La corte di fiamme e argento
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La corte di fiamme e argento

  1. 720 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La corte di fiamme e argento

Informazioni su questo libro

Nesta Archeron non è quel che si dice un tipo facile: fiera del suo carattere spigoloso, è particolarmente facile alla rabbia e poco incline al perdono. E da quando è stata costretta a entrare nel Calderone ed è diventata una Fae contro la sua volontà, ha cercato in ogni modo di allontanarsi dalla sorella e dalla corte della Notte per trovare un posto per sé all'interno dello strano mondo in cui è costretta a vivere. Quel che è peggio è che non sembra essere ancora riuscita a superare l'orrore della guerra con Hybern. Di certo non ha dimenticato tutto ciò che ha perso per colpa sua.

A rendere ancora più irritante la sua situazione, poi, ci pensa Cassian, apparentemente dotato di una naturale predisposizione a farle perdere il controllo. Ogni occasione è buona per stuzzicarla e provocarla, rendendo però allo stesso tempo evidente la natura del focoso legame che, loro malgrado, li unisce.

Nel frattempo, le quattro infide regine, che durante l'ultima guerra si erano rifugiate sul Continente, hanno siglato una nuova e pericolosa alleanza, una grave minaccia alla pace stabilita tra i regni. E la chiave per arrestare le loro mire potrebbe risiedere nella capacità di Cassian e Nesta di affrontare una volta per tutte il loro passato.

Sullo sfondo di un mondo marchiato dalla guerra e afflitto dall'incertezza, i due Fae tenteranno di venire a patti con i loro personali mostri, con la certezza di trovare, l'uno nell'altra, quel qualcuno che li accetta così come sono e che li può aiutare a lenire tutte le ferite.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2021
Print ISBN
9788804732327
eBook ISBN
9788835707967
Parte prima

