Truthwitch
eBook - ePub

Truthwitch

  1. 432 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

Nelle Lande Stregate ci sono infiniti tipi di magia: tanti quanti i modi per mettersi nei guai, come ben sanno due giovani donne molto speciali.

Safiya è una Strega della Verità, ha il dono di riconoscere le menzogne. C'è chi ucciderebbe per avere quel potere, e così lei lo tiene ben nascosto, se non vuole essere usata come una pedina nello scontro tra gli imperi.

Iseult invece è una Strega dei Fili: sa vedere i legami invisibili che uniscono le persone attorno a lei, ma non riesce a percepire i sentimenti che la riguardano direttamente.

Le due ragazze hanno personalità complementari - impulsiva e focosa Safi, fredda e prudente Iseult - e soprattutto sono inseparabili. Tutto ciò che vogliono è essere libere di vivere le loro vite come un'avventura continua, ma le ombre della guerra si addensano sulle Lande Stregate. Con l'aiuto dell'astuto principe Merik, Safi e Iseult si troveranno a combattere contro imperatori, mercenari e uno Stregone del Sangue votato alla vendetta, decisi a tutto pur di dominare il potere di una Strega della Verità.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Truthwitch di Susan Dennard, Alessandro Vezzoli in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2021
Print ISBN
9788804726487
eBook ISBN
9788835708162

