Non vorrei però ti amo (Life)
eBook - ePub

Non vorrei però ti amo (Life)

  1. 346 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Non vorrei però ti amo (Life)

Informazioni su questo libro

Quando Mia si sveglia nel letto di un perfetto sconosciuto è ancora annebbiata dall'alcol e non riesce a ricordare nulla della notte appena trascorsa. Ma oltre a ignorare tutto di Ethan, il ragazzo che dorme al suo fianco, e delle ultime ore passate con lui, non sa che il taxi che condivideranno quel la mattina li accompagnerà incredibilmente nello stesso luogo: la sede di un sito di incontri, Boomerang, dove entrambi stanno per iniziare uno stage. Dopo la presunta notte di passione, quella che avrebbe potuto trasformarsi in una bella storia d'amore rischia di morire sul nascere: Mia e Ethan, oltre a trovarsi in diretta competizione per attirare le attenzioni dei capi e ottenere l'unico posto di lavoro disponibile alla fine dell'estate, scopriranno a proprie spese che l'azienda ha una politica molto rigorosa e vieta qualsiasi genere di relazione tra i suoi dipendenti. Riusciranno i due ragazzi - affamati di successo ma forse anche desiderosi di innamorarsi davvero - a rimanere concentrati sul loro futuro, oppure la passione li trascinerà sotto quelle lenzuola dove tutto è cominciato?

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Informazioni

1
Mia

Hai mai avuto un’avventura di una notte?

