Orfeo
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Orfeo

  1. 64 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Orfeo, scritto nell'estate del 1925 a Villefranche-sur-Mer e rappresentato nel giugno dell'anno successivo al Théâtre des Arts di Parigi dai Pitoëff, costituisce il primo punto fermo nella produzione teatrale di Jean Cocteau. In questa minuscola e misteriosa tragedia confluiscono, certo, le esperienze ed i tentativi anteriori, le estrosità bizzarre, talora astratte e gratuite di una Parade o di un Mariés de la Tour Eiffel, che al pubblico erano apparsi festosi ed insolenti fuochi di prestigio scenici; come le sollecitazioni classiche, le fascinazioni del mito che avevano indotto il poeta a tradurre, o meglio a riscrivere un' Antigone e un Edipo re. Così in Orfeo, su una tessitura di racconto mitico, trasposto in termini di volutamente ambigua modernità, quella stessa che nell'opera grafica di Cocteau conferisce alle forme reali, mediante un fluido e continuo tratto, la purezza sovrumana e algebrica del geroglifico, si affaccia il mondo inquietante del circo: dal cavallo sapiente ai personaggi sospesi a mezz'aria, dagli specchi che inghiottono con l'immagine la persona alle colombe addomesticate, alla testa parlante dell'uomo decapitato. D'altronde nella didascalia iniziale lo stesso Cocteau ci avverte che la scena è molto somigliante ai "salotti dei prestidigitatori", aggiungendo poco oltre che essa in nulla può essere mutata in quanto si tratta di "uno scenario "utile" in cui il minimo particolare ha la sua funzione come i dispositivi di un numero di acrobati". Per parte sua il prologo, a nome degli interpreti, dichiara, proprio come accade prima dei numeri particolarmente pericolosi: attenzione, "lavoriamo molto in alto e senza rete di soccorso". Dalla Nota di G. R. Morteo

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2014
Print ISBN
9788806065102
eBook ISBN
9788858416877
Argomento
Letteratura
Categoria
Teatro

ORFEO

Tragedia in un atto e un intervallo


Com’è brutta la felicità che desideriamo
Com’è bella l’infelicità che abbiamo.
L’A. H.

Costumi.
Si devono adottare i costumi del tempo in cui è rappresentata la tragedia.
Orfeo ed Euridice in abiti da campagna, i piú semplici e i meno vistosi.
Heurtebise con la tuta azzurra degli operai, un fazzoletto scuro al collo e ciabatte bianche. È abbronzato, a capo scoperto. Ha sempre con sé l’attrezzatura da vetraio.
Il Commissario e l’Usciere portano uno stifelius nero, il panama, scarpe abbottonate; hanno la barbetta.
La Morte è una giovane bellissima in abito da ballo rosa acceso e mantello di pelliccia. Capelli, abito, mantello, scarpe, gesti, andatura all’ultima moda. Ha grandi occhi azzurri dipinti su una mezza mascherina; parla in fretta, con voce secca e distratta. Anche il suo camice da infermiera deve essere il non plus ultra dell’eleganza.
I suoi aiutanti hanno l’uniforme, la maschera bianca, i guanti di gomma dei chirurghi quando operano.
Scenario.
Un salotto nella villa d’Orfeo, piuttosto originale e parecchio somigliante ai salotti dei prestidigitatori. Nonostante il cielo d’aprile dalla luce decisa, s’intuisce che questo salotto è attorniato da forze misteriose. Anche gli oggetti familiari paiono sospetti.
Images
Scenario.
Images
Piano dello scenario.
Prima di tutto in un box a forma di nicchia, proprio in centro, sta un cavallo bianco, le cui gambe rassomigliano moltissimo a gambe umane. A sinistra del cavallo un’altra nicchietta, incorniciata di alloro, nella quale si erge un piedestallo vuoto. Dopo il piedestallo, all’estrema sinistra una porta che dà sul giardino; quand’essa è aperta il battente nasconde lo zoccolo. A destra del cavallo un lavabo di maiolica e quindi, all’estrema destra, una porta finestra, di cui si scorge la vetrata socchiusa verso l’esterno; dà su una terrazza che circonda la villa.
In prima quinta, a sinistra, contro il muro, un grande specchio; in seconda quinta, una biblioteca. Al centro della parete di destra, porta aperta sulla camera di Euridice. Un soffitto inclinato chiude la scena come una scatola.
Due tavoli e tre sedie bianche ammobigliano la stanza; a sinistra una scrivania e una delle seggiole.
A destra della scena, frutta, piatti, una caraffa, vari bicchieri, simili agli oggetti di cartone dei giocolieri, sul secondo tavolo ricoperto da una tovaglia che sfiora per terra. Dietro al tavolo, di faccia, una seggiola; a sinistra e vicino, un’altra.
Non si può aggiungere o togliere una seggiola, né distribuire altrimenti le aperture, perché questo scenario è uno scenario «utile» in cui il minimo particolare ha la sua funzione come i dispositivi di un numero di acrobati.
Nessun colore, tranne l’azzurro del cielo, la balza di velluto rosso scuro che profila in alto la porticina del box, per cui il mezzo del corpo del cavallo, rimane dissimulato.
Lo scenario suggerirà quei falsi aeroplani o bastimenti dei fotografi da fiera: d’altronde esso si fonde con i personaggi e con gli avvenimenti nello stesso modo ingenuo e duro con cui modello e tela dipinta si mescolano sul chiaroscuro delle fotografie formato cartolina.

PERSONAGGI

Orfeo
Heurtebise
Il Commissario di polizia
Il Cancelliere
Il cavallo
Voce del Portalettere
Azraele
primo aiutante della Morte
Raffaele
secondo aiutante della Morte
Euridice
La Morte
In Tracia, in casa di Orfeo.
Orfeo fu rappresentato la prima volta al Théâtre des Arts, a Parigi, il 17 giugno 1926. Regia di Jean Victor-Hugo, costumi di Gabrielle Chanel.

PROLOGO
L’attore che recita Orfeo compare davanti al sipario.
Signore, signori, questo prologo non è dell’autore. Certo egli si meraviglierà nell’udirmi. La tragedia di cui ci ha affidato le parti ha uno svolgimento assai delicato. Vi chiederò pertanto di aspettare la fine per pronunciarvi nel caso non foste soddisfatti del nostro lavoro. Ecco la ragione della mia richiesta; lavoriamo molto in alto e senza rete di soccorso. Il piú piccolo rumore intempestivo rischierebbe di ucciderci, i miei compagni e me. (Esce).

SCENA PRIMA
Orfeo, Euridice, il cavallo.
Orfeo dietro la scrivania; consulta un alfabeto spiritico. Euridice seduta a destra, accanto alla tavola preparata.
EURIDICE Posso muovermi?
ORFEO Aspetta ancora un attimo.
EURIDICE Non batte piú.
ORFEO Talvolta c’impiega molto tra la prima lettera e le altre.
EURIDICE Le altre si prevedon...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Orfeo
  3. Dedica
  4. Orfeo
  5. Il libro
  6. L’autore
  7. Dello stesso autore
  8. Copyright