
- 320 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Sei tu il mio per sempre (Life)
Informazioni su questo libro
"Una notte è bastata. È sufficiente un suo sguardo e dimentico persino il mio nome. Sono attratta da lui come mai prima in vita mia. Lo voglio. Lo voglio senza paura. Senza riserve. Se solo sapessi che cosa vuole lui da me…" Brooke ha reinventato se stessa dopo la tragedia che le ha cambiato la vita, e ora lavora come fisioterapista. Quando la sua migliore amica la trascina a un combattimento clandestino di pugilato, basta uno sguardo di Remington Tate - l'enigmatico vincitore dell'incontro - a sconvolgere ogni sua certezza. Data la sua fama, quando Remington la invita nello spogliatoio Brooke pensa che si tratti solo di una notte di sesso. Invece il dolce viso di Brooke l'ha colpito con la stessa forza di un gancio che ti coglie alla sprovvista. Remy la vuole a ogni costo e, pur di averla accanto, la assume come fisioterapista. Brooke accetta subito, anche se non ha la minima idea di che cosa l'aspetta. Resistere alla bellezza e alla perfezione di quel corpo è impossibile. Resistere alla sensualità di quel le labbra e di quel sorriso sfrontato è totalmente inutile. Brooke non ha altra scelta che abbandonarsi a Remington, a quel piacere devastante che soltanto lui è capace di farle provare e all'amore incondizionato che pretende. Ma cosa succederà quando il lato oscuro di Remy prenderà il sopravvento? Sei tu il mio per sempre è nato come fenomeno della rete: 150.000 copie in un mese, migliaia di recensioni a 5 stelle su Amazon, lettrici entusiaste che pregavano l'autrice di continuare la storia di Brooke e Remy. Finché non è stato notato dagli editori, ed è diventato un bestseller in corso di pubblicazione in 8 Paesi.
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Informazioni
Editore
FABBRI EDITORI LIFEAnno
2015Print ISBN
9788845199592eBook ISBN
9788865973417C’è qualcosa tra noi
Stasera l’Underground vibra di energia. Nell’ultima ora ho smesso di cercare Nora tra la folla perché temo che il fatto di avermi vista l’abbia spinta a nascondersi. Sono decisa a trovarla, anche se non so ancora come farò. Ma sto architettando un piano.
Mi sono lasciata catturare dalla magia dei combattimenti e osservo i pugili con un’avidità che non ho mai sperimentato prima d’ora, anche solo per intuire le loro strategie nel caso debbano affrontare Remington in finale.
Alcuni giocano davvero sporco, ma non c’è proprio nessuno che si batte come lui. Remy lotta con tutto se stesso. Sul ring è una furia, sembra un leone e il suo antagonista un topolino che si diverte a torturare. A volte si mette a saltellare e chiede alla folla di sostenerlo quando sta per sferrare il gancio decisivo, poi lascia andare l’avversario e lo indica come se domandasse al pubblico: “Volete che lo colpisca in faccia, questo stronzo?”.
I fan ruggiscono e io sono agitata, eccitata, anzi, di più, euforica, semplicemente guardandolo.
All’annuncio del suo nome, il pubblico di Austin va in delirio: quasi tutti si alzano in piedi, e appena Remy compare dal corridoio e salta sul ring mi si rivolta lo stomaco.
Gli striscioni dei suoi fan riempiono la sala; adesso sta massacrando il terzo avversario. Quello prima l’ha conciato malissimo, e anche con questo dovrebbe cavarsela in un paio di minuti.
Sta cavalcando l’onda. Ogni volta che l’altro esce allo scoperto, lui ne approfitta. Non ho ancora visto nessuno in grado di piazzare un colpo come si deve. Sul volto, Remy non ha nemmeno un graffio e tiene sempre la guardia alta.
È come se stesse tentando di dimostrare qualcosa alla città in cui è nato. Come se stesse dicendo ai suoi genitori che si sono sbagliati. E questo mi porta a tifare per lui con ancora più ardore. La sua storia mi ha sconvolto: non riesco a immaginare Remington chiuso da qualche parte, arrabbiato e indifeso. Lui è un uomo audace, primitivo, sa esattamente ciò che vuole e sapere che gli hanno fatto del male quando era un ragazzino vulnerabile mi rende una furia. Fa aumentare il mio senso di protezione nei suoi confronti. Avrei voluto conoscerlo prima, come se avessi potuto cambiare le cose.
