
- 128 pagine
- Italian
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Nel segno della parola
Informazioni su questo libro
La parola che da arma difensiva e offensiva si riduce a "merce" (Del Giudice); la parola che si piega a strumento di "prevaricazione", come dimostrano gli eccessi tragici degli ultimi tempi (Eco); la parola dell'uomo che si contrappone a quella di Dio e si fa "diabolica", divenendo veicolo di odio e divisione (Ravasi). Tre autori contemporanei dialogano con i testi di Gerusalemme, Atene e Roma, riuniti qui in un'antologia che ripercorre alcuni momenti esemplari della riflessione antica sulla parola e sul suo rapporto con il potere, dalla Genesi alle Nuvole di Aristofane alle Confessioni di Sant'Agostino. Oggi, nel tempo del rinnovato "impero della retorica", la tragedia è che i padroni del linguaggio mandino in esilio i cittadini della parola. In questa prospettiva la filologia, l'"amore per la parola", trascende il significato di disciplina specialistica e si eleva a impegno morale e civile di ogni uomo.
Domande frequenti
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Informazioni
PER UNA STORIA DELLA PAROLA
dp n="68" folio="68" ? dp n="69" folio="69" ?La parola dell’inizio
Parole che lodano Dio
2 I cieli narrano la gloria di Dio,
e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
3 Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
4 Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.
5 Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola [...].
8 La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.
9 Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi [...].
15 Ti siano gradite le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.
ai retti si addice la lode.
2 Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
3 Cantate al Signore un canto nuovo,
suonate la cetra con arte e acclamate.
4 Poiché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
5 Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
6 Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
7 Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.
8 Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
9 perché egli parla e tutto è fatto,
comanda e tutto esiste.
Fiocchi di neve in inverno
«Quello è il Laertiade Odisseo, l’astutissimo,
che crebbe presso il popolo di Itaca pietrosa
e conosce ogni inganno, e densi pensieri».
E allora le disse in risposta il saggio Antenore:
«Donna, davvero questa parola tu l’hai detta bene:
ché già una volta venne qui da noi, il divino Odisseo,
ambasciatore, per te, con Menelao caro ad Ares,
e ospiti io li accolsi, li onorai in casa mia,
e seppi d’entrambi l’aspetto, e i densi pensieri.
Ma quando si mescolarono fra l’assemblea dei Troiani,
in piedi, Menelao superava Odisseo delle ampie sue spalle;
entrambi seduti, ben più maestoso era Odisseo;
ma quando parole e pensieri, per tutti, tessevano,
certo, sì, Menelao arringava fluente,
poche parole ma chiare, perché egli non è né ciarliero
né cattivo oratore: di nascita, era anche più giovane.
Ma quando s’alzava a parlare Odisseo astutissimo
restava immobile, in basso guardava, gli occhi inchiodati
[a terra,
e non agitava lo scettro né avanti né indietro,
ma lo teneva fermo, simile a un uomo inesperto:
l’avresti detto un pazzo, o uno stolto, davvero;
ma quando dal petto, vasta, emetteva la voce
e parole simili ai fiocchi di neve in inverno,
nessun altro mortale, no, con Odisseo avrebbe conteso:
e non si faceva più caso, allora, all’aspetto d’Odisseo».
La parola che feconda
invocatelo, mentre è vicino.
7 L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
8 Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore.
9 Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
10 Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
11 così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.
12 Voi dunque partirete con gioia,
sarete condotti in pace.
I monti e i colli davanti a voi
eromperanno in grida di gioia
e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani.
13 Invece di spine cresceranno cipressi,
invece di ortiche cresceranno mirti.
La parola dei sovrani
colui cui danno onore le figlie del grande Zeus
e guardano benevole alla nascita, fra i re nutriti da Zeus,
sulla sua lingua versano una dolce rugiada
e le parole scorrono amabili dalle sue labbra: il popolo
tutto l’ammira, mentre egli discerne le leggi
con eque sentenze. E parlando sicuro
sapientemente egli placa d’un tratto le liti più acerbe;
ed è perciò che i re sono saggi, perché ai popolani
offesi, in assemblea, compiono il risarcimento
senza fatica, quietandoli con tenere parole.
E quando giunge all’adunanza, tutti lo venerano come un dio
con dolce reverenza, ed egli risplende fra i convenuti.
La parola del tiranno
ora non datene agli dèi la colpa:
questi uomini li avete fatti grandi proprio voi, voi li avete appoggiati,
Uno per uno, voi seguite tutti le orme della volpe,
ma insieme siete solo teste vuote:
voi badate alla lingua e alla parola mutevole di un uomo:
di ciò che accade, non vedete nulla.
Encomio di Elena
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- AVVERTENZA DEL CURATORE
- NEL SEGNO DELLA PAROLA
- PER UNA STORIA DELLA PAROLA