Vicini di letto (Life)
eBook - ePub

Vicini di letto (Life)

  1. 286 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Vicini di letto (Life)

Informazioni su questo libro

Aiden, dopo un lungo viaggio in sella alla sua moto, arriva ad Alabaster, una cittadina sperduta e bruciata dal sole nel Sud degli Stati Uniti. Da quando ha abbandonato il ring, in seguito a un episodio che lo ha sconvolto nel profondo, sente di non aver più niente da perdere né legami che lo trattengano a Boston. Così ha accettato di spingersi fin laggiù per tenere d'occhio una ragazza e restituire in questo modo un favore a un caro amico. Nessuno però l'ha avvertito che Kat è bella da mozzare il fiato. E oltretutto nei guai fino al collo. Mentre Aiden comincia a provare ogni giorno di più il desiderio di proteggerla e di stringerla a sé, nemmeno Kat è immune al fascino oscuro di lui e non può continuare a ignorare la passione che la consuma quando è al sicuro tra le sue braccia. Tuttavia Aiden sa che con lei deve andarci piano, perché Kat ha bisogno di tempo per abbandonarsi completamente e riuscire a superare i traumi della sua adolescenza e una minaccia incombente, che potrebbe costarle la vita. L'unico modo per salvarla è che Aiden salga di nuovo sul ring, anche se ciò per lui significa affrontare i fantasmi e gli incubi di quel passato che aveva giurato di non volere rivivere mai più. Ma questo è l'incontro da cui dipende il loro destino. Sottrarsi è impossibile, perché l'amore è troppo potente per lasciare posto alla paura.

