
- 304 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Racconti
Informazioni su questo libro
Alle favole di Oscar Wilde si riconosce il merito di una narrazione semplice e avvincente. Lo stesso scrittore definiva i suoi racconti come "studi in prosa volti in forma fantastica e intesi in parte per i bambini e in parte per coloro che hanno mantenuto la capacità di gioire e stupirsi". In questo volume viene proposta la serie completa dei racconti di Wilde, in cui fiaba e miti pagani si incontrano e avvincono il lettore con il talento brioso e parodistico di uno dei più grandi conversatori dell'Ottocento inglese.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Racconti di Oscar Wilde in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Print ISBN
9788817123570eBook ISBN
9788858661246IL DELITTO DI LORD ARTHUR SAVILE
E ALTRI RACCONTI
dp n="196" folio="196" ? dp n="197" folio="197" ?IL DELITTO DI LORD ARTHUR SAVILE
SAGGIO SUL DOVERE
I
Lady Windermere dava l’ultimo ricevimento di quaresima e la Bentinck House era più affollata del solito. Vi erano convenuti sei ministri in carica, usciti allora da una seduta straordinaria indetta dal rappresentante dei Comuni, con tutti i loro nastri e le decorazioni: le belle della città sfoggiavano sfarzosi abiti da sera, e nell’angolo estremo della pinacoteca era seduta la principessa Sofia di Carlsrühe, una massiccia e atticciata dama dall’aspetto tartaro, con due minuscoli occhi neri e meravigliosi smeraldi, la quale parlava a voce altissima in un pessimo francese e rideva smodatamente a ogni frase che le veniva rivolta. Era davvero una straordinaria accozzaglia di gente. Splendide nobildonne chiacchieravano affabilmente con violenti radicali, predicatori celebri sfioravano con le loro code di rondine quelle di eminenti filosofi scettici, un vero codazzo di vescovi inseguiva di sala in sala una formosa primadonna, sulle scale erano radunati vari accademici reali travestiti da artisti, e a un certo momento si disse che il salone dei rinfreschi fosse letteralmente zeppo di geni. Insomma era una delle serate meglio riuscite di lady Windermere, e la principessa vi si trattenne sin quasi alle undici e mezzo.
Non appena Sua Altezza fu partita, lady Windermere ritornò nella pinacoteca dove un economista famoso stava pomposamente spiegando una teoria scientifica propria sulla musica a un giovane artista ungherese che lo ascoltava con aria sdegnata, e incominciò a discorrere con la duchessa di Paisley. Lady Windermere appariva meravigliosamente bella: la sua gola d’avorio era superba, e stupendi erano i suoi occhi, azzurri come miosotis, e le grevi spire dei suoi aurei capelli. Proprio or pur1, non di quel pallido colore paglierino che oggigiorno usurpa il prezioso nome dell’oro, erano di quell’oro di cui sono intessuti i raggi del sole e che si nasconde nell’ambra pregiata: e le incorniciavano il viso rammentando l’aureola di certe sante, senza toglierle per questo il suo fascino di peccatrice. Lady Windermere rappresentava un curioso studio psicologico: ancora molto giovane aveva scoperto l’essenziale verità che nulla assomiglia all’innocenza quanto l’indiscrezione: e dopo una serie di audaci avventure, metà delle quali assolutamente innocue, si era acquistata tutti i privilegi di ciò che si suol chiamare una personalità. Aveva cambiato marito più di una volta (a dire il vero Debrett le accolla almeno tre matrimoni) ma poiché non aveva mai mutato amante, il mondo aveva cessato da un pezzo di gridare allo scandalo sul conto suo. Aveva in quell’epoca quarant’anni, era senza figli, e possedeva quella smodata sete di piacere che costituisce il segreto per rimanere giovani.
A un certo punto ella volse il capo attorno alla sala con gesto inquieto, e chiese con la sua chiara voce di contralto: «Dove si sarà cacciato il mio chiromante?».
«Il tuo che cosa, Gladys?» esclamò la duchessa, sobbalzando suo malgrado.
«Il mio chiromante, duchessa. Non posso vivere senza di lui, in questo momento.»
«Oh, Dio mio, Gladys, sei sempre talmente originale» mormorò la duchessa, la quale non riusciva a ricordarsi che cosa fosse in realtà un chiromante, e augurandosi in cuor suo che non si trattasse in definitiva di un semplice pedicure.
«Mi viene a leggere la mano regolarmente due volte la settimana» proseguì lady Windermere. «È una cosa interessantissima, sa?»
