
eBook - ePub
Hannibal il cannibale
Hannibal Lecter - Red Dragon - Il silenzio degli innocenti - Hannibal
- 1,248 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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Hannibal il cannibale
Hannibal Lecter - Red Dragon - Il silenzio degli innocenti - Hannibal
Informazioni su questo libro
Hannibal Lecter è uno psichiatra colto e raffinato, un perfetto gentiluomo dotato di un sottile senso dell'umorismo. Ha un solo difetto: è un pericoloso psicopatico e un feroce assassino. Cannibale, per di più... In un unico volume i quattro romanzi dedicati al malvagio, geniale Hannibal, dall'infanzia nella Lituania occupata dai nazisti fino all'incontro con la detective Clarice Starling, indimenticata protagonista del Silenzio degli innocenti.
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Informazioni
HANNIBAL
Parte prima
WASHINGTON, D.C.
1
Vien da pensare che un giorno così
non possa che iniziare con un tremito
La Mustang di Clarice Starling infilò rombando la rampa d’ingresso del Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms (ATF) in Massachusetts Avenue. In ossequio alle leggi dell’economia, il Bureau aveva preso in affitto la sede dal reverendo Sun Myung Moon.
La forza di pronto intervento aspettava a bordo di tre veicoli: in testa un ammaccato furgone con targa civile e, dietro, due furgoni neri della SWAT (Special Weapons and Tactics) carichi di uomini e con i motori al minimo nel grande garage buio.
Starling tirò fuori dalla macchina la sacca con l’equipaggiamento e corse al furgone di testa, un veicolo bianco sporco con la scritta MARCELL’S CRAB HOUSE incollata sulle fiancate.
Quattro uomini la guardarono arrivare attraverso gli sportelli posteriori aperti. Starling era snella, nella tuta di tela blu, e si muoveva svelta sotto il peso dell’equipaggiamento, con i capelli che rilucevano alla spettrale luce fluorescente.
«Donne. Sempre in ritardo» commentò un agente della polizia di Washington.
Il responsabile dell’operazione era l’agente speciale John Brigham dell’ATF. «Non è in ritardo. Non l’ho avvertita finché non ci hanno dato il via» disse. «Deve aver portato il culo fin qui da Quantico… Ehi, Starling, passami la sacca.»
Lei batté il palmo della mano contro quello di Brigham. «Salve, John.»
Brigham mormorò qualcosa al trasandato agente chino sul volante e, prima ancora che gli sportelli si chiudessero, il furgone partì per emergere nel gradevole pomeriggio autunnale.
Clarice Starling, veterana delle operazioni di sorveglianza a bordo di automezzi, si abbassò per passare sotto l’oculare del periscopio e andò a sedersi il più vicino possibile al blocco di settanta chili di ghiaccio secco che, quando restavano di guardia con il motore spento, serviva da condizionatore d’aria.
Il vecchio furgone aveva quell’odore carcerario di paura e sudore impossibile da togliere. Nella sua lunga esistenza aveva cambiato molte scritte. Quelle sporche e sbiadite che ora portava sulle fiancate avevano trenta minuti di vita. I fori di proiettile riempiti di mastice erano più vecchi.
I finestrini posteriori, appositamente oscurati, funzionavano come specchi attraverso i quali si vedeva solo dall’interno. Starling poteva osservare i grossi furgoni neri della SWAT che li seguivano. Sperava di non dover essere costretta a stare ore chiusa là dentro.
Tutte le volte che girava la faccia verso i finestrini, gli agenti maschi la squadravano.
L’agente speciale dell’FBI Clarice Starling, trentadue anni, dimostrava la sua età, e riusciva ad apparire attraente anche nella tuta di tela blu.
Brigham recuperò il suo blocco di carta dal sedile anteriore.
«Come mai piombi sempre in mezzo a questa merda, Starling?» le domandò, sorridendo.
«Perché tu continui a chiedere di me» rispose lei.
«Per questo caso mi servi. E, comunque, non ti vedrei certo per strada ad arrestare i ragazzotti di qualche banda. Non ne sono sicuro, ma secondo me c’è qualcuno che ti odia a Buzzard’s Point. Dovresti venire a lavorare con me. Questi sono i miei ragazzi, gli agenti Marquez Burke e John Hare, e lui è l’agente Bolton del dipartimento di Polizia di Washington.»
Quel gruppo d’assalto, composto dal Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms, dalla squadra SWAT della DEA e dall’FBI, era l’inevitabile risultato delle restrizioni di budget in un periodo in cui perfino l’Accademia dell’FBI era chiusa per mancanza di fondi.
Burke e Hare sembravano proprio due agenti; Bolton, un fattore. Sui quarantacinque anni, era sovrappeso ed enfio.
Il sindaco di Washington, dopo essere stato in carcere per droga, era ansioso di apparire un duro nella lotta agli stupefacenti e insisteva perché il suo dipartimento di Polizia condividesse il merito di qualunque operazione importante condotta nella sua città. Di qui, Bolton.