SETTE

Iseult si infilò nella strada dietro alla banchina come le aveva ordinato Habim. Riparata dal cappuccio ruvido, s’insinuò attraverso cavalli e carretti, mercanti e servitori delle gilde, Fili di ogni sfumatura e intensità immaginabile. Infine adocchiò un’insegna in legno che recitava IL CANALE HAWTHORN.
Riconobbe quel posto: Safi vi aveva giocato una partita a carte un paio di mesi prima. Eppure, a differenza dell’altra sera, aveva vinto.
Il suo sguardo fu attratto da una macchia bianca sotto l’insegna, che spiccava contro il flusso multicolore della via trafficata.
Era un monaco Carawen che non aveva alcun Filo. Nemmeno uno.
Si sentì gelare le viscere. Restò immobile mentre guardava il monaco avanzare a grandi passi lungo la strada, allontanandosi da lei. Era evidente che stava cacciando. Si fermava a intervalli di pochi passi, la punta del cappuccio piegata come se stesse fiutando l’aria.
A bloccare Iseult, però, era l’assenza dei Fili. Nella foga della zuffa del giorno prima, aveva creduto che le fossero sfuggiti, ma non era così: anche in quel momento lo Stregone del Sangue non ne aveva nessuno.
Il che era impossibile.
Tutti avevano dei Fili.
Un mercante le si avvicinò. «Vuoi un tappeto?» chiese. Alito pesante, vestiti macchiati di sudore. «I miei vengono direttamente da Azmir, ma ti farò un buon prezzo.»
Iseult sollevò un palmo. «Vattene o ti taglierò le orecchie e le darò in pasto ai ratti.»
Di solito quella minaccia funzionava. Anche se, di solito, Iseult la pronunciava nel Quartiere dello Scalo Settentrionale, dove la sua pelle nomatsi passava perlopiù inosservata. E, di solito, aveva accanto a sé Safi che mostrava i denti ed esibiva un’aria feroce.
Quel giorno Iseult non aveva nulla di tutto ciò, e a differenza di Safi, che avrebbe reagito d’istinto mettendosi a correre non appena avesse avvistato il monaco, lei stava solo sprecando tempo a valutare il terreno di scontro.
Fu in quei pochi secondi di pausa che il venditore di tappeti le si avvicinò, sbirciandola sotto il cappuccio.
I suoi Fili balenarono di paura grigia e odio nero. «Nomatsi di merda» sibilò, facendosi con le dita un segno tra gli occhi. Poi si sporse verso di lei, levandole il cappuccio, e ripeté a voce alta: «Nomatsi di merda, vattene! Vattene!».
Iseult non ebbe bisogno di sentirselo ripetere: finalmente si risolse a ciò che Safi avrebbe fatto dall’inizio, cioè darsela a gambe.
O almeno provarci, se non fosse stato per la gente che si fermava a guardarla sbigottita. Ovunque si voltasse, ovunque si muovesse, davanti a lei c’erano occhi che le fissavano il viso, la pelle, i capelli. Si ritrasse con un sussulto dai Fili di paura grigia e violenza color acciaio.
Il trambusto attrasse l’attenzione del Carawen. Smise di avanzare e si voltò in direzione delle grida.
E si trovò a fissare Iseult.
Il tempo sembrò fermarsi e la folla indietreggiò, confondendosi in un garbuglio di Fili e rumori. Per una frazione di secondo che durò un’eternità, la ragazza vide solo gli occhi del giovane monaco. Vortici rossi nell’azzurro più chiaro che avesse mai visto. Come sangue mescolato a ghiaccio. Come il rosso dei Compagni di Filo che si intrecciava ai Fili blu della comprensione. Iseult si domandò confusamente come avesse potuto sfuggirle quell’azzurro perfetto durante la rapina.
Mentre quei pensieri le sbandavano nella mente a velocità vertiginosa, si chiese se il monaco l’avrebbe davvero ferita come temevano tutti…
Poi lo Stregone increspò le labbra, scoprì i denti e quell’attimo in cui il mondo si era fermato ebbe fine. Il tempo riprese a scorrere alla solita velocità.
E Iseult finalmente si diede alla fuga, scappando dietro un cavallo grigio. Gli ficcò con forza un gomito nei fianchi. L’ animale indietreggiò. La giovane donna che lo montava gridò e a quell’esplosione di vocali stridule, accompagnate dai nitriti improvvisi e violenti del cavallo, la folla si levò di mezzo.
Ansiosi Fili arancioni guizzarono intorno a Iseult, ma lei se ne accorse a malapena. Si fece strada verso un incrocio un isolato più indietro. Laggiù c’era un canale sovrastato da un ponte. Se fosse riuscita a varcarlo, forse avrebbe potuto seminare lo Stregone del Sangue.
