Il nemico di Bourne
eBook - ePub

Il nemico di Bourne

Jason Bourne vol. 10

  1. 512 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il nemico di Bourne

Jason Bourne vol. 10

Informazioni su questo libro

L'uomo che Jason Bourne ripesca dalle acque del Baltico è vivo per miracolo, ma non ricorda più nulla, nemmeno la sua identità. Chi ha cercato di ucciderlo? Cosa si nasconde nel suo passato? L'unica persona in grado di rispondere a queste domande è Rebeka, agente del Mossad e vecchia amica di Bourne, che da settimane dà la caccia a quell'uomo che ora giace in un letto, prigioniero della sua stessa amnesia. Da Stoccolma a Città del Messico, da Pechino a Washington, l'agente Bourne dovrà addentrarsi in un labirinto di specchi in cui nessuno è quello che sembra, per seguire una lunga scia di sangue e tradimenti. Un thriller ad alta tensione, che consacra Jason Bourne come il vero erede di James Bond.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Il nemico di Bourne di Robert Ludlum,Eric Van Lustbader in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
BUR
Anno
2014
Print ISBN
9788817071567
eBook ISBN
9788858666173

Libro secondo

9

«Viviamo in un mondo in cui le informazioni viaggiano senza sosta, attraverso server, reti aziendali e soprattutto Internet.»
Charles Thorne annuì, stava prendendo appunti sull’iPad mentre una app registrava ogni parola pronunciata da Maceo Encarnación.
«La nostra cultura evolve rapidamente verso il cloud computing» continuò Encarnación. «La quantità di dati cresce esponenzialmente, ora dopo ora, e tutto questo tsunami di informazioni esiste in una forma che può essere letta e compresa da estranei, che possono venirne a conoscenza per caso, oppure tramite azioni di spionaggio e di pirateria informatica.»
Thorne si trovava con Encarnación negli uffici di «Politics as Usual»; sentì la vibrazione del cellulare contro la coscia. Lo ignorò e annuì in direzione di Encarnación, invitandolo a continuare. C’erano voluti mesi di complessi negoziati per ottenere l’intervista; Encarnación era il presidente e amministratore delegato della SteelTrap, la più importante azienda di sicurezza informatica al mondo, che rappresentava una vera e propria anomalia nel settore, perché, pur essendo enorme e potente, non era quotata in Borsa e quindi non rendeva conto a nessuno. Il suo organigramma era decisamente opaco.
Alla fine Thorne c’era riuscito: Encarnación, di ritorno da Parigi a Città del Messico, dove si trovava una delle lussuose sedi dell’azienda, aveva acconsentito ad andare da lui per farsi intervistare mentre l’aereo privato faceva rifornimento. Aveva insistito perché non gli fossero scattate fotografie. Thorne non si stupì: in rete non esistevano sue immagini. Aveva un fisico imponente ed era completamente privo di peli, cosa che rendeva il suo aspetto ancora più strano. Thorne si chiese se fosse il risultato di una epilazione radicale o una caratteristica congenita. Aveva annotato un altro fatto curioso: Encarnación non l’aveva mai guardato negli occhi, il suo sguardo rimbalzava qua e là, non si fissava mai su un punto preciso.
«Di questi tempi, non esiste alcuna informazione, per quanto insignificante o ben nascosta, che possa dirsi davvero al sicuro. Tutto può essere, e di fatto è, piratato, e questo è fuori discussione. In ogni momento, siti criptati protetti da firewall sono oggetto di attacchi informatici da parte di hacker. È la forma di terrorismo più moderna e devastante, e neutralizzare questi attacchi informatici è quasi una vocazione. Questo è il mio lavoro, è questo che faccio.» Fece una pausa per assorbire con gli occhi trasparenti tutto quello che c’era nell’ufficio. Teneva gli occhiali da sole tra il pollice e l’indice, come se volesse inforcarli da un momento all’altro. «Nell’era di Internet, questo è il modo di mettere insieme una fortuna.»
