Tommy, la mummia e lo scarabeo d'oro
eBook - ePub

Tommy, la mummia e lo scarabeo d'oro

  1. 240 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Tommy, la mummia e lo scarabeo d'oro

Informazioni su questo libro

Gus non crede ai suoi occhi quando trova una vera mummia nel suo letto: è tutta bendata, e dal naso, sotto le bende, gli colano strani liquidi. Che schifo! Da dove arriva? Semplice, è stata riportata in vita da un fulmine mentre veniva trasportata al Museo Egizio. E ora ha bisogno di una casa e di un nuovo amico… È vero, Tommy puzza da morire, però è capace di disegnare, di giocare a calcio come un campione e persino di andare in bicicletta! Così, lui e Gus diventano grandi amici. C'è solo un piccolo problema: a casa da solo Tommy si annoia moltissimo, e il papà di Gus decide di mandarlo a scuola. È solo l'inizio di una lunga serie di guai. Che cosa può succedere se i compagni scoprono che Tommy non è un bambino, ma una vera mummia d'Egitto?

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Informazioni

Print ISBN
9788845199622
eBook ISBN
9788865972243

Polderdam


CAPITOLO 1

TOMMY
LA
MUMMIA

Gus Guts faceva le cose più incredibili. Era stato al Polo Nord in sottomarino, aveva vinto alla lotteria, era stato il primo bambino di dieci anni ad andare su Marte ed era diventato famoso in tutto il mondo perché era capace di suonare il flauto traverso con le dita dei piedi. E poi sapeva parlare con le cose. Quando diceva: «Coltello, perché non tagli bene il pane?», il coltello rispondeva: «Non mi va. Non mi piacciono le affettazioni». Il coltello era molto spiritoso e Gus rideva tantissimo. Altre volte litigava con una porta che non voleva chiudersi, o con un calzino spaiato.
Tutto sommato Gus era proprio il bambino più speciale del mondo. Solo nella sua fantasia, però.
In realtà la vita di Gus era normalissima, perché abitava a Polderdam con suo padre Klas, in una vecchia casa fuori dal paese. Polderdam era il paese più noioso di tutta l’Olanda; probabilmente di tutto il mondo. Chi viveva a Polderdam non combinava mai niente.
Mappa della casa di Klas
Per la verità, a vederlo Gus era proprio normale, come tutti gli altri bambini di Polderdam: aveva capelli castani normali, gli occhi blu e non aveva né il naso schiacciato né il mento appuntito o qualcosa del genere. Sì, aveva la faccia piena di lentiggini, ma ce le avevano anche altri bambini nella sua classe. Non era particolarmente bravo o particolarmente imbranato in niente e non era nemmeno un duro. E non gli stava antipatico nessuno, eccetto un paio di bambine della sua classe. E la maestra Pignoletti, naturalmente: ma lei stava antipatica a tutti.
Ogni giorno Gus andava a scuola e prendeva voti normali. Poi tornava a casa e faceva cose normali, come guardare la TV e giocare. E ogni tanto faceva da mangiare: doveva, perché a volte suo padre non aveva tempo. Gus non sapeva cucinare, quindi faceva sempre sei uova fritte e poi lui e suo padre le mangiavano con il pane.
In cucina
Klas Guts era un artista e dipingeva quadri che non vendeva mai: tutto il capanno ne era pieno. Grazie a questo, però, stava sempre a casa, così Klas e Gus facevano tutto insieme. Si prendevano cura l’uno dell’altro (un po’ più Klas di Gus che il contrario) e ridevano insieme. Klas poi non si arrabbiava mai, solo con i suoi quadri. Quando si arrabbiava li chiamava “parpuglioni”. Era una brutta parola inventata da lui, perché Gus e suo padre avevano deciso di non dire mai parolacce. Aveva inventato anche “patafruglio scornacchione”, che usava in tutti gli altri casi. Quando gridava: «Brutto parpuglione!», voleva dire che non riusciva a dipingere bene. Allora scuoteva adirato i suoi pennelli e buttava più colore sui pantaloni che sulla tela, cosa che lo faceva infuriare, ma che per Gus era divertentissima.
