Capitolo 1
Megan
«Lo sai che tua madre la bombarderà di domande su di te, vero, Braden?» Sono stesa sul pavimento in camera sua e gli lancio un’occhiata da sopra la rivista che sto sfogliando distrattamente.
«Lascia stare» borbotta. «Infatti tu dovrai dirle cosa rispondere.»
«Fammici pensare un momento…»
«Meggy…»
«No.»
Braden chiude l’anta dell’armadio e si siede per terra di fronte a me. Mi sta supplicando in silenzio; un ciuffo di capelli biondi gli cade sugli occhi.
Scuoto la testa. «Braden Carter, sei tu che hai deciso di invitare Maddie a casa tua per il weekend e sarai tu a gestire l’interrogatorio infinito di tua madre. E a contenerlo.»
«Meg…» Scandisce il mio nome come un bambino che fa i capricci per le caramelle.
«Prima o poi doveva succedere.» Scrollo le spalle e mi metto a sedere anch’io. «Tanto vale che ti togli subito il pensiero. Inoltre» aggiungo con un gran sorriso, «sono sicura che si interromperà per raccontare aneddoti della tua infanzia.»
«Oh, cazzo» brontola lui. «Almeno in tutti i disastri che ho combinato eri coinvolta anche tu. Anzi, era quasi sempre colpa tua.»
«Non è vero!» Resto in silenzio, e Braden mi fissa. In effetti, una volta l’ho lasciato aggrappato a un albero perché sono scappata con la scala. Ce l’avevano data i nostri genitori per fare un lavoretto, e non volevano che arrampicandoci ci graffiassimo. Braden si era montato la testa e si era convinto di riuscire a saltare giù. C’è riuscito, ma si è rotto un braccio. Alla fine, quel lavoretto non l’abbiamo mai fatto…
«Va bene, diciamo una volta su tre. Ma non inventarti storie, tanto a Maddie racconto tutto quando tornate.»
«Sì, sì, come vuoi» mi liquida lui alzandosi in piedi.
Bussano alla porta, e un attimo dopo entra Aston, a torso nudo, con i jeans che gli scendono sui fianchi, i bicipiti e gli addominali scolpiti in mostra. Il minuscolo asciugamano che ha sulle spalle serve a poco. Quando si accorge che lo sto squadrando, i suoi occhi grigio-azzurri catturano i miei.
«Ma tu stai sempre nelle stanze dei maschi?» biascica.
«Sei invidioso perché nella tua non ci sono mai venuta?»
Braden sbuffa e si passa una mano sulla faccia: è chiaro che preferirebbe essere altrove.
«Non credo che ti sentiresti a tuo agio in camera mia. Non è al livello di una ragazzina ricca come te.»
«In ogni caso, non rientra tra le mie priorità.» Anche se… «E poi, sarò anche una ragazzina ricca, ma non sono una snob.»
Aston scoppia a ridere. «Quindi se un poveraccio pieno di problemi ci provasse con te, tu non scapperesti a gambe levate?»
Mi alzo in piedi e lo guardo dritto negli occhi. «Avere un passato difficile e complesso non significa essere difficili e problematici, Aston. Non è il modo in cui sei cresciuto a definirti. Non so che idea ti sei fatto di me, se pensi che sia una persona arrogante, ma non è l’ambiente in cui sono nata a determinare chi sono ora. Non sono così superficiale come credi.»
Lui piega la testa di lato e mi fa un sorrisetto presuntuoso. Sono caduta dritta nella sua trappola.
«È troppo facile con te. Basta poco per farti scattare, eh, Megan?»
Braden ci interrompe prima che io possa replicare. «Avevi bisogno di qualcosa, Aston?»
«Sì, mi serve quel libro di letteratura inglese…»
«Quale? Ne ho mille di libri di letteratura inglese. Ho più libri che corsi.»
«Che cazzo ne so.» Aston scrolla le spalle. «Quello che abbiamo usato l’ultima volta.»
Mi siedo sul bordo del letto e sospiro. «Shakespeare.»
Hanno entrambi uno sguardo assente, ma almeno Aston sembra sapere di chi sto parlando.