NOVIZIA

1

Cassian alzò il pugno verso la porta verde nella penombra del corridoio e restò in attesa.
Aveva ucciso più nemici di quanto potesse ricordare, aveva combattuto su innumerevoli campi di battaglia con il sangue fino alle ginocchia senza mai smettere di avanzare, aveva fatto scelte che erano costate la vita a molti guerrieri esperti, era stato un generale, un soldato semplice, un assassino, eppure... eccolo lì ad abbassare il pugno.
Esitante.
L’edificio sulla riva destra del fiume Sidra aveva bisogno di essere ritinteggiato. E di avere nuovi pavimenti, a giudicare da quanto erano scricchiolate le assi sotto i suoi stivali quando si era inerpicato su per le due rampe di scale. Se non altro, però, era pulito. Davvero repellente per gli standard di Velaris, ma considerando che la città stessa non aveva bassifondi c’era poco di che stupirsi. Aveva visto e abitato posti assai peggiori.
Però non era mai riuscito a capire perché Nesta insistesse a vivere lì. Intuiva i motivi per cui non voleva risiedere nella Casa del Vento, era troppo lontana e lei non poteva volare o trasmutarsi all’interno. Il che voleva dire salire e scendere ogni volta diecimila gradini. Ma perché vivere in quella discarica quando la casa di città era libera? Da quando erano stati portati a termine i lavori di costruzione della grande dimora sul fiume di Feyre e Rhys, la casa di città era rimasta aperta per qualsiasi amico la volesse o ne avesse bisogno. E infatti sapeva che Feyre aveva offerto una stanza lì a Nesta e che lei aveva rifiutato.
Si accigliò alla vista della vernice scrostata della porta. Non trapelava alcun suono dallo spiraglio ben percepibile che separava la porta dal pavimento, così alto che anche il più grasso dei ratti ci sarebbe potuto scivolare sotto; nessun profumo fresco aleggiava nello stretto corridoio.
Se aveva fortuna, lei poteva essere fuori, magari rimasta addormentata sotto il bancone di una qualche squallida taverna frequentata la notte prima. Anche se forse, in quel caso, sarebbe stato pure peggio, perché allora sarebbe stato costretto ad andare a recuperarla fin lì.
Cassian sollevò di nuovo il pugno, il rosso del suo Sifone si rifletté nelle antiche lucifatate incastonate nel soffitto.
Codardo. Fa’ vedere le palle.”
Cassian bussò una volta. Due.
Silenzio.
Cassian si lasciò quasi sfuggire un sospiro di sollievo. Grazie alla Madre.
Passi rapidi e decisi risuonarono al di là della porta. Ciascuno più furibondo del precedente.
Lui strinse le ali, drizzò la schiena e distanziò i piedi. La tradizionale posizione da battaglia sedimentatasi dentro di lui negli anni di addestramento e divenuta ormai mera memoria dei muscoli. Non voleva pensare al motivo per cui quei passi lo spingevano a comportarsi così.
Il colpo secco con cui lei aprì ciascuna delle quattro serrature avrebbe potuto essere tranquillamente il suono di un tamburo di guerra.
Cassian ripercorse mentalmente la lista delle cose che aveva da dire e il modo in cui Feyre gli aveva suggerito di dirle.
La porta venne spalancata, il pomolo girato con furia estrema, come se avesse avuto il suo collo fra le mani, pensò Cassian.
Nesta Archeron era già visibilmente seccata. Ma almeno era lì.
Non sembrava stare molto bene.
«Che vuoi?» domandò aprendo la porta appena di due dita.
Quando l’aveva vista l’ultima volta? Alla festa di fine estate su quella chiatta nel Sidra il mese prima? Non gli era parsa così malmessa. Ma di certo una nottata trascorsa ad annegarsi nel vino e nel liquore non lasciava a nessuno un bell’aspetto il giorno dopo. Specialmente alle...
«Sono le sette del mattino» gli disse scrutandolo con quei suoi occhi grigio-azzurri che lo facevano sempre intenerire.
Indossava una maglietta da uomo. Peggio, indossava solo una maglietta da uomo.
Cassian posò una mano sullo stipite della porta e le rivolse un sorrisino che sapeva l’avrebbe fatta infuriare. «Notte movimentata?»
Un anno movimentato, a dire il vero. Il suo bellissimo viso era pallido e molto più magro di come era stato prima della guerra contro Hybern, le labbra esangui e gli occhi... Freddi e penetranti, come una mattinata d’inverno sulle montagne.
Nessuna gioia, nessuna risata in quei luoghi. E neppure in lei.
La ragazza fece per chiudergli la porta sulla mano.
Cassian infilò lo stivale nella fessura prima che lei gli rompesse le dita. A Nesta sfuggì un moto di disappunto.
«Feyre ti vuole a casa.»
«In quale?» domandò lei fissando con aria corrucciata il piede di Cassian nella fessura. «Ne ha cinque.»
Lui evitò di risponderle a muso duro. Quello non era un campo di battaglia e loro non erano nemici. Il suo lavoro era di scortarla nel luogo designato. E poi sperare che la graziosa dimora in cui Feyre e Rhys si erano appena trasferiti non venisse ridotta in macerie.
«La nuova.»
«E perché mia sorella non è venuta a prendermi di persona?» Cassian colse subito il luccichio sospettoso nel suo sguardo, il lieve irrigidimento della schiena. E l’istinto gli suggeriva di raccogliere la sfida, di spingere e vedere dove sarebbero arrivati.
Dal solstizio d’inverno si erano scambiati appena una manciata di parole. Quasi tutte alla festa sulla chiatta da diporto un mese prima. Queste:
“Spostati.”
“Ciao, Nes.”
“Spostati.”
“Con piacere.”
Dopo mesi di nulla, in cui a malapena l’aveva vista, non si erano detti altro.