“Bontà divina!” pensò la duchessa. “Si tratta proprio di una specie di pedicure, dunque. Che orrore. Speriamo almeno che sia straniero: la cosa sarebbe un po’ meno grave.”
«Bisogna assolutamente che glielo presenti.»
«Eh, presentarmelo?» gridò la duchessa. «Non vorrai mica farmi credere che si trovi qui?» E così dicendo prese a cercare affannosamente il suo piccolo ventaglio di tartaruga e un logoro scialletto di pizzo, onde essere pronta ad andarsene al momento opportuno.
«Ma si capisce che è qui. Non mi sognerei nemmeno di dare un ricevimento senza di lui. Dice che ho una mano prettamente psichica, e che se il mio pollice fosse stato solo un tantino più corto sarei diventata una pessimista senza speranza e mi sarei rinchiusa in convento.»
«Ah, capisco» esclamò la duchessa alquanto sollevata. «È uno che predice la fortuna, non è così?»
«E la sfortuna, anche» rispose lady Windermere. «Sfortune di ogni genere. L’anno prossimo, per esempio, io mi troverò in estremo pericolo, sia in terra che in mare, perciò ho deciso di andare ad abitare su un pallone, e mi farò mandar su la cena ogni sera in un cestino. È scritto tutto sul mio mignolo, o sul palmo della mano, non ricordo bene.»
«Ma, cara figliola, questo si chiama tentare la Provvidenza.»
«Duchessa, stia tranquilla, che la Provvidenza, ormai, è in grado di resistere a qualsiasi tentazione. Io trovo che tutti dovrebbero farsi leggere la mano almeno una volta al mese, in modo da sapere ciò che non si deve fare. Naturalmente, poi, lo si fa lo stesso, ma è talmente bello essere preavvertiti! Be’, se ora qualcuno non mi va a cercare il signor Podgers dovrò andare io stessa.»
«Permette che ci vada io, lady Windermere» disse un bel giovane alto che era rimasto in un angolo ad ascoltare la conversazione con un sorriso divertito.
«Infinite grazie, lord Arthur, ma temo che lei non saprebbe individuarlo.»
«Se è così straordinario come lei dice, son certo che saprò riconoscerlo senza esitare. Mi spieghi press’a poco che aspetto ha e glielo porterò qui seduta stante.»
«Oh, non ha affatto l’aria di un chiromante: non è né misterioso, né esoterico, né romantico. È un ometto grasso con una buffissima testa pelata e porta un paio di grossi occhiali cerchiati d’oro: una via di mezzo tra il medico di famiglia e il magistrato di provincia. È spiacevole, lo so, ma non è colpa mia: la gente è così sconcertante. Tutti i miei pianisti hanno esattamente l’aria di poeti, mentre tutti i miei poeti assomigliano a pianisti. Ricordo di avere invitato a pranzo l’anno scorso un terribile cospiratore, un uomo che aveva fatto saltare in aria non so più quante persone, e che indossava giorno e notte un giustacuore d’acciaio e portava costantemente un pugnale sotto il braccio: ebbene, sa che quando me lo vidi comparire davanti avrei giurato che fosse un bravo curato di campagna, e non fece che scherzare e raccontar barzellette tutta la serata? Era molto divertente, certo, ma io ne rimasi terribilmente delusa, e quando gli chiesi del giustacuore d’acciaio si mise a ridere e mi spiegò che era troppo freddo per indossarlo in Inghilterra. Ah, ecco il signor Podgers. Presto, signor Podgers, voglio che legga subito la mano alla duchessa di Paisley. Duchessa, si tolga il guanto, per favore. No, non la mano sinistra, l’altra.»
«Gladys cara, non credo sia una cosa molto corretta» mormorò la duchessa, sbottonando a malincuore un guanto di capretto alquanto gualcito.
«E quando mai le cose interessanti sono corrette?» replicò lady Windermere. «Che volete? On a fait le monde ainsi2. Ma permettete che faccia le presentazioni. Duchessa, questo è il signor Podgers, il mio chiromante preferito. E questa, signor Podgers, è la duchessa di Paisley, e se lei le dirà che il suo monte della luna è più sviluppato del mio, non crederò mai più in lei.»
«Oh, Gladys, non credo che nella mia mano vi sia nulla di simile» osservò seria la duchessa.
«Vostra Grazia ha perfettamente ragione» disse Podgers fissando la piccola mano grassoccia dalle corte dita quadrate. «Il monte della luna è appena abbozzato. La linea della vita è invece magnifica. Pieghi il polso, per cortesia. Grazie. Tre linee distinte sulla rascette3. Lei vivrà sino a tardissima età, duchessa, e sarà estremamente felice. Ambizione... molto moderata, linea dell’intelletto non eccessiva, linea del cuore...»
