Gli angeli sorridono ai bambini
eBook - ePub

Gli angeli sorridono ai bambini

Le storie semplici e straordinarie dei piccoli angeli che incontriamo sul nostro cammino

  1. 216 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Gli angeli sorridono ai bambini

Le storie semplici e straordinarie dei piccoli angeli che incontriamo sul nostro cammino

Informazioni su questo libro

Tutti quanti abbiamo un angelo a proteggerci, basta aprire il cuore per sentirne la presenza. Per Craig Warwick questa è una verità semplice da accettare, da quando a sei anni ha scoperto di poter parlare con le creature celesti che ci circondano. E gli angeli riservano una tenerezza particolare ai bambini, perché hanno tanto in comune con loro: adorano la musica, i colori, l'allegria, e la loro vicinanza riempie d'amore le nostre vite. In questo libro Craig racconta come sia riuscito a riportare la speranza nell'esistenza di tante persone insieme ai bambini e ai suoi amici speciali. Storie dolcissime e malinconiche, buffe ed emozionanti, che svelano la potenza nascosta nei gesti spontanei dei più piccoli. Occorre solo avere il coraggio di ascoltarli, e lasciare entrare quella luce nella nostra vita.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2015
Print ISBN
9788817082440
eBook ISBN
9788858680889

Una nuova vita

«Un sorriso non costa nulla e rende molto. Arricchisce chi lo riceve, senza impoverire chi lo dona. Non dura che un istante, ma il suo ricordo è talora eterno.»
San Pietro Favre
Anna è una mia amica molto cara che vive a Napoli. Lei è una maestra; suo marito Salvatore è impiegato in una compagnia petrolifera ed è spesso via per lavoro: in quei casi, un po’ perché mi fa sempre molto piacere vederla e un po’ per non lasciarla da sola, mi capita di andare a trovarla e trascorrere qualche giorno nella sua splendida città. Per di più sono molto legato al piccolo Simone, suo figlio: è un bambino di otto anni dal cuore enorme. Il suo sguardo trasparente e pulito, insieme alla sua straordinaria bontà, sono qualità splendide. Sono convinto che il mondo sarebbe molto più bello, se tutti sapessimo imparare dai bambini. E poi con lui mi diverto sempre tanto, giochiamo e scherziamo un sacco. Certo, per lui è normale: è un bambino. Ma anche per me lo è: la purezza, la curiosità e la fantasia sono doti da coltivare continuamente, non solo da piccoli.
Il mondo sarebbe molto più bello, se tutti sapessimo imparare dai bambini.
L’ultima volta che sono andato da Anna, lei mi ha accolto tutta trafelata: «Che disastro che sono, Craig!» ha esclamato, «avevo completamente dimenticato che oggi pomeriggio devo tornare a scuola per una riunione con la dirigente! Anzi, tra mezz’ora devo scappare. Solo che ho dimenticato di avvisare mia suocera, e adesso come faccio con Simone?».
«Figurati, ci sto io con lui!»
«Che cafona che sono, ti invito qua e poi me ne vado e ti faccio fare pure da baby-sitter!»
«Ma scherzi? A me fa piacere! Ci divertiremo un sacco, vero?» ho chiesto al mio piccolo amico.
«Sì!» ha urlato felice lui, prima di saltarmi in braccio.
«Lo sapevo che finiva così…» ha commentato ridendo Anna, mentre si preparava per uscire. «Vedete di non farmi saltare in aria la casa, voi due! Voglio trovare tutto in ordine quando torno.»
«Va bene, mamma» abbiamo risposto io e lui in coro, sperando che lei non si accorgesse dell’occhiolino che ci siamo fatti.
«Allora, a cosa giochiamo?» ho chiesto a Simone, appena la mia amica è uscita. Lui per tutta risposta mi ha preso per mano e mi ha tirato verso la porta di casa. «Vieni con me Craig, dobbiamo andare in un posto. Ti devo fare vedere una cosa.» Io non me lo sono fatto ripetere e l’ho seguito: ho capito subito che ciò che voleva mostrarmi, qualsiasi cosa fosse, era molto importante per lui.
Siamo usciti e abbiamo camminato per un paio di isolati, poi, nascondendosi dietro un albero, mi ha indicato un punto alla nostra sinistra. «Vedi laggiù? Subito dopo quel negozio con le scarpe. Guarda bene!»
Mi sono sporto un po’ dall’albero, che ovviamente nascondeva molto bene il mio piccolo amico ma non me, e ho guardato: a terra c’era un uomo di circa cinquant’anni, seduto tra sacchetti di plastica e cartoni. Era evidente che vivesse per strada, eppure era vestito con una certa cura, per quanto possibile, e anche i capelli sembravano tagliati piuttosto di recente.
