Le volpi non mentono mai
eBook - ePub

Le volpi non mentono mai

  1. 152 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Le volpi non mentono mai

Informazioni su questo libro

"Buone notizie per chi ama le cattive notizie: tutti i voli sono stati soppressi" annuncia il Cane, addetto alla sicurezza dell'aeroporto, a un improbabile gruppetto di viaggiatori in sala d'attesa. Sono tre giorni che la vanitosa Tigre, il pigro Panda, l'isterica Oca, l'ipocondriaca Scimmia e le bisbetiche gemelle Pecora aspettano invano la partenza dei loro aerei. Quel che è troppo, è troppo, e complici degli spari in lontananza, si scatena il panico. A sparigliare le carte ci pensa la Volpe, ospite inatteso dalla gran parlantina: sarà proprio a causa sua se gli scheletri nascosti della combriccola decideranno di farsi un giro fuori dagli armadi in cui i nostri eroi li avevano rinchiusi…

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Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2016
Print ISBN
9788817086745
eBook ISBN
9788858683910

Tre

È notte, e nell’aeroporto è buio pesto. I corridoi lunghissimi sonnecchiano deserti, le scale mobili, gli ascensori e perfino gli orologi sono fermi, agli sportelli delle compagnie aeree nella sala delle Partenze non c’è nessuno, come pure ai punti informazione. Gli scanner al controllo bagagli non lampeggiano, i portali elettromagnetici di sicurezza non suonano, le telecamere di sorveglianza sono spente. I nastri per il trasporto bagagli sono congelati in un’insolita immobilità. Sparsi qua e là ci sono trolley solitari. Tutto tace, niente si muove nella mostruosa immensità del grande aeroporto.
Ma a tendere bene l’orecchio, c’è un leggero scalpiccio, come di passi in punta di piedi. Passi felpati, passi palmati, passi di piccoli zoccoli. Una striminzita truppa di animali attraversa a tentoni uno dei grandi terminal Passeggeri. La guida furtiva la volpe, armata di torcia.
«State vicini e seguitemi» sussurra. «E vedete di darvi una mossa.»
Alla fine, dato che a parte loro l’aeroporto è davvero deserto, a poco a poco gli animali prendono coraggio. Fin troppo. Prima cominciano a parlottare sottovoce, poi a ridacchiare, e in men che non si dica schiamazzano tutti eccitatissimi, come un gruppo di ragazzini in gita. La volpe si ferma davanti a una mappa dell’aeroporto, di quelle che indicano con un pallino “Voi siete qui”.
Il giretto continua nell’area successiva, ancor più grande di quella che hanno appena lasciato. In alto, sopra le loro teste, sentono qualcosa scricchiolare. Alzano gli occhi e guardano a bocca aperta la massiccia cupola di vetro che fa da tetto. Dev’essere pesantissima. Almeno quanto centomila panda. Non ci sono colonne a sorreggerla, e così sembra fluttuare a mezz’aria. Uno spettacolo davvero impressionante. Solo la tigre si lamenta che non vede niente. Le due pecore le suggeriscono che forse basta togliersi gli occhiali da sole.
«Muovetevi» dice la volpe a bassa voce e guida gli animali in un corridoio senza luci. Poi spegne la torcia. Si ritrovano di colpo al buio, un buio nero come la pece.
«Dove siamo?» mormora la scimmietta.
Nessuna risposta.
Gli animali si stringono nervosi l’uno all’altro.
«Dove si è cacciata la volpe?» starnazza l’oca.
Se la volpe è ancora lì, ha deciso di non parlare.
Gli animali tendono le orecchie. Non vola una mosca. Si sente solo il russare profondo del grosso panda che, non appena la luce si è spenta, si è messo giù a dormire.
«Io voglio tornare nell’Animal Lounge» mugola la tigre aggrappandosi nel buio alle due pecore, che a loro volta si aggrappano alla scimmia, e la scimmia all’oca, da cui rimedia un gran schiaffone sulle mani.
In fondo al corridoio una luce abbagliante si accende con un lampo.
«Chi ha voglia di un dolcetto?» chiede la volpe con voce allegra.
Gli animali si incamminano cauti nel fascio di luce, strofinandosi gli occhi. E non appena svoltano l’angolo, rimangono a bocca aperta.
Scaffali stracolmi di dolciumi di ogni genere si stendono all’infinito, stipati fino a scoppiare di giganteschi pacchi di biscotti, tavolette di cioccolata triangolari lunghissimi, enormi secchi di metallo pieni di gelatine gommose a forma di orsetto in tutti i colori dell’arcobaleno, su cui troneggia una miriade di sacchetti lucidi e scricchiolanti di popcorn ai mille gusti, patatine fritte e salatini.
Sembra che gli animali non riescano a fare altro che guardare, guardare, guardare.
«Be’? Non volete servirvi?» chiede la volpe. «Il duty free è la vostra riserva di caccia.»
Un grido d’esultanza e gli animali si avventano sugli scaffali. Sbranano le confezioni e si cacciano nelle bocche e nel becco spalancati tavolette di cioccolata, biscotti, orsetti gommosi, patatine, popcorn e salatini in un tripudio di colpi di mandibola e rutti, come mai si erano sentiti in nessun aeroporto al mondo. Perfino il grosso panda è vispo come un grillo e affonda il testone in un secchio di rotelle di liquirizia, da cui si alza l’eco soffocata di un grugnito di piacere.
