CAPITOLO NOVE
Object: Sceneggiatura
Gentile Loretta,
ho scoperto per caso il suo blog: LOVANGELES.
Mi piace molto il modo in cui lei scrive. Davvero esilaranti i brani sul suo presunto papà galeotto e su quella sua amica, mi perdoni, ora non ricordo il nome. La dea, per intenderci.
Sono rimasta positivamente colpita dalla sua creatività. Immagino che molti episodi siano frutto della sua vulcanica fantasia (come potrebbe essere altrimenti?). Vorrei poterla incontrare di persona, per proporle la scrittura di un soggetto cinematografico.
Se interessata, mi contatti.
Cordiali Saluti,
Claudia Coleman
861-6861
4 marzo
Riflessioni a caldo
Certa gente non sa proprio come passare il tempo. E allora che fa? Importuna altra gente, gente seria, gente coscienziosa, e facile all’illusione, con scherzi come questo, di pessimo gusto.
Come diceva qualcuno: «Non ti curar di lor, ma guarda e passa».
Credo fosse la mitica nonna Rose.
Guarda e passa.
Guarda e passa.
Guarda e passa.
Oooh non resisto! Che sarà mai una concisa e cortese risposta?
Object: RE Sceneggiatura
Cara Claudia,
che poi Claudia non sarà neppure il tuo nome e tu non sei altro che un mitomane frustrato e sfigato. Smamma, non è aria, dirotta le tue nevrosi verso qualcun altro.
Non te l’ha mai detto nessuno che al mondo esiste anche il sudoku?
Loretta.
Forse un po’ pungente.
Peach sarebbe orgogliosa di me.
Object: RE RE Sceneggiatura
Loretta, ti do del tu come hai fatto con me. Posso assicurarti che il mio nome è Claudia e non sono un maniaco pervertito, ma una regista.
Perdonami. Capisco l’incredulità di ricevere una email nella quale ti viene proposto un soggetto cinematografico. Non credo capiti ogni giorno.
Ma vedi, permettimi una precisazione, sarò rompicoglioni, starò sulle palle a molti, ma, ecco, non sono una buontempona.
Aspetto tue notizie.
Claudia
Okay, facciamo un passo indietro.
È lunedì mattina, ho passato un fine settimana in totale relax, trascorso sul divano in un’orgia di patatine fritte, brownie e milkshake, a guardare vecchie puntate di CSI Las Vegas, immaginando quale altro simpatico soggetto farmi dipingere sul corpo da Brian. Poi arrivo in ufficio, accendo il computer e come tutte le mattine apro la posta elettronica, pronta a cancellare decine di spam, che, per ironia della sorte, hanno sempre a che vedere con miracolose pozioni dimagranti e aitanti bellimbusti, tanto che ormai mi viene da pensare che esista una diretta connessione tra le une e le altre. Poi trovo questa.
Anche se il nome del mittente non mi suggerisce nulla, mi basta leggere il titolo dell’oggetto per farmi venire il batticuore; ho inviato così tante sceneggiature in giro per i vari uffici di produzione della città che nel momento in cui ho letto «sceneggiatura» sono entrata nel panico.
Apro l’email, ma invece di esultare sono alquanto allibita. Non voglio nemmeno approfondire alcuni passaggi come: «La dea, per intenderci». Perché se solo la persona che ha scritto la email si riferiva a Crystal, io cestino la comunicazione seduta stante. E poi, perché diamine alcuni episodi devono essere per forza frutto della mia vulcanica fantasia? Ormai è risaputo che la realtà supera di gran lunga l’immaginazione!
Deve esserci per forza una fregatura.
In realtà non ne sono così sicura. Semplicemente non voglio illudermi. E ho il disperato bisogno di un parere distaccato, anche cinico e brutale, tutto pur di rimanere con i piedi per terra.
In altre parole ho bisogno di Peach.
E invece, dopo averle letto lo scambio di email tre volte, soltanto perché il dilemma su chi fosse la dea punzecchiava anche lei, Peach sbotta: «Cosa aspetti? Chiama subito questa Claudia… Claudia Col… come diavolo si chiama!».