«È lì da un paio di settimane» ha confermato Simone. «Lo vedo sempre la mattina quando vado a scuola. Ci sorridiamo, ci diciamo “ciao”. Un giorno gli ho dato la mia merenda, perché ho pensato che lui forse non ce l’ha la mamma a casa. La mia mamma non mi lascerebbe mai vivere così, vero Craig?» Ho subito provato l’istinto di abbracciarlo forte, per tutta la dolcezza che c’era nelle sue semplici parole e che mi colpiva dritto al cuore.
«No, Simone» l’ho rassicurato, «la tua mamma non permetterebbe mai una cosa del genere.» La mia affermazione decisa l’ha tranquillizzato, e infatti è tornato all’attacco: «Ma noi non possiamo fare qualcosa per quel signore? Per aiutarlo?».
«Non lo so… Bisognerebbe capire cosa gli è successo, perché vive lì.»
«Allora vieni, andiamo a chiederglielo!» ha risposto, trascinandomi per la mano. In fondo capivo benissimo la reazione di Simone: anche io sono uguale quando vedo qualcuno che vive per strada. Se posso lascio sempre qualche moneta e un sorriso: so cosa significhi trovarsi, da un giorno all’altro, senza più nulla. In quelle situazioni, e non solo, un gesto gentile può veramente cambiare la giornata: di chi lo riceve, ma anche di chi lo fa.
«Oh, ciao piccolo!» ha detto subito l’uomo a Simone, alzandosi di scatto. «Sei tornato a trovarmi? Come stai?» I suoi occhi erano velati di tristezza, era impossibile non accorgersene. Però vedevo che il suo cuore era pulito e pronto a dare e ricevere tanto amore.
«Ho portato un mio amico: lui è Craig. È uno fortissimo, sai che parla con gli angeli? Sono sicuro che se gli racconti cos’è successo lui ti può aiutare!»
«Penso che i miei angeli siano scappati tutti, da qualche settimana a questa parte!» ha detto lui, dandomi la mano e sorridendo per la descrizione di me che aveva fatto Simone.
Probabilmente Luigi, questo è il nome con cui ci si è presentato, avrebbe avuto una reazione diversa se fossi andato lì da solo, ma il fatto che fossi accompagnato dal mio piccolo amico, in un certo senso, era una garanzia. La purezza di un bambino è totale e disarmante: fa crollare anche le difese più forti.
Un gesto gentile può veramente cambiare la giornata: di chi lo riceve, ma anche di chi lo fa.
«Gli angeli non scappano mai» ho risposto io, «soltanto che in alcuni momenti, quando stiamo molto male, è difficile riuscire a vederli o a capire quanto ci stanno vicini. Hai voglia di raccontarci cosa ti è capitato?»
L’idea non lo entusiasmava, era evidente. Forse soffriva talmente tanto per quello che aveva passato che anche il pensiero di parlarne gli faceva male. Di nuovo è venuto in mio aiuto Simone: «Devi dirgli tutto, così Craig capisce cos’è successo e ti può aiutare. Lo fa sempre anche in tv, vero?».
«Sì» ho ribattuto ridendo, «è così che faccio, bravissimo!»
La purezza di un bambino è totale e disarmante: fa crollare anche le difese più forti.
Spinto dall’insistenza di Simone, Luigi si è lasciato convincere a raccontarci la sua storia. Tutti e tre ci siamo seduti su una panchina nei giardinetti dietro la strada. Ancora un po’ titubante, ha iniziato a parlare: «Non è una bella storia, la mia: fino a qualche anno fa lo è stata, ma poi…». Mentre parlava stringeva forte i pugni, così tanto che le sue nocche erano quasi bianche. Ora che lo vedevo da vicino notavo che aveva dei profondi cerchi scuri sotto gli occhi, segno che da tempo non dormiva, ma anche che doveva aver pianto molto. «Dopo la scuola mi sono laureato in Economia. Ho cominciato subito a lavorare con un commercialista, uno più grande di me, molto in gamba, che mi ha insegnato tutto. Sono iniziati ad arrivare i primi soldi: niente cifre gigantesche, per carità, ma che soddisfazione! Poi mi sono sposato con Elisa, che era la mia fidanzata già da tanto tempo. Non abbiamo avuto figli, ma eravamo felici lo stesso, ci capivamo bene, c’era una bellissima intesa. Almeno, così credevo… Dieci anni fa, il commercialista con cui lavoravo ha chiuso lo studio ed è andato in pensione. Avevo pensato di rilevarlo io, ma era un investimento troppo grande per me, non me la sono sentita. Tra l’altro, quasi nello stesso momento, è successa una cosa fantastica: una grande azienda americana mi ha offerto di lavorare con loro, nella nuova sede che avevano aperto proprio qui a Napoli. Per me era perfetto: chiusa una porta, mi si è aperto un portone! Avevo uno stipendio più alto e un impiego che mi sembrava molto più stabile.»
