
- 160 pagine
- Italian
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Madre, madri
Informazioni su questo libro
Madre: parola meravigliosa e terribile, consolatoria e incombente, familiare ed estranea. Figura invocata e maledetta, generosa e possessiva, necessaria e rischiosa. Nome di tutti il più bello; e assoluto. Come la vita. Difficile da comprendere, perché le sue manifestazioni affondano le radici nel mito e nella storia, nella realtà e nei simboli, nella comunità e negli individui. Intorno alla Madre e alle Madri - nelle molteplici incarnazioni e memorabili raffigurazioni giunte sino a noi dalla cultura greca, latina e giudaico-cristiana - si interrogano sei interpreti del nostro tempo, in dialogo con i testi antichi, qui riuniti in un'antologia che va dall'Antico Testamento all'innografia bizantina, da Esiodo a Virgilio, da Sofocle e Euripide fino a Seneca e Apuleio. A colei-che-dà -la-vita non si cessa mai di chiedere, senza avvedersi che un cono d'ombra minaccia costantemente la luminosità dell'evento generativo. Forse è tempo di una nuova pietas: proteggere le madri.
Domande frequenti
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Informazioni
la Terra dall’ampio petto, sede sicura per sempre
di tutti gli immortali, che abitano le cime dell’Olimpo
e Amore, il più bello tra gli dèi immortali,
colui che scioglie le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli
Dal Caos nacquero l’Erebo e la Notte oscura;
dalla Notte poi vennero l’Etere e il Giorno,
che lei concepì e partorì congiunta in amore con l’Erebo.
La Terra poi per primo generò, uguale a sé,
il Cielo stellato, affinché l’avvolgesse tutt’intorno,
perché fosse agli dèi beati sede sicura in eterno,
e generò le grandi montagne, dimora gradita
delle dèe Ninfe, che abitano sui monti ricchi di valli,
generò anche il mare infecondo, fremente di flutti,
Ponto, senza amore desideroso.
ben lavorata
il vento che spirava
e la marina mossa nel terrore
la prostravano, con le gote bagnate,
intorno a Perseo cinse le sue braccia
e disse: «figlio mio, che sofferenza!
Tu invece fai la nanna, come tutti i lattanti,
te ne stai addormentato
sul legno inospite, bronzeo di chiodi,
in notte senza lume,
in una bruna tenebra disteso.
L’acqua salsa e profonda,
dell’onda che trascorre,
sui tuoi capelli, non ti dà pensiero,
né il rombo fragoroso
del vento, e sul purpureo
manto stai prono con il tuo bel viso.
Se per te fosse atroce ciò che è atroce,
ai miei richiami il tenero
orecchio porgeresti.
Ti prego, dormi, bimbo,
e dorma pure il mare, e dorma l’immane sciagura:
possa apparire, allora, un cambiamento
da parte tua, Zeus padre;
se un voto troppo ardito ho proferito,
senza averne diritto,
io ti prego, perdonami».
e le indicibili, e le celestiali e le terrene,
la città , anche se tu non ci vedi, tu lo sai, tuttavia,
con quale malattia sta: unico suo protettore
e salvatore, o signore, ti ritroviamo.
Perché Febo, se non l’hai sentito dai messaggieri,
ha comandato a quelli che gli abbiamo mandato
che un’unica liberazione verrà , di questa malattia,
se avendo bene riconosciuto gli uccisori di Laio,
noi li uccidiamo, o li mandiamo via, esuli, da questa terra.
Tu, dunque, non rifiutandoci il responso degli uccelli,
né alcuna altra strada di arte profetica, se la possiedi,
salva te stesso, e la città , e salvami me,
salvami da tutto l’orrore di quello che è morto.
Perché in te è la nostra salvezza: e soccorrere un uomo,
con quello che si ha e che si può, è l’ottima tra le fatiche.
risultati, a chi sa: perché queste cose, io, che le so
bene, io le ho cancellate: e qui non dovevo venire.
e ottimamente, per me, starò io, se ti persuado.
città , che ti ha allevato, rifiutandole questo responso.
la tua parola: dunque, per non patire così nemmeno io…
i miei mali, per non dire i tuoi, non li rivelo.
di tradire noi, e di rovinare la città ?
perché vanamente mi interroghi? Non lo apprenderai,
ma così arido ti dimostrerai, e così inutile?
che abita in te, non lo vedi, e me, tu mi offendi.
che con quelle, tu, adesso, me la offendi, questa città ?
puoi agitarti pure nella tua irritazione, e nella più selvaggia.
tanta irritazione ho in me. Devi sapere, infatti, che tu mi
non uccidendo con le tue mani: ma se tu mai ci vedevi,
anche il fatto, io lo dicevo, c...
Indice dei contenuti
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