
- 256 pagine
- Italian
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eBook - ePub
La prima volta
Informazioni su questo libro
Melvin Burgess, Anne Fine, Keith Gray, Mary Hooper, Sophie McKenzie, Patrick Ness, Bali Rai, Jenny Valentine: otto autori per giovani adulti tra i più raffinati e affermati raccontano a modo loro, senza falsi moralismi e con un filo di ironia, la perdita della verginità. La verginità può essere un dono, ma anche un fardello. E prima o dopo il momento giusto arriva per tutti. Che sia splendida, goffa, buffa o semplicemente da dimenticare, la prima volta resta sempre e comunque uno dei momenti che hanno segnato (o segneranno) la vita di tutti noi.
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Informazioni
Print ISBN
9788817049184eBook ISBN
9788858652077PER I RAGAZZI È DIVERSO
Patrick Ness
Traduzione di Stefania Di Mella
L’ELENCO
Va bene, allora, viva la sincerità, ecco più o meno tutto quello che ho fatto (e non è neanche poco, alla fin fine):
1. Mi sono fatto le %%%%%, ovviamente. Tutti si fanno le %%%%%. Se dicono di no, mentono. E comunque farsi le %%%%% non conta, ci mancherebbe. Non puoi perdere la verginità con te stesso.
2. E, restando in argomento, mi sono fatto fare le %%%%%. Ma dai, chi in seconda superiore non è mai tornato a casa da una festa senza averlo fatto sotto la pila dei cappotti? Andiamo, su, è solo la mano di un altro.
3. Andando un po’ più sul pesante, mi sono fatto fare i %%%%% e ne ho fatti anch’io. E fin qui, ancora nulla di sconvolgente.
4. Volete qualcosa di un po’ più strano? Be’, ho %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%% %%%%%%%%. (Okay, non ho il permesso di fare neanche un minimo accenno a cose strane. Non è quel tipo di storia, d’accordo.)
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%% %%%%%%%%. (Okay, non ho il permesso di fare neanche un minimo accenno a cose strane. Non è quel tipo di storia, d’accordo.)
5. E ovviamente non ne staremmo parlando se non avessi %%%%%%%. Sì, insomma, proprio %%%%%%%, che poi è la definizione di perdere la verginità, se sei un maschio.
E tanto per essere chiari, il numero 5 non l’ho fatto una volta o due al massimo. Non sono uno di quei verginelli sfigati che si chiudono nella cabina armadio chiedendosi se sono andati fino in fondo o no. Io ci sono andato, giuro. Anche se non conta davvero quante volte lo fai. Tu credi che dopo averlo fatto ti sentirai meno solo, ma non è così, non è mai così.
E comunque la questione direi che è: a che punto dell’elenco ho smesso di essere vergine?
È così ovvio che sia al 5? O può essere anche prima, che so, al 3? O al 2?
Ci sono gradi di verginità? C’è un punteggio? Una classifica?
E chi lo decide?
Perché forse non è così chiaro. Forse c’è dell’altro. Forse qualcuno direbbe che, anche se dall’1 al 5 ho fatto tutto, sono ancora vergine.
E forse lo direi anch’io.
COME COMINCIA
Questa storia potrebbe cominciare in un sacco di punti, e quindi, per esempio, potrebbe partire il primo giorno della terza superiore, con me e Charlie durante l’ora di geografia che aspettiamo che Mr Bacon finisca di attribuire i posti.
«%%%%%, ci vorrà una vita» dice Charlie, poi sbatte gli occhi per la sorpresa. «Che %%%%% è successo? Che %%%%% sono queste strisce nere?»
Scrollo le spalle. «È quel genere di storia. Certe parole sono necessarie perché questa è vita vera, ma non si possono usare apertamente perché siamo troppo giovani per leggere nero su bianco quello che nella realtà già facciamo, capito?»
Charlie annuisce solenne a questa verità. Poi fa un sorrisetto. %%%%%%%%%% dice. Il sorriso gli si allarga sulle labbra. «%%%%%%%%%%%%%% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%.»
Annuisce di nuovo. «Fico.»
Annuisce di nuovo. «Fico.»
E proprio su quel “Fico”, ecco che arriva Freddie Smith, ed è a questo punto che tutto comincia davvero.
«Non esiste, %%%%% !» esclama Charlie.
Guardiamo Freddie che si presenta da Mr Bacon e Mr Bacon che individua il suo nome nell’elenco e gli indica me e Charlie. La nuova grande idea del nostro insegnante per quest’anno è farci sedere in quadrati anziché nelle barbose vecchie file: banchi addossati in piccole isole di quattro in giro per l’aula. Dice che è per stabilire un metodo “collaborativo”, ma anche un cretino capirebbe che così non riuscirà affatto a mantenere il controllo su di noi.
I quadrati sono in ordine alfabetico perciò io – che mi chiamo Ant Stevenson – sono seduto accanto a Charlie Shepton, che è mio vicino nell’alfabeto e, di conseguenza, di banco dalla scuola elementare. E ora è tornato anche Freddie Smith, già amico d’alfabeto mio e di Charlie, prima che, alla fine della quarta elementare, si trasferisse a Southampton con il padre.
«Charlie Shepton e Ant Stevenson» dice Freddie Smith, venendo verso di noi con un ghigno.