«La posse Drumgo cucina, oggi» disse Brigham.
«Evelda Drumgo, lo sapevo» commentò Starling senza entusiasmo.
Brigham fece un cenno di conferma. «Ha aperto una fabbrica di ghiaccio sul fiume, vicino al mercato del pesce Feliciana. Il nostro tipo dice che oggi cucinerà un bel po’ di cristalli. E ha prenotato un volo per stasera, destinazione Grand Cayman. Non possiamo aspettare.»
La metanfetamina in cristalli, che sulle strade viene chiamata “ghiaccio”, provoca un breve ma potentissimo flash e una micidiale dipendenza.
«La droga è una faccenda che riguarda la DEA. A noi Evelda interessa per trasporto di armi di terza classe da uno stato all’altro. Il mandato specifica che si tratta di mitragliatori Beretta e alcuni Mac 10, e che per giunta Evelda sa dove procurarsene molti altri. Starling, voglio che ti concentri su Evelda. Hai già avuto a che fare con lei. I ragazzi ti copriranno le spalle.»
«A noi tocca la parte più facile» commentò l’agente Bolton con una certa soddisfazione.
«Sarà meglio che gli spieghi chi è Evelda, Starling» disse Brigham.
Starling aspettò che il furgone smettesse di sobbalzare sui binari di una ferrovia. «Evelda combatterà. A vederla non ne sembra capace… ha fatto la modella… ma combatterà. È la vedova di Dijon Drumgo. L’ho arrestata due volte, la prima insieme a Dijon. I mandati erano stati emessi in base alla legge Rico.
«La seconda volta, nella borsa aveva una bomboletta di Mace e una 9 millimetri con tre caricatori, e nel reggiseno teneva un coltello a serramanico… non so che cosa ci tenga adesso.
«Le chiesi molto educatamente di consegnarmelo, e lei lo fece. Poi, in carcere, ha ucciso una detenuta, tale Marsha Valentine, con il manico di un cucchiaio. Con lei non si sa mai… ha una faccia difficile da decifrare. Il gran giurì l’ha assolta per legittima difesa.
«È riuscita a farsi annullare le aggravanti previste dalla Rico e diminuire la condanna. Alcune delle accuse per trasporto d’armi sono state fatte cadere perché i suoi figli erano molto piccoli e il marito era appena stato ucciso nella sparatoria di Pleasant Avenue, probabilmente dagli Spliff.
«Le chiederò di arrendersi, spero che lo faccia. Esibiremo tutta la nostra forza. Ma, statemi a sentire, se saremo costretti a bloccarla, avrò bisogno di vero aiuto. Non preoccupatevi di coprirmi le spalle. Voglio tutta l’attenzione su di lei. Signori, non pensate di vedere Evelda e la sottoscritta impegnate nella lotta nel fango.»
C’era stato un periodo in cui Starling si sarebbe affidata al giudizio di quegli uomini. Ora, a loro non piaceva ciò che stava dicendo e lei aveva visto troppe cose per preoccuparsene.
«Evelda Drumgo è collegata agli Eight-Trey Crips attraverso Dijon» spiegò Brigham. «Il nostro tizio dice che ha la protezione dei Crips, e sono i Crips a spacciare sulla costa. Ma la loro è soprattutto una protezione contro gli Spliff. Non so che cosa faranno, quando si accorgeranno che siamo noi. Se appena possono evitarlo, i Crips preferiscono non scontrarsi con i federali.»
«Altra cosa che dovete sapere: Evelda è sieropositiva» disse Starling. «L’ha contagiata Dijon attraverso un ago. Lei l’ha scoperto in carcere ed è andata fuori di testa. È stato il giorno in cui ha ucciso Marsha Valentine e picchiato le guardie. Se non è armata e reagisce, aspettatevi di venire colpiti da qualunque sostanza organica riesca a scagliarvi contro. Sputerà, morderà e, se tenterete di metterla a terra, vi urinerà e vi defecherà addosso, quindi priorità assoluta per guanti e maschere. Se poi la caricherete su un’autopattuglia, quando le proteggerete la testa con la mano, attenti che non abbia un ago fra i capelli, e legatele i piedi.»
Burke e Hare stavano facendo la faccia lunga. L’agente Bolton, decisamente seccato, indicò con il mento flaccido l’arma di Starling, una vecchia Colt .45 Government, con il calcio coperto di nastro isolante, che la ragazza portava in una cinghia yaqui dietro il fianco destro. «Vai sempre in giro con il cane di quell’affare alzato?» volle sapere.
«Preferisco essere sempre pronta a sparare, ogni minuto del giorno» rispose Starling.
«Pericoloso.»
«Agente, vieni al poligono con me e ti faccio vedere.»
Brigham li interruppe. «Bolton, l’ho addestrata io. Starling è stata per tre anni di fila campionessa interservizi di tiro con pistola da combattimento. Non preoccuparti per la sua arma. Quei tizi della squadra per il salvataggio degli ostaggi, i Cowboy Velero, come ti hanno chiamata dopo che gli hai fatto il culo? Annie Oakley?»
