Fate i compiti!
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Fate i compiti!

  1. 238 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Fate i compiti!

Informazioni su questo libro

Cari genitori: i compiti vi rovinano tutti i fine settimana? I vostri bambini si cuciono le labbra pur di non ripetere le tabelline? Cari insegnanti: catturare l'attenzione è una battaglia persa e i bulli infestano la classe? La supertata Lucia Rizzi, ex insegnante ed esperta di sindrome da deficit d'attenzione, è pronta a correre in vostro soccorso. Dopo il successo di Fate i bravi! torna infatti con questo manuale dedicato al tema caldo della scuola e affronta i grandi problemi che, prima o poi, mettono in crisi le famiglie con figli in età scolare: il bullismo, la scelta della scuola giusta, il supporto quotidiano allo studio, i voti. Grazie ai suoi utilissimi consigli pratici da applicare ogni giorno, sia a casa sia in classe, non solo riuscirete a tirar fuori il meglio da ogni scolaro e da ogni figlio, ma la scuola tornerà a essere l'imprescindibile palestra educativa che tutti vogliamo che sia.

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Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2010
Print ISBN
9788817026697
eBook ISBN
9788858601624

PARTE TERZA
UNA CLASSE DA 10 (E LODE)
IN CONDOTTA

11
Chi sono i compagni di scuola dei nostri figli

Come ormai sapete, nei miei trentadue anni d’insegnamento ho conosciuto migliaia di bambini. Poi, grazie alla mia attività di consulente comportamentale, posso dire di averne conosciuti tanti altri attraverso le descrizioni dei genitori o degli insegnanti che mi chiedevano consiglio.
Sulla base di questa esperienza, ho elaborato un elenco dettagliato di comportamenti problematici diffusi fra bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, così come vengono evidenziati dai genitori, dagli insegnanti, dal personale non docente, dai compagni di classe.
In classe: manifesta iperattività – non riesce a stare seduto – chiacchiera in continuazione – richiama l’attenzione senza alzare la mano – è impaziente – inizia in ritardo ogni lavoro proposto – spesso svolge il lavoro in modo inconcludente – agisce come il clown di classe – fa il bullo – richiama costantemente l’attenzione dell’insegnante e dei compagni – non accetta le conseguenze delle proprie azioni – è costantemente insoddisfatto – rifiuta o ignora le regole – è rumoroso e distruttivo – richiede gratificazioni immediate – ha difficoltà a mantenere la concentrazione se il lavoro non gli interessa.
Con i compagni: si intromette a sproposito e in continuazione – si annoia facilmente – vuol sempre avere ragione – non rispetta le regole sociali e del normale buon senso – è apparentemente insensibile – non riesce a ignorare o gestire le provocazioni – cambia attività in continuazione – viene respinto o isolato dai compagni o viene usato come capro espiatorio.
A casa: non ascolta i suggerimenti dei genitori – esegue affrettatamente o non esegue affatto i compiti – interrompe le conversazioni altrui – non riordina – si inalbera spesso e a sproposito – dimentica i propri impegni – perde tempo – odia aspettare – agisce prima di riflettere – perde o dimentica il materiale scolastico necessario.
Ogni “bambino perfetto” è incorso almeno una volta in uno o più fra i comportamenti scorretti elencati sopra o in altri forse meno evidenti ma ugualmente dannosi.
È questa la ragione per cui una corretta gestione comportamentale in classe e su tutta la classe si rivela di grandissimo aiuto, se non addirittura risolutiva delle problematiche di bambini e ragazzi.
Spesso genitori e insegnanti hanno una diversa percezione dello stesso bambino
Passando ora a parlare dei singoli casi di soggetti con comportamenti problematici, premetto che spesso genitori e insegnanti hanno una diversa percezione dello stesso bambino. Questo, in realtà, può essere un ottimo punto di partenza per collaborare all’impostazione di un corretto comportamento sia a casa sia a scuola.
È poi molto importante che il bambino si senta circondato da persone che hanno fiducia in lui, che non lo condannano ma vogliono insegnargli a dare il meglio per arrivare alla “buona abitudine del successo”, frutto del rispetto di sé e degli altri e del senso di responsabilità, cresciuto di pari passo con la sua età e la sua maturità personale.
Ma vediamo ora due esempi.
GIORGIO, 8 anni,
terzo anno della scuola primaria
Valutazione dell’insegnante Valutazione dei genitori
Giorgio è l’allievo più entusiasta, creativo e curioso che io abbia mai avuto. Tuttavia, farlo lavorare, fargli concludere un compito o seguire un’intera lezione è praticamente impossibile. Siamo a febbraio e non credo di esserci mai riuscito dall’inizio dell’anno scolastico. Giorgio chiacchiera in continuazione o disturba i compagni mentre dovrebbe concentrarsi in silenzio nel proprio lavoro. Non ha ancora imparato ad alzare la mano e richiama spesso la mia attenzione con la voce e il movimento. Per descriverlo, si potrebbe dire che ama fare il clown della classe e comportarsi da sciocco. Adora essere al centro dell’attenzione. È in costante movimento e ha molta difficoltà a tenere le mani a posto. Questo crea grossi problemi durante la ricreazione. Gli altri ragazzi si lamentano del suo comportamento. Non penso che Giorgio lo faccia apposta, semplicemente penso che non riesca a gestire se stesso in maniera corretta.