«Coleman. No, no.»
«Che hai da perdere? Fa’ questa telefonata.»
«È stato uno scherzo di pessimo gusto.»
«E se non lo fosse?»
«Meglio lasciare decantare la cosa per qualche giorno.»
«Rischi di perdere un’occasione.»
«Capirà che sono alla frutta.»
«Tanto l’ha già capito.»
«Domani.»
«Al più tardi.»
Dannata Peach per avermi messo la pulce nell’orecchio. Riattacco, faccio un bel respiro e digito Claudia Coleman su Google.
Se è tutta una bufala, meglio scoprirlo subito.
Claudia Coleman
Da Wikipedia, enciclopedia libera.
Claudia Coleman (New York City, 20 Agosto 1988) è un’attrice, sceneggiatrice, regista statunitense.
Claudia è veramente una professionista, è veramente introdotta nell’ambiente e ampiamente conosciuta! Ne parlano anche terze persone. Sta in mezzo a bei nomi e il suo ufficio di produzione si trova accanto a quello di Francis Ford Coppola!
«Peach, ho capito che stai facendo una tracheotomia, ma ascoltami: ti prego!»
E inizio a snocciolare il curriculum di Claudia. Il suo primo cortometraggio è stato presentato nel 2007 niente meno che al Sundance Film Festival (dubbio: l’ha fatto mentre era all’asilo? O al primo anno delle elementari?).
Successivamente ha creato alcune serie web satiriche di successo. E qualche anno dopo ha realizzato il suo primo lungometraggio, una commedia autobiografica che ha diretto e interpretato, ottenendo il plauso della critica e il premio come miglior lungometraggio d’esordio dell’anno.
Sempre nello stesso anno sviluppa la serie televisiva True Stories in L.A. per il canale via cavo HBO. La sua interpretazione nel ruolo della protagonista le vale il Golden Globe come migliore attrice. Ma non è finita qui! Essendo anche la sceneggiatrice e regista della serie, vince un altro Golden Globe come miglior serie e ottiene 4 nomination agli Emmy…
Più vado avanti nella lettura e più il mio sorriso di pochi minuti fa, oddio, sorriso è un parolone, visto che si trattava di una smorfia scettica e beffarda, si è raggelato.
Gli eventi hanno preso una direzione inaspettata.
Forse nel grande disegno del destino questa è la mia via per entrare nel mondo del cinema?
Sgranchisco la voce, e senza pensarci due volte mi ritrovo a raddrizzarmi con la schiena e a comporre il numero di Claudia.
Ci vuole un attimo prima che risponda. Immagino sia talmente impegnata da avere almeno cinque palmari da tenere sotto controllo. Poi, quando sono sul punto di riattaccare, lei risponde e sorprendentemente si ricorda di me: «Ma certo! Loretta, la figlia di Cosmo, il galeotto! Ah ahah! Cara, sei geniale!».
«Signora Coleman, mio papà è davvero in carcere, ma non è affatto il tipo di galeotto che ha in mente lei» preciso con pignoleria, seguendo una logica personalissima e sconclusionata.
Non si giustifica più di tanto né mostra autentici segni di contrizione, della serie «vero o falso, l’importante è che faccia audience»; e io mi stupisco che, con altrettanta faciloneria, quando suggerisce di chiamarla semplicemente Claudia, finisco per abbracciare la stessa spietata legge dello show business e, con buona pace di papà, le assicuro che andrò a trovarla nel suo ufficio il venerdì seguente.
Non prima, però, di aver farfugliato una lunga serie di imbarazzanti scuse per la email inviata.
Dopo la serata di venerdì Brian continua a cercarmi con la stessa frequenza di prima, e la cosa un po’ mi sorprende. In un certo senso avevo messo in preventivo un suo eventuale allontanamento, come se fosse il tipo di uomo che una volta ‘cacciata’ la preda perde il divert...