Luigi si è fermato un secondo per riprendere fiato. Simone, che non mollava la mia mano neppure per un istante, a un certo punto ha sussurrato: «Come sei freddo, Craig!». Nello stesso momento ho visto apparire come un lampo vicino all’uomo che ci stava parlando. Poi, pian piano il lampo è diventato una luce ancora troppo fioca e debole per capire cosa fosse, ma io non avevo dubbi: c’era qualcuno accanto a Luigi. Lo dico sempre e credo che sia profondamente vero: gli angeli non ci lasciano mai soli. Sono sempre con noi, anche quando non ce ne rendiamo conto.
Gli angeli non scappano mai soltanto che in alcuni momenti, quando stiamo molto male, è difficile riuscire a vederli.
«Invece mi sbagliavo, e parecchio» ha detto Luigi, ricominciando, sempre più stancamente, il suo racconto. «Otto anni fa l’azienda ha voluto chiudere la sede di Napoli, perché sosteneva che non era abbastanza produttiva. Alcuni dei miei colleghi sono stati spediti a Milano, i più giovani anche all’estero. Per me invece non hanno trovato posto da nessuna parte. Mi hanno lasciato a casa così, da un giorno all’altro.»
«E tu allora cos’hai fatto?» ha chiesto Simone, che seguiva tutta la storia con un’attenzione incredibile.
La sua domanda ha fatto sorridere Luigi, che gli ha accarezzato la testa prima di proseguire. «Non ho potuto fare tanto, purtroppo. Anzi, forse all’inizio ho sottovalutato la situazione. Fino a quel momento mi era sempre andato tutto bene, ho pensato che fosse naturale trovare qualcos’altro. Ma, di nuovo, stavo commettendo un errore. Ho mandato diversi curriculum, ma nessuno mi ha risposto. Sono stati dei mesi da incubo. Non riuscivo neppure a uscire di casa. Passavo le giornate a guardare lo schermo del computer, aspettando che mi arrivasse un’email con un’offerta di lavoro, una qualsiasi. Tenevo il cellulare acceso e a portata di mano giorno e notte, ma non suonava mai. Ho smesso di frequentare gli amici. Non sono quasi neanche più andato a trovare i miei genitori, mi vergognavo troppo di fargli vedere che ero un fallito, che a cinquant’anni non ero capace di tenermi un lavoro e mantenere me e mia moglie. Lei, poi… Insomma, quello che è successo non ha fatto bene al nostro matrimonio. Elisa dice che eravamo già in crisi, anche se io non me n’ero mai accorto. Fatto sta che dopo un po’ la situazione è precipitata, abbiamo iniziato a litigare tutti i giorni, non ti dico le urla… Io avrei voluto sentire il suo appoggio, ma forse non glielo chiedevo nel modo giusto. Mi sembrava proprio che se ne fregasse di me e di come mi sentivo. E poi mi ha lasciato.»
«No!» ha gridato Simone. «Non si fa così!»
«Ma non è stata solo colpa sua, sai?» gli ha risposto Luigi, con grande dolcezza. «Sicuramente ho sbagliato tanto anche io. Non sono stato gentile, anzi me la sono presa con lei che non c’entrava nulla.» L’uomo è tornato a guardare me. «E così, da un giorno all’altro mi sono ritrovato senza moglie e senza lavoro. L’affitto è diventato altissimo, non potevo più permettermi di pagarlo. Mi sono trasferito in una casa più piccola, in periferia, ma anche così era impossibile vivere. E ti giuro che le ho provate tutte, avrei fatto qualsiasi tipo di lavoro, qualsiasi cosa… Ma ho cinquant’anni, non sono più un ragazzino. Per i lavori di fatica prendono uno di venti. E per il resto… Non è un bel momento per nessuno. Sai quanta gente sta perdendo il lavoro? Centinaia di persone rimangono a casa ogni giorno. Perché dovrebbero venire a cercare proprio me?»
«Ma non è giusto! Ci sarà un modo per fare qualcosa… Craig, non puoi pensarci tu?»
Mi dispiaceva deludere Simone, che mi fissava con gli occhi carichi di speranza, e poi la storia di Luigi mi aveva molto colpito, ma io non ho la bacchetta magica né il potere di raddrizzare tutte le cose che vanno storte. Posso solo cercare di dire con sincerità ciò che vedo e sento.
«Tu sei una persona molto orgogliosa, vero Luigi?»
«Diciamo che mi piace arrangiarmi. Non sopporto di andare a chiedere aiuto agli altri quando me la posso cavare da solo.»