Il cane, intanto, se ne sta tutto solo nell’Animal Lounge a fare la guardia ai bagagli. Solo il ficus gli tiene compagnia. Sconsolato, guarda la crepa sulla parete, adesso persino più larga, e rimugina fra sé. Come potrà ancora guardare un animale in faccia? Quella dannatissima volpe l’ha messo in ridicolo, gli ha dato del bugiardo e ha gettato nel fango tutto quello che di più prezioso aveva. Stringe orgoglioso la sua medaglia, ricordo del momento più bello della sua vita, quando gli è stata conferita quell’onorificenza per aver compiuto un atto eroico. Da allora non è passato un solo giorno senza che l’abbia lucidata con cura e che il suo muso umido non si sia specchiato sulla sua scintillante superficie…
«Solo soletto?» domanda una voce vellutata.
Il cane si volta di scatto, spaventato.
Ritta in mezzo ai due pannelli di vetro spalancati della porta scorrevole c’è la volpe con una bottiglia in mano. «Qualcosa in contrario se ti faccio compagnia?»
«Vuoi una risposta sincera?» ringhia il cane.
Per niente intimorita, la volpe si avvicina.
«Credo che un sorso ti farebbe bene.»
«Cos’è?» chiede il cane.
«Succo di frutta.»
«Sospettosamente trasparente.»
«Sull’etichetta ci sono delle bacche blu.»
«Ginepro.» Il cane lo guarda in tralice.
«E non essere sempre così sospettoso» dice la volpe in tono amichevole. «Lasciati andare ogni tanto. Fa bene fidarsi di qualcuno. È anche più divertente. Con me puoi parlare di tutto. Sono uno che sa ascoltare, io.»
Il cane ride, sprezzante. Si cala la tesa del berretto sul muso, incrocia le braccia e si piazza sotto il ficus. Se non avesse distolto lo sguardo, avrebbe visto la volpe attraversare lesta il lounge e infilare le zampe nella farmacia da viaggio della scimmia.
Il rumore delle zampe che frugano nella borsa però lo spinge a voltarsi di colpo. La volpe alza il capo e lo guarda con gli occhi sgranati. «Cos’hai da fissarmi in quel modo? Posso capire che non hai una buona opinione di me, ma se fossi un briciolo onesto mi ringrazieresti.»
«Ringraziarti?»
«Certo. Perché finalmente tutti sanno che non hai più l’olfatto. Ti ho liberato da un grande peso. Dev’essere stata molto, molto dura per te convivere con una tale bugia» conclude con un sospiro.
«Non era una bugia» ringhia il cane.
«Ah, no? E allora cos’era?»
«Ho solo evitato di dire come stavano le cose.»
«È comunque una bugia.»
Il tono di voce del cane si fa più pacato. «Ho solo non detto una piccola parte di verità.»
«Mentire e non dire la verità sono la stessa cosa.»
Il cane si gratta la testa. Cerca una risposta, una buona risposta.
«Dai qua» dice alla fine. Afferra la bottiglia e manda giù un gran sorso. Un formicolio gli sale subito su per le zampe. È come se tutte le bacche di ginepro dell’etichetta gli fossero arrivate dritte al cervello. Gli occhi gli si riempiono di lacrime, ed è un peccato, perché se potesse vedere bene, si accorgerebbe che la volpe ha cominciato a rovistare negli zaini delle due pecore.
«Eccoti qua!» Le pecore irrompono trafelate dalla porta scorrevole e attaccano a parlare in coro alla volpe. «Ti abbiamo cercato dappertutto. Guarda, abbiamo delle scarpe da ginnastica nuove! Quel duty free è pieno di sorprese. Ci sono occhiali da sole, pennarelli, orologi da polso e perfino…»
Con uno sforzo pazzesco trascinano nel lounge un Ghetto Blaster, uno di quegli stereo portatili grossi quanto una valigia di taglia media.
Da sotto la pianta di ficus, il cane schizza verso di loro come un proiettile.
«Toglietevi subito le scarpe da ginnastica! E riportate tutto al duty free! Avete sentito? Rimettete ogni cosa negli imballi originali! O dovrete pagare tutto. E ditelo anche agli altri! Sapete cos’è questo? Taccheggio! E non è un reato da poco! Non ci sarà più un solo negozio dove vi lasceranno entrare!»
«Ma allora cosa vuol dire duty free?» domanda la volpe.
«È inglese» rispondono le pecore in coro. «Parliamo cinque lingue straniere, più il latino. Duty vuol dire obbligo e free vuol dire libero.»
«Quindi vuol dire libero da obblighi» conclude la volpe. «Vuol dire che in un duty free non ci sono obblighi di alcun tipo, come per esempio pagare, cosa del resto piuttosto noiosa. E tutto quello che trovate lì dentro potete semplicemente prenderlo e tenervelo.»
Il cane boccheggia. «Non credete a una sola parola di quello che dice la volpe!» le ammonisce infervorato, agitando la bottiglia che ancora stringe in mano.
«Cosa stai bevendo?» chiedono le pecore.
«Niente che possiate bere anche voi.» Il cane nasconde in fretta la bottiglia dietro la schiena. «Una cosa a base di ginepro.»
«E come fai a esserne sicuro?» Le due pecore ridacchiano senza freni. «Chi non ha olfatto non può neppure sentire i sapori. Lo sanno tutti. Naso fino! Naso fino!»
Il muso della volpe si...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Premessa
  4. Uno
  5. Due
  6. Tre
  7. Quattro
  8. Cinque
  9. Epilogo
  10. Copyright