Sento il rumore del colpo del KO, le grida del pubblico, e il mio cuore è in tumulto. L’arbitro solleva il braccio di Remy. «Il vincitore della serata, Remington “Riptide” Tate!»
Trattengo il fiato in attesa di ciò che accadrà ora. Di ciò che lui fa sempre. Cercarmi con i suoi occhi azzurri.
Nell’istante in cui cattura il mio sguardo, il mio corpo reagisce. Il suo sorriso manda lampi, ma oggi c’è qualcosa di più. Si è battuto con grande intensità, e anche la sua espressione è concentrata, è un’esplosione di sesso. D’un tratto il suo sorriso non ha più nulla di innocente e scherzoso. Mi punta in modo possessivo, mentre il suo petto imponente si alza e si abbassa al ritmo del suo respiro e il sudore gli cola in rivoli. È perfetto come la prima volta che l’ho visto a Seattle.
Lo voglio più che mai.
Sono talmente bagnata e disperata per come mi fa sentire, che mi limito a guardarlo, senza ricambiare il sorriso. I miei occhi che lo implorano di smetterla, qualunque cosa stia succedendo tra noi, qualunque sia la ragione di quell’elettricità che scorre tra i nostri corpi quando siamo vicini. Mi sono esposta rivelandogli che lo desidero, ma lui continua a essere irraggiungibile.
Con uno scintillio negli occhi, indica me, poi se stesso, e infine una ragazza che si sta avvicinando lungo il corridoio. In mano ha una splendida rosa rossa. Me la mette proprio davanti.
«Da parte di Remy» mi dice con un sorriso.
Ricevo un’altra rosa e una voce afferma con orgoglio: «Da parte di Remy».
Me ne ritrovo tra le mani una terza. «Da Remington.»
Poi una quarta. «Da Riptide.»
«Da parte di RT. Mi dispiace per quelle stupide uova…»
«Da Remy.»
Sono euforica e allo stesso tempo in imbarazzo. Fisso incredula la fila che si è formata, decine di persone con una rosa da parte sua. Remy osserva la scena compiaciuto, sul volto quel sorriso che gli fa spuntare le fossette con cui mi fa capire che gli appartengo. Mi fa così male il cuore che vorrei strapparmelo dal petto e lanciarlo via. Quello che è successo a Los Angeles dev’essere circolato su Twitter, oppure non lo so. So soltanto che ho le braccia piene di rose, e vengono tutte da lui. Da un uomo che combatte come un pazzo, che mi eccita come nessun altro, dall’uomo più sexy che abbia mai conosciuto. Dall’uomo che mi dedica canzoni bellissime e mi cede la sua maglietta per dormire, che mi protegge con la forza di un leone. E che, nonostante tutto, non vuole prendermi quando sono nuda e tremante fra le sue braccia.
All’improvviso sento che non posso più tollerarlo.
Non lo guardo mentre torniamo a casa. Ha gli occhi incollati sul mio volto di profilo. Vuole sapere se le rose mi hanno fatto piacere, ma sto ribollendo per il nervosismo. La passione che provo non è stata soddisfatta e ora si è trasformata in una specie di rabbia che prima mi farà ammalare, poi mi ucciderà.
Sono scossa. Dal bisogno, dal dolore, dalla frustrazione.
Come osa farsi desiderare in questo modo?
Mi offre il lavoro dei miei sogni, poi diventa il centro della mia esistenza fino a farmi rischiare tutto per lui. La mia carriera. La mia famiglia. I miei amici. La città in cui sono cresciuta.
Come si permette di toccarmi nella doccia e baciarmi come se volesse mangiarmi fino a morire? Perché vuole incarnare le mie fantasie e poi stuzzicarmi e torturarmi fino a portarmi al limite della sopportazione? Ero così libera e felice senza storie d’amore. Ascoltavo Mel strepitare e farneticare e le dicevo: «Mel, è soltanto un ragazzo. Guarda avanti e passa al prossimo». E adesso sono io quella sconvolta, e il mio consiglio non vale più niente perché nessun altro è come lui.
Sono stata catturata, eppure l’uomo che mi ha imprigionato il cuore non mi avrà. Se non fossi furiosa, mi abbandonerei all’autocommiserazione come non faccio dal fallimento ai trial olimpici.
«Sei stato eccezionale, Rem!» esclama Pete in auto, sospirando di felicità. «Che serata.»
«Hai combattuto alla grande, ragazzo» gli fa eco Coach. Non l’ho mai sentito così allegro, lui che di solito è cupo. «Non hai mai perso la posizione, non hai mai abbassato la guardia. Anche Brooke ha percepito l’amore dei tuoi fan stasera. Eh, Brooke?»