Il cellulare di Thorne vibrò di nuovo; lui lo ignorò e continuò l’intervista. «Mi dica, da quando ha iniziato a interessarsi alla sicurezza di Internet?»
Encarnación si lasciò sfuggire un vago sorriso, che Thorne trovò molto inquietante. «Avevo perso tutto, tutti i soldi che avevo guadagnato nella mia attività di trading online. Il mio conto era stato attaccato da pirati informatici e il denaro che avevo accumulato con tanta fatica era stato rubato.» Di nuovo quel sorriso enigmatico, che evocava eventi apocalittici. Thorne aveva l’impressione di trovarsi di fronte a un grosso carnivoro affamato. «Era finito in un buco nero in Russia.»
«Capisco.»
«No, non credo che lei capisca.» Fece dondolare gli occhiali da sole avanti e indietro. «Mi trattenni dal precipitarmi nel luogo che aveva inghiottito i miei soldi, per trovare la persona o le persone che avevano rubato ciò che era mio, perché sapevo che se mi fossi presentato in Russia mi avrebbero mangiato vivo.»
Thorne sentì vibrare il cellulare per la terza volta, gli sfuggì una smorfia di disappunto. «Cosa vuol dire esattamente?»
«Voglio dire che se fossi andato in Russia allora, ignorante com’ero, non sarei mai tornato vivo.»
Thorne non poté trattenere una risatina. «Non le sembra un tantino, come dire, esagerato?»
«Sì, certo che lo è.» Di nuovo quel sorriso, insistente come il ronzio del cellulare di Thorne. «Eppure è la verità. Signor Thorne, lei è mai stato a Mosca?»
Thorne non voleva che l’intervista diventasse un interrogatorio. «Sì, ci sono stato.»
«E ha fatto affari da quelle parti?»
«No, ma mi hanno detto che…»
«Le hanno detto» lo interruppe Encarnación. «Se lei non ha fatto affari laggiù, non ha idea di quello che sto dicendo.» Scosse la testa pelata, che a Thorne ricordava il cranio di uno scheletro. «Denaro, corruzione, politici disonesti, coercizione: questa è Mosca.»
«Credo che si possa dire lo stesso di molte altre metropoli.»
Davanti allo sguardo di Encarnación il giornalista si sentì piccolo e, peggio ancora, indifeso.
«A Mosca è diverso, è una città speciale. Avere soldi è solo il primo passo. Le persone con cui si è costretti a fare affari vogliono di più. E sa che cosa vogliono, signor Thorne? Vogliono risplendere agli occhi del presidente. Cercano disperatamente di entrare nelle sue grazie e se le negoziazioni non procedono come vogliono loro, non esitano a spararti un colpo alla nuca o, se gli va di divertirsi un po’, ad avvelenarti con il plutonio dopo che hai lasciato quel covo di vipere che è Mosca.»
«Avvelenamento da plutonio, Cristo santo!» scrisse Thorne sull’iPad.
Encarnación non batté ciglio. «In quel momento decisi che avrei trovato il modo di recuperare i miei soldi. Le autorità erano a dir poco inutili: in quel periodo, ne sapevano ancora meno di quanto non ne sappiano adesso in tema di pirateria informatica.»
A Thorne sembrava di trovarsi di fronte alla reincarnazione del barone di Münchausen, leggendario narratore di storie incredibili, anche se aveva l’impressione che Encarnación dicesse la verità. «Ed è così che è nata la SteelTrap.»
«Esatto.»
«Stiamo parlando di…»
«Sette anni fa.»
«Ed è riuscito a recuperare i suoi soldi?»