Giorgio è sempre stato estroverso. Ha un gran senso dell’umorismo e spirito d’avventura. Nulla lo spaventa. All’età in cui molti bambini imparano a parlare, lui ha cominciato a correre e non si è ancora fermato. Ancora adesso non riesce a star seduto a tavola per un intero pasto; inoltre, tenerlo fermo in macchina o, peggio, a svolgere un compito è un’impresa disperata. Le uniche attività che lo tengono sulla sedia, magari per ore, sono giocare con il computer e guardare la televisione. Dobbiamo continuamente ricordargli tutto, anche di vestirsi. Oggi finalmente si è ricordato di portare a casa il libro di matematica, ma si è dimenticato di scrivere che cosa doveva fare, nonostante le nostre raccomandazioni di stamattina subito prima che entrasse in classe. È un ragazzino simpatico con un comportamento impossibile.

LUISA, 9 anni,
quarto anno della scuola primaria
Valutazione dell’insegnante Valutazione dei genitori
Luisa segue le regole della classe e non disturba mai, ma penso che sogni troppo. È come se fosse chiusa in un mondo tutto suo. Non riesce mai a comprendere correttamente quello che dovrebbe fare e non finisce mai in tempo. È troppo lenta. Il suo tempo di attenzione non le consente di finire mai niente. Forse il lavoro richiesto non le interessa. È anche disorganizzata e perde molte cose. Parecchi suoi lavori vengono ritrovati faticosamente sul fondo della sua cartella o sotto il banco. Ha un paio di amici, ma è timida e non lega facilmente. Il suo comportamento sembra quello di una ragazzina di un paio d’anni in meno.

Luisa è sempre stata una bambina dolcissima. Allevarla è stato facile. Non abbiamo mai pensato che avesse problemi fino a quando non ci ha chiamato l’insegnante. Ripensandoci bene, ci pare però che forse abbia sempre avuto qualche difficoltà a portare a termine gli incarichi che le vengono affidati. Si distrae molto facilmente. Sembra che dimentichi subito quello che le è stato detto. In casa è molto disordinata, lascia in giro tutto e perde molte cose. La sua camera è perennemente in disordine. Ha problemi a svolgere i compiti a casa. Fa del proprio meglio ma ci impiega ore. Penso sia preoccupata per il suo rendimento scolastico. Nonostante tutto, dimostra buona volontà. Ama la famiglia ed è felice di farne parte.

In ogni valutazione, sia essa dell’insegnante o del genitore, c’è qualcosa di vero e di utile per poter aiutare il bambino. Nel mio primo libro Fate i bravi! spiego ai genitori come ricercare nel figlio le “buone qualità” per partire proprio da queste caratteristiche positive e correggere le negatività.
Agli insegnanti in classe suggerisco di utilizzare lo stesso approccio.