«%%%%%, Freddie Smith» dice Charlie, alzandosi in piedi e dando un pugno a Freddie su una spalla, nonostante Freddie ora sia il doppio di lui. In effetti Freddie è più grosso anche di me, e non nel senso che è grasso, ma nel senso che sembra un giocatore del Sei Nazioni appena sceso dal pullman della squadra per andarsi a comprare un pacchetto di sigarette. «Dove %%%%% ti eri nascosto?» chiede Charlie. «%%%%%, se ne è passato di tempo.»
«Modera il linguaggio, Charlie» lo rimprovera Mr Bacon dalla cattedra. «Primo richiamo. Ora siediti.»
«Ma è tutto censurato, signore» si difende Charlie. «Così è come se non avessi detto nulla di male. %%%%%. Visto?»
«Siediti» ripete Mr Bacon.
«Mamma e papà si sono rimessi insieme» ci spiega Freddie, mentre ci sediamo. «Dopo sette anni, incredibile, no?» I suoi occhi vagano nell’aula affollata. «Ehi, non ditemi che il quarto sarà il piccolo Jack Taylor.»
«Oh, %%%%%» esclama Charlie, mentre Mr Bacon sta già indirizzando Jack Taylor verso il nostro quadrato.
«Cosa?» chiede Freddie, rivolto a me, un po’ confuso. «Sarà come ai vecchi tempi.»
Perché dovete sapere che una volta noi quattro, io, Charlie, Freddie Smith e Jack Taylor eravamo inseparabili. Per tutte le elementari. Oltre al fatto di essere seduti vicini per via dei nostri cognomi, abitavamo anche nello stesso gruppo di strade e per un po’ siamo stati sempre insieme. Le feste di compleanno, le squadre di calcio, ma anche solo ciondolare in giro stupidamente, come sempre.
Poi Freddie se n’è andato. E un paio d’anni dopo, con la pubertà, lo sviluppo e tutto il resto, io sono diventato di colpo il più grosso di tutti, a livello di un giocatore di football americano, e Charlie è cresciuto di tipo trenta centimetri senza prendere un solo chilo, e Jack, be’, insomma, Jack non è cresciuto granché e, quando siamo andati tutti alla St Michael’s Boys’, Charlie e io siamo rimasti amici, Jack invece diciamo che ha preso la sua strada. E mentre io e Charlie abbiamo continuato a fare le solite cose – giocare a calcio, saltare la scuola, e ancora giocare a calcio – Jack… sì, insomma…
Jack, se devo dire la verità, si è spostato un po’ sull’altra sponda.
Si è iscritto a recitazione. E a canto. E si è messo a scrivere recensioni di opere liriche per il giornale della scuola. E sapeva tutto su Padraig Harrington (il golfista, e non chiedetemi altro), di sicuro più di quanto qualunque iscritto a recitazione sia tenuto a conoscere.
E non lo dico con cattiveria, sia chiaro.
Perché quando succede un po’ alla volta non ci fai caso, sapete? Jack è un tuo amico. E tu gli vuoi bene perché gliene hai sempre voluto. E poi magari un giorno pensi, sì, VA BENE, è un tantino effeminato, e allora? È Jack. E neanche ci stai a pensare, per la maggior parte del tempo.
A meno che tu non sia Charlie e un giorno ci cominci a pensare.
Charlie ha cominciato a pensarci diciamo da Natale scorso. E non ci va tanto per il sottile.
«Jack è un finocchio del %%%%%, ormai» commenta, mentre lo vediamo arrivare. «Ehi, si può dire finocchio, non te lo cancellano.»
Freddie inarca le sopracciglia. «Jackie è diventato gay?»
«No» rispondo. «L’anno scorso è uscito per quasi tutto il tempo con Georgina Harcourt. È solo un po’ effeminato.»
«È un gay del %%%%%» insiste Charlie. «L’anno scorso l’hanno beccato che %%%%% con un gruppetto dell’ultimo anno.»
«No, non è vero» replico io. «Claudia Templeton della St Margaret ha messo in giro questa storia per coprire le voci sul suo ragazzo che mandava a tutti le foto della sua %%%%% con il telefonino.»
«Oh, sì» commenta Charlie, ridacchiando. «Quello sì che era forte.»
«Non può essere Freddie Smith» esclama Jack, mollando la sua borsa sul quarto banco della nostra isola.
«Ehilà, Jack» dice Freddie. «Ho saputo che sei diventato una specie di Graham Norton.»
Jack lancia un’occhiataccia a Charlie. «Ah, vedo che stavi parlando con %%%%%%.»
«Ehi!» esclama Charlie. «Che cosa c’era dietro la striscia?»
«Ciao, Jack» dico, salutandolo con la testa.
«Ciao, Ant» fa lui e annuisce in risposta, un po’ timoroso.
«Graham Norton è un uomo ricco, Jack» continua Freddie, sempre con un sorrisetto sulle labbra. «Non c’è niente di cui vergognarsi.»
«Ma per favore» risponde Jack. «Ha una testa che sembra un cocomero. E l’avete mai sentito cantare?» Jack squadra Freddie da cima a fo...
Indice dei contenuti
- La prima volta
- Copyright
- Gol Keith Gray
- L'età del consenso Jenny Valentine
- Le parole giuste per rimorchiare Melvin Burgess
- Per i ragazzi è diverso Patrick Ness
- Charlotte Mary Hooper
- Così è la vita Sophie McKenzie
- Il panno bianco Bali Rai
- Perso e trovato Anne Fine
- Sugli autori
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