«Veleno Oakley» rispose Starling, e guardò fuori dal finestrino.
Nel furgone pieno d’uomini che puzzava di capra, Starling si sentiva lacerata e sola. Chaps, Brut, Old Spice, sudore e cuoio. Aveva una certa paura, che le faceva sentire un sapore metallico sotto la lingua. Un’immagine nella mente: suo padre in cucina, che profuma di tabacco e di sapone, mentre sbuccia un’arancia con il coltello a serramanico dalla punta della lama spezzata di netto e divide l’arancia con lei. I fanalini di coda del suo furgoncino che scompaiono, mentre il padre parte per il servizio di guardia notturno che l’avrebbe ucciso. I suoi abiti nell’armadio. La sua camicia a quadri. E nel suo, di armadio, alcuni bei vestiti da festa che ora non avrebbe più messo. Tristi vestiti da festa appesi alle grucce, simili a giocattoli in soffitta.
«Mancano una decina di minuti» avvertì il guidatore.
Brigham guardò fuori dal parabrezza e controllò l’orologio. «Ecco la piantina» disse. Si trattava di un disegno tracciato in fretta con un evidenziatore e della sfocata planimetria di un piano dell’edificio che gli era stata mandata per fax dal dipartimento per l’Edilizia. «Il complesso del mercato del pesce fa parte di una fila di negozi e di magazzini disposti lungo la riva del fiume. Parcell Street sbocca in Riverside Avenue, in questa piazzetta di fronte al mercato.
«Vedete?, il retro dell’edificio dove si trova il mercato dà sull’acqua. Là hanno un molo che corre lungo tutta la parte posteriore, proprio qui. Al pianterreno, accanto al mercato del pesce, c’è il laboratorio di Evelda. Ingresso sul davanti, subito dopo il tendone. Mentre cucina la roba, Evelda tiene i suoi uomini sparpagliati lì attorno per almeno tre isolati. È già successo che l’avvertissero in tempo perché potesse far scomparire la droga nel cesso. E così, alle quindici, la squadra di pronto intervento della DEA, che si trova sul terzo furgone, si avvicinerà dal lato del molo a bordo di una barca da pesca. Noi, con questo furgone, possiamo avvicinarci più degli altri e raggiungere la porta che dà sulla strada un paio di minuti prima dell’irruzione. Se Evelda esce dal davanti, la blocchiamo. Se resta dentro, abbattiamo la porta da questa parte subito dopo che gli altri avranno abbattuto quella sul retro. Il secondo furgone è la nostra retroguardia. Sette uomini che entreranno in azione alle quindici, a meno che non li chiamiamo prima.»
«Come la buttiamo giù, la porta?» chiese Starling.
Intervenne Burke. «Se è tutto tranquillo, a sprangate. Se sentiamo scoppi o spari, tocca a fratello Avon.» Batté la mano sul fucile.
Starling ne aveva già visto l’effetto. “Fratello Avon” era una cartuccia magnum da tre pollici carica di piombo finemente polverizzato, capace di far saltare le serrature senza ferire la gente all’interno.
«E i bambini di Evelda, dove sono?» chiese Starling.
«Il nostro informatore l’ha vista lasciarli al nido» rispose Brigham. «Quell’uomo è vicino alla famiglia, molto vicino, o almeno quanto lo si può essere quando si pratica il sesso sicuro.»
Brigham sentì frusciare la radio negli auricolari e scrutò la parte di cielo che riusciva a vedere dal finestrino posteriore. «Forse sta solo controllando il traffico» disse nel microfono che aveva al collo. Poi, all’agente al volante: «Forza Due ha visto un elicottero della TV, un minuto fa. Tu hai notato niente?».
«No.»
«Speriamo sia l’elicottero per il controllo del traffico. Dài, cominciamo a corazzarci.»
Settanta chili di ghiaccio secco non bastano a tenere freschi cinque esseri umani all’interno di un furgone metallico in una giornata calda, soprattutto quando si affannano per infilarsi gli indumenti protettivi. Bolton alzò le braccia e dimostrò che uno spruzzo di deodorante non ha lo stesso effetto di una doccia.
Clarice Starling si era cucita due spalline imbottite sotto la camicia, perché sostenessero il peso del giubbotto in kevlar, che lei sperava a prova di proiettile. Il giubbotto aveva il peso aggiuntivo di una piastra di ceramica sia sul retro sia sul davanti.
Una tragica esperienza le aveva insegnato il valore della piastra sul retro. Effettuare un’irruzione con una squadra che non conosci, composta di persone con vari livelli di addestramento, è un’impresa pericolosa. Possono essere le pallottol...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Hannibal il cannibale
- HANNIBAL LECTER – LE ORIGINI DEL MALE
- RED DRAGON
- IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI
- HANNIBAL
- Copyright