PREMESSA
JAQUES Il peggior difetto che abbiate è quello d’essere innamorato.
ORLANDO Eppure è un difetto che non scambierei con la migliore delle vostre qualità .
Come vi piace, III, 2
Una scrittrice iraniana in esilio, Azar Nafisi, invitata di recente a parlare delle letture che l’hanno formata, ha risposto: «Shakespeare: la prova che Dio esiste». Potremmo dire, a nostra volta: «Shakespeare: la prova che l’amore esiste». Giacché nelle sue quattordici commedie e tragicommedie, nei dieci drammi storici, nelle undici tragedie, nei quattro conclusivi drammi romanzeschi – qualcosa come tremila pagine d’una qualsiasi moderna edizione – questo sublime poeta e drammaturgo – uno dei massimi scrittori d’ogni tempo, per unanime consenso – ha delineato una mappa d’incomparabile ampiezza e profondità del sentimento amoroso, in tutte le sue multiformi manifestazioni.
Questo piccolo breviario profano, rivolto a lettori d’ambo i sessi, d’ogni età e formazione (non è necessario aver compiuto studi letterari e tantomeno teatrali, per goderne) ambisce a far da guida al lettore nei meandri d’una passione che ognuno di noi vive o ha vissuto, ma che non cessa di commuoverci ogni volta che ci confrontiamo con lei, anche in veste di semplici testimoni.
Ci sembrerebbe inopportuno aggiungere altre parole se non per augurarvi buona lettura.
GUIDO DAVICO BONINO
LE ETÀ, LE STAGIONI, LE ORE DELL’AMORE
Com’è noto, ogni ora, giorno, mese, anno è buono per innamorarsi. Ma nella ricchissima gamma di esperienze che egli sa attribuire ai suoi personaggi, Shakespeare – che ha un senso acutissimo, quasi doloroso dello scorrere inesorabile del tempo – privilegia alcune fasi dell’esistenza, alcuni cicli della natura, persino alcuni momenti dell’umana giornata come i più consoni al trasporto amoroso. Delle quattro età dell’uomo – infanzia, giovinezza, maturità , vecchiaia – è certo la seconda più propizia all’amore, alle sue croci e alle sue delizie. Delle quattro stagioni è la primavera, «la gioventù dell’anno», in cui tutto pulsa al soffio d’una nuova vita, a essere preferita. E infine, nell’arco della giornata, è la notte a essere più cara agli amanti, perché propizia ai loro incontri e protettiva della loro segretezza: e, benché tristemente, l’alba, quando – sul fare del giorno, al primo sorgere del sole, nell’indiscreto lucore – è giocoforza lasciarsi.
LA GIOVINEZZA
Tempo divoratore, ti proibisco il crimine più orrendo; – oh, non incidere con le tue ore la bella fronte del mio amore – e non tracciarvi linee con la tua penna antica; – lui nel tuo assalto conservalo intatto, – come modello di bellezza per gli uomini che verranno.
Sonetti, XIX
CAPULETI E quel piacere, di cui sogliono avvivarsi i giovani gagliardi, quando Aprile dalla gaia assise si mette alle calcagna dell’Inverno zoppo, quello stesso diletto, tra i freschi germogli di fanciulle, ti sarà dato provarlo a casa mia stasera. A tutte porgi orecchio, e guardale tutte ben bene; e scegli per l’amor tuo quella che tutte le altre sopravanza nel merito.
Romeo e Giulietta, I, 2
BEROWNE Noi siamo onesti quanto lo possono essere la carne e il sangue. Il mare ha pur da avere il suo flusso e riflusso, il cielo ha pur da mostrare il suo volto: e il sangue dei giovani non può ubbidire ai decreti della vecchiaia, e noi non possiamo opporci alla stessa causa a cui dobbiamo d’esser nati.
Pene d’amor perdute, IV, 3
PORZIA Il cervello ha un bell’ideare leggi per il dominio della passione: un temperamento ardente balza oltre ogni freddo comando. Come una lepre, la gioventù è pazza e salta oltre le reti per lei tese dallo storpio buon consiglio.
Il mercante di Venezia, I, 2
LAERTE Troppo spesso il verme guasta i fiori, figliuoli della primavera, ancora prima che i loro bocciuoli siano dischiusi: ed è proprio al mattino, nell’umida rugiada della gioventù, che le raffiche contagiose incombono più da vicino.
Amleto, I, 3
CLEOPATRA O Cesare dall’ampia fronte, quando tu ancora camminavi sulla terra, ero un bel bocconcino, adatto al desco d’un sovrano: e il grande Pompeo si fermava a guardarmi e spalancava gli occhi, come se sul mio volto volesse ancorare lo sguardo suo e morire nella contemplazione della sua propria vita.
Antonio e Cleopatra, I, 5
OSTE E che avete da dire, a proposito di madamigella Anne, del signorino Fenton? Sa volteggiare e danzare, la giovinezza gli brilla negli occhi, sa scrivere versi e parlare pulito, odora d’aprile e di maggio. Sarà lui ad aver partita vinta, sarà lui! Ce l’ha in pugno miss Anne, e nessuno riuscirà a strappargliela!
Le allegre comari di Windsor, III, 2
OLIVIA E com’è di persona questo Cesario e quanti anni dimostra?
MALVOLIO Non è ancora vecchio da potersi dire uomo e non più così giovane da potersi dire ragazzo. Mi sembra un baccello prima che si riempia di piselli o una mela prima d’esser pienamente matura. Egli si trova tra l’essere ragazzo e l’esser uomo: come l’acqua al volgere della marea.
La dodicesima notte, I, 5
CONTESSA Accadde anche a me quand’ero giovane. Noi apparteniamo alla natura e queste amorose sofferenze ci appartengono. Sono una spina che si trova a pieno diritto nel gambo della rosa della nostra giovinezza. È nel nostro sangue, come il nostro sangue è in noi. Dove una forte passione d’amore si trova impressa nella giovinezza, là si riconosce il segno e il sigillo della natura più schietta. Per quanto possiamo ricordare dei nostri giorni andati, tali furono anche i nostri errori: se possiamo chiamarli così, perché, allora, davvero così non ci apparvero.
Tutto è bene quel che finisce bene, I, 3
PASTORE Vorrei che non ci fosse alcunché di mezzo fra l’età di dieci e quella dei ventitré anni, o che la gioventù se ne dormisse per tutto questo intervallo. Poiché in tutta questa età non c’è null’altro da fare che ingravidar...