Encarnación sfoderò un ghigno diabolico. «Con gli interessi.»
Thorne stava per chiedergli i dettagli, quando il cellulare vibrò per la quarta volta. Era infastidito, ma a quel punto la curiosità era diventata troppo forte. Si scusò e uscì dall’ufficio per vedere chi lo stesse cercando. Trovò quattro messaggi di Delia Trane. L’aveva incontrata diverse volte e in un paio di occasioni era uscita a cena con lui e con Soraya, fornendogli una buona copertura per la serata.
CHIAMAMI SUBITO.
Iniziò a preoccuparsi: quattro messaggi non si potevano ignorare. La chiamò e lei rispose al primo squillo.
«Dove sei?»
«Dove pensi che sia?» rispose in tono infastidito. «Accidenti, Delia, sono nel bel mezzo di…»
«Soraya ha avuto un problema.»
A sentire quel nome, Thorne si guardò intorno. Non erano in molti a sapere dell’indagine federale in corso. Si infilò in una sala riunioni vuota.
«Charles, sei ancora lì?»
Non lo chiamava Charlie come Soraya. Si richiuse la porta alle spalle. Era al buio.
«Che tipo di problemi?» Anche lui aveva le sue preoccupazioni, e l’ultima cosa di cui aveva bisogno era…
«È in ospedale.»
«In ospedale? Perché? Cosa le è successo?»
«È stata ferita quando era a Parigi. Un’emorragia cerebrale, sembra che il volo abbia peggiorato la situazione.»
«Cosa? Delia, per l’amor di Dio…»
«Ha un edema cerebrale.»
Thorne si lasciò cadere su una sedia.
«Charles, sei ancora lì?»
«Quanto…» Non riusciva a parlare, si schiarì la voce e deglutì nervosamente. «Quanto è grave?»
«Abbastanza da essere operata d’urgenza.»
«È ancora…» Non riusciva nemmeno a dirlo.
«Non lo so. Sono all’ospedale di Arlington, ma non è ancora uscita dalla sala operatoria.»
Ripensò a Maceo Encarnación che lo stava aspettando in ufficio, mentre Delia complicava la sua vita, che era già parecchio incasinata. Avrebbe voluto perdonarla, ma non ci riusciva.
«Devono fermare l’emorragia e abbassare la pressione intracranica. Di solito è una procedura di routine, ma nel caso di Soraya c’è una complicazione.»
Un’altra? pensò Thorne. «Quale complicazione?»
«Charles, è incinta.»
Thorne fece un balzo come se fosse stato colpito da una scarica elettrica. «Cos’hai detto?»
«Aspetta un figlio da te.»
Quando Harry Rowland gli calò le molle del camino sulla testa, Bourne sollevò un braccio e le afferrò con la mano, riuscendo a dirottarle verso la spalla dell’uomo. Subito dopo, colpì Rowland al ginocchio con un calcio e rotolò via. Quello non lasciò le molle. Bourne lo colpì al mento, ma l’altro non cedeva e lui non riusciva a sopraffarlo. L’intruso sferrò un calcio alle caviglie di Bourne, che cadde a terra, trascinandosi dietro Rowland.
Rebeka capì di essere svenuta perché quando si rialzò e si pulì la faccia dal sangue, vide Bourne, Rowland e il Babilonese avvinghiati nella lotta. Si avvicinò barcollando a Rowland, gli strappò le molle dalle mani, lo afferrò per il colletto e lo trascinò via dagli altri due.
«Imbecille! Cosa pensi di fare?» gli urlò.
Lui si voltò e la colpì con violenza al volto. «Non hai capito un cazzo di dove sei andata a cacciarti.»
Lei si riprese e provò a colpirlo a sua volta, ma lui la bloccò e contemporaneamente le sferrò una serie di pugni che la fecero cadere in ginocchio.
«Adesso mi ricordo tutto. Tutto quanto, hai capito?» urlò chinandosi su di lei.
Rebeka cercò di rialzarsi, ma lui non glielo permise. Oltre alla memoria, sembrava aver recuperato forza e astuzia. Era tornato l’uomo con cui era stata in una stanza d’albergo umida e soffocante in Libano, l’uomo con cui aveva ingaggiato una tremenda e sleale competizione, con cui aveva giocato al gatto con il topo.