Non era neppure riuscito a capire perché si fosse presentata alla festa ben sapendo che si sarebbe trovata bloccata in mezzo all’acqua in loro compagnia per delle ore. Probabilmente la sua rara apparizione si doveva ad Amren e a quel poco di influenza che la femmina esercitava ancora su di lei. Ma alla fine della serata Nesta era stata in prima fila per scendere dall’imbarcazione, le braccia strette al petto, mentre Amren, ferma all’altra estremità, rimuginava sull’accaduto in evidente stato di rabbia e disgusto.
Nessuno aveva chiesto cosa fosse successo fra loro due, neppure Feyre. La barca aveva attraccato e Nesta era balzata giù; da allora nessuno le aveva più parlato. Fino a quel momento. Fino a quella conversazione che sembrava la più lunga dai giorni delle battaglie contro Hybern.
«Feyre è la Signora Suprema. È impegnata a governare la Corte della Notte.»
Nesta inclinò il capo e i capelli castano dorato le ricaddero sulla spalla ossuta. Se si fosse trattato di chiunque altro, quel movimento sarebbe risultato contemplativo. Ma su di lei faceva l’effetto dello sguardo di avvertimento di un predatore che esamini la sua preda.
«E mia sorella» aggiunse in quella voce piatta da cui rifiutava di lasciar emergere qualsiasi emozione «giudica necessaria la mia immediata presenza
«Sapeva che avresti avuto bisogno di darti una pulita e voleva concederti un po’ di tempo. Sei attesa per le nove.»
Si aspettava che lei sarebbe esplosa dopo essersi fatta due conti.
Gli occhi erano in fiamme. «Ti sembro una che ha bisogno di due ore per rendersi presentabile?»
Cassian accolse l’invito a osservarla: lunghe gambe nude, i fianchi curvi, la vita affusolata – davvero troppo sottile – i seni prosperosi e invitanti che facevano uno strano contrasto con le nuove spigolosità del suo corpo.
Su qualunque altra femmina quei seni magnifici lo avrebbero spinto a corteggiarla all’istante. Ma da quando aveva conosciuto Nesta il fuoco gelido dei suoi occhi aveva rappresentato una tentazione di ben altro genere.
E adesso che era una Fae Maggiore, con tutta la sua innata tendenza a dominare e a essere aggressiva – e i suoi atteggiamenti deprecabili – Cassian la evitava il più possibile. Soprattutto con quello che era successo durante e dopo la guerra contro Hybern. Era stata chiarissima sui propri sentimenti nei suoi confronti.
«Mi sembra che un po’ di cibo, un bel bagno e dei vestiti veri potrebbero farti comodo» le rispose alla fine.
Nesta alzò gli occhi al cielo, ma con un dito si sfiorò l’orlo della maglietta.
«Butta fuori quel coglione e fatti un bagno, io ti porto del tè» aggiunse Cassian.
Lei corrugò impercettibilmente le sopracciglia.
Cassian le rivolse un sorrisetto sarcastico. «Pensi non senta il maschio che cerca di rivestirsi senza fare rumore e di svignarsela dalla finestra?»
Come in risposta un tonfo attutito arrivò dalla stanza. Nesta imprecò.
«Torno fra un’ora a vedere a che punto sei.» Cassian usava un tono tale nelle sue parole che i soldati non osavano mai ribattere... c’era un motivo se occorrevano sette Sifoni per tenere sotto controllo la sua magia. Nesta però non volava nelle sue legioni, non combatteva sotto il suo comando e di certo non sembrava ricordarsi che lui aveva ben cinquecento anni più di lei...
«Non ti disturbare. Arriverò in orario.»
Lui si staccò dallo stipite e fece qualche passo indietro nel corridoio allargando appena le ali. «Non è questo che mi hanno chiesto di fare. Ti devo seguire da porta a porta.»
Nesta si irrigidì. «Va’ ad appollaiarti su un camino.»
Cassian accennò un inchino senza staccarle gli occhi di dosso. Era riemersa dal Calderone con... dei doni. Doni considerevoli, doni oscuri. Nessuno però li aveva più visti o percepiti dal tempo della battaglia con Hybern, da quando Amren aveva danneggiato il Calderone, e Feyre e Rhys lo avevano riparato. E anche Elain da allora non aveva più dato prova delle sue abilità di veggente.
Ma se il potere di Nesta era ancora tale da poter radere al suolo interi campi di battaglia... Cassian era abbastanza intelligente da non mostrarsi vulnerabile a un altro predatore. «Vuoi latte o limone nel tè?»
Lei gli sbatté la porta in faccia.
E richiuse ciascuna delle quattro serrature a doppia mandata.
Fischiettando e chiedendosi se il poveretto nell’appartamento sarebbe davvero scappato dalla finestra – soprattutto per sfuggire a lei – Cassian percorse il corridoio in penombra per andare a procurarsi qualcosa da mangiare.
Avrebbe avuto bisogno di parecchio sostentamento quel giorno. Soprattutto una volta che Nesta avesse scoperto per quale ragione Feyre l’aveva mandata a chiamare.
Nesta Archeron non conosceva il nome del maschio nel suo appartamento.
Rovistò nella sua memoria impregnata dal vino mentre tornava in camera da letto, schivando pile di libri e mucchi di vestiti, e riuscì a richiamare alla mente gli sguardi infiammati alla taverna, l’incontro caldo e umido delle loro bocche, il sudore che le imperlava la pelle mentre scopava con lui finché il piacere e l’alcol non le avevano fatto dimenticare ogni cosa; e il nome non riusciva proprio a ricordarlo.
Quando Nesta raggiunse la camera da letto buia e stre...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. LA CORTE DI FIAMME E ARGENTO
  4. Parte prima. NOVIZIA
  5. Parte seconda. LA SPADA
  6. Parte terza. LE VALCHIRIE
  7. Parte quarta. ATARAXIA
  8. Ringraziamenti
  9. Copyright