La prima legge della fisica recita che a ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria. Questo per dire che siamo il frutto delle scelte fatte in passato.
In questo libro affronteremo tutti gli step necessari per trovare una persona che realmente voglia renderci felici, anche se non è facile scegliere una persona, soprattutto se siamo ingenui. Dobbiamo partire dal perdonarci gli errori del passato, dal saperci amare e dal saper stare da soli per quel periodo di tempo di cui necessitiamo per capire chi siamo e che cosa vogliamo davvero.
Per capire il senso e l’anima di questo libro, avrete bisogno di fiducia nei miei confronti e di tanta umiltà. Quindi leggetelo con mente e cuore aperti fino alla fine e sono sicuro che dalle mie parole trarrete beneficio, come è successo alla maggior parte delle persone che lo ha già letto e che mi dice che gli ha cambiato la vita.
Cari lettori, inizio col dirvi che per me non è stato semplice scrivere questo libro.
Sono il primo che dovrebbe perdonarsi per avere dato fiducia a persone che, in realtà, non volevano altro che “usarmi”.
Vi dico subito che la colpa non è vostra: alcune persone riescono a adattarsi ai nostri bisogni come i camaleonti con l’ambiente circostante. Con la differenza, però, che, mentre gli animali usano l’intelligenza per proteggersi da chi potrebbe mettere in pericolo la loro incolumità, gli esseri umani la usano per il gusto di compiacere se stessi. Così facendo, anche senza volerlo, distruggono la vita di altre persone.
Credo che tutti noi ci siamo sentiti talvolta traditi da chi non immaginavamo potesse voltarci le spalle. Questi prometteva amore eterno, una famiglia e tutto quello che avevamo sempre desiderato, ma poi, alla prima occasione, si è mostrato per quello che era. Noi persone fragili diamo a pochissimi la possibilità di ferirci. E se anche li scegliamo con cura, perché sappiamo che cosa significa lottare con se stessi e scendere nel profondo della propria anima per migliorarsi, può capitare di rimanere comunque fregati. Non lo dico per consolarvi, ma succede a tutti prima o poi.
Nei miei libri descrivo la fiducia come un coltello che mettiamo nelle mani di un probabile aguzzino e che, bacio dopo bacio, carezza dopo carezza, giorno dopo giorno noi stessi affiliamo.
Proprio per questo, prima di iniziare un nuovo rapporto, abbiamo paura di ritrovarci nella stessa situazione vissuta mesi prima e, basandoci sul nostro vissuto, non siamo capaci di donare fiducia a chi la meriterebbe davvero. E se anche ci proviamo, non riusciamo a donarci totalmente a lei, o almeno non subito. Ecco perché, ancora prima di poterci approcciare ad altre persone, dobbiamo perdonarci per tutte le volte in cui siamo stati ingenui e abbiamo commesso leggerezze che ci hanno lasciato in ginocchio.
Ci sono cose belle e cose che non si possono descrivere. Le cose belle sono quelle che ti fanno stare meglio, come un abbraccio o la carezza di un’amica. Invece quelle che non si possono descrivere stanno un gradino più su. Sono i gesti compiuti da persone che fino a un mese prima ti erano estranee e che all’improvviso, non si sa come, sono piombate nella tua vita e si sono guadagnate il primo posto nel cuore, proprio quello che non volevi donare più a nessuno.
Le cose belle sono il tempo trascorso per un caffè o una pizza con la persona che ami, mentre le cose che non si possono descrivere sono i suoi occhi quando ti guarda, il suo cuore che accelera i battiti appena appoggi la testa sul suo petto o i suoi sorrisi felici quando le fai una sorpresa.
Le cose belle si possono descrivere con le parole. Per esempio, posso dire di essere andato a vedere un film con gli amici e di essermi divertito tanto. Invece per le cose che non si possono descrivere è diverso, perché non posso descrivere la sensazione che provo ogni volta che la guardo, ogni volta che la tocco… Posso solo dire che, se per un giorno non la vedo, mi dimentico di quant’è bella e poi, appena la rivedo, rimango fulminato come la prima volta.
Mi dicono di andarci piano, ma in quei momenti parla il mio cuore, che non può fare altro che dirle ancora una volta: «Quanto sei bella, oggi!».
Ci sono le cose belle e le cose che non si possono descrivere e lei sicuramente è una delle cose che, a parole, non sono in grado di descrivere.
