Chico e altri racconti - 33 storie di bambini e un fumetto
eBook - ePub

Chico e altri racconti - 33 storie di bambini e un fumetto

Le opere di Giovannino Guareschi #16

  1. 512 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Chico e altri racconti - 33 storie di bambini e un fumetto

Le opere di Giovannino Guareschi #16

Informazioni su questo libro

In quella Bassa padana, un tempo popolata dal prete e dal sindaco più amati d'Italia, ritroviamo una generazione tutta nuova: Chico, Gigino, Giacomino, Cesarino, la Gisa e Paolino… I grandi rivali dell'epica di Guareschi, don Camillo e Peppone, si fanno da parte per lasciare spazio ai loro figli, nipoti e piccoli amici che scorrazzano per il Boscaccio: una masnada di ragazzini alle prese con gli aspetti più duri della vita, raccontati con sentimento e tocco poetico. Trentatré storie, scritte tra il 1942 e il 1966 e scelte dai figli dello scrittore, e il fumetto Ciccio Pasticcio e i due compari, ideato e disegnato dallo stesso Guareschi, diventano un grande libro di favole in grado di affascinare i lettori di ogni età.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Chico e altri racconti - 33 storie di bambini e un fumetto di Giovannino Guareschi in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
BUR
Anno
2018
Print ISBN
9788817044479
eBook ISBN
9788858631652

LA NOTTE DEI MIRACOLI

(Una favola di Natale)