Domande frequenti

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Informazioni

1

Due mesi dopo…
Aiden scrutò la sala principale del locale rumoroso e valutò i diversi stadi di ubriachezza dei clienti: sbronzo, molto sbronzo, vicino al coma etilico.
Il bar era strapieno ma Kat MacGregor, che adesso si faceva chiamare Sydney Carter, aveva tutto sotto controllo.
Dopo averla trovata, Aiden si era fatto assumere come buttafuori, e aveva ottenuto il permesso di mettere su una piccola squadra. Gli erano bastati un paio di giorni per rendersi conto dei danni causati dalle risse che scoppiavano ogni sera, e convincere Lou non era stato difficile. Soprattutto considerando che lui e i suoi ragazzi ricevevano la stessa paga da fame degli altri dipendenti, e che il numero di bicchieri e tavoli rotti era drasticamente diminuito.
Aveva chiamato il suo vecchio amico e compagno di allenamenti Xander James e lui si era precipitato per dargli una mano a tenere a bada la clientela molesta.
In quel momento, come al solito, lo stereo diffondeva musica rock e country, e Aiden seguiva con lo sguardo Kat che portava un vassoio di birre. Il modo in cui ancheggiava e la curva morbida dei suoi fianchi avevano un effetto ipnotico su di lui. Quella ragazza era in grado di trasformare il semplice lavoro di cameriera in una forma d’arte riuscendo contemporaneamente a farsi largo nella calca, servire drink e respingere le avance indesiderate con battute pungenti. Lui non la perdeva d’occhio un secondo, sempre attento a eventuali pericoli. Doveva ammettere che era coraggiosa e se la sapeva cavare; a differenza delle sue colleghe, non chiedeva mai aiuto a lui o a Xander, ma lui interveniva comunque. Purtroppo c’era sempre qualche idiota che non vedeva l’ora di scatenare una rissa.
Se ne individuava uno, lo rendeva inoffensivo prima che la situazione degenerasse. Quando la sua stazza non bastava, lui aggiungeva una velata minaccia ai gioielli di famiglia.
La prima volta che era andato in soccorso di Kat, alle prese con un cliente particolarmente maleducato, lei gli aveva rivolto uno sguardo di puro stupore. Aiden non era riuscito a spiccicare parola, quegli occhi azzurri gli mozzavano il fiato: era rimasto lì a fissarla mentre si voltava per tornare al lavoro. La scena, in seguito, si era ripetuta spesso: lui si faceva avanti, lei lo guardava dall’alto in basso e poi si allontanava.
Una sera, però, Aiden aveva «accompagnato» fuori un tizio che aveva allungato le mani.
Kat lo aveva seguito e gli aveva sibilato, con i pugni piantati sui fianchi e gli occhi a fessura: «So badare a me stessa».
Lui aveva incrociato le braccia al petto. «Non ne dubito.»
«E allora smettila. Gli altri buttafuori si fanno gli affari loro. Sopportare questa gente mi garantisce ottime mance. Se continui a prendertela con ogni cliente che osa guardarmi, resterò senza soldi.»
Aiden non aveva considerato quell’aspetto. Aveva aggrottato la fronte mentre rifletteva: non voleva certo prosciugare le finanze della ragazza, ma nemmeno far finta di niente. «Quanto ti costano i miei… interventi?»
Lei aveva sgranato gli occhi e scosso la testa. «Cinque, dieci, venti dollari? Come faccio a saperlo?»
Lui aveva annuito. «Te ne darò venti ogni volta che allontano uno di quegli animali da te.»
Kat era rimasta a bocca aperta, ma le sue spalle si erano rilassate un po’. «Non voglio i tuoi soldi, Irish.»
Gli piaceva il modo in cui pronunciava il suo nome. O, meglio, il soprannome di quando era un pugile. Xander era l’unico che conoscesse la sua vera identità – e i suoi segreti – e Aiden desiderava che le cose rimanessero tali. Usavano entrambi uno pseudonimo, in fondo, e…
«Mi stai ascoltando?» gli aveva chiesto lei, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. «Devi piantarla.»
Certo, come no. «Non posso.»
«Cosa significa “non posso”?»
Non poteva rispondere, proprio come non poteva smettere di proteggerla. Non poteva rivelarle che aveva lasciato Boston per trasferirsi in quella terra di nessuno per fare un favore a un amico, e che quel favore si era trasformato in qualcos’altro. Non poteva confessarle che, dall’istante in cui l’aveva vista, la promessa di proteggerla per tranquillizzare la sorella era passata in secondo piano, sostituita dal suo personale bisogno di occuparsi di lei. Di difenderla.