Corse nel fango, scavalcò mendicanti, schivò carretti, ma mentre si stava avvicinando al ponte gettò un’occhiata alle sue spalle e rimpianse di averlo fatto. Lo Stregone del Sangue la stava inseguendo ed era parecchio veloce. Gli stessi passanti che prima l’avevano rallentata si levavano di mezzo trovandoselo davanti.
«Spostati!» gridò Iseult a un Purista che reggeva un cartello con la scritta PENTITI! Quello non si mosse, così lei lo afferrò per la spalla.
L’ uomo e il suo cartello rotearono come un mulino a vento. La mossa giocò a favore di Iseult perché, anche se perse velocità e fu costretta a ficcarsi sotto una lettiga di passaggio trasportata da quattro uomini, il Purista fu indotto a credere che lei svoltasse a sinistra verso il ponte. Lo sentì gridare di seguirla “oltre il canale”.
Ma lei non andò a sinistra come si aspettavano. Anzi, fece perno sul piede destro e si ributtò nel traffico, pregando che il monaco desse retta al Purista e andasse nella direzione opposta. Pregando disperatamente che non fiutasse l’odore del suo sangue sotto le fibre di salamandra.
Iseult alzò il cappuccio sulla testa e si slanciò in avanti. Scorse un nuovo incrocio, dove il traffico scorreva lento da est a ovest verso un altro ponte. Avrebbe dovuto attraversarlo e proseguire.
Oppure no. Mentre si gettava dietro il carretto di un taglialegna e scavalcava il banco di un venditore di formaggi, si ritrovò nel vuoto.
Spalancò le braccia, vacillando inaspettatamente sull’orlo di un canale di acque verdi e melmose, affollato quasi quanto le strade cittadine.
In quel momento un lungo barchino dal fondo piatto stava scivolando sotto di lei; in mezzo secondo inquadrò la scena. “Fondo basso coperto di reti. Il pescatore alza lo sguardo verso di me.”
Iseult smise di opporsi alla caduta. Anzi, l’assecondò.
L’ aria le si avventò contro. Bianche maglie di reti si richiusero in fretta intorno a lei. E infine si trovò sul ponte del barchino, con le braccia strette intorno alle ginocchia piegate.
Qualcosa le spuntava dal palmo. Un uncino arrugginito, si rese conto prima di sgattaiolare verso l’alto. Il barchino dondolò bruscamente. Il pescatore ruggì qualcosa, ma lei stava già correndo a tutta forza verso la successiva barca di passaggio, un basso traghetto coperto da un tendone rosso a balze.
«Attenti!» gridò slanciandosi verso l’alto e afferrando il parapetto. Si raddrizzò sotto lo sguardo sbigottito dei passeggeri, macchiando di sangue le sbarre. Si augurò che lo squarcio che le bruciava la mano non facilitasse l’inseguimento allo Stregone.
Percorse il traghetto in quattro balzi: sembrava che anche gli altri passeggeri non vedessero l’ora di sbarcarla. Scavalcò il parapetto e trattenne il respiro mentre un altro barchino passava lì accanto, carico del pescato del giorno.
Saltò. I piedi scivolarono e all’improvviso si trovò distesa sopra un mucchio di scaglie argentee, circondata da occhi appiccicosi. Il pescatore lanciò uno strillo, più infastidito che sorpreso, e Iseult si sollevò, trovandosi davanti la sua barba nera.
Lo spinse via con una gomitata nell’addome, proprio mentre il barchino passava accanto a una bassa scalinata gremita di pescatori.
Un altro salto scomposto e Iseult finì aggrappata ai gradini di pietra. Nessun pescatore si offrì di aiutarla, e tutti quanti si limitarono ad arretrare. Uno la pungolò addirittura con una canna da pesca: i suoi Fili erano di un colore grigio terrorizzato.
Iseult afferrò l’estremità della canna. I Fili dell’uomo divamparono più luminosi mentre lui cercava di sollevare l’attrezzo con uno strattone, finendo invece per tirare su la ragazza. “Grazie” pensò lei incespicando lungo le scale. Quando si voltò vide macchie di sangue sulle pietre. Dal palmo ne sgorgava più di quanto avrebbe creduto, visto che quasi non sentiva dolore.
Tornò sulla strada. Il traffico sciamava davanti a lei. Doveva pensare a una strategia. Tutti i suoi progetti erano andati al diavolo, ma di sicuro poteva prendersi un momento per riflettere. Era un disastro a elaborare piani su due piedi, ecco perché in quelle situazioni era Safi a tenere il comando. Se non aveva sufficiente tempo per organizzarsi, Iseult finiva per rifugiarsi in un angolo.
Ma mentre se ne stava lì a strisciare lungo il canale, con la mano sanguinante avvolta nel mantello, vide l’occasione che le serviva.
