Private Room #1

Il fidanzato perfetto

Bianca Maria Vaglio

• Editore: RIZZOLI FIRST
• Anno: 2013
• eBook ISBN: 9788858650196

PRIVATE ROOM Sette storie, sette donne. Ognuna con i propri turbamenti, la propria sensualità, i propri desideri nascosti, in una quotidianità spezzata da incontri imprevisti e passioni travolgenti. Le protagoniste di Private Room sono giovani attrici che inseguono il sogno di entrare nel mondo dello spettacolo, ma anche madri e mogli con la voglia di continuare a sedurre, per provare qualcosa a loro stesse o semplicemente per gioco. Sette istantanee, storie piccanti che si spingono oltre i confini del piacere in tutte le sue sfumature e in cui l'eros diventa il filo conduttore per raccontare diversi modi di vivere la propria femminilità. IL FIDANZATO PERFETTO Una giovane attrice di teatro conosce in vacanza un avvocato bello, brillante, gentile, divertente. Agli occhi di tutte le sue amiche, Marco è il fidanzato perfetto, eppure nasconde qualcosa. Qualcosa che trascinerà la protagonista alla scoperta di un erotismo per lei tutto nuovo, fatto di frustini di cuoio, tacchi a spillo vertiginosi, bondage, e giochi oltre il limite del piacere conosciuto. v.m. 14

Il fidanzato perfetto

Quel ragazzo svizzero che avevo appena conosciuto, Peter, mi disse che il suo hobby era la fisiognomica, aveva letto un sacco di libri. Poteva capire il carattere di una persona osservando i tratti del viso e il modo di atteggiarsi. Mi incuriosii. Gli chiesi di dire qualcosa su di me e sulla mia amica che in quel momento si era allontanata. Disse che lei si atteggiava a “vip” e a “mangiatrice di uomini”, ma che era nevrotica e piena di complessi. Accennai un sorriso. Pensai che non fosse tanto lontano dalla verità.

«E di me, cos’hai capito?»

«Il tuo viso esprime intelligenza, ma anche una profonda malinconia» disse. Fu come se mi avesse tirato uno schiaffo.

Quella frase mi fece male e non riuscii a controllare la rabbia.

«Che sono intelligente è sicuro» ribattei, «ma il resto è una sciocchezza. Come puoi pretendere di capire così su due piedi qualcuno che non conosci?»

Lui rimase senza parole. Ero stupita di aver avuto quella reazione improvvisa, ma non ci potevo fare niente. Mi allontanai, furibonda e decisa a non parlare più con lui.

Malinconica? Ma che voleva dire? Che il mio viso sembrava triste? Non mi sentivo affatto triste in quel momento! Ero una ragazza carina di poco più di trent’anni, ero in vacanza con un’amica in un Club Méditerranée ed ero andata lì per divertirmi ed essere corteggiata, non per sentirmi giudicare dal primo venuto. Eppure sapevo che se mi ero tanto arrabbiata era perché quel ragazzo aveva colto nel segno.

In fondo, dovevo ammetterlo, era proprio così che mi sentivo: malinconica e sola.

L’idea della vacanza non era stata mia, ma di Simona, la mia amica. Mi aveva detto che conosceva quel Club Med, c’era stata l’anno prima. Che era un paradiso, il mare stupendo, si mangiava benissimo, c’era gente simpatica, niente famiglie con bambini, niente cafoni, c’erano molti uomini soli e si faceva amicizia facilmente. Quel genere di vacanza non mi aveva mai attirato, ma non sapevo proprio cosa fare nel periodo intorno a Ferragosto, così le dissi di sì. Non ero mai stata in Corsica, ed ero contenta di fare un’esperienza nuova. Simona mi disse che c’era solo un inconveniente. Avremmo dormito insieme, e lei, la notte, digrignava i denti. In effetti la prima notte mi spaventai. Il rumore che faceva era più forte di quanto immaginassi, ma in seguito mi abituai e non mi svegliai più.

Dopo poco dall’arrivo eravamo state avvicinate da quei due ragazzi svizzeri, Peter e l’altro di cui non ricordo il nome. Parlavano benissimo l’italiano e sembravano gentili e abbastanza interessanti. Poi, quasi subito, venne fuori che quello che faceva da cavaliere a Simona era fidanzato con la sorella di Peter. Peter invece era single e in cerca di compagnia, ma dopo quell’infelice scambio di battute ci ignorammo e quasi non ci salutammo più per il resto della vacanza.

Il giorno dopo, io e Simo, deluse entrambe, ci dedicammo all’abbronzatura e al riposo totale.

La sera andammo a vedere uno degli orribili spettacoli teatrali che propinavano all’interno del villaggio. In realtà tutti ci andavano solo perché ci si poteva mettere in ghingheri, guardare gli altri e farsi guardare.

«Hai visto quei due?» mi bisbigliò a un certo punto Simona. «Lì a destra… due file indietro, non far vedere che ti giri… ci stanno osservando… non sono niente male. Se ci abbordano, quello alto con i ricci e i baffi è mio, l’ho visto prima» aggiunse un po’ scherzando, un po’ no.

Finito lo spettacolo, mentre la piccola folla si disperdeva, li perdemmo di vista. Facemmo un giretto, poi ci incamminammo verso il bar del villaggio e, mentre entravamo nel locale, li incrociammo. Erano alla nostra ricerca, perché Simona sentì uno dei due dire all’altro: «Eccole».

Tornarono indietro e puntarono dritto verso di noi. In breve ci mettemmo a chiacchierare. Quello alto con i ricci, che si chiamava Jonny, disse di essere architetto, l’altro, Marco, era l’avvocato di un’importante banca. Erano di Milano. Trentenni o po...

Indice dei contenuti

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• Presentazione
• Biografia
• Frontespizio
• Copyright
• #1 Il fidanzato perfetto
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