Aiden lottò contro l’impulso di prenderla tra le braccia per scacciare i fantasmi che le offuscavano lo sguardo e si infilò le mani in tasca. «Finché sarò qui, nessuno ti sfiorerà con un dito, a meno che tu non lo voglia.» Incapace di trattenersi, si era piegato verso di lei e le aveva sussurrato all’orecchio: «Nessuno».
Lei era indietreggiata, trattenendo il fiato. Il suo viso era stato attraversato da un’espressione che Aiden non riuscì a decifrare, e poi Kat era tornata a passo sostenuto nel locale.
Da quel giorno non gli aveva più parlato, gli rivolgeva solo qualche sguardo di ringraziamento quando la aiutava. Lui stava al gioco e rispondeva con occhiate che sperava dicessero «non c’è di che» e non «sei davvero splendida» o «non sai cosa darei per trascorrere una notte con te». Visto che, però, fino a quel momento lei non aveva reagito, immaginava che se la stesse cavando bene.
Ma stava diventando sempre più difficile nascondere quello che provava quando incontrava i suoi occhi. Non poteva farci niente. Era un bravo ragazzo, tutto sommato, ma certo non un santo. L’uniforme sottolineava ogni centimetro del suo corpo esile e sensuale, e lui non poteva non sognare di spogliarla.
E di fare l’amore con lei.
«Irish» lo chiamò Xan all’auricolare. «Stai tenendo sotto controllo il biliardo?»
«Ti ho mai detto quanto mi dà fastidio il tuo stupido accento britannico? Qui, poi, è del tutto fuori luogo.»
«Sì, un paio di volte. Meno male che ci sei tu. A volte penso che tu sia nato da queste parti.»
«Sempre meglio che essere un fighetto londinese.»
Alcuni amici si divertono a bere insieme, altri si picchiano sul ring, altri ancora si abbracciano. A Aiden e Xan, invece, piaceva stuzzicarsi in continuazione.
Aiden si voltò verso il biliardo, dove due clienti stavano discutendo animatamente, ma il cellulare emise una vibrazione prima che lui potesse muoversi.
Merda.
Pochissime persone avevano il suo numero. E quelle di cui poteva ignorare le chiamate erano ancora meno. Lanciò un’occhiata al display, lesse il messaggio e imprecò tra sé. «Xan, devo fare una telefonata. Te la cavi da solo con quei due?»
«Ehi, stai parlando con me. Io me la cavo. Sempre.» Xander aveva molte qualità, ma la modestia non era tra queste. «Vai pure, però sbrigati. Voglio andare a parlare con quella ragazza che mi sta mangiando con gli occhi.»
«Non vorrei deluderti» replicò Aiden avviandosi verso gli uffici, «ma la tua vita sessuale non è tra le mie priorità.»
«Già, dovresti pensare alla tua. Smettila di mentire e…»
«Chiudi la bocca, Xan. Quando vorrò un consiglio, te lo chiederò.» Si sfilò l’auricolare e chiuse la porta, lasciandosi alle spalle la confusione del bar. Odiava quelle telefonate, gli ricordavano tutto ciò che stava cercando di dimenticare. Come la doppia vita che stava conducendo, per esempio.
Dopo un paio di squilli, gli rispose una voce maschile. «Ciao, O’Brien.»
«Come va, Jax?»
«Sono stato meglio. Tra l’organizzazione del matrimonio e lo stress sul lavoro, V è ancora più ossessivo-compulsiva del solito. Senza contare che è preoccupatissima per la sua sorellina… Sto seriamente pensando di mettere un annuncio sul giornale per un esorcismo.»
Aiden sorrise e si appoggiò al bordo della scrivania ingombra di documenti. «Insomma, speri che io abbia qualche buona notizia che calmi la tigre.»
«Ormai sono pronto a qualsiasi cosa, ma ho pensato di telefonarti, prima di far pubblicare l’annuncio. Allora, come procede nella terra degli alligatori? Ti prego, dimmi che siete fuggiti insieme e siete su una spiaggia deserta.»
«Credevo che volessi delle buone notizie.»
«Stai scherzando? Sarebbe fantastico. Diventeremmo fratelli anche noi e apriremmo la prima palestra di boxe metà irlandese e metà hawaiana. Ho già in mente il logo: un ananas e un trifoglio.»
Aiden si passò una mano sulle guance. Aveva quasi dimenticato quanto Jax potesse essere impegnativo. A chi non lo conosceva bene appariva un ragazzo tranquillo e rilassato, ma quelli tanto fortunati da poterlo definire amico sapevano che possedeva un’energia inesauribile, che riversava in tre attività: la boxe, il surf e la storia con la sorella maggiore di Kat, Vanessa. Ed era l’uomo giusto su cui contare quando ti cacciavi nei guai.
Il che spiegava perché Aiden si trovasse in quella situazione: era in debito con Jackson. Molto in debito.
Non aveva tante informazioni su Kat, a parte che aveva domandato a Vanessa di aiutarla per qualcosa di grave prima di scomparire nel nulla. Avevano assunto un investigatore privato che l’aveva rintracciata ad Alabaster, ma V voleva accertarsi che fosse al sicuro. Era stato allora che Jax l’aveva chiamato pregandolo di andare in Louisiana per un paio di settimane, per verificare che Kat fosse viva e vegeta.