“Una strada ampia” pensò. “Una via principale che dalla città corre parallela al fiume, probabilmente per l’intera sua lunghezza. Il traffico fluisce in due direzioni, e un uomo conduce una giumenta pezzata, già sellata. La bestia non è sudata. Se la prendo, posso attraversare tutta la città e passare la notte nascosta presso la tribù.”
Tornare alla casa che Iseult aveva cercato di evitare per la maggior parte della sua vita non era di certo la soluzione ideale, ma l’insediamento di Midenzi era l’unico posto che le venisse in mente dove non l’avrebbero scacciata a calci per il colore della sua pelle.
Era anche l’unico posto dove lo Stregone del Sangue che le dava la caccia non avrebbe potuto seguirla. Le terre intorno all’insediamento di Midenzi erano disseminate di trappole cui era impossibile sfuggire per uno che non fosse del posto.
Rapida come un fulmine, si scrollò di dosso il mantello, lo gettò sulla testa dell’uomo e volò in sella alla giumenta, pregando per tutto il tempo che le orecchie basse dell’animale indicassero che era pronto a mettersi in marcia.
«Mi dispiace» gridò all’uomo che si dibatteva sotto il mantello di fibre di salamandra. «Gliela rimanderò indietro!» Poi conficcò i talloni nei fianchi del cavallo e se ne andò.
Mentre avanzava nel traffico a un trotto sostenuto, Iseult lanciò uno sguardo oltre il canale. E trovò lo Stregone del Sangue che la guardava. Tra le imbarcazioni si erano aperti dei varchi, perciò il monaco non poteva passare da una barca all’altra come aveva fatto lei.
Poteva però rivolgerle un ghigno di scherno, accompagnato da un cenno. Un guizzo delle dita della mano destra che picchiettavano sul palmo.
Aveva capito che la mano le sanguinava, e le stava dicendo che sarebbe riuscito a seguirla. Che l’avrebbe seguita di certo, senza abbandonare mai quel terrificante sorriso. China sulla groppa della giumenta, pungolandola per andare ancora più in fretta, Iseult pregò Madre Luna o Noden o qualunque altro dio la stesse osservando affinché l’aiutasse a uscire viva da quella città.
Merik osservava la miniatura della nave dalmotti scivolare sulla mappa del Mar di Jadansi. Indicava che in quel momento il mercantile corrispondente stava stringendo il vento dai porti di Veñaza, e Merik avrebbe voluto scaraventare il modellino stregato dalla finestra.
A capotavola sedeva Hermin, lo Stregone della Voce della Jana. Anche se non erano numerosi, gli Stregoni della Voce erano i più comuni tra gli Stregoni dell’Etere, e poiché potevano individuare i compagni e comunicare con loro a grandissime distanze, ogni nave della marina reale nubrevnana ne aveva uno a bordo; così anche quella di Vivia, con cui Hermin era in contatto in quel momento.
Gli occhi dell’uomo si illuminarono di un bagliore rosa, segno che era connesso ai Fili dell’altro Stregone della Voce, e la luce del pomeriggio guizzò sul suo volto rugoso. Dalle finestre aperte giungevano voci lontane, sbatacchiare di carretti e rumore di zoccoli.
Merik sapeva che avrebbe dovuto chiuderle, ma adesso che era cessata la brezza il caldo era insopportabile. Per di più, il sego nelle lanterne emanava un fumo puzzolente, persino più pestilenziale delle acque di scolo nei canali di Veñaza.
Il principe pensava fosse meglio risparmiare denaro usando grasso animale maleodorante anziché pagare un sacco di soldi per le lanterne senza fumo degli Stregoni del Fuoco. E naturalmente, quello era un aspetto su cui lui e Vivia si trovavano in disaccordo.
Uno dei tanti.
«Non credo che tu capisca, Merry.» Anche se Hermin parlava con la sua voce roca, aveva pronunciato le parole con la stessa cadenza di Vivia, strascicandole e conferendo loro un’enfasi condiscendente. «Le Volpi incutono il terrore nelle flotte nemiche all’istante. Sventolare quella bandiera adesso ci d...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. TRUTHWITCH
  4. UNO
  5. DUE
  6. TRE
  7. QUATTRO
  8. CINQUE
  9. SEI
  10. SETTE
  11. OTTO
  12. NOVE
  13. DIECI
  14. UNDICI
  15. DODICI
  16. TREDICI
  17. QUATTORDICI
  18. QUINDICI
  19. SEDICI
  20. DICIASSETTE
  21. DICIOTTO
  22. DICIANNOVE
  23. VENTI
  24. VENTUNO
  25. VENTIDUE
  26. VENTITRÉ
  27. VENTIQUATTRO
  28. VENTICINQUE
  29. VENTISEI
  30. VENTISETTE
  31. VENTOTTO
  32. VENTINOVE
  33. TRENTA
  34. TRENTUNO
  35. TRENTADUE
  36. TRENTATRÉ
  37. TRENTAQUATTRO
  38. TRENTACINQUE
  39. TRENTASEI
  40. TRENTASETTE
  41. TRENTOTTO
  42. TRENTANOVE
  43. QUARANTA
  44. RINGRAZIAMENTI
  45. Copyright