Vivere continuando a pensare a chi ha preferito vederci sprofondare piuttosto che tenderci la mano, ci porta a escludere tutti coloro che potrebbero renderci felici, a chiuderci in noi stessi, a restare a casa nei weekend. A essere tristi. E noi sappiamo che non è questo ciò a cui aspiriamo: noi vogliamo la felicità. Ma la felicità va cercata, come i cani fanno coi tartufi o come i cercatori d’oro che setacciano lungo le sponde dei fiumi. La nostra ricerca dev’essere ancora più insistente della loro, perché, come disse Gesù al diavolo tentatore: «Non di solo pane vive l’uomo». A quei tempi era comune avere fame: non c’erano il benessere e le risorse che oggi abbiamo a disposizione. Ecco, Gesù pronuncia queste parole per farci capire che l’uomo, oltre a vivere una fame fisica, sovente si trova in situazioni di carestia spirituale. Mi spiego meglio: oggi abbiamo la possibilità di mangiare qualsiasi cibo. Basta recarsi nel supermercato più vicino e comprare ciò che ci piace, ma questo non basta a renderci felici. Non sono sufficienti le cose materiali, abbiamo bisogno di trovare una persona che ci allontani da tutto il male che ci è stato fatto da chi non ha saputo darci valore, che ci doni tutto l’amore che non abbiamo ricevuto magari dai nostri genitori e che ci faccia di nuovo credere in quel sentimento, il più bello che esista. Una persona che ci faccia sentire unici e speciali e che ci metta sempre al primo posto, nonostante tutte le difficoltà.
Io ho messo in atto dei cambiamenti nella mia vita e mi permetto di parlare delle tecniche che ho escogitato e sperimentato che mi hanno aiutato a trovare una ragazza, la quale mi fa battere il cuore come mai era successo prima e che, nonostante i miei infiniti difetti, mi fa sentire la persona più importante del mondo (addirittura asserisce che sono bello… Ma non perdiamoci in chiacchiere, per questo problema ci vorrebbe un buon oculista!).
Spesso tendiamo a immaginare una scelta ognuno con il proprio punto di vista: «Dici che ti dà fastidio che io vada al mare con le mie amiche, ma io al mare ci vado perché nessuno mi deve dire che cosa devo fare! Se ti assecondo ora, in futuro non potrò nemmeno andare a bere un caffè in compagnia di qualcuno? No, faccio quello che voglio!».
Non ci rendiamo conto che ci sono persone che hanno bisogno di qualche attenzione in più perché magari non le hanno ricevute dai genitori o perché non credono in se stesse, hanno semplicemente paura di perderci.
Penso che se davvero teniamo a una certa persona, l’atteggiamento giusto in questi casi sia parlare e discutere, anche per ore, per farle capire che cosa proviamo e che cosa significhi per noi stare tra le sue braccia e dirle: «Io vado al mare, perché non faccio nulla di male. Ma se ti fa stare più sereno, puoi venire con me». Puoi venire con me significa “non ti sto escludendo”.
Vi faccio questo esempio banale perché lo stesso modo di agire può essere utilizzato anche in altre occasioni, anche più gravi.
Non tutte le persone riescono a fidarsi subito, e quando noi attuiamo un meccanismo di difesa, come quello dell’esempio, non facciamo altro che innescare in loro paure. Magari il nostro partner ha avuto trascorsi burrascosi che non vuole dirci, per motivi che nemmeno possiamo immaginare.
Di solito tendiamo a mettere in primo piano l’orgoglio: consideriamo solo noi stessi e i nostri desideri senza pensare che così si soffocano i rapporti. Ma è proprio questo il bello della vita di coppia: anche se siete diversi, dovete ragionare sempre come foste una cosa sola!
La paura fa bene, soprattutto all’inizio dei rapporti, quando bisogna tastare il terreno per giudicarne la fertilità e decidere se valga o no la pena piantare quel piccolo seme da cui poi germoglierà il nostro amore.
Vi spiego la prima delle mie tecniche: quando ero single mi è capitato di uscire con alcune ragazze, non tante ma sufficienti ad affinare questa tecnica, a mio dire, molto astuta. Penso abbiate capito che altro non volevo se non l’amore, ma non quello che ricerca la maggior parte delle persone ai tempi d’oggi. Credetemi, questo non significa che io non sia mai stato tentato di compiere determinati gesti in modo meccanico solo per godere per un paio d’ore, anzi, sono pur sempre un uomo, e si sa a cosa pensa l’uomo prima di tutto il resto! Questo, però, non è mai stato un freno al mio obiettivo e anche se ho saputo barcamenarmi tra le varie tentazioni, vi dico che, senza la forza che mi ha dato Dio, mai ci sarei riuscito. La mia tecnica, infatti, consiste nel parlare a queste persone di Dio, raccontando che cosa ha fatto nella mia vita e cercando anche di avvicinarle a Lui.