È il giorno più importante della mia vita e mi sveglio pensando: Oh no, dove sono le mie mutande?
E la ragione di questo pensiero è che mi trovo nel letto di uno sconosciuto e un perfido raggio della luce giallo limone di Los Angeles mi taglia in due una coscia: di biancheria intima, o di qualsiasi altro genere di indumento, non c’è traccia.
Non è proprio da me. Eppure, eccomi qui, aggrovigliata a lenzuola calde che non sono le mie.
Nella mia mente ancora annebbiata dall’alcol scorrono istantanee di ieri sera. Ricordo di essere andata al Duke dopo il colloquio con Adam Blackwood, ancora elettrizzata e con la netta sensazione di poter finalmente spiccare il volo: avrei finito il film sulla nonna, l’avrei consegnato e avrei detto sayonara al college per sfruttare lo stage in un colosso della comunicazione come trampolino per una vera carriera cinematografica. Avrei trovato me stessa e il mio stile, smettendola di scimmiottare gli altri come ho fatto finora durante l’università.
Più o meno, ricordo anche la presenza di un ragazzo – spalle larghe, modi gentili –, di aver avuto caldo e la sensazione che tutto potesse succedere. Nient’altro. Nessun viso, nessun nome. Né la benché minima idea di come questo piccolo miracolo – una notte di sesso – sia potuto accadere.
Purtroppo questo mistero resterà forse insoluto. Devo proprio andare.
Cerco di sollevare la testa sfilando con attenzione qualche ciocca intrappolata sotto la spalla – muscolosa e abbronzata al punto giusto – del mio nuovo amico. Mi sembra di avere un frullatore settato in modalità frappè nel cervello, e dal saporaccio che ho in bocca si direbbe che qualche strana creatura ci sia rimasta stecchita dentro.
Appoggio i piedi nudi sul pavimento freddo, mi alzo e combatto la nausea che minaccia di impossessarsi di me. Grazie mille, Tequila Patrón.
Faccio il giro del letto per vedere se da quella parte del mondo sarò più fortunata e riuscirò a trovare la mia biancheria (o qualunque altro indumento). E poi sì, confesso, muoio dalla voglia di dare un’occhiata allo sconosciuto.
La mia curiosità è accontentata in pieno. Nonostante la faccia schiacciata contro il cuscino e i capelli color caramello tutti arruffati, è decisamente molto sexy: ha lineamenti decisi e un accenno di fossetta sul mento, labbra piene e ciglia scure e lunghissime che noi ragazze otteniamo solo con chili di mascara.
A coprirlo, solo un angolo di lenzuolo (colpa mia che ho monopolizzato le coperte) e i piedi sporgono fuori dal materasso. Quindi è anche alto. E pure mentre dorme ha un’espressione intensa e concentrata, come se stesse sognando di salvare il mondo. Deve avere per forza una personalità fuori dal comune, altrimenti è impossibile che mi sia svegliata nel suo letto.
Non vedo nessuna carta di preservativi in giro: che cosa è successo di preciso ieri notte? Non è da me comportarmi in maniera avventata. È possibile che non ci sia stato niente tra noi? Eppure, le mie mutande non si vedono.
Mentre rifletto, mi cade l’occhio sulla sveglia sopra il comodino. Le 8:02. L’orario si fa strada nella foschia che ho in testa e sento una scarica di adrenalina.
Lo stage a Boomerang – l’unico modo che ho per essere qualcosa di più che la figlia di una fotografa famosa, per compiere il primo passo verso la vita vera e, ricordandola, rendere per sempre omaggio alla vita della persona che più amo al mondo – comincia fra cinquantotto minuti esatti. E non ho la più pallida idea di dove mi trovo, né di dove cavolo sia finita la mia biancheria.
«Merda, merda, merda…» Con le mani nei capelli, passo velocemente in rassegna la stanza per concludere che i miei vestiti devono essere stati abbandonati altrove.
Meraviglioso.
Mi infilo in un corridoio stretto e con la coda dell’occhio scorgo foto quasi tutte legate al calcio e poster con aquile in volo e vette illuminate dal sole che sorge, e frasi suggestive del tipo: La vita comincia quando smetti di sentirti a tuo agio. Dunque la mia vita sta iniziando in questo preciso istante.
Mi ritrovo in un classico salotto da scapolo: divano sfondato, tavolino di vetro pieno di macchie e un televisore gigantesco che oscura completamente la luce che arriva da due grandi finestre. C’è anche la puzza tipica del maschio single: un misto di alcol, sudore e una nota di opossum morto per chiudere. Libri e riviste buttati in giro a casaccio, mentre l’armata di telecomandi suggerisce un rifugio antiatomico nelle vicinanze. Ci sono anche un portatile preistorico e vari capi di abbigliamento: una felpa, dei pantaloncini e… tombola! Il vestito che avevo ieri sera.