Quel paio di settimane, però, si erano trasformati in diversi mesi di sorveglianza, che a Kat piacesse o meno. E continuava ad aggiornare Jax o Vanessa, fingendo di essere rimasto per loro, e non per ragioni personali che non voleva ammettere nemmeno a se stesso.
Aiden infilò una mano nella tasca dei jeans. «Mi dispiace, ma nessuna novità. Tutto come sempre.»
«Be’, meglio così che saperla in pericolo» osservò Jax. «Senti, volevo anche avvisarti che domani parto per una crociera con V. Staremo via due settimane. Ha bisogno di staccare un po’ e rilassarsi, altrimenti andrà fuori di testa. Anch’io sono preoccupato per Kat, è ovvio, ma la mia fidanzata ha la priorità, e sono sicuro che te la caverai benissimo fino al nostro ritorno.»
Aiden annuì. «È qui da sei mesi e sta bene. Le probabilità che accada qualcosa sono quasi zero, quindi tu concentrati su Vanessa. Ci penso io.»
«Grazie, amico.»
«Allora, il grande giorno si avvicina?»
Il sospiro profondo di Jax gli arrivò forte e chiaro dall’altro capo della linea. «Non ne sarei così sicuro. Ha già spostato la data due volte, e la crociera avrebbe dovuto essere la nostra luna di miele. Continua a rimandare il matrimonio accampando scuse di lavoro, oppure dicendo che non è ancora tutto pronto, ma la conosco.»
«Non mi pareva una che cambia idea all’ultimo minuto.»
«Infatti non lo è. Ma continua a sperare che Kat risponda alle sue telefonate e accetti di partecipare alla cerimonia.»
A quelle parole, Aiden avvertì una pugnalata al cuore. Lui aveva un legame molto stretto con le sorelle, e non riusciva nemmeno a immaginare di non essere presente alle loro nozze. Colleen era la sua «gemella irlandese»: erano nati nello stesso anno, lui a gennaio e lei a dicembre. Crescendo, lei aveva spesso giocato a fare da mamma a lui e alla sorella minore, Mary Catherine, quando quella vera era impegnata in uno dei suoi due lavori. Fuori di casa, invece, era Aiden a proteggerle entrambe.
Sarebbero stati per sempre come i tre moschettieri, uniti contro il mondo. Negli ultimi anni, era stato difficile allontanarsi, ma era per il loro bene. Non avrebbe mai potuto troncare completamente i rapporti, però.
Si tamburellò un dito sulle labbra. «Mi dispiace. Forse deve solo insistere ancora un po’.»
«Perché non la rapisci e la porti di peso alle Hawaii? Organizzo un doppio matrimonio.»
«Sì, come no. Non credo, amico» replicò, facendo il verso allo slang hawaiano di Jax.
«Okay, come preferisci. Scherzi a parte, però, V mi ha detto che Kat ha un pessimo rapporto con gli uomini. Io non la conosco, ma conosco te, e so che sei un bravo ragazzo, O’Brien. Se la tratterai come si deve, potresti anche scoprire che non sei lo stronzo che credi di essere. Chissà, potreste persino innamorarvi.»
Aiden si allontanò dalla scrivania e strinse il cellulare con forza. «Non posso farlo, Jax. Lo sai.»
«Ed è qui che ti sbagli» ribatté l’altro in tono grave.
«Uccidere la sorella del mio migliore amico non mi rende il fidanzato dell’anno, non pensi?»
«Tutti meritano di essere amati, O’Brien. Anche tu. Ma continui a vivere nel passato e non te ne rendi conto.»
Con un nodo in gola che gli impediva di pronunciare anche una sola parola, Aiden riattaccò. Non poteva affrontare quei pensieri che gli si agitavano in testa e che lottavano per uscire. Era quasi giunta l’ora della chiusura: doveva sforzarsi di terminare il turno, poi sarebbe tornato a casa e si sarebbe allenato fino a perdere i sensi, o almeno fino a esaurire le energie per riflettere. La stanchezza fisica e mentale era ormai l’unica cosa che lo aiutava in momenti del genere.
Quando rientrò nella sala principale, vide che Kat stava discutendo con un cliente. Facendosi strada tra la folla, Aiden raggiunse il tavolo nascosto dal séparé e si piazzò tra lei e l’uomo. Non appena incrociò le braccia al petto, gli altri tre avventori che erano con lui tacquero.
Rivolse uno sguardo duro a quello che stava creando problemi e domandò alla rossa: «Che succede?».
«Si rifiuta di pagare» rispose lei. «Nulla che richieda le tue prestazioni, Irish.»
Lui...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Dedica
  5. Prologo
  6. 1
  7. 2
  8. 3
  9. 4
  10. 5
  11. 6
  12. 7
  13. 8
  14. 9
  15. 10
  16. 11
  17. 12
  18. 13
  19. 14
  20. 15
  21. 16
  22. 17
  23. 18
  24. 19
  25. 20
  26. 21
  27. 22
  28. Ringraziamenti