Lui le torse il polso strappandole un grido di dolore. «A Dahr El Ahmar hai vinto tu, ma adesso il gioco è cambiato.»
Liberatosi di Rowland, Bourne tornò a concentrarsi su quello che ormai aveva capito essere il Babilonese. Non c’era tempo da perdere: l’uomo gli stringeva il collo con un braccio e glielo torceva nel tentativo di spezzarlo. Bourne assecondò la torsione, guadagnando qualche secondo di tempo, che gli bastò per dare una gomitata nei reni al suo avversario.
Il Babilonese grugnì e Bourne ripeté la mossa micidiale, poi si liberò dalla stretta e colpì la nuca dell’uomo con un posacenere di pietra che aveva afferrato da un tavolo. Il sangue zampillò e il Babilonese cadde sulla schiena. La scheggia di vetro infilata nella schiena saltò via.
Bourne si risollevò, pensando di averlo messo fuori gioco, ma proprio allora il Babilonese si rialzò e gli diede una gran testata sulla fronte. Sorpreso, Bourne crollò in ginocchio e il Babilonese lo trascinò di peso verso il fuoco. Aveva una forza incredibile, anche se sanguinava copiosamente; nemmeno i colpi ai reni, che avrebbero steso chiunque altro, sembravano averlo indebolito.
Bourne sentì il calore delle fiamme: il Babilonese voleva mettergli la testa nel fuoco. Provò a colpirlo in vari modi, ma quello non fece una piega. Le scintille gli volavano davanti agli occhi: era a pochi centimetri dalle fiamme e sapeva di non avere più scampo.
Allungando un braccio sopra la testa, afferrò un tizzone incandescente e, incurante del dolore, lo conficcò nel petto del Babilonese. I vestiti presero fuoco subito e la puzza di bruciato invase la stanza.
Bourne riuscì a rotolare via e a rimettersi in piedi. Vide che Rebeka aveva messo fuori combattimento Rowland in cucina. Li fece uscire dalla porta sul retro in direzione della barca della donna. Mentre Bourne raccoglieva manciate di neve per curare le vesciche che gli erano spuntate sulle mani, lei trascinava Rowland a bordo. Rebeka avviò il motore, Bourne mollò gli ormeggi e partirono tra spruzzi di acqua ghiacciata, scomparendo nell’oscurità.
«Io non lavoro per nessuno» rispose Peter, con una mezza verità. «Almeno, non a tempo indeterminato.»
Brick lo guardò. «Sei un freelance.»
«Esatto.»
Erano all’interno della Audi A8 rossa di Brick, nuova di zecca. Peter guidava: aveva preso il posto di Florin Popa, di cui nessuno sembrava sentire la mancanza. Brick aveva insistito perché Peter sedesse al posto di guida, così poteva tenerlo d’occhio dal lato del passeggero, dal momento che non si fidava ancora di lui. Si erano fermati al negozio di articoli sportivi, dove Peter aveva recuperato i vestiti. Mentre si cambiava, Brick, appoggiato agli armadietti di metallo, non gli tolse gli occhi di dosso nemmeno durante una breve telefonata al cellulare, di cui Peter non capì nulla.
«Come faccio a essere sicuro che non eri tu a seguire Richards?» protestò Brick.
«Non puoi esserne sicuro.» Peter cercava di pensare il più velocemente possibile.
«Se non eri tu, allora chi era?» chiese Brick mentre Peter si infilava in stradine secondarie, come gli era stato chiesto. «Chi ha ucciso il mio uomo?»
«È stato Peter Marks: lavora per la stessa società per cui lavora anche Richards.»
«Sospetta di Richards?»
Peter annuì, allont...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Prologo
  5. Libro primo
  6. Libro secondo
  7. Libro terzo
  8. Epilogo
  9. Ringraziamenti