Cala il silenzio. Io resto immobile a fissare le luci fuori dal finestrino come se non stessi nemmeno ascoltando la loro conversazione. Mi rifiuto di buttarmi ai suoi piedi per le rose o anche solo di ringraziarlo. Sì, i suoi tifosi mi hanno riempito di fiori e lui ha boxato da campione. È stato strepitoso, incredibile… Il mio sesso ha un fremito al ricordo dei suoi pugni poderosi… Ma ora non voglio più pensarci.
«Hai proprio spaccato» aggiunge Riley.
Mi accorgo che Remington è indifferente ai loro complimenti. Il suo sguardo è un marchio rovente sulla mia pelle e la sua energia sta diventando pericolosa quanto la mia. Si aspettava senz’altro una reazione diversa da parte mia. Mi vorrebbe affettuosa, tutta un: “Oh, amore, sei meraviglioso!”. Ma no. Perché odio ciò che mi sta facendo. Odio il fatto di desiderarlo alla follia, odio essere instabile, vorrei cavargli gli occhi e poi piangere. Vorrei gettargli addosso tutte queste rose e urlargli di scoparsi i suoi fan, perché io non voglio più farmi scopare da lui!
Una volta nella mia stanza, sistemo le rose nel secchiello del ghiaccio. Ormai la mia ira ha raggiunto proporzioni mastodontiche. Irrompo nel corridoio e trovo Pete nel salotto.
«Remington?» chiedo.
«Nella doccia.» Fa un cenno verso la sua stanza, io procedo verso la porta, me la chiudo alle spalle e lui è lì, in piedi sulla soglia del bagno.
È completamente nudo e gocciolante, e tra le mani ha un asciugamano.
Mi fissa stupito, e il telo cade ai suoi piedi.
Di fronte al suo fisico perfetto, al corpo più sconvolgente che abbia mai visto, mi infurio ancora di più. Il sangue mi scorre nelle vene come lava bollente. Gli corro incontro e lo tempesto di pugni sul petto, più forte che posso.
«Perché non mi hai toccata? Perché non mi scopi? Sono troppo grassa? Troppo piatta? Ti diverti a torturarmi o sei solo cattivo? Per tua informazione, voglio fare sesso con te dal giorno in cui mi sono presentata in quello stupido hotel e tu invece mi hai assunta!»
Lui mi tira a sé, bloccandomi le braccia. È decisamente arrabbiato. «E perché volevi fare sesso con me? Per farti una sveltina? Che cosa volevi che fossi, un’avventura? Per tutte le donne io sono un’avventura, ma per te non voglio esserlo. Per te voglio essere reale. Hai capito? Se vengo a letto con te, voglio che tu mi appartenga. Che tu sia mia. Voglio che tu ti dia a me, non a Riptide!»
«Non sarò mai tua se non mi prendi. Prendimi, stronzo! Non capisci quanto ti desidero?»
«Tu non mi conosci» sibila lui digrignando i denti, lo sguardo affilato. «Tu non conosci la cosa più importante di me.»
«E allora dimmi cos’è! Pensi che me ne andrò se me lo dici?»
«Non lo penso… Lo so.» Mi afferra il volto tra le mani, stringendomi le guance, i suoi occhi di un azzurro quasi violento si muovono frenetici. «Te ne andrai nell’istante in cui tutto diventerà troppo difficile, e mi lascerai senza niente, anche se io ti voglio come non ho mai voluto nient’altro nella vita. Sei il mio unico pensiero, il mio unico sogno. I miei alti e bassi dipendono ormai solo da te, non più da me. Non riesco a dormire, non riesco a pensare, non riesco più a concentrarmi, cazzo, ed è solo perché voglio essere “quello giusto” per te. Ma quando scoprirai chi sono davvero sarò soltanto un errore!»
«Non sarai mai un errore! Ti sei visto? Hai visto cosa mi fai? Mi avevi già convinto al primo ciao, stupido! Ti voglio da star male e non ti permetterò di rovinare tutto!»
«Io sono bipolare, cazzo! Sono violento. Depresso. Pazzo. Sono una bomba a orologeria, e se la prossima volta qualcuno del mio staff si sbagliasse e facesse casino, potrei far del male a te. Stavo tentando di rivelartelo poco alla volta, il più lentamente possibile, per avere almeno una possibilità. Questa merda mi ha rubato tutto. Tutto. La carriera, la famiglia. Tutti i miei amici. Se mi porta via anche te non so cosa farò!»