«Oh, la prego, sia indiscreto, signor Podgers» esclamò lady Windermere.
«Nulla mi darebbe maggior piacere» rispose Podgers inchinandosi «se Sua Grazia lo fosse mai stata; ma sono dolente di dover dire che io vedo soltanto una grande costanza negli affetti combinata con un alto senso del dovere.»
«Per favore continui, signor Podgers» disse la duchessa che appariva ora molto soddisfatta.
«L’economia non è certo la minore tra le virtù che adornano Vostra Grazia» proseguì Podgers, e lady Windermere scoppiò in una risata argentina.
«L’amore del risparmio è un’ottima qualità» osservò la duchessa con compiacenza. «Quando lo sposai, Paisley possedeva undici castelli ma non aveva neanche una casa decente in cui abitare.»
«E adesso ha dodici case ma nemmeno un castello!» rise lady Windermere.
«Be’, figliola cara,» obiettò la duchessa «a me piacciono...»
«Le comodità,» proseguì Podgers «e tutti i ritrovati della tecnica moderna, compresa l’acqua calda corrente in ogni camera. Vostra Grazia ha perfettamente ragione. La sola cosa buona che la nostra civiltà riesca a darci è il comfort.»
«Signor Podgers, lei ha descritto il carattere della duchessa in modo perfetto, ora però deve leggere la mano anche a lady Flora.» In risposta a un cenno sorridente della padrona di casa, una ragazza alta, dai capelli scozzesi color sabbia e dalle scapole prominenti, avanzò goffamente, da dietro la spalliera del divano e tese al chiromante una lunga mano ossuta terminata da dita a spatola.
«Ah, lei è pianista, è chiaro!» disse Podgers. «Una pianista ottima, direi, ma senza grande talento musicale. Molto riservata e leale, amantissima degli animali.»
«Ma è esatto!» esclamò la duchessa volgendosi a lady Windermere. «Esattissimo. A Macloskie, Flora ha almeno due dozzine di cani da pastore e sarebbe pronta a trasformare la nostra casa di città in una vera ménagerie4, se suo padre glielo permettesse.»
«Be’, è quello che faccio io con casa mia ogni giovedi sera!» gridò lady Windermere, e rise. «Solo che io, ai cani da pastore, preferisco i leoni da salotto.»
«Ed è il suo unico torto, lady Windermere» disse Podgers inchinandosi cerimoniosamente.
«Se una donna non sa rendere affascinanti i propri torti non è che una femmina» fu la risposta. «Ma lei ci deve leggere qualche altra mano, signor Podgers. Andiamo, sir Thomas, gli mostri un po’ la sua.» E si fece innanzi un vecchio gentiluomo dal viso cordiale, in sparato bianco, che tese una mano grossa e ruvida, dal medio innaturalmente lungo.
«Temperamento avventuroso, quattro lunghi viaggi in passato, un quinto in avvenire. Naufragato tre volte. No, due volte soltanto, ma correrà il pericolo di far naufragio al suo prossimo viaggio. Conservatore inveterato, molto preciso, collezionista di curiosità. Lei ha subito una grave malattia tra i sedici e i diciotto anni. Ha ereditato una grossa fortuna verso i trenta. Nutre un’avversione spiccata per i gatti e i radicali.»
«Magnifico!» esclamò sir Thomas. «Ora deve leggere anche la mano di mia moglie, per favore!»
«Della sua seconda moglie» precisò Podgers senza scomporsi, sempre tenendo la mano di sir Thomas tra le sue. «Sarà un onore per me.» Ma lady Marvel, una creatura dall’aspetto malinconico, bruna di capelli e dalle languide ciglia, si rifiutò nettamente di render pubblico il proprio passato e il proprio avvenire, e nessuna preghiera o moina di lady Windermere valse a indurre l’ambasciatore russo, il signor de Koloff, neppure a togliersi il guanto. In realtà pareva che molti avessero timore di dover affrontare quel buffo omino dal sorriso stereotipato e i suoi occhiali d’oro dietro cui brillavano due pupille minuscole e lucenti come capocchie di spillo: e quando disse alla povera lady Fermor – sfacciatamente, di fronte a tutti – che a lei della musica non importava proprio niente, mentre andava addirittura matta per i musicisti, si ebbe nella sala la netta sensazione che la chiromanzia è una scienza estremamente pericolosa che nessuno dovrebbe incoraggiare, se non in un tête-à-tête.
