Un muro di parole
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Un muro di parole

Comunicare meglio per superare la crisi di coppia

  1. 252 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Un muro di parole

Comunicare meglio per superare la crisi di coppia

Informazioni su questo libro

Cosa succede quando nella coppia qualcosa si rompe? Quando le parole perdono significato e quell'unione che si riteneva unica si incrina? I rapporti di coppia finiscono così, in maniera banale ma repentina, perché non si riesce più a comunicare, perché un muro di parole, indifferenza, incomprensione e solitudine divide la coppia. Ormai da alcuni anni il fenomeno in Italia e nel resto d'Europa è sempre più attuale e drammatico. Per superare il problema o per cercare di arginarlo è necessario chiedere aiuto e dotarsi degli strumenti giusti per ricominciare insieme. Un muro di parole è il racconto di un viaggio avvincente nella realtà delle coppie attraverso esperienze emblematiche raccolte dal vivo in Italia e all'estero. Ogni vicenda viene analizzata e commentata applicando le tecniche della Terapia della comunicazione, una metodologia innovativa che aiuta le coppie a riavvicinarsi, attraverso gli strumenti del dialogo e della comunicazione interpersonale.

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Informazioni

XIII
La terapia della comunicazione

L’ISTAT ci viene in aiuto con una carrellata di dati e considerazioni sulla vita quotidiana dei separati e dei divorziati nel nostro paese. Diciamo subito che, secondo i dati dell’ultima rilevazione, il loro numero si aggira intorno ai tre milioni, di cui il 52,5% è composto da donne e il 47,5% da uomini1 Queste persone nel corso della vita hanno sperimentato o lo scioglimento del matrimonio oppure l’esperienza di separazione di fatto.
In dettaglio: il 32% è separato legalmente, il 30% divorziato, oltre il 25% è separato di fatto, mentre il 12% è coniugato in seconde nozze dopo il divorzio.
In totale questa realtà di uomini e donne rappresenta un 5% abbondante dell’intera popolazione residente in Italia con oltre quindici anni d’età. La maggior parte dei separati e divorziati ha un’età compresa tra i trentacinque e i cinquantaquattro anni. Nelle fasce di età successive troviamo un minor numero di persone con esperienza di divorzio e separazione. Si può dire che l’età media di separati e divorziati si attesti intorno ai quarantasette anni. Le donne sono un po’ più giovani, all’inarca di tre anni. La separazione e il divorzio sono particolarmente diffusi nel Centro-nord: nel Nord-ovest è separato e divorziato circa il 7% della popolazione, nel Nord-est circa il 6%, al Centro il 6%, mentre nel Mezzogiorno la percentuale scende al 3,5%. Il 35% circa delle persone che hanno vissuto una separazione o
un divorzio conduce una vita che possiamo definire da single, il 25% circa è a capo di un nucleo monogenitore. Una quota più bassa, ma sempre significativa, è rappresentata da chi vive in coppia con i figli, circa il 15%, o senza figli, circa 9%, e da chi ritorna a vivere nella famiglia di origine come membro aggregato senza essere né partner né genitore.
Gli uomini vivono di più da soli, mentre le donne vivono di più da monogenitori ricevendo l’affidamento dei figli nella quasi totalità delle separazioni e dei divorzi.
Dalle nostre interviste non emerge una differenza particolare di comportamento in base al titolo di studio, ma i dati nazionali dicono che circa il 51 % delle persone che hanno vissuto l’esperienza di un divorzio o di una separazione ha un titolo di studio superiore alla scuola dell’obbligo contro il 39% della restante popolazione. La probabilità di sperimentare lo scioglimento di un’unione è maggiore tra i soggetti con titolo di studio elevato: più del 9% di laureati è separato o divorziato, contro il 6% di diplomati e il 3% di chi ha la licenza elementare.
Tra chi ha esperienza di scioglimento dell’unione coniugale, le donne con titolo di studio medio-alto (diploma o laurea) sono leggermente più numerose degli uomini, all’opposto di quanto avviene nella restante popolazione, dove le donne istruite sono mediamente meno degli uomini.
La separazione o il divorzio sono più frequenti fra quanti hanno una professione medio-alta. Complessivamente chi ha avuto esperienza di separazione o divorzio è più coinvolto in attività di associazioni di vario tipo rispetto alla restante popolazione, si informa di più di politica, legge di più quotidiani e libri.
Lo stile di vita di chi ha vissuto lo scioglimento della propria unione coniugale sembra in generale caratterizzato da un maggiore coinvolgimento nelle attività legate al tempo libero. Anche la fruizione culturale di questo gruppo è mediamente maggiore rispetto al resto della popolazione sia per gli uomini sia per le donne. Tuttavia chi ha sperimentato separazione o divorzio è generalmente più insoddisfatto della situazione economica, delle relazioni familiari, amicali e del tempo libero rispetto al resto della popolazione e della popolazione coniugata.
