La regina dei Caraibi
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La regina dei Caraibi

  1. 503 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La regina dei Caraibi

Informazioni su questo libro

Il corsaro nero è tornato e si prepara allo scontro decisivo con il perfido Wan Guld. Ma questa volta dovrà vedersela anche con l'amore…

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2014
Print ISBN
9788817073707
eBook ISBN
9788858667743

La squadra dei filibustieri

Fra i più famosi corsari della Tortue, un bel posto spetta a questi tre arditi filibustieri che si chiamano Grammont, Laurent e Wan Horn, unitisi al Corsaro Nero per tentare la presa ed il saccheggio di Vera-Cruz, una delle più importanti e delle più ricche città del Messico.
Pochi forse avevano dato prove di valore e di audacia come questi. Se non salirono in grandissima fama come l’Olonese, come Montbar lo «Sterminatore», come Morgan che doveva più tardi, con una temerità incredibile, espugnare e saccheggiare Panama, come Sharp, Horris e Sawkins che per tanti anni furono i padroni dell’Oceano Pacifico e che scorazzarono perfino sotto le coste del Perù, pure ebbero un bellissimo posto nella storia della filibusteria.
Wan Horn era brabantese, Grammont era un gentiluomo francese, andato in America per odio contro gli spagnoli, e Laurent de-Graff olandese.
Il primo aveva cominciata la sua carriera come semplice marinaio, però ben presto era diventato un timoniere famoso.
Raccolte poche centinaie di piastre, aveva comperato finalmente un piccolo legno corseggiando per proprio conto, in unione ad una banda di disperati.
Essendo in quel tempo scoppiata la guerra fra l’Olanda e la Francia, aveva dato addosso alle navi della prima nazione con tanto accanimento, da farsi molto notare e stimare.
Cessata la guerra, non ostante i trattati, aveva continuato a corseggiare nelle acque della Manica, non risparmiando che le navi francesi, ma poi incoraggiato da tanti successi aveva osato assaltare anche quelle del proprio paese, mettendosi così in guerra con tutte le nazioni marinaresche dell’Europa settentrionale.
Un giorno una nave da guerra francese, mandata in sua cerca perché lo catturasse, lo incontra e gli intima la resa incondizionata.
Wan Horn non si spaventa affatto dell’enorme superiorità dell’avversario. Con un’audacia incredibile si reca a bordo della fregata francese e si finge altamente meravigliato del procedere del comandante, giurando solennemente di aver sempre rispettate le navi di bandiera francese e facendo capire che i suoi uomini non si sarebbero arresi senza aspro combattimento e che il suo luogotenente era uomo da disputare lungo tempo la vittoria.
Il comandante, sapendo con quale canaglia risoluta aveva da fare e non volendo compromettere la sua nave in una simile lotta, lascia libero Wan Horn.
In quell’epoca le imprese arditissime dei filibustieri della Tortue, avevano fatto molto rumore in tutta l’Europa.
Il brabantese, comprendendo che ormai spirava cattiva aria per lui sulla Manica, sul Mare del Nord e nel Mare di Biscaglia, attraversa l’Atlantico e veleggia verso Portorico coll’idea già fissa di corseggiare a danno degli spagnoli.
Ardeva allora la guerra fra la Spagna e la Francia. Wan Horn, già molto conosciuto anche in America per le sue antecedenti imprese, entra in San Juan al suono di trombe e di tamburi, offrendo i suoi servigi al governatore dell’isola.
Si può far caso all’arditezza del filibustiere, ma più di tutto all’imprudenza degli spagnoli.
Wan Horn viene subito accettato e lo s’incarica di scortare i galeoni carichi d’oro che dovevano attraversare l’Atlantico.
Era l’occasione attesa dall’ardito corsaro. Alla prima tempesta si getta su due dei più ricchi che erano stati separati dal grosso della squadra, li saccheggia e fugge trionfante alla Tortue mettendosi sotto la protezione dei Fratelli della Costa.
Grammont era, come fu detto, un gentiluomo francese, il quale aveva servito già parecchio tempo in qualità di capitano, nella flotta di Luigi XIV.
Non essendovi allora guerra in Europa, attraversa pure l’Atlantico ed avendo perduto il suo legno armato in corsa, di cui aveva per reale patente il comando, si unisce ai filibustieri della Tortue e con settecento uomini va ad assalire prima Maracaybo e quindi Torilha, perdendo molta gente con poco frutto.
Un anno dopo con soli cent’ottanta uomini va a bombardare Porto Cavallo, città situata sulle coste di Cumana, distrugge i poderosi forti che la difendono, entra in città sostenendo, con soli quarantasette uomini, l’assalto della numerosa guarnigione spagnola e si ritira a bordo delle sue navi conducendo centocinquanta prigionieri, fra cui il governatore e portando seco ingenti tesori.
Disgraziatamente un uragano sorprende la sua squadra nella baia di Goave, gli caccia a fondo gran parte delle navi e perde ancora il frutto di quell’ardua impresa.
Laurent invece, era stato dapprima ai servigi della Spagna ed aveva fatta aspra guerra ai filibustieri, catturando molte delle loro navi.
Vinto finalmente dai suoi nemici e costretto a decidersi fra la morte e la vita, a condizione, in questo caso, di unirsi ai suoi vincitori, da uomo pratico aveva accettato di buon grado l’offerta, diventando in breve tempo il terrore dei suoi antichi protettori ed alleati.
Fra le tante meravigliose imprese tentate da costui in danno degli spagnoli, narrasi anche la seguente.
Trovatosi improvvisamente, un brutto mattino, fra due poderose fregate spagnole, invece di arrendersi, tenta audacemente la battaglia.
Mette un uomo nel magazzeno delle polveri, coll’incarico di far saltare la nave al primo segnale, poi impegna risolutamente la impari lotta.
Coi suoi moschettieri abbatte quanti spagnoli si mostrano sul ponte delle fregate, poi con una ben aggiustata cannonata fracassa l’albero maestro della nave ammiraglia e fugge indisturbato alla Tortue.
Un’altra ancora. Presso Cartagena tre navi spagnole, speditegli incontro dal governatore, vanno ad assalirlo. Laurent non si sgomenta ed impegna la lotta. Durante il combattimento alcune navi filibustiere, attirate da quel furioso rombare delle artiglierie, accorrono in suo aiuto.
Le navi spagnole, dubitando della vittoria cercano di ritirarsi, ma Laurent non ne lascia loro il tempo e assalitele a sua volta le espugna tutte tre, dopo di aver fatto orribile strage degli equipaggi.
Ecco quali erano gli uomini che nel 1683 si erano accordati col Corsaro Nero per tentare l’impresa più ardita fino allora ideata dai filibustieri della Tortue, cioè l’espugnazione ed il saccheggio della forte piazza di Vera-Cruz.
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I tre filibustieri salirono sul cassero preceduti dal Corsaro Nero e seguìti da Morgan e dal mastro d’equipaggio.
Erano tre tipi molto diversi, essendo di razze pure diverse. Grammont aveva l’aspetto distinto del gentiluomo e la corporatura slanciata del Cavaliere di Ventimiglia; Laurent era invece un uomo di statura tozza, molto bruno, e molto muscoloso, vero tipo del marinaio; Wan Horn era di statura altissima, con spalle molto larghe, capelli biondi, occhi azzurri e carnagione rosea, il vero tipo della flemmatica e poderosa razza anglo-sassone.
Vuotarono alcuni bicchieri colmi di squisito vino spagnolo che Carmaux aveva empiti, poi Grammont, che era il più loquace, disse:
– Ed ora, cavaliere, ci direte cosa avete fatto a Puerto Limon. Eravamo molto inquieti non vedendovi giungere alla baia.
– Ho dovuto sostenere l’attacco di due fregate e per poco non siamo rimasti bloccati nel porto – rispose il Corsaro. – Come però vedete, la mia Folgore è uscita da quel pericolo quasi senza danni.
– Non mi sarei mai consolato se avessi veduto la vostra bella nave disalberata. E Wan Guld?
– È a Vera-Cruz, amici.
– Ne siete certo, cavaliere?
– Ormai non ho alcun dubbio.
– Allora noi vi vendicheremo – dissero Laurent e Wan Horn.
– Grazie, amici. È forte la vostra squadra?
– Conta quindici navi con milleduecento uomini di equipaggio.
Una ruga si disegnò sulla fronte del Corsaro.
– Non saremo in troppi – disse. – So che a Vera-Cruz vi sono oltre tremila soldati e, a quel che si dice, tutti agguerriti.
– Lo sappiamo – disse Grammont.
– Senza poi contare che dovremo espugnare il forte di San Giovanni de Luz che è armato di sessanta cannoni e difeso da ottocento uomini.
– E che dalle città dell’interno possono accorrere altri quindici o sedicimila uomini – aggiunse Morgan che era presente al colloquio. – Io l’ho saputo da un negro fuggito da Vera-Cruz.
– Noi stiamo per giuocare una carta tremenda, questo è vero – disse Wan Horn – però vi è una circostanza che può essere di molto favore.
– E quale? – chiese il signore di Ventimiglia.
– Noi sappiamo che gli spagnoli aspettano due vascelli provenienti da Goave.
– E cosa volete concludere?
– Per non spaventare i nostri equipaggi, i quali non ignorano le grandi difficoltà che incontrerebbero a Vera-Cruz, abbiamo detto loro che noi ci accontenteremo di dare la caccia a quelle due navi. Quando poi saremo presso la città, lancieremo i nostri uomini all’assalto dei forti. Voi già sapete che quando impegnano la lotta non si arrestano più.
– Sì, questo è vero – disse il Corsaro. – Avete fatto il vostro piano?
– Si tratta di sorprendere la piazza. Noi sbarcheremo i nostri equipaggi a poche miglia dal porto e ci accosteremo attraversando i boschi.
– Ed io sarò là a guidarvi alla vittoria.
– Cosa volete dire, cavaliere? – chiese Grammont....

