di uomini ancora più imperfetti, e le verità che ci offre sono sempre parziali e mai troppo sicure. Però vale la pena fidarsi, perché l’alternativa è costituita dal buio, dall’oscurantismo e dalla morte.
Quando chiesero ad Albert Einstein, che se ne intendeva, a che punto fossero i progressi della scienza, lui rispose: «Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza, al confronto con la realtà, è primitiva e infantile. Eppure è la cosa più preziosa che abbiamo».
Insomma, la scienza è poco. Ma è tutto quello di cui disponiamo.
Conviene non buttarla via.
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Fenomenologia del Somaro
| | Può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro. |
| | W. Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate |
Tutto è cominciato sul finire del 2015, mentre mi trovavo con la mia famiglia nella California del Sud. A quei tempi – sembra passata una vita – usavo Facebook esclusivamente per conseguire gli scopi per cui è stato progettato, cioè controllare come erano invecchiate le mie ex fidanzate.
Avevo circa centocinquanta contatti, con i quali condividevo vecchie foto, avventure scolastiche e ricordi dei professori più bizzarri.
A un certo punto un’amica, che aveva creato un gruppo dove s’incontravano centinaia di mamme, mi invitò a partecipare per spiegare qualcosa sui vaccini. Mi disse che c’era molta confusione, si diffondevano molti timori e sarebbe stato utile fugare qualche dubbio.
Accettai con piacere, non fosse altro perché, essendo padre estremamente apprensivo di una bambina che allora aveva 4 anni, capivo bene cosa significasse temere per il proprio figlio.
Entrai, cominciai a illustrare i vaccini, il loro funzionamento, la loro efficacia, le loro modalità di somministrazione e rimasi scioccato: erano le mamme che li spiegavano a me! Avete capito bene: gente che aveva come unico titolo di studio la tessera a punti del supermercato, che come unici esami superati poteva vantare quelli del sangue, che non sapeva cosa fossero il sistema immunitario, un virus, un batterio, un vaccino, mi faceva notare che le vaccinazioni sovraccaricano il sistema immunitario, che i virus possono danneggiare lo sviluppo del bambino, che i batteri sono benefici e comunque dalle malattie si guarisce da soli; insomma, che i vaccini – forse la più grande conquista dell’uomo – sono non solo inefficaci, ma anche pericolosissimi.
Io tentavo di ribattere, ma non c’era niente da fare. Mi opponevano pagine internet strapiene di sciocchezze, finti lavori scientifici, siti dove si diceva che «un ricercatore dell’Università di [mettere il nome di una città esotica]» (espressione che ha ormai sostituito la desueta «un amico di mio cugino mi ha detto che...») aveva infallibilmente dimostrato che le vaccinazioni provocano l’autismo, l’epilessia, la forfora, la calvizie e pure gli errori arbitrali.
Di queste mamme ne ricordo una, appassionata di cucina, che pubblicava elaborate ricette con relative foto dei succulenti risultati. Voleva spiegarmi come funzionano gli adiuvanti (le sostanze contenute nei vaccini in grado di aumentarne l’efficacia stimolando in assoluta sicurezza il sistema immunitario), allora le feci notare che, mentre io non mi sarei mai permesso di insegnarle come si cucina una lasagna, lei stava invece facendomi una lezione proprio sugli argomenti che insegno ai miei studenti e ai miei colleghi durante lezioni e convegni.
Niente da fare.
Lì mi accorsi che erano in tanti, e le pagine della rete e dei social network erano i pascoli dove scorrazzavano non solo indisturbati, ma pure padroni. Parlavano di cose che non conoscevano, insegnavano nozioni che non sapevano, spiegavano concetti che non avevano capito. Erano moltissimi, erano ovunque.
Avevo sempre sospettato che i babbei in circolazione fossero in quantità considerevole ma, in un solo istante, Facebook non solo confermava in maniera definitiva la mia convinzione, ma mi forniva contestualmente nome e cognome di un gran numero di loro. Da appassionato di musica mi venne in mente La Cenerentola di Rossini e mi risuonò nella testa la voce di Don Magnifico, che cantava: «Mi sognai tra il fosco, e il chiaro un bellissimo somaro; un somaro, ma solenne».
Avevo incontrato i Somari. I Somari Raglianti.
Ora dobbiamo un poco intenderci: come nel vecchio film di André Cayatte, Siamo tutti assassini, nella vita siamo tutti somari.