Ma lord Savile, il quale non sapeva nulla dell’increscioso incidente toccato a lady Fermor, ed era stato ad osservare Podgers con molto interesse, fu preso da una violenta curiosità di farsi leggere a sua volta la mano: tuttavia, poiché provava una certa timidezza a farsi avanti, si diresse verso l’angolo del salone dove lady Windermere teneva circolo e le chiese, arrossendo deliziosamente, se credeva che il signor Podgers si sarebbe seccato.
«Al contrario. È qui per questo» replicò vivacemente lady Windermere. «Tutti i miei lions5 sono bravi come veri leoncini ammaestrati, e pronti a saltare attraverso il cerchio ogni volta che glielo ordino. Ma la devo avvertire in precedenza che poi racconterò tutto a Sybil. Verrà domani a colazione da me, ché dobbiamo discutere di cappellini, e se il signor Podgers scopre che lei ha un brutto carattere, o la tendenza alla gotta, o magari una moglie morganatica che abita in periferia, stia pur sicuro che glielo spiffererò subito.»»
Lord Savile sorrise e scosse il capo. «Oh, non ho paura» disse. «Sybil e io sappiamo ogni cosa l’uno dell’altro.»
«Oh, mi spiace che lei dica questo. L’elemento basilare di un matrimonio riuscito è l’incomprensione reciproca. No, non sono affatto cinica: ho una certa esperienza, ecco tutto, il che in fondo è la stessa cosa. Signor Podgers, lord Savile muore dalla voglia che lei gli legga la mano. Però non gli dica che è fidanzato con una delle più belle ragazze di Londra, perché questo è già stato stampato sul “Morning Post” un mese fa.»
«Cara,» gridò la marchesa di Jedburgh «lasciami il signor Podgers ancora per un momento. Mi ha detto proprio ora che dovrei calcare le scene, e la cosa mi interessa enormemente.»
«Se ti ha detto questo è proprio il caso che te lo porti via immediatamente. Su, venga, Podgers, e si spicci a leggere la mano di lord Arthur.»
«Be’,» disse lady Jedburgh alzandosi dal divano con una smorfietta di disappunto «se non mi è concesso di salire sul palcoscenico, mi sarà almeno permesso di far parte del pubblico.»
«Ma certo: ne faremo parte tutti,» disse lady Windermere «ora la prego, Podgers, ci dica qualcosa di carino. Lord Savile è uno dei miei beniamini.»
Ma non appena il signor Podgers vide la mano di lord Savile il volto gli si coprì di uno strano pallore ed egli non disse nulla. Il suo corpo fu percorso da un brivido e le folte irsute sopracciglia ebbero un tremito convulso: sempre, le sue sopracciglia tremavano in quella maniera curiosa e irritante, quando qualcosa lo lasciava perplesso. Improvvisamente, simili a velenosa rugiada, grosse gocce di sudore gli imperlarono la fronte gialliccia e le mani grasse diventarono fredde, vischiose.
Lord Arthur non poté non avvertire i segni di quella inesplicabile angoscia e, per la prima volta in vita sua, anch’egli ebbe paura. Il suo primo impulso fu di fuggire, ma si controllò. Era meglio conoscere il peggio, di qualunque cosa si trattasse, che essere lasciati in quell’orribile incertezza.
«Signor Podgers, io aspetto» disse.
«Tutti aspettiamo» gridò lady Windermere, impulsiva e impaziente come sempre. Ma il chiromante non diede risposta.
«Ho l’impressione che Arthur finirà sul palcoscenico» osservò lady Jedburgh. «Ma adesso che l’hai sgridato a quel modo il signor Podgers non oserà dirglielo.»
Bruscamente Podgers lasciò andare la mano destra di lord Arthur e gli afferrò la sinistra, chinandosi tanto per esaminarla che i cerchi dorati delle sue lenti quasi toccarono la palma del giovane. Per un attimo il suo viso parve tramutarsi in una maschera d’orrore, ma ben presto egli ricuperò il suo sang-froid6 e, guardando lady Windermere dritto in faccia, disse con un sorriso forzato: «È la mano di un affascinante giovanotto».
«Che scoperta» protestò lady Windermere. «Ma sarà anche un marito affascinante? Questo è ciò che mi interessa.»
«Tutti i giovani brillanti lo sono» osservò Podgers.
«Secondo me, un marito non ...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- OSCAR WILDE
- CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE
- TESTIMONIANZE E GIUDIZI CRITICI
- BIBLIOGRAFIA
- IL PRINCIPE FELICE - E ALTRI RACCONTI
- LA CASA DEI MELOGRANI
- IL DELITTO DI LORD ARTHUR SAVILE - E ALTRI RACCONTI