D’improvviso il vento lo investì e gli portò alle nari l’odore della neve.
Pensieri e ricordi lontani gli tornarono impetuosi alla mente e gli scaldarono il cuore.
Ma per un solo istante perché, subito, risentì nel sangue e dentro le ossa il gelo dell’angoscia.
Si accorse di camminare nel grande viale e si fermò sgomento: la sua casa era lì, a cento passi.
«Non ti preoccupare di niente» aveva detto alla moglie dodici ore prima. «Procurerò io ogni cosa.»
Adesso, dopo aver speso in biglietti del tram e in gettoni del telefono fin l’ultima lira, dopo aver macinato a piedi tanti chilometri e salito e disceso tanti scalini e bussato a tante porte, eccolo di ritorno, più miserabile ancora di quand’era uscito di casa.
Passò, come un fantasma, un filobus vuoto, diretto verso il centro. Erano le otto di sera: il lattaio si affacciò, si guardò attorno e tirò giù la saracinesca.
Crepitarono altre saracinesche: a quell’ora la gente aveva comprato tutto quello che poteva comprare e se ne stava rintanata al caldo, in casa.
dp n="312" folio="296" ?
L’uomo si trovò solo nel grande viale deserto: cercò nelle tasche una sigaretta che non trovò, poi s’incamminò lentamente. Quando arrivò davanti al portone di casa, gli venne voglia di tirar via. Continuare a camminare così, fino in fondo al viale, e poi oltre il rondò del filobus; passare sotto il cavalcavia, imboccare la strada in mezzo alla campagna.
E continuare a camminare sempre, anche dentro il canale, fino a quando l’acqua non gli avesse coperta la testa.
Poi pensò alla bambina ed entrò.
Traversò in punta di piedi l’atrio semibuio: aveva vergogna a farsi vedere dalla portinaia.
La portinaia, il marito e i due figli stavano seduti a tavola – una tavola carica di buona roba –, mangiavano con grande impegno e non s’accorsero di niente.
L’uomo non accese neppure la luce della scala: salì cauto e, giunto sul pianerottolo del settimo piano, cercò a tentoni il buco della serratura. "Cosa mi dirà lei?... Cosa dirò alla bambina?..." Quel pensiero gli toglieva il fiato e gli faceva tremare le mani.
Ma non ebbe niente da ascoltare e niente da spiegare: in casa trovò solo buio e silenzio. E, in mezzo alla tavola di cucina, un foglio:
«Vado dai miei. Mi fermerò da loro fino a quando tu avrai trovato una sistemazione. Già da tempo pensavo a questo passo e lo compio stasera perché non mi sento la forza di affrontare lo squallore di un Natale da miserabili. Per me e per la bambina».
L’uomo si sedette e rilesse attentamente la breve lettera. Per quanto avesse la testa piena di confusione, il senso lo capiva: sua moglie e la sua bambina se ne erano andate.
dp n="313" folio="297" ?
Stentava ad accettare l’idea di rimanere disperatamente solo.
«Mi fermerò da loro fino a quando tu avrai trovato una sistemazione...»
Da sette anni lottava duramente per trovarla, quella sistemazione. Ma, se non era riuscito a concludere niente quando la sua lotta aveva uno scopo, cosa avrebbe potuto concludere adesso che gli avevano portato via tutto ciò che lo legava alla vita?
Pur se fosse riuscito a diventare ricco, non avrebbe mai riavuto né la moglie, né la figlia.
I Degossi avevano vinto la lunga battaglia: erano riusciti a rendergli nemica la moglie. Gli avrebbero resa nemica anche la bambina.
Luci gli voleva bene, ma come avrebbe potuto resistere una poverina di otto anni e mezzo contro l’intera famiglia Degossi?
I Degossi lo odiavano: borghesi pieni di soldi e di prosopopea, avevano sognato grandi cose per i due figli: il maschio non li aveva delusi ed era diventato un pezzo grosso nell’industria, coronando la sua carriera con un magnifico matrimonio.
La ragazza era diventata semplicemente la moglie di un pezzente.
Lo odiavano e lo disprezzavano. Quando la faccenda gli era arrivata all’orecchio, il Degossi padre aveva marciato sul ragazzo come un panzer.
«Giovanotto, so chi sei e cosa cerchi. Tu tiri ai quattrini. E credi aver buon gioco perché mia figlia è una bambina».
«Io ho diciotto anni come vostra figlia» aveva obiettato il ragazzo.
«L’età non conta. Vedi di lasciar tranquilla mia figlia o ti romperò le ossa.»
Ma la ragazza aveva perso la testa e non intendeva a nessun costo di essere lasciata tranquilla, la storia continuò.
Quando il ragazzo andò a fare l’allievo ufficiale a casa di Dio, i Degossi tirarono un gran respiro. Ma, a un bel momento, la ragazza scappò per andare a vivere vicino al giovanotto e i Degossi ebbero il loro da fare per convincerla a tornare a casa.
Scappò ancora quattro mesi dopo, quando, finito il corso, il ragazzo venne mandato al reggimento.
Era l’agosto del ’43 e mettersi in viaggio risultava un’impresa da disperati: i Degossi partirono ugualmente e raggiunsero la fuggitiva.
Ma, pure essendo partiti il giorno stesso della fuga della figlia, e pure avendo impiegato, nel viaggio, due soli giorni, i Degossi arrivarono con quattro mesi di ritardo.
E, siccome la situazione era incerta e il giovanotto poteva essere trasferito Dio sa dove da un momento all’altro, i Degossi dovettero lasciargli sposare la figlia.
Ripartirono col mal di fegato e con la ferma decisione di considerare defunta la figlia.
Il matrimonio fu celebrato la mattina dell’8 settembre: tre giorni dopo un giovanotto recapitava ai Degossi una lettera della ex figlia:
«Gianni, fatto prigioniero in caserma poche ore dopo il matrimonio, è stato deportato in Polonia. Sono rimasta sola, in mezzo al caos, senza danaro».
I Degossi recuperarono la figlia pregando Iddio che il mascalzone non tornasse mai più indietro.
La Luci – che entrava ufficialmente nella vicenda il giorno 10 dicembre, come figlia di Gianni Maloi e come responsabile del disgraziato matrimonio della madre – non poteva essere accolta con simpatia dai Degossi: il fatto che il padre non avesse ancor dato segno di vita, la rese, se non gradita, tollerabile.
Lo stesso Gianni Maloi, continuando a sostenere la parte del disperso pure dopo la nascita di Luci, si rese meno odioso.
Però ridiventò di colpo odiosissimo il giorno 5 ottobre 1945, quando si presentò vestito come un pezzente alla porta dei Degossi e spiegò:
«Durante un trasferimento in Polonia, siamo fuggiti io e un mio amico. Il mio amico è stato colpito, io sono riuscito a salvarmi perché i polacchi mi hanno aiutato, ma non ho mai potuto darvi mie notizie».
Il Degossi padre non gli lasciò dire di più:
«Cosa vai cercando in casa mia?».
«Vorrei salutare mia moglie.»
«Qui c’è soltanto mia figlia e non te la lascio vedere. Se vuoi parlare a tua moglie, portatela a casa tua.»
Gli sbatterono la porta in faccia e dovette andarsene.
Tornò a farsi vedere due mesi dopo: con quel che morendo gli aveva lasciato una vecchia zia, Gianni era riuscito a metter su casa e ora veniva a prendersi la moglie.
I Degossi prima di lasciar libera la figlia le parlarono chiaro:
«Devi scegliere: o noi o lui. Una volta fuori di qui, noi non ti conosciamo più».