«Credi che sia bello fare il pittore?» sbuffava Klas in quei momenti.
«Allora mettiti a fare qualcos’altro!» ridacchiava Gus.
«No! Non so fare nient’altro!» esclamava Klas.
A quel punto allora Gus rispondeva che non sapeva neanche dipingere e che forse avrebbe fatto meglio a incorniciarsi i pantaloni, tanto anche quelli sembravano un quadro.
Klas dipinge
Gus poteva parlare così con suo padre. Gus poteva dirgli tutto quello che voleva, perché non aveva nessun altro… Almeno finché non arrivò Tommy.
Qualche tempo prima anche Gus aveva inventato la sua parolaccia. In un primo momento era stata “caccapazza”, ma il giorno dopo l’aveva cambiata in “bombacacca”: suonava un po’ più arrabbiata.
Klas aveva riso come un matto. «Hai davvero fantasia, figliolo!» aveva sghignazzato.
«Ho preso da te» aveva detto Gus.
Così vivevano Gus e Klas. Anche se abitavano in un paese noioso, loro due insieme si divertivano: lo pensavano tutti e due. Ultimamente, però, Klas aveva detto che forse non era giusto che Gus non giocasse mai con gli altri bambini.
«Ma io ho te» aveva detto Gus. «E ho la mia fantasia. E la nostra casa è piena di cose che parlano, una ne dicono e cento ne inventano.»
«Forse però sarebbe meglio che giocassi di più con gli altri bambini» aveva detto Klas.
«Ma perché, non sto bene qui con te?» aveva chiesto Gus.
«Ma certo, stai benissimo» aveva detto subito suo padre.
«E allora?!» aveva detto Gus.
E così non ne avevano più parlato. Erano felici, loro due insieme, e Gus non aveva mai pensato che le cose potessero cambiare.
Almeno finché non arrivò Tommy.
Benda
Quella sera pazzesca Gus e suo padre erano seduti a tavola. Aveva cucinato Klas e mangiavano pasta con i broccoli. Klas metteva i broccoli dappertutto, perché nei broccoli c’erano tante vitamine, diceva.
Fuori infuriava il temporale.
«Le nuvole litigano» disse Gus con la bocca piena. «BIL HENNAH IL SHIFFA»
«Sì, pirolo parolo?» fece suo padre, interessato.
Gus scoppiò a ridere. «BIL HENNAH IL SHIFFA vuol dire “buon appetito” in egiziano. Ce l’ha insegnato il maestro Ghirigoro. Ti avevo raccontato di quel concorso scolastico sull’Egitto, no? È tra un mese o due. E ora parliamo dell’Egitto tutto il giorno.»
«Non dovreste fare matematica?» chiese Klas.
«Anche, nel frattempo» disse Gus. «Ma secondo me il maestro Ghirigoro tiene di più al concorso. Ha tolto tutte le carte geografiche dal muro e ora la classe è piena di poster di piramidi e roba del genere. E ce n’è anche uno con una maschera d’oro di qualche faraone morto.»
«Tutankhamon» disse Klas.
«Sì, quello.» Gus prese ancora un boccone. «Andiamo in vacanza in Egitto?»
«Se riesco a vendere un paio di quadri» disse suo padre.
Quella risposta voleva dire “no”. Qualche tempo prima Klas aveva ricevuto un’eredità, così avevano potuto mangiare e comprare i colori. Ma dovevano fare economia e in vacanza non ci andavano mai.
«Non è così caro, sai?» disse Gus. «Basta avere un costume da bagno. Diamo da mangiare ai coccodrilli del Nilo. Ci arrampichiamo sulle piramidi. Poi andiamo a visitare le tombe e scopriamo una camera di sepoltura segreta, dove non è mai stato ancora nessuno, con dentro dieci di quelle casse.»
«Sarcofagi» disse suo padre.
«Sì, quelli. E poi troviamo un tesoro e diventiamo ricchi.»
