Corrersi via (Youfeel)
eBook - ePub

Corrersi via (Youfeel)

Ognuno ha un sogno verso cui correre

  1. 200 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Corrersi via (Youfeel)

Ognuno ha un sogno verso cui correre

Informazioni su questo libro

Ognuno ha un sogno verso cui correre. Si corre per fuggire da qualcosa o per trovare se stessi? Se lo chiede spesso Bianca, runner principiante e appassionata che si destreggia tra il lavoro in farmacia e la corsa. Invitata da un amico a una sessione di allenamento di un gruppo sportivo elitario e inaccessibile, Bianca decide di impegnarsi di più, per diventare parte del gruppo e per far colpo su Ottavio, affascinante atleta, più esperto e allenato di lei. La sparizione misteriosa e improvvisa di Ottavio in circostanze tutt'altro che chiare susciterà in Bianca reazioni contrastanti e scatenerà una lunga serie di equivoci che coinvolgeranno, in un finale esilarante da commedia degli equivoci, Jacopo, altro runner un po' meno avvenente ma innamorato di Bianca, e Martina Velati, celebrità del web e dei social network e (apparentemente) appassionata di fitness. Mood: IRONICO - YouFeel RELOADED dà nuova vita ai migliori romanzi del self publishing italiano. Un universo di storie digital only da leggere dove vuoi, quando vuoi, scegliendo in base al tuo stato d'animo il mood che fa per te: Romantico, Ironico, Erotico ed Emozionante.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Corrersi via (Youfeel) di Ilaria Sicchirollo in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2016
eBook ISBN
9788858687055