«Quello che dici ti fa onore, ma… a volte è indispensabile tendere una mano affinché qualcun altro possa afferrarla e tirarci su. Da quanto tempo non vedi la tua famiglia?»
A volte è indispensabile tendere una mano affinché qualcun altro possa afferrarla e tirarci su.
Sono mesi ormai. Però se stai per dirmi che devo farmi aiutare da loro, sappi che non lo farò mai. Con che coraggio dovrei presentarmi dai miei? Hanno la pensione e basta, non vivono certo nell’oro. E poi non voglio che sappiano che loro figlio, a cinquant’anni, non è neanche in grado di guadagnarsi da vivere. Dopo tutto quello che hanno fatto per me, sarebbe come pugnalarli! No, questo non posso farlo.»
Capivo benissimo il pensiero di Luigi. Anch’io sono sempre stato molto orgoglioso e ho sempre voluto dimostrare che nella vita potevo farcela contando solo sulle mie forze. La mia paura era che avesse abbandonato le speranze. Quando il cuore di una persona si chiude e diventa buio, è difficile per la luce riuscire a entrare. «Sei una persona in gamba, si vede subito» ho detto ancora, cercando di mantenere aperto il dialogo con lui.
Nel frattempo, le luci vicino a Luigi diventavano sempre più distinte: vedevo un uomo di circa settant’anni, robusto, con la faccia simpatica, una barba folta e uno strano cappello in testa. Solo che ancora non capivo quale fosse il suo messaggio.
Quando il cuore di una persona si chiude e diventa buio, è difficile per la luce riuscire a entrare.
«Sì, ma non mi è servito molto nella vita esserlo… non vedi come sono ridotto ora? Non ho un lavoro, non ho più una moglie, non ho neanche una casa. Tutta la mia vita è dentro quei tre sacchetti» ha detto lui, indicando delle buste nere ammassate accanto al marciapiede. «È questo il premio che ricevo per essere stato in gamba, come dici tu? È per questo che vale la pena fare tanti sacrifici ed essere persone oneste?»
«No, Luigi» ho risposto. «Tutte queste cose tu non le hai fatte per avere una ricompensa, ma perché il tuo cuore è buono, perché sei una persona pulita e piena di sentimenti belli. Purtroppo vivere nel bene non ci garantisce di tenere il male lontano da noi per sempre. Nessuno sa cosa può succedere, a cosa possiamo andare incontro. Tutto quello che posso dirti è che devi mantenere viva la speranza dentro di te. Devi essere fiero del tuo passato, ma non diventarne schiavo. Domani è sempre un altro giorno e si ricomincia da capo. Se tu sei forte e non ti dimentichi di quello che vali, la vita tornerà a sorriderti.»
Domani è sempre un altro giorno e si ricomincia da capo.
«Parli bene tu!» mi ha ribattuto, abbastanza sarcastico. «Tu una casa ce l’hai. Hai degli amici, della gente che ti vuole bene. Hai un lavoro, vai anche in tv! Per te è tutto più facile. Non come per me. Altro che nuove speranze, per me ogni giorno è una guerra!»
Non me la sono certo presa per le parole di Luigi. Viste da fuori le vite degli altri sembrano sempre più facili e interessanti, e poi ci voleva poco a capire che quella sua ironia un po’ aggressiva era frutto di un grande dolore, non di risentimento verso me o altri.
«Lascia stare Craig, lui è buono!» ha esclamato invece Simone, mettendosi subito davanti a me, come se volesse proteggermi. La scena ci ha fatto sorridere tutti e, proprio in quel momento, l’immagine che vedevo è finalmente diventata nitida.
«Luigi, per caso prima di iniziare a fare il commercialista facevi anche qualcosa di artistico? Teatro, forse?»
«Esatto!» ha detto lui con energia, e sul suo volto la sorpresa che provava per le mie parole si è subito trasformata in una grande nostalgia per quel periodo, che per lui doveva essere stato molto felice. «Recitavo in una co...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Avvertenza ai lettori
  5. Dedica
  6. Introduzione
  7. Diventare grandi insieme
  8. La fatina di papà
  9. Intermezzo I miei “superpoteri”
  10. La signora Tap Tap
  11. Un incontro speciale
  12. Intermezzo L’angelo dei compiti
  13. Il mio amico Marco
  14. Una nuova vita
  15. Intermezzo Angeli a quattro zampe
  16. La strada verso la felicità
  17. Grazie, Billy!
  18. Intermezzo Talento e passione
  19. I colori della vita
  20. L’angelo dei bambini
  21. Ringraziamenti