ATTO PRIMO
Un ampio salotto che dà sul giardino con una porta sulla parete di sinistra e due porte sulla parete di destra. In mezzo un tavolo rotondo con delle sedie intorno; sul tavolo, libri, riviste e giornali. Verso il proscenio a sinistra una finestra e vicino ad essa un piccolo sofà con davanti un tavolino per il cucito. In fondo la stanza si prolunga in un vano-serra aperto e un po’ più stretto, chiuso all’esterno da vetrate a grossi riquadri. Nel vano-serra, sulla parete di destra, c’è una porta che dà sul giardino. Attraverso le vetrate si scorge un tetro paesaggio di fiordo, velato da una pioggia insistente.
(Il falegname Engstrand in piedi vicino alla porta del giardino. Ha la gamba sinistra lievemente storpia; sotto la suola dello stivale un rialzo di legno. Regine con in mano un annaffiatoio vuoto gli impedisce di venire avanti.)
REGINE (a voce bassa) Che vuoi? Fermati dove sei. Sgoccioli.
ENGSTRAND È la pioggia di Nostro Signore, questa, bambina mia.
REGINE È la pioggia del diavolo, questa.
ENGSTRAND Cristo che risposte, Regine. (Zoppicando, fa qualche passo nella stanza.) Ma era questo, che volevo dirti –
REGINE Non battere così con quel piede, uomo! Il giovane signore sopra sta dormendo.
ENGSTRAND Dorme ancora? In pieno giorno?
REGINE Non ti riguarda.
ENGSTRAND Io sono stato a far baldoria ieri sera –
REGINE Ci credo.
ENGSTRAND Sì, perché noi uomini siamo deboli, bambina mia –
REGINE Sì, che lo siamo.
ENGSTRAND – e le tentazioni sono svariate a questo mondo, sai – ; e tuttavia stamattina presto alle cinque e mezzo, per Dio, ero al lavoro.
REGINE Sì, sì, ma adesso vattene. Qui rendez-vous con te non voglio averne.
ENGSTRAND Che cos’è che non vuoi?
REGINE Non voglio che qualcuno t’incontri qui. E dai; vattene via.
ENGSTRAND (avvicinandosi di qualche passo) No per Dio prima devo farmi una chiacchierata con te. Oggi pomeriggio finisco il lavoro giù alla scuola, e stasera me ne ritorno in città con il battello.
REGINE (mormora) Buon viaggio!
ENGSTRAND Grazie, bambina mia. Domani s’inaugura il convitto, e qui c’è da aspettarsi una bella sbornia generale, capisci. E nessuno dovrà dire di Jakob Engstrand, che non sa dominarsi, quando la tentazione si presenta.
REGINE Oh!
ENGSTRAND Già , perché domani qui ci sarà tanta gente fine. Si aspetta dalla città anche il reverendo Manders.
REGINE Arriva proprio oggi.
ENGSTRAND Lo vedi. E diavolo, non voglio che abbia da ridire sul mio conto, comprendi.
REGINE Ohò, è così!
ENGSTRAND Che cosa è così?
REGINE (lo guarda fisso) In quale trappola, vuoi di nuovo attirare il reverendo Manders?
ENGSTRAND Zitta, zitta; sei matta? Io attirare il reverendo Manders in una trappola? Oh, il reverendo Manders è stato troppo buono con me per quella cosa. Ma era quello, su cui volevo fare due chiacchiere, vedi, io stasera me ne ritorno a casa.
REGINE Per me prima te ne vai e meglio è.
ENGSTRAND Sì, ma io voglio che tu venga con me, Regine.
REGINE (a bocca aperta) Tu vuoi che venga –? Ma, che stai dicendo?
ENGSTRAND Voglio che venga a casa con me, dico.
REGINE (sprezzante) Mai e poi mai mi avrai a casa con te.
ENGSTRAND Oh, lo vedremo.
REGINE Sì, puoi star sicuro che lo vedremo. Io, che sono cresciuta dalla moglie del ciambellano Alving –? Io, che qui sono trattata quasi come una figlia –? Io dovrei trasferirmi a casa tua? In quella casa lì? Ma va’!
ENGSTRAND Che diavolo è questo? Ti ribelli a tuo padre, ragazzetta?
REGINE (mormora senza guardarlo) Quante volte non hai detto che non avevo niente da spartire con te.