«E poi una di quelle mummie si vendica su di noi» ridacchiò Klas. «Per me no, grazie. Rimaniamo qui a casa nostra, senza soldi e senza preoccupazioni. Ma stiamo insieme noi due, in compenso.»
«MAASHI» disse Gus. «In egiziano vuol dire OK.»
Avevano finito. Klas andò nel capanno a lavare i suoi pennelli e Gus sparecchiò. Poi andò al piano di sopra.
Fu lì che Gus lo vide.
All’inizio non se n’era accorto. Entrò nella sua stanza e sentì una gran puzza. Gus pensò subito a quello che era successo un mese prima: aveva sentito un odore come quello e infatti in soffitta avevano trovato un topo morto. Ora, a giudicare dall’odore, ce n’era una famiglia intera. Gus ridacchiò, perché adesso suo padre avrebbe dovuto salire di nuovo in soffitta. Klas odiava la soffitta, perché ogni dieci secondi sbatteva la testa contro le travi. La volta precedente aveva gridato “patafruglio scornacchione” almeno dieci volte, e poi aveva detto anche una parolaccia vera.
Gus decise che lo avrebbe detto a suo padre più tardi, poi prese un libro e tirò via il piumino dal letto… E a quel punto gli venne un colpo. Non riusciva nemmeno a gridare, tanto era spaventato. Fece marcia indietro, terrorizzato: nel suo letto c’era qualcosa, o qualcuno. Forse più qualcosa che qualcuno. Scosse la testa, ma non servì a niente. Chiuse gli occhi, ma quando li riaprì la cosa c’era ancora: era precisa identica a quella sul poster in classe. Era una mummia. C’era una mummia nel suo letto. Una MUMMIA?
Gus rimase lì diciamo mezzo minuto, poi si diede una manata sulla fronte. Papà, pensò, l’aveva fregato anche stavolta. Doveva essere un suo scherzetto. Una volta gli aveva addirittura nascosto uno spaventapasseri nel bagno per fargli uno scherzo. Lui se l’era fatta addosso per la paura e suo padre era morto dal ridere. Poteva sembrare uno scherzo di cattivo gusto, ma una settimana prima anche Gus aveva spaventato suo padre. Si era pitturato di verde e aveva fatto irruzione nel capanno facendo “bip bip” come un marziano, e a Klas era quasi venuto un infarto, o almeno così diceva.
Così ora, per rifarsi, si era inventato quella mummia finta. Be’, l’aveva fatta proprio bene, con quelle strisce di vecchie bende sfilacciate. Anche la puzza era super realistica: forse aveva usato le fialette puzzolenti. Gus ridacchiò e decise di trasferirla nel letto di suo padre. Anzi, no, gliel’avrebbe messa in macchina: quella sì che era buona!
Tornò verso il letto sogghignando.
«GHRAAGH, WHRAG» gemette la mummia.
Stavolta Gus quasi cascò in terra per la paura. Bombacacca! Quel coso faceva dei rumori! Si muoveva! Si… si stava mettendo a sedere!
Gus non aspettò più: si precipitò fuori, chiuse la porta e si appoggiò all’uscio con la schiena. Il cuore gli martellava in petto. Non era un fantoccio! La mummia era viva! L’aveva vista con i suoi occhi. O no? Forse era impazzito?
Socchiuse la porta e guardò circospetto dalla fessura. Non era impazzito: la mummia tirò le gambe giù dal letto, si mise a sedere sul bordo e guardò verso la finestra. Era un po’ aperta. Allora era entrata da lì, pensò subito Gus.
La mummia curiosa intorno
Evid...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Dedica
  5. Egitto. Secondo anno del regno di Achnetut I
  6. Olanda. XXI secolo
  7. 1. Tommy la mummia
  8. 2. Un weekend speciale
  9. 3. Le prime settimane
  10. 4. Una gran brutta idea
  11. 5. A scuola
  12. 6. Lo scarabeo di Mukatagara
  13. 7. Chi è il ladro?
  14. 8. All’ultimo minuto
  15. 9. Ritorno alla normalità