«Mi fermerò da loro fino a quando tu avrai trovato una sistemazione...»
L’aveva cercata disperatamente per sette anni, quella sistemazione: ma non ne aveva azzeccata una buona. Era riuscito a tenere in piedi la baracca per cinque anni, coprendo il disavanzo coi quattrini dell’eredità.
Finiti i quattrinelli della riserva, erano incominciati i guai grossi.
La moglie, davanti alle prime difficoltà, aveva ceduto subito, ricorrendo ai genitori.
I Degossi l’aspettavano al varco:
«O lui o noi. Fin che te ne stai con lui, da noi non avrai mai un soldo».
Si rivolse al fratello e ottenne uguale risposta.
Era una Degossi anche lei e, naturalmente, entrò in ballo l’orgoglio: non poteva arrendersi e non si arrese. Però, man mano che le difficoltà amministrative aumentavano, aumentava nella donna il risentimento verso il marito: "Se i miei non mi aiutano" pensava "la colpa è sua".
E il risentimento diventava sempre più intenso e, in un anno, arrivò a confondersi, talvolta, con l’odio.
Superato, tra bene e male, l’ostacolo del Natale del ’51, la situazione precipitò: Gianni, sentendosi pesare sulle spalle l’ostilità della moglie, perdette la calma. Abbandonò la normale attività che, pur dandogli modestissimi guadagni, gli permetteva di tenere in piedi la baracca e cercò i guadagni grossi e rapidi.
C’è gente che vive sugli smaniosi e così, a un bel momento, Gianni incocciò nel tizio che gli venne a proporre l’affare "formidabile".
Occorreva però un certo capitale liquido: Gianni lo trovò e, una settimana dopo, aveva perso socio e quattrini.
I Degossi, naturalmente, colsero l’occasione per iniziare la grande offensiva: scrissero lettere patetiche, inviarono in missione vecchi amici abili e fidati.
dp n="317" folio="301" ?
Le parole del biglietto che Gianni continuava a rimirare erano poche, ma dicevano tutto quel che c’era da dire.
Dicevano, tra l’altro, che i Degossi avevano vinto e che Gianni era un uomo finito.