CAPITOLO DODICI

La pelle innamorata
La crescita dei lettori del mio blog è costante, ma, come quando sono stata scoperta da Martina Velati, ogni tanto succede qualcosa che provoca maggiore interesse e non sempre questo è dovuto alla qualità di ciò che scrivo. In rete la meritocrazia segue logiche diverse. Ci sono foto bellissime che ottengono scarsi consensi (facile quantificarli: sono i like) perché pubblicate da persone non particolarmente popolari. E ci sono foto obiettivamente orrende che fanno faville solo per il fatto di essere opera di una web star. È il caso di Martina, che ottiene approvazione qualsiasi cosa dica o fotografi. Una volta ha pubblicato la foto delle sue scarpe da ginnastica riverse sul pavimento con sopra la canotta che aveva usato per l’allenamento, accartocciata in malo modo: settecento like (settecento!). Mi chiedo cosa pensino i fotografi veri di questa esplosione di social iconografici. Siamo, secondo me, di fronte a un nuovo cambio di paradigma, qualcosa che sta rivoluzionando il rapporto visivo con la realtà.
Oggi però questo amore incondizionato che la rete nutre per Martina gioca in mio favore: è bastato un suo commento a un mio articolo per scatenare, più che l’inferno, un quasi paradiso. Nel pezzo in questione, che ho intitolato La pelle innamorata, invito le lettrici a riflettere che, quando ci s’innamora, la pelle è più tonica, più soda, più brillante. E, supportando le mie argomentazioni con alcuni studi scientifici, illustro come l’amore, quanto a sostanze chimiche e principi attivi che è in grado di rilasciare nel nostro corpo e dunque fin nel profondo del derma, abbia effetti paragonabili a quelli del più raffinato trattamento dermocosmetico. Martina ha commentato che avrebbe bisogno di acquistare qualche nuova confezione di questo miracoloso elisir, lasciando intendere che la sua storia d’amore potrebbe stare attraversando qualche difficoltà. Lei parla spesso del suo fidanzato, che chiama “le Chevalier”, e qualche volta pubblica anche foto di loro insieme, ma, essendo lui un tipo che non ama apparire, abbiamo potuto ammirarne solo la schiena scolpita, le spalle, una volta perfino i piedi, di fianco a quelli di lei, in uno scatto sul lettino in spiaggia. E quest’alone di mistero non fa che alimentare la curiosità morbosa del pubblico, che ora, di fronte a una possibile crisi di coppia, si sta scatenando in commenti e ricerca della verità, portando di riflesso nuovi follower al mio blog. Ancora una volta Martina è autrice di un altro, provvidenziale, balzo di crescita del mio piccolo hobby.
La ringrazio con un messaggio privato e lei mi risponde che le fa piacere e che ho davvero ragione con la storia della pelle innamorata!
Mi piace la nostra complicità. Martina è una ragazza semplice che è rimasta tale anche dopo la popolarità conquistata in televisione e sul web. Incontrarla di persona sarebbe una grande soddisfazione, e magari un giorno la inviterò per un caffè, ma sarebbe meglio che prima diventassimo più affiatate. Non voglio che pensi che sono una di quelle persone attratte dalla popolarità e a caccia di VIP. Io Martina non sapevo nemmeno chi fosse, prima di scoprire in lei una lettrice del mio blog. È che sento che molte cose ci accomunano: mi piace il suo gusto nel vestire, adoro i luoghi in cui va in vacanza e, soprattutto, è un’amante del fitness, anche se forse più orientata verso la palestra, perché immagino che correre all’aperto, quando si è così famose, possa creare qualche problema di pubblica sicurezza.
Comunque, il fatto che io abbia scritto questo post non significa che io sia innamorata.
Assolutamente no.
Sto solo facendo qualche considerazione. Così, in generale.