Nessuno di noi conosce tutto: io – tanto per fare un esempio – so qualcosa di vaccini, virus e batteri non perché sono particolarmente intelligente e intuitivo, ma perché li studio da una vita. Se parliamo di come preparare una torta o come montare una presa elettrica sono somarissimo, non avendo idea di come si faccia. Però quando mi serve una torta vado in pasticceria, dove è al lavoro un esperto pasticciere, e allo stesso modo, se necessito del montaggio di una presa elettrica, chiamo un bravo elettricista.
Questo precetto basilare – e per me decisamente scontato – su internet non è applicato: ci sono elettricisti che parlano di terremoti, geologi che parlano di prese elettriche, pasticcieri che parlano di terapia dei tumori e oncologi che parlano di torte. Da qui la corretta definizione di Somaro, un termine grottesco e spiritoso che in nessun modo vuole essere un insulto, ma che io, da quel momento in poi, mi misi a utilizzare per descrivere una persona che blatera di un argomento che non conosce.
Nel tempo, più scrupolosamente, avvantaggiandomi della formazione scientifica che mi appartiene, ho messo a punto la descrizione del Somaro Ragliante, giungendo alla formula esatta che oggi sono in grado di pubblicare: «Un essere umano tanto babbeo da ritenersi tanto intelligente da riuscire a sapere e capire le cose senza averle studiate».
Da buon ricercatore, ho analizzato a lungo il suo comportamento, accorgendomi che la vita di branco è indispensabile a questa molesta specie: solo quando si trova circondato da simili il Somaro riesce a ritenersi molto intelligente, visto che il primario bisogno di ogni babbeo è quello di avere accanto un collega che lo rassicuri sulle sue capacità mentali. Inoltre, ragliando all’unisono, tanti asini tutti insieme possono convincersi a vicenda che non stanno effettivamente ragliando, ma intonando un gospel o una celestiale cantata di Bach. La prossimità di estranei è dunque evitata, visto che potrebbero accorgersi che non di Bach si tratta, ma di ragli sonori.
La promiscuità (quella cosa che i Somari scrivono spesso «promisquità») viene quindi sfuggita con cura, attraverso una vita riservata e un generico ricondursi alle cose «naturali» che vengono considerate a priori estremamente benefiche, dimenticando che tra i genuini doni della natura, oltre al virus dell’Ebola, alle eruzioni vulcaniche, ai terremoti e alle inondazioni, devono essere annoverati il veleno più potente che esista (la tossina di un batterio chiamato botulino) e il cancerogeno più pericoloso (si chiama aflatossina ed è prodotto da certi tipi di muffe).
Alcune abitudini della specie sono singolari. Il Somaro Ragliante si nutre avidamente di stupidaggini che trova su internet: oltre alle scontate notizie riguardanti conseguenze mortali delle vaccinazioni, predilige scie chimiche rilasciate da aviogetti nonché terremoti provocati da onde elettromagnetiche emesse da alieni. Se trova una balla gigantesca, la beve con gusto.
Conoscete quelli che quando un dito indica la Luna guardano il dito e non la Luna? Bene, in questo caso il Somaro non guarda né il dito né la Luna, ma dice: «Noi lassù non ci siamo mai andati, l’allunaggio è tutta una truffa!».
Certo, non se la passano bene: sono circondati da avvocati a corto di lavoro, medici con procedimento disciplinare a carico e giornalisti in disuso malinconici e vocianti, che succhiano al Somaro Ragliante i liquidi (dal conto in banca); singolarmente, la vittima trae piacere da tale pratica, avvantaggiando il parassita.
La specie è tutto sommato pacifica, ma può essere dannosa: a se stessa e ad altri. Infatti, seppure in buona fede, può diffondere pericolose bugie e instillare ingiustificate paure tali da indurre le persone a comportamenti che possono avere gravi conseguenze.
La brutta notizia è che sono tanti, molti più di quelli che immaginiamo.
La bella notizia è che non solo li possiamo fermare, ma possiamo anche farli tornare a essere persone normali in grado di ragionare. Perché io, che sono ottimista, so che dentro ogni Somaro c’è un cervello, e se c’è un cervello c’è speranza.
Ma come fare? Niente paura: per bloccare i Somari e per convertirli alla ragione abbiamo qualcosa di più efficace degli antibiotici, più sicuro dei vaccini, un rimedio antico ed economico. Vi state chiedendo di cosa si tratti? Ma la sol...