12
Le regole a scuola… ma anche a casa

All’inizio dell’anno scolastico l’insegnante sa che la cosa più difficile non sarà il lavoro didattico sulla materia: sono nozioni su base scientifica che da tanti anni inculca nei propri allievi secondo quanto è stabilito dai programmi. Certo, c’è sempre l’alunno che impara meglio e di più, ma alla fine dell’anno in genere tutti hanno raggiunto gli obiettivi minimi richiesti. Quello che, di solito, preoccupa di più docenti e genitori è il comportamento dei ragazzi: la loro disponibilità a comunicare correttamente con gli insegnanti e gli adulti in genere e con i compagni, oltre che a imparare e ad assimilare quanto viene loro proposto.
Quando prendono in mano una nuova classe, o anche all’inizio di ogni anno, gli insegnanti si trovano quindi a dover ripensare un programma di gestione comportamentale che, se pur estremamente impegnativo, è quello che, in genere, dà le maggiori soddisfazioni. Perché? La nozione è una banale “cosa” materiale (al giorno d’oggi, poi, tutto è reperibile con un freddo computer), mentre le “emozioni” della persona che ascolta e comunica in classe sono le uniche realtà importanti del percorso educativo, ma diventano tali solo vivendole.
Ogni anno l’insegnante deve ripensare il programma di gestione comportamentale per la classe
Torniamo adesso al programma di gestione comportamentale che, ovviamente, parte dalle regole della classe. Fin dal primo giorno di scuola, i bambini, soprattutto quelli con evidenti problemi di comportamento, hanno un assoluto bisogno di sentirsi in una situazione serena, inseriti in una struttura dove ognuno trova il proprio spazio e dove rispetto e collaborazione sono talmente evidenti che tutti entrano automaticamente a far parte del gioco. Ricordate cosa ho detto nel mio primo libro? Il bambino ha bisogno di certezze, non di alternative. Questo non significa limitare la sua libertà personale: vuol dire indicargli la strada giusta perché, una volta adulto, possa esaminare le alternative e scegliere a ragion veduta.
La classe, così come ogni gioco, ha le proprie regole. Sarebbe anzi molto importante che l’intera scuola osservasse le stesse regole in modo che nessuno possa alimentare il minimo dubbio sul comportamento corretto da tenere in una particolare circostanza. Ma forse questo è un po’ utopico… Allora ogni insegnante, come forse molti hanno sempre fatto, deve prendersi la responsabilità di instaurare nella sua classe proprio quelle regole che diano agli allievi la certezza di essere sulla strada giusta.
Ogni insegnante deve provvedere a instaurare nella sua classe le regole che diano agli allievi la certezza di essere sulla strada giusta
Negli ambienti dove erano state stabilite delle regole e le si facevano osservare (scuola, casa, oratorio, gruppi sportivi, scout ecc.), ho sempre osservato che le persone erano serene e soddisfatte di lavorare e giocare tranquillamente senza alcuna ansia da prestazione né stress.
Quelle che seguono sono le regole che io ho sempre trovato indispensabili in classe. Consiglio di scriverle in modo chiaro e conciso, di esporle in modo visibile e di farle osservare inderogabilmente da tutti.

REGOLE DELLA CLASSE

Inizio lezione

Siediti in silenzio e prepara l’occorrente per la lezione sul tuo banco (necessario per scrivere, compiti, foglio comportamentale).
Incomincia a lavorare o a leggere qualcosa.
Segui immediatamente la prima direttiva dell’insegnante.

Osservare le regole della classe

Entra in classe in silenzio e ordinatamente e senza disturbare nessuno.
Chiedi il permesso prima di fare o toccare qualcosa all’interno della classe o sul banco di qualcun altro.
Alza la mano prima di ogni domanda o risposta e aspetta pazientemente di essere chiamato.
Lavora tranquillamente nell’ambito del tuo banco.
Mantieni sempre un contatto visivo con l’insegnante o con la persona che sta parlando durante tutta la lezione. Ignora chi disturba.

Mantenere la concentrazione sul lavoro

Lavora in modo costante e presta attenzione al tuo lavoro.

Relazionarsi

Rispetta i tuoi compagni e collabora con loro se l’insegnante te lo chiede. Non disturbare mai nessuno in alcun modo.

Riordinare

Metti tutto via in ordine e, se ne è stata data la direttiva, alzati in piedi dietro la tua sedia senza chiacchierare.
Tutti gli educatori sanno che è necessario aiutare bambini e ragazzi a ricordare le regole e a metterle in pratica sempre, puntando sui comportamenti positivi e, naturalmente, iniziando con una sola regola per volta. Per stimolarli, si possono dire frasi – nel momento in cui, per esempio, tutta la classe chiacchiera mentre l’insegnante entra – come “Bravo, Carlo, sei seduto e pronto a cominciare: sarai il primo a uscire alla ricreazione!” o “Sandra, tu che stai già ripassando, formula la prima domanda alla classe e avrai un punto in più sul voto di oggi” o ancora “Giorgio, vedo che hai aperto la pagina del compito. Dacci il risultato della prima operazione”.
Questi commenti non accennano minimamente ad aspetti negativi. Non ci sono infatti né “se” né “ma” e nemmeno un pizzico di ironia, che peraltro la maggior parte dei bambini vede solo come negatività o...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Dedica
  4. Introduzione
  5. Parte Prima: Partire con il Piede Giusto
  6. Parte Seconda: Imparare a Imparare
  7. Parte Terza: Una Classe da 10 (E Lode) in Condotta
  8. Parte Quarta: Sconfiggere i “Mostri”: Letture, Voti, Compiti, Pagelle
  9. Postfazione
  10. Indice Analitico
  11. Indice