Arrivati sotto casa mia, ieri sera, Ottavio e io ci siamo salutati quasi subito. Giusto qualche chiacchiera davanti al portone. Okay… abbiamo parlato per quasi due ore, ma questo non vuol dire nulla. E sì, mi ha chiesto di rivederci stasera, per correre insieme. Ma non è un vero appuntamento. Mi ha chiesto semplicemente: «Domani corri?» proprio come l’avrebbe chiesto a Jacopo o a Guido. Anzi, magari l’ha pure fatto e ci troveremo a correre in gruppo. Io ho risposto che pensavo di sì, e allora lui ha detto che avrebbe cercato di esserci, lavoro permettendo. E abbiamo definito un orario di massima (le sette) e ipotizzato un luogo (l’accesso al parco a fianco della discesina d’ingresso all’Arena), ma, più o meno, ci beccheremo lì in giro. Senza impegno, quindi. Siamo due Spinrunners (be’, io sono in prova) e corriamo nello stesso parco. È normale pensare di correre insieme!
Jacopo, invece, non si è ancora fatto sentire. Vorrei mandargli un messaggio per sapere se è andato a sporgere denuncia e se ci sono possibilità che ritrovino lo scooterone, ma qualcosa mi dice che prima lui dovrebbe scusarsi con me. Era troppo impegnato a bestemmiare per ricordarsi perfino di salutarmi. E preoccuparsi di come sarei tornata, prima che di accettare il passaggio da Guido, non rientrava, evidentemente, nelle sue priorità.
Ho deciso di affrontare la corsa di stasera come una normale corsa. Niente esagerazioni fuori luogo tipo parrucchiere o acquisto di capi d’abbigliamento dedicati. Non è un appuntamento, mi ripeto: è un allenamento, anzi una corsetta con un collega. Le cose che ho vanno benissimo. Certo, le seleziono accuratamente in modo che i colori siano abbinati, ma che non sembri che l’ho fatto apposta, quindi ci vuole qualcosa che stacchi pur stando bene. Mi sono lavata i capelli e li ho piastrati meglio del solito, soffermandomi soprattutto su quella ciocca del ciuffo che rimarrà fuori dalla coda di cavallo, e a cui ho fatto fare una leggera ondina che mi accarezza la linea naturale del viso senza sembrare artefatta. Ho controllato la depilazione ed è tutto in ordine. Quasi ordinaria amministrazione. Ho pranzato con un’insalatona e alle cinque esco un attimo e vado al bar a farmi preparare uno spuntino di carboidrati e vitamine (toast e spremuta) in modo da arrivare preparata, tonica e non appesantita. Poi, nel corso della parte restante del pomeriggio, bevo periodicamente per garantirmi un adeguato livello di idratazione.
È fondamentale che io arrivi in ritardo, per almeno tre motivi: il primo è che non posso permettere che sembri che io sia in ansia per quest’appuntamento. Il secondo è che voglio dare peso anche al mio lavoro, dopo che ieri sera lui ha monopolizzato la conversazione con i suoi aneddoti da ospedale, e quindi gli dirò che sono stata trattenuta per questioni importantissime. Il terzo, e più importante, è che mi conviene arrivare quando lui si sarà stancato già un po’, in modo da poter correre meno e sembrare fresca.
Arrivo alle sette e venti e lui non c’è. Mi posiziono cautamente vicino al cancello per dedicarmi allo stretching, cosa che non faccio quasi mai. Qualche minuto a fine corsa e via, certo mai prima di correre. Invece mi fletto, mi stiro, mi allungo, flessuosa come un’atleta professionista, guardandomi intorno solo con la coda dell’occhio, per non dare a vedere che mi sto chiedendo dove sia.
Lo vedo arrivare, sta girando intorno all’Arena, ma faccio finta di niente e continuo diligente con i miei esercizi. Allungo la gamba e mi piego in avanti, ma senza quella specie di leggera incurvatura, simile a una gobba, che si fa per portare la fronte verso il ginocchio: io avvicino il petto alla coscia, inarcando elegantemente la schiena all’indietro.
Probabilmente sono bellissima da vedere, ma rischio uno stiramento seduta stante, avvertendo un dolore lancinante proprio mentre Ottavio arriva da me.
«Ciao! Ma che brava che fai stretching!»
«Ciao! Sai, è necessario allungare i musc…» dico cercando di mascherare la sofferenza.
«Io non lo faccio mai!» precisa lui. «Lo so che dovrei, ma sono pigro! Andiamo?»
«Andiamo!»
E iniziamo a correre vicini.
Gli chiedo quanto ha già corso e lui dice che si è fatto un paio di chilometri.