Indice dei contenuti

  1. La regina dei Caraibi
  2. Copyright
  3. Il Corsaro Nero
  4. Parlare o morire
  5. Il tradimento dell’intendente
  6. Assediati nella torricella
  7. L’assalto alla Folgore
  8. L’arrivo dei filibustieri
  9. Il brulotto
  10. Un terribile combattimento
  11. L’odio di Yara
  12. Le coste del Yucatan
  13. La squadra dei filibustieri
  14. Un terribile abbordaggio
  15. La resa della fregata
  16. La laguna di Tamiahua
  17. La zattera
  18. Una caccia al lamantino
  19. Vera-Cruz
  20. Colpi di spada e colpi di fucile
  21. L’assalto di Vera-Cruz
  22. La marchesa di Bermejo
  23. La scalata a San Giovanni de Luz
  24. Fra il fuoco e l’abisso
  25. La presa di San Giovanni de Luz
  26. La caccia all’Alambra
  27. La Folgore fra due fuochi
  28. La vendetta di Wan Guld
  29. I naufraghi
  30. Le coste della Florida
  31. Fra le foreste
  32. Il baribal
  33. Gli antropofaghi della Florida
  34. La fuga dei corsari
  35. La regina degli antropofaghi
  36. Conclusione
  37. Con le parole di Yara
  38. Indice