Come per altro prevedibile, i genitori rimasti soli, ma con figli, oltre a essere più insoddisfatti della propria situazione economica, lo sono anche relativamente al tempo libero. L’avere a carico e il dover accudire i figli accresce i bisogni del nucleo e riduce il tempo libero a disposizione.
A questo punto del libro e dopo i dati appena riportati possiamo «permetterci» una banalità: la separazione è davvero un problema, non solo nella percezione comune, ma appunto anche statisticamente. Che fare? Psicologi, sociologi e altri esperti hanno ormai avanzato una miriade di soluzioni e terapie, a dimostrazione, se non altro, dell’importanza del problema.
Nelle pagine seguenti avanziamo alcune ipotesi di terapia, che, lo precisiamo, vogliono essere solo indicative e necessitano certamente di ulteriori perfezionamenti e studi. L’impegno dell’Osservatorio in questo nuovo settore non è nato da una programmazione, ma sul campo, nel senso che alcune coppie, dopo l’intervista, hanno chiesto di poter continuare a parlare con noi ed è stato giocoforza cominciare a pensare a una codificazione omogenea dei colloqui fra i diversi intervistatori.
Cominciamo da un caso concreto.
Rosy e Maurilio
Rosy e Maurilio sono sposati da nove anni, lei ha trentaquattro anni e lui trentanove, hanno una figlia di sei anni e un lavoro che li soddisfa entrambi. Maurilio è un tecnico navale; spesso per il suo lavoro è lontano da casa, ma per brevi periodi. Rosy lavora in un’azienda come segretaria. Vivono in Lombardia.
Incontriamo Rosy nello studio dell’Osservatorio e ci mette al corrente della sua esperienza. Conosce suo marito a una cena di amici e lui è in compagnia della fidanzata, una bella ragazza mora con la quale, si vede chiaramente, ha un rapporto piuttosto turbolento: ad esempio, durante la cena tutto quello che piace a lui non piace a lei, che lo contesta continuamente, senza che lui reagisca in maniera evidente e mettendolo anche in cattiva luce nei confronti degli altri.
Durante la serata, a cui partecipa da sola, Rosy è seduta di fronte a loro due e scambia con naturalezza alcune battute alle quali solo lui risponde. A cena finita, nel prosieguo della serata, a un certo punto la fidanzata va in bagno e Maurilio avvicinandosi a Rosy inizia a chiacchierare ininterrottamente, smettendo solo dopo una decina di minuti al rientro della fidanzata, che lo fulmina con una occhiata di traverso.
Passano alcuni giorni e Maurilio, che si era fatto dare il numero di Rosy da un’amica comune, la chiama e inizia una chiacchierata lunghissima in cui parlano del più e del meno. Questo scambio «telefonico» diventa una piccola abitudine, perché Maurilio a distanza di pochi giorni comincia a chiamarla con una certa regolarità e così per alcune settimane.
Rosy dichiara di aver aderito a questo «rito» sia perché era libera sia perché era evidente la situazione di difficoltà in cui si trovava il rapporto di Maurilio con la fidanzata. Non solo: nell’accettazione del «farsi trovare» in Rosy gioca anche una competitività molto femminile. Infatti, come abbiamo detto, la fidanzata di Maurilio è una bella donna, mentre Rosy si considera assolutamente normale.
Dopo un paio di mesi, Maurilio comunica nel corso della solita telefonata di aver rotto il rapporto con la fidanzata e propone a Rosy di andare a festeggiare questa rottura con un aperitivo. Rosy accetta.
Si vedono e da lì nel giro di qualche settimana si mettono insieme. Conoscendolo meglio di persona, Rosy si accorge che lui è un tipo piacevole, di compagnia, senza essere particolarmente brillante. Una cosa Rosy nota subito: a lui piace comandare (l’espressione usata dalla donna è: «È un ariete comandante»).
Per esempio, quando decidono di andare al cinema, a sentire un concerto o a mangiare una pizza, è sempre lui che vuole decidere il posto. Quelle poche volte in cui lei «si impunta» e si va dove decide lei, Maurilio tiene il muso tutta la sera senza rivolgerle la parola.
Il fidanzamento dura poco meno di tre anni con, tutto sommato, un buon accordo tra i due, che poi decidono di sposarsi andando a vivere in un appartamento di proprietà di lui. La vita matrimoniale si avvia subito verso una quotidianità accettabile senza gravi scontri.
La nascita di una bambina, dopo tre anni, voluta da entrambi, fortifica ancora di più la coppia. Quando la figlia ha circa quattro anni, Rosy rimane nuovamente incinta, ma non riesce a portare a termine la gravidanza a causa di una amnio-centesi.