Mi sembra che si trattenga, adeguandosi al mio passo, e allora cerco di accelerare un po’. Paradossalmente, mi sento più rilassata che a correre con Jacopo. Quel ragazzo mi sembrava talmente competitivo! Invece noi chiacchieriamo, e quindi non procediamo troppo veloci. Insomma, siamo qui per correre ma in qualche modo la corsa è secondaria rispetto alle parole, che arrivano fluide e ininterrotte. Lui abita al quartiere Portello, una zona in completa riqualificazione urbanistica a metà di viale Certosa. È abbastanza vicino ma questo non è esattamente il suo parco: ci sarebbero aree verdi ben più alla sua portata. Solo che, lo sostiene anche lui, qui è più bello. E poi si trova a metà strada fra casa sua e il Fatebenefratelli, dove lavora, quindi è presto detto.
Mi rendo conto che ho dimenticato di attivare Kilometers, quindi non posso controllare la distanza percorsa e non mi va di chiederglielo perché non voglio che pensi che sono stanca. Anche perché non lo sono. Andrei avanti a correre all’infinito, credo.
«Stai tenendo il conto dei chilometri?» mi chiede accorgendosi che guardo il cellulare. «Io ho dimenticato di far ripartire il GPS.»
«Io ho proprio dimenticato di far partire l’app!» rispondo indicando il mio iPhone.
«Quanto avremo fatto?»
«Non molto, credo.»
«Dovremmo essere sui sette secondo me. Hai ancora fiato?»
Così tanto? Non me n’ero resa conto. Ma non interromperei questo momento con lui per niente al mondo. «Certo!» rispondo.
«Peccato… perché pensavo di offrirti qualcosa di dissetante…»
«Be’ dai, in fondo anche l’idratazione è molto importante per un runner e…»
«… e allora andiamo a farci un aperitivo!»
«Ma vestiti così? E tutti sudati?»
«Cosa vuoi dire, che sono vestito male?»
«No, cioè…»
«Scherzo, dai, sono in pantaloncini e maglietta, mi distinguerò in mezzo alla massa fighetta. Tu invece sembri vestita da aperitivo!»
Mi guardo e non posso non dargli ragione. Con i miei pantaloni tecnici attillati, la canotta nera e le scarpe da corsa fucsia sono forse un po’ appariscente ma faccio la mia discreta figura. Lui ha dei normalissimi pantaloncini blu, una maglietta dello stesso colore e scarpe da corsa arancioni. Siamo decisamente diversi dai fighetti milanesi all’ora dell’aperitivo, ma posso dirlo: siamo proprio belli!
E così ci ritroviamo davanti a un mojito e a un bicchiere di vino bianco, seduti a un tavolino all’aperto con vista Arco della Pace, sudati e contenti. Ottavio si è allontanato un attimo per rispondere a una telefonata, quando mi sento chiamare.
«… Scusa?»
Mi volto. La voce proviene dalla mia destra e appartiene a una ragazza, giovanissima, lì in piedi vicino al mio tavolo con un’amica.
«Sì?»
«Tu sei LaCosmetologa, vero?»
«Sì, sono io.»
«Ti abbiamo riconosciuto. Volevamo dirti che seguiamo il tuo blog sei fantastica!»
Io mi gaso. «Be’, grazie!»
«Senti, non è che possiamo fare un selfie con te?»
«Un selfie?»
«Sì, da postare su Instagram…»
«Va bene, certo!»
Le ragazze si avvicinano, si presentano e poi estraggono gli iPhone per la foto.
Sfodero il mio miglior sorriso e con la coda dell’occhio scorgo Ottavio, che assiste prudente alla scena senza avvicinarsi.
«Grazie, sei stata carinissima! Continua con il blog, è divertentissimo!»
Saluto e ringrazio le ragazze e quando si sono allontanate Ottavio torna a sedersi.
«Sei famosa, quindi.»
«Ma no, figurati! Solo qualche lettrice del blog.»
«Ti capita spesso?»
«No, non spessissimo.» In realtà non mi era mai successo niente del genere.
Vado a lavarmi le mani, poi ci riempiamo i piattini da happy hour consapevoli che non è esattamente il tipo di pasto che il coach Cataldo approvereb...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Copyright
  3. Frontespizio
  4. CORRERSI VIA
  5. ILARIA SICCHIROLLO
  6. CAPITOLO UNO
  7. CAPITOLO DUE
  8. CAPITOLO TRE
  9. CAPITOLO QUATTRO
  10. CAPITOLO CINQUE
  11. CAPITOLO SEI
  12. CAPITOLO SETTE
  13. CAPITOLO OTTO
  14. CAPITOLO NOVE
  15. CAPITOLO DIECI
  16. CAPITOLO UNDICI
  17. CAPITOLO DODICI
  18. CAPITOLO TREDICI
  19. CAPITOLO QUATTORDICI
  20. CAPITOLO QUINDICI
  21. CAPITOLO SEDICI
  22. CAPITOLO DICIASSETTE
  23. CAPITOLO DICIOTTO
  24. CAPITOLO DICIANNOVE
  25. CAPITOLO VENTI
  26. CAPITOLO VENTUNO
  27. CAPITOLO VENTIDUE
  28. CAPITOLO VENTITRÉ
  29. CAPITOLO VENTIQUATTRO
  30. CAPITOLO VENTICINQUE
  31. CAPITOLO VENTISEI
  32. RINGRAZIAMENTI