ENGSTRAND Uh; che t’importa di ciò –
REGINE Non mi hai strapazzata un sacco di volte e dato della –? Fi donc!
ENGSTRAND Dio-no una parola sporca come quella non l’ho mai usata.
REGINE Oh, me le ricordo io, le parole che usavi tu.
ENGSTRAND Sì, ma solo quando ero sbronzo – hm. Le tentazioni sono svariate a questo mondo, Regine.
REGINE Uh!
ENGSTRAND E poi era, quando tua madre faceva la bisbetica. Dovevo pur trovare qualcosa per provocarla, bambina mia. Sempre suscettibile era su queste cose: (imitandola) «Lasciami Engstrand! Lasciami stare! Ho servito tre anni dal ciambellano Alving di Rosenvold, io!». (Ride.) Cristo mi guardi; mai che dimenticasse che il capitano era diventato ciambellano, mentre lei era al suo servizio.
REGINE Povera mamma; – l’hai fatta fuori presto a forza di tormenti.
ENGSTRAND (con una giravolta) Si capisce; la colpa di tutto è mia.
REGINE (si volta, a mezza voce) Uff –! E quella gamba.
ENGSTRAND Che dici, bambina mia?
REGINE Pied de mouton.
ENGSTRAND È inglese, questo?
REGINE Sì.
ENGSTRAND Sì-sì; un’istruzione quassù l’hai ricevuta, e, questa, può tornare utile adesso, Regine.
REGINE (dopo un breve silenzio) E cos’era che volevi fare di me in città ?
ENGSTRAND Chiedi cosa un padre voglia fare della sua unica bambina? Non sono un vedovo solo e abbandonato?
REGINE Oh, non venirtene con queste chiacchiere. Perché mi vuoi con te?
ENGSTRAND Be’, ti dirò, adesso avrei pensato di metter su qualcosa di nuovo.
REGINE (sbuffa) Ci hai provato un sacco di volte; e t’è sempre andata storta.
ENGSTRAND Sì, ma stavolta vedrai, Regine! – Che il diavolo mi porti –
REGINE (battendo i piedi) Piantala con le bestemmie!
ENGSTRAND Zitta, zitta; su questo hai proprio ragione, bambina mia! Solo questo, volevo dire, – ho messo da parte un po’ di soldi lavorando al nuovo convitto.
REGINE Davvero? Buon per te, questo.
ENGSTRAND E perché mai spenderli qui in campagna i quattrini?
REGINE Be’, dunque?
ENGSTRAND Già , vedi, avevo pensato d’investire i soldi in qualcosa, che potesse rendere. Si tratterebbe di una specie di locale per la gente di mare –
REGINE Uff!
ENGSTRAND Un locale proprio fine, sai; – mica quelle schifezze per la ciurma. No, sangue di Cristo, – roba per capitani e timonieri e – e gente proprio fine, sai.
REGINE E così io dovrei –?
ENGSTRAND Tu potresti dare una mano, sì. Solo per rappresentanza, si capisce. Diavolo, non c’è da faticare, bambina mia. Faresti quello che ti pare.
REGINE Sì-sì, proprio!
ENGSTRAND Ma femmine ce ne devono essere per casa, questo è chiaro come il sole, questo. Perché la sera ci divertiremo un po’ con canzoni e balli e roba del genere. Devi capire, sono marinai che vagano per i mari del mondo. (Più vicino.) Non fare la stupida e non sbarrarti la strada da sola, Regine. Che cosa puoi combinare da queste parti? A che ti serve che la signora a sue spese t’ha dato un’istruzione? Ti occuperai dei bambini nel convitto nuovo, ho sentito. È roba per te questa? Ci hai una voglia matta di rovinarti la salute per quei luridi mocciosi?
REGINE No, se le cose andassero come voglio io, allora – Ma, può succedere. Può succedere!
ENGSTRAND Che cos’è che può succedere?
REGINE Non t’interessa. – È molto il denaro che hai messo da parte qui?
ENGSTRAND Saranno in tutto sette – ottocento corone.
REGINE Mica male.
ENGSTRAND È quanto basta per cominciare, questo, bambina mia.
REGINE E non pensi di regalarmi un po’ di quel denaro?
ENGSTRAND No Dio, non ci penso, no.
REGINE Non pensi neanche di passarmi qualche stoffa per un...