Questo episodio crea un periodo di grande sofferenza per Rosy, durante il quale il marito le è particolarmente vicino. In realtà la donna, da alcuni mesi prima di rimanere incinta, ha una relazione con un coetaneo che viene giustificata da Rosy come una «risposta» al difficile carattere del marito. Una sorta di fuga dalla quotidianità, non nata come reazione a un fatto particolare, ma semmai a una stanchezza causata proprio dal carattere autoritario del coniuge, che Rosy sente come opprimente e ha difficoltà a sopportare.
Il marito è all’oscuro di questa relazione, ma alcuni mesi dopo la perdita del bambino, quando Rosy continua a rifiutare rapporti intimi, si insospettisce e, controllando il telefonino della moglie, scopre alcuni messaggi piuttosto inequivocabili.
Maurilio affronta il problema in maniera violenta, con due schiaffoni a cui segue il riscontro degli SMS incriminati sul telefonino. Rosy ammette e dichiara che il rapporto con il nuovo compagno è per lei importante. Maurilio scoppia a piangere e, mettendosi in ginocchio, chiede alla moglie di non lasciarlo, senza però riuscire a intenerirla.
Inizia un periodo difficile anche perché il marito è convinto che il figlio perso non fosse suo, benché Rosy neghi decisamente e, anzi, affermi che, se fosse stato figlio della relazione extraconiugale, avrebbe abortito.
Dopo vari litigi, lei chiede la separazione, esce di casa, va in un appartamento in affitto e le affidano la bambina. L’atteggiamento di Maurilio è completamente negativo, non vuole più vedere la moglie e, anzi, in un certo senso ne affretta l’allontanamento.
Subito dopo, lui inizia una relazione con un’altra donna di un paio d’anni più anziana. Entrambi cominciano quindi una nuova vita con persone diverse. La situazione si prolunga per alcuni mesi, in cui i due ex coniugi continuano tuttavia a vedersi per la figlia, a volte cenano insieme e comunque si telefonano. Dopo qualche mese hanno anche un rapporto intimo completo.
I rapporti fra i due continuano e sono comunque caratterizzati sempre da una certa tensione e da alcune litigate. Rosy dichiara che la nuova vita non è soddisfacente per entrambi, tanto che lei chiede all’ex marito di diventare amanti, ma quest’ultimo rifiuta.
A questo punto Rosy decide di rivolgersi all’Osservatorio per provare la terapia della comunicazione. Viene organizzato un primo colloquio a cui Rosy partecipa da sola e racconta la sua storia.
Da questo primo incontro emerge con chiarezza un suo interesse ancora vivo per il marito e quindi le chiediamo di persuadere Maurilio ad avere un analogo colloquio da solo. Lui accetta, spinto probabilmente più da curiosità che da una reale convinzione nei confronti della terapia.
Maurilio stesso ci conferma il racconto della moglie e ammette di avere nei suoi confronti ancora un interesse, anche se sostiene che non riuscirebbe mai più a condividere la vita con lei. C’è una evidente iniziale disparità di posizione rispetto al possibile futuro in comune: lei è possibilista, lui nega decisamente.
Il quadro che si presenta è pertanto questo: lui ha interesse per lei ma non è disposto a ricominciare una vita a due, lei è più confusa e, partendo da una situazione di scontentezza con il partner attuale, non rifiuta la possibilità di ricominciare una vita a due con l’ex marito.
Alla nostra richiesta di un colloquio a due, entrambi accettano e parliamo per circa due ore. Messi una di fronte all’altro, lui mantiene posizioni fortemente polemiche e verbalmente violente, sostenendo che la donna gli ha rovinato la vita mettendo in discussione e portando allo sfascio un rapporto che a suo parere era tutto sommato soddisfacente. Lei ammette la colpa, dichiara di aver sbagliato, precisando che un episodio come quello accaduto a loro può essere normale in una coppia dopo diversi anni di matrimonio.
Il terapeuta, seduto di fronte ai due coniugi, nella prima parte del colloquio si limita all’ascolto senza intervenire neanche nei momenti di maggiore tensione. Nella seconda parte il terapeuta chiede ai due di parlare tenendosi per mano come se facessero una normale passeggiata, cosa che viene accettata con qualche reticenza da parte di lui.
La richiesta di tenersi per mano viene avanzata dal terapeuta con voce pacata, precisando che è una richiesta a cui ci si può opporre, ma dicendo altresì che quello che i due stanno facendo è un cammino insieme e per strada ci ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione
  4. I – Il metodo dell’intervista
  5. II – Cambia la coppia all’improvviso
  6. III – Coppia e fedeltà
  7. IV – Coppia e denaro
  8. V – Coppia e lavoro
  9. VI – Coppia e figli
  10. VII – Coppia e genitori
  11. VIII – Coppia e violenza
  12. IX – Coppia e malattia
  13. X – Coppia e manie
  14. XI – Coppia e altre cause
  15. XII – Alcune testimonianze europee
  16. XIII – La terapia della comunicazione