Lo raccolgo da terra per esaminarlo. È tutto sgualcito, neanche un camion ci avesse fatto retromarcia sopra; c’è una macchia a forma di V sul davanti e la stoffa è incrostata in alcuni punti. Lo sbatto per provare a lisciare le pieghe. Perché non ho scelto qualcosa di un po’ meno aderente per il colloquio con Blackwood? Tra l’altro, dovrà rivedermelo addosso anche oggi. Solo che stavolta penserà che l’ho raccolto dalla spazzatura.
Sento un fruscio di lenzuola, una porta che si apre e si richiude, poi lo scroscio dell’acqua nella doccia. Lo sconosciuto si è svegliato. Perfetto. Magari mi darà una mano in questa Mission Impossible: Protocollo Mutande. Non sarà imbarazzante. Per nulla.
Cerco per tutto il salotto; guardo sotto vestiti, cartoni della pizza, custodie di videogiochi e roba sportiva varia, finché non riesco a trovare le scarpe, la borsa e il reggiseno, che penzola dal passavivande. Degli slip, però, nemmeno l’ombra.
L’orologio del microonde segna le 8:09. Raccolgo le mie cose e torno di corsa in camera, butto tutto quanto sopra il letto, busso alla porta del bagno e contemporaneamente apro. Le buone maniere sono volate fuori dalla finestra a un certo punto tra l’incontro con Adam Blackwood e le mie mutande sparate via chissà dove, come le magliette gratis a una partita dei Lakers.
«Ehi, ciao… tuEvan? No, non si chiama così. «Mmm, non vorrei sembrarti pazza o invadente, ma ho molta fretta. Sai, oggi comincio un nuovo lavoro… Posso entrare?» chiedo in tono sommesso.
Lui scosta la tenda della doccia e mette fuori la testa, regalandomi uno scorcio del suo torace scolpito. Aggiungiamo due profondi occhi blu e le goccioline d’acqua che si raccolgono nei suoi pettorali… Così è un po’ troppo a quest’ora del mattino.
Evidentemente, anche lui sta pensando a qualcosa di simile, perché mi squadra dalla testa ai piedi e borbotta qualcosa tra sé.
«Cosa c’è?» domando, portandomi una mano alla bocca. «Ho qualcosa tra i denti?»
«No. Sei molto… nuda» risponde con una risata.
«Sì, scusa. È un problema?»
Faccio da modella per mia madre, sono salita sul palco otto volte alla settimana per un allestimento estivo di Hair e sono quella a cui tutti i compagni del corso di cinematografia si rivolgono quando hanno bisogno di qualcuna che si spogli senza problemi. Si può dire che ho passato nuda circa metà della mia vita. Dovrei dunque arrossire e scusarmi per metà della mia vita? Non ci penso proprio.
Lui mi scruta di nuovo da capo a piedi e fa un mezzo sorriso. Quando mi risponde, si sforza in tutti i modi di guardarmi negli occhi.
«Assolutamente no. Fa’ come se fossi a casa tua.»
«Grazie.»
Mi giro e lo lascio alla sua doccia. Asciugo la condensa sullo specchio e faccio una veloce ispezione, soprattutto ai capelli, da sempre il mio punto critico. I ricci hanno preso mille direzioni diverse, ma ho visto di peggio. Il che significa, mi dico con grande rammarico, che stanotte non c’è stato niente tra noi. Perché il sesso – quello fatto bene – mi riduce i capelli in uno stato pietoso, tipo fungo atomico e, al momento, sono solo a un codice giallo. È dunque probabile che abbiamo limonato duro, ma poco altro. A quanto pare, il periodo di magra non è finito.
Trovo una spazzola e mi sistemo, poi spremo un po’ di dentifricio sull’indice e lo passo sui denti; faccio i gargarismi con circa mezzo litro di collutorio e bevo dal rubinetto.
«Domanda stupida… Hai una vaga idea di dove potrebbero essere i miei slip?»
Lo sconosciuto chiude l’acqua, allunga un braccio fuori per cercare l’asciugamano, e glielo porgo. Scosta la tenda a righe della doccia ed esce con il telo avvolto in vita che fa risaltare l’addome scolpito.
«Non proprio» risponde lui ridendo. «Aspetta… Mi vesto e ti aiuto a cercarli.»
Faccio anch’io una doccia veloce e torno in camera da letto; infilo il reggiseno e il vestito, ma senza mutande mi sento stranamente incompleta.
«Dove lavori?» mi chiede lui, abbottonandosi la camicia bianca.
Ho un flash di ieri sera: lui in giacca e cravatta, io che faccio scivolare le mani sulla sua schiena muscolosa. A quanto pare, veste spesso elegante, perciò avrà un lavoro di un certo livello. Però ha anche un sacco di cose che sembrano attrezzature sportive sparse per casa. Forse è un allenatore. Anche loro indossano completi, no?
«Dove hai detto che devi andare?» mi domanda di nuovo, e mi rendo conto che avevo la testa altrove.
«A Century City» rispondo, arrossendo. «Sono già in super ritardo.»
Si ferma di colpo mentre allaccia un bottone. «Anch’io» borbotta tra sé. «Ma se non c’è troppo traffico ci vogliono venti minuti. Puoi farcela.»