«Hai presente, Bray, “quel tizio vissuto un casino di tempo fa e che parla strano”?» Lo fulmino con un’occhiata e lui sorride.
«Esatto, quel tizio. Ho ripetuto più o meno quello che c’è scritto nella tesina di Maddie.» Braden prende il libro dalla scrivania e lo lancia ad Aston.
«Grazie.» Lui mi guarda e mi fa l’occhiolino, e io mi sforzo di non reagire.
Aston è davvero irritante. Lo fa apposta a darmi sui nervi perché sa che basta poco: ha imparato che darmi della «ragazzina ricca» è il modo più facile per farmi arrabbiare. Non è colpa mia se sono nata in una famiglia benestante. Anche i genitori di Braden sono ricchi, ma a lui non viene riservato lo stesso trattamento.
Ah, già, certo. È perché l’ottanta per cento dei maschi della confraternita viene dallo stesso ambiente.
Raccolgo la rivista da terra, la arrotolo e colpisco Braden sulla schiena.
«Ahi! Perché?»
«Grazie per avermi difeso, stronzo.»
«Ehi… Però l’ho fatto smettere.»
«Solo perché non ti va l’idea di me nella sua stanza.»
«Almeno ha cambiato discorso. Per sdebitarti, devi istruire Maddie su cosa dire a mia madre.»
Oh, sì, glielo spiego io…
Sospiro e lo guardo negli occhi imploranti. «Va bene, d’accordo.»
«Ammettilo, il gioco l’hai condotto tu dall’inizio alla fine.» Lila si attorciglia una ciocca di capelli al dito.
Nascosta dietro a un libro, sorrido e la guardo di sfuggita. «A cosa ti riferisci?»
«Non mentire, Megs, non sei capace. Lo sai benissimo a cosa mi riferisco.»
«Se lo sapessi, non te l’avrei chiesto.»
Lila mi strappa il libro e mi sorprende a ridere.
«Visto che lo sai?»
«Okay, okay. E allora? Alla fine ha funzionato, no?»
«Sì, ma per un pelo. Maddie era scappata a Brooklyn, o te lo sei dimenticato?»
«No, non me lo sono scordato. Quando è tornata qui, hanno litigato di brutto.»
«E immagino che tu non fossi preoccupata neanche un po’…»
Scuoto la testa. «Non tanto, in effetti. Sembrerò insensibile, ma ero sicura che si sarebbe risolto tutto. Non dirmi che credevi a Maddie quando sosteneva di non essere innamorata di lui?»
«Be’, no…»
«Appunto. Maddie era innamorata di Braden quanto lui di lei.»
«Allora perché è andata a Brooklyn? Proprio non capisco. Avevano mentito tutti e due e lo sapevamo tutti.»
«Ma tu non c’eri quando Braden ci ha scoperte.»
È stato un momento orribile… Maddie non si aspettava che lui si sarebbe presentato a sorpresa in camera sua (e io ancora meno di lei). È stata solo colpa mia, e nonostante abbia cercato di far sparire le prove dell’Operazione «Chi la fa l’aspetti», mi sono fatta beccare lo stesso.
«Era arrabbiatissimo. Furioso. E io me ne stavo lì a guardare mentre il suo cuore, il loro cuore, andava in mille pezzi. Mi sono sentita uno schifo. Braden è impazzito, poi Maddie ha saputo della scommessa e ne ha avuto abbastanza. Era a disagio per la situazione e arrabbiata con lui, ma soprattutto era delusa e abbattuta. Non capiva più se Braden l’amava davvero oppure no. A quel punto, non le restava altro che andarsene.»
«Te l’ha detto lei?»
«No, ma non serve essere Cupido per arrivarci.»
«E tu come ci sei arrivata?»
«È facile se la tua zia preferita è specializzata in tre diversi campi della psicologia.»
«Tre?» esclama Lila stupita.
«Sì, lo so, vengo da una famiglia di secchioni. Infatti, temo di averli delusi ad aver scelto di laurearmi in letteratura e a sognare banalmente di fare la scrittrice.»
«Almeno stai facendo quello che ti piace. Ah, per la cronaca, saresti un pessimo Cupido.»
«Grazie.» Le lancio...