Mi bruciano gli occhi, e le parole mi sferzano il cervello come fruste. Ogni parola è uno shock che mi colpisce dritta alle ossa. Remy impreca e mi lascia andare; io indietreggio e lo osservo impotente mentre si infila nervosamente un paio di pantaloncini e poi afferra una maglietta dall’armadio.
Il mio cuore ha smesso di battere. Non so bene cosa significhi la parola “bipolare” – non ho mai conosciuto nessuno affetto da questa malattia –, ma ripensando alle ultime settimane, inizio a capire qualcosa. Remy ama e odia se stesso. Un secondo va tutto bene, il secondo dopo tutto male. È caldo, poi freddo. Forse nessuno l’ha mai davvero accettato, e forse è stato abbandonato nel momento in cui le cose si sono fatte complicate.
Nel petto ho un groviglio di mille emozioni diverse, e a malapena sono in grado di tenerle dentro di me.
Remy gonfia il petto, gli occhi di un azzurro sempre più brillante; aspetta che parli, la maglietta ancora tra le mani.
All’improvviso mi accorgo che quest’uomo, che nella mia mente è quasi un dio ormai, è un essere imperfetto, e lo desidero con ogni centimetro del mio povero corpo implorante. Lo voglio così tanto che preferirei morire se dovesse negarsi anche stasera.
Faccio un respiro profondo per darmi coraggio. Le mie mani tremano mentre mi sbottono piano la camicetta, allentando i bottoni a uno a uno. Lui abbassa gli occhi sul mio seno, e il suo sguardo è attraversato da un lampo di dolore. Mi divora con violenza, sento il morso dei suoi occhi.
«Non assumerò più medicine. Mi fanno sentire morto e io voglio vivere la mia vita al cento per cento. Prendere o lasciare» mi avverte con un sussurro roco, arrabbiato.
Annuisco. Anch’io mi sono rifiutata di curarmi con gli antidepressivi dopo l’incidente, anche se dal punto di vista clinico avrei dovuto. Credo che la scelta di come gestire la propria malattia debba essere personale, e a volte il rimedio può essere peggiore del male. Il suo fisico è frutto di un equilibrio talmente delicato che qualunque farmaco potrebbe spezzarlo.
Io non sono nessuno per consigliarlo. Ma lo capisce quanto è importante? Capisce dove è arrivato da solo? Lo vede che team straordinario ha messo in piedi? Anche quando litigano, è chiaro che Coach, Diane, Pete e Riley gli vogliono bene.
«Spogliati, Remy.»
Mi slaccio l’ultimo bottone. La maglietta che aveva in mano vola sul pavimento mentre con gesti frenetici delle dita mi scosta la camicetta. I suoi occhi mi perlustrano avidi, la sua voce è un rantolo doloroso. «Non hai idea di che cosa stai chiedendo.»
«Sto chiedendo te.»
«Non permetterò che tu te ne vada. Mai più.»
Mi si chiude la gola dall’emozione, e quasi non sono in grado di parlare. «Forse non voglio.»
Mi lancia un’occhiata disperata. «Mi serve una garanzia. Perché tu vorrai andartene, ma io non te lo permetterò. Sarà difficile, mi comporterò da stronzo e prima o poi ti stancherai di me.»
Scuoto la testa, butto la camicetta sul pavimento, poi mi abbasso la gonna sui fianchi e me la tolgo. Tremo fino all’anima. «Non ne avrò mai abbastanza di te. Mai.»
Le mie parole non sembrano avere alcun effetto su di lui. Mi sento lentamente morire. Poi dalla sua bocca esce un suono basso, famelico. Mi mozza il respiro.
Remy mi sta fissando, immobile, le braccia in posizione come se dovesse combattere, gli occhi ardenti. Le sue spalle ampie si alzano e si abbassano, e stringe i pugni lungo i fianchi. Con un tono che mi graffia l...
Indice dei contenuti
- Cover
- Frontespizio
- Copyright
- Dedica
- «Io sono Remington»
- Imprevedibile
- Verso Atlanta
- Il centro del mio mondo
- Adrenalina a mille
- Una tequila di troppo
- Vieni via con me
- Austin
- C’è qualcosa tra noi
- Codarda!
- Un incontro pericoloso
- Un pomeriggio d’inferno
- A Seattle piove sempre
- Epilogo
- Playlist
- Ringraziamenti