Questo significa che devo andarmene subito.
Mi dà una mano a ispezionare l’appartamento; sposta i cuscini delle sedie e guarda dietro le tende. «Sicura che le avevi?»
«Pensi che sia uscita senza mutande?»
Sono uscita senza mutande?
Recupera una cravatta dal ventilatore a soffitto sopra il tavolo della cucina e me la mostra con un sorriso. «Possibile. Anch’io sono un po’ confuso sui dettagli della serata, ma dalle prove deduco che ci siamo divertiti parecchio.»
Forse non come credi tu, vorrei replicare, ma che senso avrebbe? Trovo un elastico sul piano della cucina e lego i capelli in uno chignon basso.
Esamino di nuovo il vestito: non posso assolutamente presentarmi al lavoro così conciata.
«Ti dispiacerebbe prestarmi una camicia?» chiedo. «Poi te la… restituisco.» Spero di non sembrare una stalker fuori di testa, ma preferisco fare una cattiva impressione a lui piuttosto che andare in giro come se avessi raccolto i vestiti per strada.
«Certo.» Va in camera e torna con una camicia azzurra. «T...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. 1 Mia - Hai mai avuto un’avventura di una notte?
  4. 2 Ethan - A un appuntamento preferisci dividere il conto oppure offri tu?
  5. 3 Mia - Sei un lupo solitario o ti muovi in branco?
  6. 4 Ethan - A un appuntamento preferisci organizzare ogni dettaglio o farti sorprendere?
  7. 5 Mia - Per te l’abito fa o non fa il monaco?
  8. 6 Ethan - Le regole preferisci farle o infrangerle?
  9. 7 Mia - Sai perdonare o te la leghi al dito?
  10. 8 Ethan - Racconta qualcosa di te
  11. 9 Mia - Parla della tua famiglia
  12. 10 Ethan - Da uno a dieci, che voto daresti alla tua forma fisica?
  13. 11 Mia - Sei una che perde la testa per gli uomini o le amiche prima di tutto?
  14. 12 Ethan - Pecora o capobranco?
  15. 13 Mia - Sai gestire la pressione?
  16. 14 Ethan - Lenzuola di cotone o di seta?
  17. 15 Mia - Davanti a un problema ti paralizzi o cerchi di risolverlo?
  18. 16 Ethan - Appuntamento al buio: divertimento o fallimento?
  19. 17 Mia - Ti piace cucinare?
  20. 18 Ethan - Per il futuro, immagini di invecchiare in coppia o ti vedi imboccare da solo il viale del tramonto?
  21. 19 Mia - Sai affrontare un’emergenza?
  22. 20 Ethan - Sei un tipo da «Luci, motore, azione!» o preferisci divertirti al buio?
  23. 21 Mia - Ti piacciono le sorprese?
  24. 22 Ethan - Come combatti le tue battaglie, con freddezza o alzando la voce?
  25. 23 Mia - Sei romantica o guerriera?
  26. 24 Ethan - A tutti è capitato un appuntamento disastroso. Racconta il tuo.
  27. 25 Mia - Com’è il tuo appuntamento ideale?
  28. 26 Ethan - Surfare, sciare o un’altra attività che comincia per S?
  29. 27 Mia - Ti piace stare in mezzo alla gente o preferisci uno scenario più intimo?
  30. 28 Ethan - Preferisci il gioco di squadra o sei un cavaliere solitario?
  31. 29 Mia - La tua regola d’oro è la sincerità?
  32. 30 Ethan - Arrabbiarsi o vendicarsi?
  33. 31 Mia - Ti sei mai sentito a disagio in pubblico?
  34. 32 Ethan - Sai perdonare o te la leghi al dito?
  35. 33 Mia - Di cosa hai paura?
  36. 34 Ethan - Vivi più nel passato, nel presente o nel futuro?
  37. 35 Mia - Sei un tipo sportivo?
  38. 36 Ethan - Cioccolatini o patatine?
  39. 37 Mia - Sei generosa con gli amici?
  40. 38 Ethan - Affronti le conseguenze o scappi alla prima occasione?
  41. 39 Mia - I tuoi amici possono dirti tutto?
  42. 40 Ethan - La verità ti fa sentire libero o su di giri?
  43. 41 Mia - Regina della festa o scema del villaggio?
  44. 42 Ethan - Lo champagne è solo per le grandi occasioni o è adatto a ogni circostanza?
  45. 43 Mia - Quando è stata la tua ultima notte memorabile?
  46. 44 Ethan - Qual è il tuo rimedio contro la sbornia?
  47. 45 Mia - Chi ti ha insegnato cos’è il vero amore?
  48. 46 Ethan - Che baci ti piacciono? Appassionati, dolci o tutti e due?
  49. 47 Mia - Ti imbarazzi facilmente?
  50. 48 Ethan - Ti piace giocare d’azzardo?
  51. 49 Mia - Sei un tipo frenetico o riflessivo?
  52. 50 Ethan - Gli imprevisti ti esaltano o ti buttano giù?
  53. 51 Mia - Chi sta sempre dalla tua parte?
  54. 52 Ethan - Finisci la frase: la sensazione pelle contro pelle è…?
  55. 53 Mia - Qual è stata la notte più bella della tua vita?
  56. 54 Ethan - I sogni li insegui soltanto o riesci anche ad acchiapparli?
  57. 55 Mia - Preferisci restare dietro le quinte o vuoi le luci della ribalta?
  58. 56 Ethan - È più importante vincere o partecipare?
  59. 57 Mia - Vita reale o finale da fiaba?
  60. Ringraziamenti
  61. Indice