
- 110 pagine
- Italian
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La novella del grasso legnaiuolo
Informazioni su questo libro
Indiscusso capolavoro della letteratura italiana del Rinascimento, sofisticata macchinazione narrativa che ha influenzato larga parte della nostra letteratura contemporanea da Sciascia a Camilleri, La novella del Grasso legnaiuolo è, nella redazione di Antonio Manetti, il cesellato resoconto letterario di una "storia vera". Nella Firenze del 1409 si svolge la "piacevole congiura" in grande stile ordita da Filippo Brunelleschi ai danni del "legnaiuolo" Manetto Ammannatini, detto "il Grasso", indotto, con sapiente inganno ed esilaranti audacie, a convincersi di essere diventato un'altra persona. Introduce il testo la lucida analisi di Salvatore Silvano Nigro.
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Informazioni
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9788817081627eBook ISBN
9788858678473LA NOVELLA DEL GRASSO LEGNAIUOLO
La città di Firenze ha avuto uomini molto sollazzevoli e piacenti ne’ tempi adietro, e massime l’età passata, nella quale acadde nello anno 1409 che, così come per lo adietro erano usati, ritrovandosi una domenica sera a cena insieme certa brigata e compagnia di più uomini da bene, così di regimento1 come maestri d’alcune arti miste e d’ingegno, quali sono dipintori, orefici, scultori e legnaiuoli e simili artefici, in casa di Tomaso Pecori,2 uomo molto da bene e solazzevole e d’intelletto, apresso del quale egli erano perché di loro pigliava piacere grandissimo, e avendo cenato lietamente, e sedendosi al fuoco, perché era di verno, quando in disparte e quando tutti insieme quivi di varie e piacevoli cose ragionando, conferivano intra loro la maggiore parte de l’arte e professione sua.3 E mentre che confabulavano insieme, disse uno di loro: «Che vuol dire che questa sera non ci è stato Manetto legnaiuolo?»4 (ché così aveva nome uno, che era chiamato el Grasso); e nel rispondere, si mostrò che alcuno di loro gliene avessi detto e non ve lo avessi potuto condurre, che se ne fussi stata la cagione.5 Questo legnaiuolo faceva la bottega in su la piazza di San Giovanni, e era in quel tempo di quella arte nel numero de’ buoni maestri di Firenze; e infra l’altre cose egli aveva fama di fare molto bene e colmi6 e le tavole d’altari e simile cose, che non era per allora atto ogni legnaiuolo; ed era piacevolissima persona, come sono la maggiore parte de’ grassi, e invero più presto7 aveva un poco del semprice che no; d’età di anni circa ventotto, grande di persona e compresso;8 onde nasceva che generalmente da ogni uomo egli era chiamato el Grasso. Ma non era però in tanto semplice, che da altri che da sottili uomini fusse stata compresa la sua semplicità, come quella che non teneva in tutto dello sciocco.9 E perch’egli era sempre usato di trovarsi con questa brigata, non v’essendo la sera, diè loro materia di fantasticare la cagione della sua assenza; e non potendo altrimenti trovarla, conchiusono che altro che qualche sua bizzarria,10 di che anche e’ sentiva qualche pochetto, non l’aveva ritenuto. Il che tenendosi da lui un poco scornati,11 perché generalmente erano quasi tutti di migliore qualità e condizione di lui, e fantasticando piacevolemente come di questa ingiuria vendicare si potessono, disse quello che aveva prima mosso le parole: «E’ se g[…] qualche giarda12 e farnelo più savio per un’altra volta». A che […]: «Che si gli potrebbe fare, se non si gli facessi con qualche trappola […] una cena, e lui non vi si trovassi?».13 Era fra costoro Filippo di ser Brunellesco, uomo di maraviglioso ingegno ed intelletto, come ancora è noto alla maggiore parte degli uomini. Costui adunque, che in quel tempo era d’età d’anni trentadue in circa e che, per lo essere molto uso col Grasso, l’aveva carattato a […],14 qualche volta cautamente ne pigliava piacere; poi che alquanto fu stato sopra di sé,15 disse: «E’ mi darebbe el cuore che noi gli faremo una piacevole natta, in luogo di vendetta del non ci essere venuto questa sera, di condizione che16 noi n’aremo ancora di grandi piaceri e di gran sollazzi: se voi me ne credessi, e’ mi darebbe el cuore. Modo ho pensato che noi gli faremo credere che fusse diventato un altro, e che non fussi più el Grasso legnaiuolo», con uno certo ghigno, ch’egli aveva per natura, e per la fidanza di sé. E ancora che la brigata conoscessi Filippo di grande ingegno,17 perché a ciò che si dava ed in ciò che si travagliava appariva così, e però, avengaché18 non fussino tutti ignoranti affatto della semplicità del Grasso, quello ch’e’ diceva pareva a tutti impossibile el farlo; a’ quali Filippo assegnate19 sue ragioni ed argumenti cauti e sottili, come colui che era a quelli molto atto, con non molte parole gli fece capaci questo potersi fare. E rimasi insieme d’acordo del modo ch’egli avessono a tenere che la cosa andassi segreta, conchiusono così sollazzevolemente che la vendetta si facessi e che se gli dessi a credere che fussi diventato uno ch’aveva nome Matteo, noto di qualche parte di loro e del Grasso non meno, ma non però di quegli intrinsichi che si ritrovavano a mangiare insieme; e colle maggiori risa del mondo feciono questa concrusione alcuni di loro, recatosi così un poco da canto: che quante più presto, meglio.20
El prencipio di questa storia sollazzevole non si indugiò, anzi fu la seguente sera21 in questa forma. Filippo, come quello che era molto familiare di costui e sapeva ogni cosa non altrimenti che si sapessi lui medesimo, perché tutto gli conferiva bonariamente (ché altrimenti non n’arebbe potuto fare quello che lui intendeva), in su l’ora che è d’usanza di serrare le botteghe di simili esercizii per lavorare drento con lume, se n’andò alla bottega del Grasso, ché mille altre volte v’era stato a quell’ora; e quivi ragionando con lui un pezzo, giunse, com’era ordinato, uno fanciullo molto affannato, e doma[…] Filippo di ser Brunellesco?». A cui Filippo, fattosi innanzi, disse […] cercando?». Rispuose el fanciullo: «Se voi siate desso voi, e’ vi con[…]ste insino a casa vostra». Disse Filippo: «Dio m’aiuti! che novelle?». Rispuose[…]llo: «Io sono mandato a voi correndo, e la cagione è che da due ore in qua egli è venuto un grande accidente a vostra madre ed [è] quasi che morta; sicché venitene tosto». Filippo, fatto vista di maravigliarsi assai di questo caso, di nuovo raccomandandosene a Dio, prese licenza dal Grasso;22 ma lui, come ad amico, disse: «I’ vo’ venire con teco, se bisognassi fare più una cosa che un’altra. Questi sono casi che non si vuole rispiarmare persona. Io vo’ serrare la bottega e vèngone». Filippo, ringraziatolo, disse: «Io non vo’ che per ora tu venga; e’ non de’ potere essere di molta importanza questo caso per certo; ma, se niente bisognerà, i’ te lo manderò a dire. Soprasta’ un poco in mio servigio in bottega, e non ti partire per caso nessuno, se bisognassi; e non ti mandando a dire altro poi, va’ pe’ fatti tua». E partito Filippo, avendo fermo el Grasso a bottega, e facendo sembianti d’andare a casa sua, e da[ta] una volta se n’andò a casa el Grasso,23 che era quivi vicina da Santa Maria del Fiore; e aperto l’uscio con uno coltello, come colui che sapeva el modo, entrò in casa, e serrossi drento col chiavistello per modo che persona non vi potessi entrare. Aveva el Grasso madre, ma ella era ita in villa di que’ dì in Polverosa24 a fare bucato ed a fare insalare carne e per altre faccende, come occorre, e di dì in dì doveva tornare, secondo che ’l Grasso stimava; ed era la cagione perché lasciava l’uscio così, e Filippo el sapeva.
Soprastato el Grasso alquanto a bottega e dipoi serrato quella, per satisfare più compiutamente alla promessa di Filippo andò più volte di giù in su intorno a bottega e dopo le molte, dicendo: «Le cose di Filippo non debbono andare male, e’ non arà bisogno di me», e con queste parole s’aviò verso casa sua; e giunto a l’uscio, el quale saliva due scaglioni,25 volle aprire com’egli era usato di fare; e più volte provandosi e non potendo, s’avide26 che l’uscio era serrato drento. Il perché, picchiato forte, disse:27 «Chi è su? aprite...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- Introduzione
- Bibliografia
- Abbreviazioni bibliografiche
- Nota al testo
- LA NOVELLA DEL GRASSO LEGNAIUOLO
- Letture critiche