Una ragazza mi ha detto: «Ti rendi conto che hai perso più tempo a parlarmi di Dio piuttosto che di te?». Non le ho risposto, perché solo se avesse avuto un cuore puro avrebbe capito che stavo mettendo da parte me stesso per donarle la felicità. Forse era abituata a quegli uomini che ti “saltano subito addosso”, ma non lo potevo sapere (e nemmeno mi interessa ora), così ho deciso di allontanarla, perché era ciò che il cuore mi diceva.
Potete immaginare che cosa pensa una ragazza che vuole solo sesso quando un ragazzo le parla di Dio… Alcune mi rispondevano che credevano in Lui, ma che quelli erano bisogni umani e andavano seguiti; altre mi dicevano che si recavano a messa tutte le domeniche, ma poi sottolineavano che prima di innamorarsi dovevano provare tutto di un uomo, in primis come si comporta a letto; altre ancora sostenevano che Dio è solo un’invenzione, e chi più ne ha più ne metta!
Adesso vi dico una cosa importante che pochi sanno: credere in Dio non significa solo recarsi a messa ogni domenica o recitare il rosario. Credere in Dio significa vivere in Lui ogni singolo momento della nostra vita e mettere Lui al primo posto, anche prima di noi stessi. Questa è la differenza tra un cristiano che vive la propria vita in Cristo e chi semplicemente dice di esserlo. Chi crede in Dio non fa del male né a se stesso né agli altri, si libera da tutte le catene che possono portarlo alla morte spirituale, non usa le persone e teme di fare del male a Colui che ha dato la vita per liberarlo dai peccati.
Oggi, come anni addietro, esistono tanti modi per pregare e alcuni di questi mi hanno avvicinato a Dio anche quando pensavo che la santa messa fosse solo una perdita di tempo. Dio si è servito della mia più grande passione, il canto, per liberarmi da tutto il dolore e l’odio che avevo dentro, mi ha donato la pace interiore che non avevo mai provato prima e mi ha scelto come suo annunciatore.
Quando parlo di Dio alla mia fidanzata, vedo che le si illuminano gli occhi. Le racconto di tutto quello che ha fatto e che continua a fare Lui per me, e sono felice che abbia provato cosa significhi essere amati realmente.
Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto.
ATTI DEGLI APOSTOLI 10,34-35
Temere Dio non significa averne paura, vuol dire vivere con la consapevolezza di avere un Padre sempre presente che veglia su di noi costantemente. Tutti sbagliamo, io compreso, Dio però non deve essere vissuto come giudice, ma come Colui che non vuole altro se non il vero bene per il proprio figlio. Avere timore di Dio non significa esserne intimiditi, ma rispettare Colui che ci ha donato la vita. Chi davvero teme Dio sa di non essere solo quando cade, ed è appellandosi a Lui che trova ristoro e forza per continuare a vivere.
C’è stato un periodo in cui pregavo tantissimo e chiedevo a Lui delucidazioni sulla scelta di una persona per la vita. Lui ogni volta mi rispondeva, attraverso un passo della Bibbia o la parola di un fratello, dicendomi di lasciar perdere chi stavo frequentando in quel momento perché non faceva per me.
Infatti nessuna ragazza mi chiedeva di fare l’amore, ma tutte mi dicevano che volevano “scopare”. Anche se non giudico nessuno, ho sempre detestato questo verbo insieme alle persone che lo pronunciano. Confesso che ogni tanto sono stato fortemente tentato, ma grazie alle mie preghiere e a quelle che chiedevo ai miei fratelli di fede non ho mai ceduto. Non volevo una persona superficiale al mio fianco, volevo esattamente quella che Dio mi avrebbe inviato.
Mi sento di dirvi che se a un certo punto vi accorgerete di avere di fronte una persona sincera, lasciatevi andare, dimenticate il male che vi è stato fatto e sostituitelo con i “brividi” dell’amore.
Voglio scrivervi una parola donataci dal Signore in uno dei periodi in cui ero più tentato sessualmente.
Figlio mio, fa’ attenzione alle mie parole,
porgi l’orecchio ai miei detti;
non perderli di vista,
custodiscili dentro il tuo cuore,
perché essi sono vita per chi li trova
e guarigione per tutto il suo corpo.
Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore,
perché da esso sgorga la vita.
Tieni ...