CAPITOLO SETTE
Nicole scostò le tende di lino, soltanto l’ampia vetrata la separava dal terrazzo. Doveva decidersi e aprirla, doveva uscire e raggiungere Hugo.
Erano trascorse due settimane da quando la Gendarmerie l’aveva prelevata dal rifugio di Nicolas: era stata visitata dai medici anche se aveva ripetuto più volte di non aver subito alcun tipo di violenza. Era stata interrogata… Forse sarebbero stati più insistenti se non fosse intervenuto Hugo che aveva fatto valere il suo cognome importante.
Il comandante Benoist forse non le aveva creduto quando aveva assicurato di non sapere da chi fosse stata rapita e per quale motivo, ma il fidanzato aveva sistemato tutto.
In poche ore Nicole era stata accompagnata in una delle residenze di Hugo, la villa sulle alture di Cannes. Nicole sarebbe voluta tornare nel suo appartamento di Marsiglia, in Rue de la Loge, ma era così stanca e triste che non aveva avuto la forza di imporre la propria volontà.
In fondo Hugo aveva ragione: nella villa avrebbe potuto riposare ed era al sicuro.
Lui le aveva detto che sarebbe stata sola perché impegni improrogabili lo richiamavano negli States e poi in Estremo Oriente, ma la proprietà era ben sorvegliata e il personale di servizio avrebbe provveduto a ogni sua necessità.
Era sollevata per non aver dovuto rispondere alle domande del suo futuro sposo o delusa perché lui non le era rimasto vicino per aiutarla a superare un momento difficile?
Se lo era chiesta spesso, in quelle due settimane.
Come si era interrogata spesso sul comportamento di Nicolas, senza riuscire a darsi risposte accettabili. Dicevano che era stata rapita, ma era stato davvero un rapimento? Forse Nicolas doveva nascondersi e aveva voluto vederla ancora… Ma era se stessa che capiva sempre meno: le sarebbe stato sufficiente dire come era stata prelevata e per ordine di chi e nessun giudice le avrebbe negato il divorzio, anche in assenza di Nicolas! Perché non si sentiva di raccontare tutto?
La sera precedente Hugo era arrivato.
Nicole si era aspettata che la raggiungesse nella sua camera, invece niente! Forse non aveva voluto forzarla, forse avrebbe dovuto compiere lei il primo passo…
Aveva indossato una delle camicie da notte che le aveva fatto trovare nella cabina armadio, tutte della sua misura, tutte di seta. Poi se l’era tolta, rabbiosa! Possibile che Hugo non ricordasse che preferiva dormire nuda?
Ma lui trovava eccitante spogliarla…
Aveva allontanato l’immagine di Nicolas che, ridendo, l’aiutava a sfilare gli stivaloni di gomma indossati per sfidare una giornata di pioggia.
«Ti eccita spogliarmi, Nicolas?» gli aveva chiesto.
«Mi ecciti comunque, donna» le aveva risposto prendendole una mano. «Tocca qui.»
E avevano cominciato a fare l’amore; soltanto dopo si erano accorti che lei indossava ancora uno stivalone.
Con Hugo non sarebbe mai successo.
Era un ottimo amante, sì…
Nicole si fregò gli occhi, un po’ per il sole abbagliante e un po’ perché aveva dormito male.
Da quando la Gendarmerie l’aveva portata via dal rifugio di Nicolas e Hugo le aveva messo a disposizione la villa di Cannes, lei aveva sempre dovuto prendere dei tranquillanti per dormire qualche ora.
E non le era mai successo!
Le mancava la pittura, anche se Hugo le aveva fatto trovare uno splendido ampio studio fornito di tutto il necessario. Era entrata, aveva preso in mano un carboncino e l’aveva posato.
Le mancava il sesso! Era una donna giovane e sana… Era stata sciocca a non prendere l’iniziativa con Hugo, che forse era troppo riguardoso per venire a cercarla.
Con un gesto fece scivolare di lato l’ampia porta a vetri e uscì all’aperto.
Era scalza e sentì il piacevole tepore e la ruvidità delle piastrelle di coccio.
«Cara!»
Si girò verso la voce. Hugo si era già alzato e si dirigeva verso di lei porgendole la mano. Era un bell’uomo, attraente, e sapeva come valorizzare il fisico snello: i pantaloni di lino bianco erano impeccabili e così il pullover di cotone azzurro polvere.
Nicole lasciò che la guidasse verso il gazebo dove le tende di lino avevano creato un angolo riparato. Il tavolo era apparecchiato per la prima colazione con tovaglia di fiandra, posate d’argento, porcellane finissime e cristalli. Una cameriera era in disparte, in attesa di ordini.
Hugo fece un cenno e la cameriera si dileguò.
«Hai riposato bene, cara?» Subito dopo averlo detto le prese la mano e la baciò.
Sul dorso… Nicole avrebbe preferito che le baciasse il palmo. O la bocca, con un vero bacio da amante.
«Abbastanza bene» mentì.
«Ho rimandato qualche impegno per poter stare con te, cara.»
«Mi dispiace» disse lei, ma subito si corresse: «No, sono felice che tu stia con me, ma mi dispiace che tu abbia dovuto rimandare i tuoi impegni. So quanto tieni al tuo lavoro».
«Non quanto a te, cara.»
Le aveva scostato la sedia e a Nicole non restò altra scelta che sedersi a quel tavolo troppo imbandito e ricercato.
«Sei molto gentile.»
«Amare una donna è prendersene cura, e cerco di farlo nel migliore dei modi, mia cara.»
La cameriera era tornata, silenziosa, spingendo un carrello con caraffe e piatti colmi.
«Per madame caffè nero, per me una spremuta d’arancia» ordinò Hugo. Poi si voltò verso Nicole e le suggerì: «Dovresti mangiare, sei molto pallida».
«Sono stata in casa.»
«La pittura? Qualche opera nuova e impegnativa?»
Possibile che non avesse ancora capito che la imbarazzava parlare dei suoi lavori quando non erano ancora finiti? No, con Nicolas non provava alcun disagio… Anche se lui non le lesinava le critiche! Scosse il capo, e poi ricordando che Hugo lo trovava un gesto grossolano aggiunse: «Non ero in vena creativa».
«Ricomincerai. Un po’ di riposo e di tranquillità e starai abbastanza bene da ricominciare a dipingere.»
Forse Hugo aveva ragione, ma per lei dipingere era come respirare… Cercò di cambiare discorso perché era inutile sperare che lui la capisse. Non si capiva neppure lei! «Sei stato molto gentile a occuparti di me, a mandare il tuo avvocato in Corsica…»
Lui la interruppe. «Su di me potrai sempre contare, cara. Appena ho saputo quello che ti era successo ho mandato un avvocato dello staff a spiegare quanto era accaduto.»
Quanto era accaduto? Allora sapeva di Nicolas? Nicole tenne le labbra serrate per impedirsi di c...