Il "salone" di casa Degossi era parato a festa: luci e fiori da tutte le parti e, vicino alla grande tavola apparecchiata, scintillante di cristalli, l’albero di Natale enorme e stracarico di minuscole meraviglie.
L’albero l’avevano preparato per la Luci, ma la Luci, pure apprezzando il gentile pensiero, non aveva perso la testa davanti a quella meraviglia. E tutti se ne resero perfettamente conto quando donna Degossi annunciò che era arrivato il momento di mettersi a tavola e, assunto il comando delle operazioni, assegnò i posti ai sei ospiti. Sei in quanto, oltre alla Degossi figlia e annessa Luci, partecipavano alla cerimonia il Degossi figlio, pezzo grosso, con moglie e, pure con moglie, il Degossi fratello e socio in affari del Degossi padre.
Tutti si sedettero al posto assegnato, ma quando donna Degossi concluse le operazioni esclamando «... e la Luci qui vicino alla nonna», la Luci non si mosse dal suo angolino e rispose tranquilla:
«Io aspetto che arrivi il babbo».
Nessuno si immaginava un’uscita di quel genere e, alle parole della Luci, seguì un silenzio pieno d’imbarazzo.
«Il babbo» spiegò donna Degossi «arriverà più tardi. Lo aspettiamo seduti a tavola.»
La Luci non trovò niente da obiettare e andò a insediarsi alla sinistra di donna Degossi. Ma, appena seduta, si guardò attorno e si accorse che qualcosa non funzionava:
dp n="318" folio="302" ?
«Dov’è il posto del babbo?» domandò.
Il Degossi padre aveva una voglia matta di risponderle che il posto del babbo era all’inferno: donna Degossi lo capì e intervenne prontamente.
Si alzò in piedi, controllò i coperti, poi finse di arrabbiarsi:
«La Luci ha ragione! Quella confusionaria della Giustina ha apparecchiato per otto anziché per nove!».
La Giustina ebbe una bella ramanzina e portò l’occorrente per il nono coperto.
«Dove lo metto?» domandò a donna Degossi.
«Lì, vicino alla mamma» spiegò la Luci.
«Giusto» approvò donna Degossi.
Quando il nono coperto fu apprestato, la Luci scappò in anticamera dove aveva lasciato la sua borsa coi libri di scuola. Tornò, di lì a poco, con una busta che andò a sistemare accuratamente fra il primo e il secondo piatto del nono coperto.
Anche questa era una faccenda cui nessuno aveva pensato: ma la Luci non poteva dimenticarsi una cosa di tanta importanza.
La letterina di Natale, per una bambina di otto anni e mezzo, è essenziale. Basilare.
Seguì un altro lungo e pesante silenzio e, ancora, donna Degossi dovette intervenire...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. AL BOSCACCIO - (Prima storia)
  4. IL TRANVAI AL BOSCACCIO - (Seconda storia)
  5. GIGINO
  6. LA PAGELLA
  7. STORIA SEGRETA DEL FIGLIO DI NESSUNO
  8. DUE MANI BENEDETTE
  9. TRISTE DOMENICA
  10. FAVOLA DI SANTA LUCIA
  11. LA BUSTARELLA
  12. IL PILONE
  13. IL FISCHIO
  14. ROBA DEL 1922
  15. LADRI DI BICICLETTE
  16. IL DONO DI STALIN
  17. LA LUCE CHE NON SI SPEGNE
  18. DA NATALE...
  19. UN PACCHETTO DI «NAZIONALI»
  20. LA COSCIENZA
  21. SUOR FILOMENA
  22. TRIPLO CONCENTRATO
  23. L’ESAGERÀTO
  24. IL DECIMO CLANDESTINO
  25. IL CANCELLO CHIUSO
  26. LA NOTTE DEI MIRACOLI - (Una favola di Natale)
  27. VITA CON LA MADRE - (Favola)
  28. L’ALBA DEL COMMENDATORE - (Favola)
  29. LA DOTE DI CLEMENTINA
  30. IL TESORO
  31. CAVALLI E DONNE
  32. NOTTE DI GIUGNO
  33. IL CAPOBANDA PIOVUTO DAL CIELO
  34. 2° PREMIO
  35. IL RAGAZZINO CHE VEDEVA GLI ANGELI