Alex e Conner devono tornare nel mondo delle fiabe a tutti i costi: l'Incantatrice è decisa a compiere la sua vendetta e ha rapito la loro mamma. Per fortuna nella Terra delle Storie hanno lasciato tanti amici, Jack e Riccioli d'Oro, Cappuccetto Rosso e Ranocchietto... Perché solo con una buona squadra si può sperare di sconfiggere la nemica più temibile.
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I sussulti del treno svegliarono Alex Bailey. Guardò i sedili vuoti attorno a sé e si ricordò dov’era. Le sfuggì un lungo sospiro mentre si sistemava una ciocca di capelli biondo rossiccio che le era sfuggita dal cerchietto.
«Non di nuovo» sussurrò a se stessa.
Alex odiava sonnecchiare in luoghi pubblici. Era una ragazzina sveglia e seria e ci teneva a non fare mai una brutta impressione. Per sua fortuna c’erano solo un paio di persone sul treno delle cinque diretto in città, quindi il suo segreto era al sicuro.
Alex era una studentessa molto brillante, lo era sempre stata. Era così avanti che pur avendo solo tredici anni era stata ammessa a un programma d’eccellenza che le permetteva di seguire un corso universitario nella città vicina.
Siccome era troppo piccola per guidare e sua madre lavorava all’ospedale dei bambini, tutti i giovedì dopo la scuola Alex andava in bici fino alla stazione dove prendeva un treno che la portava nella città vicina per il corso.
Non era affatto scontato che una tredicenne affrontasse da sola un viaggio di quel tipo, e sua madre all’inizio aveva avuto da ridire, ma in fondo sapeva che Alex ce l’avrebbe fatta. Quel breve percorso non era niente in confronto a ciò che aveva affrontato in passato.
Alex era contenta di partecipare al programma d’eccellenza. Per la prima volta aveva l’occasione di studiare storia, arte e altre lingue accanto a persone che erano felici di farlo. Quando i professori facevano delle domande, Alex era una dei tanti che alzavano la mano con la risposta pronta.
Un altro vantaggio del viaggio in treno era il tempo che Alex aveva per se stessa. Guardava fuori dal finestrino e lasciava che i pensieri vagassero mentre il treno correva. Era la parte più rilassante della giornata e spesso si appisolava, ma solo in rare occasioni dormiva davvero, come quel giorno.
Di solito si svegliava imbarazzata, ma quella volta all’imbarazzo si mescolava l’irritazione. Aveva appena fatto un sogno sconfortante, un sogno che si era già ripetuto molte volte nell’anno passato. Correva scalza in una bellissima foresta con il suo gemello Conner. “Facciamo una gara fino al cottage!” diceva lui con un enorme sorriso. Somigliava molto alla sorella ma era più alto di lei, perché nell’ultimo periodo era cresciuto parecchio. Nel sogno, Alex disse ridendo “D’accordo!”, e la gara iniziò. Si inseguirono spensierati attraverso gli alberi e sui prati verdi. Non c’erano troll o lupi o regine cattive di cui preoccuparsi perché dovunque fossero erano al sicuro.
Infine scorsero un piccolo cottage. Lo raggiunsero, mettendo tutta la loro energia nello sprint finale. “Ho vinto!” dichiarò Alex quando le sue mani toccarono la porta d’ingresso un millesimo di secondo prima del fratello. “Non è giusto!” disse Conner. “I miei piedi sono più piatti dei tuoi!”
Alex ridacchiò e fece per aprire la porta, ma era chiusa a chiave. Bussò, ma nessuno rispose. “È strano” disse. “La nonna sapeva che saremmo venuti a trovarla. Chissà come mai ha chiuso la porta.”
I gemelli sbirciarono dalla finestra. La nonna era seduta su una sedia a dondolo vicino al caminetto. Sembrava triste, e si dondolava lentamente avanti e indietro. “Nonna, siamo qui!” disse Alex, e batté allegramente sulla finestra. “Apri la porta!”
La nonna non si mosse.
“Nonna” disse Alex, battendo più forte sulla finestra. “Nonna, siamo noi! Siamo venuti a trovarti!”
La nonna alzò appena la testa e li guardò attraverso la finestra, ma rimase seduta.
“Facci entrare!” disse Alex, battendo più forte sul vetro. Conner scosse il capo: “Non serve a niente, Alex. Non possiamo entrare.”
Si voltò e tornò da dove erano venuti. “Conner, non andartene!” disse Alex.
“Perché disturbarla?” chiese lui guardandola. “È chiaro che non vuole farci entrare.”
Alex riprese a battere sulla finestra quanto più forte poteva senza romperla. “Nonna, ti prego, facci entrare! Vogliamo entrare! Per favore, fammi venire dentro!” Le lacrime iniziarono a rigarle il viso. “Voglio entrare! Voglio entrare!”
L’espressione indifferente della nonna si trasformò in un cipiglio, e la donna scosse il capo. Alex si rese conto che non sarebbe entrata in casa, e ogni volta che nel sogno arrivava a questo punto si svegliava.
Poteva anche non essere un sogno piacevole, ma era stato bello tornare nella foresta e vedere di nuovo il viso di sua nonna… quello che il sogno rappresentava le era parso ovvio fin dalla prima volta. Ma questa volta quando si svegliò Alex provò qualcosa di diverso, aveva la sensazione che qualcuno l’avesse osservata mentre dormiva.
Sulle prime non ci fece molto caso, ma poi si convinse di aver visto la nonna seduta davanti a lei sul treno, non appena aveva aperto gli occhi. Era vero o era solo la sua immaginazione che si prendeva gioco di lei? Alex non poteva escludere la possibilità che fosse vero. Sua nonna era capace di molte cose…
Era passato più di un anno da quando Alex e Conner Bailey avevano scoperto il segreto più grande della loro famiglia. Quando avevano ricevuto il vecchio libro di storie dalla nonna, non si sarebbero mai aspettati che li avrebbe magicamente trasportati nel mondo delle fiabe, e nemmeno nei loro sogni più strani avrebbero immaginato che il papà e la nonna venissero da quel luogo incantato.
Viaggiare da regno a regno e diventare amici dei personaggi di cui avevano letto le storie crescendo era stata l’avventura della loro vita. Ma la sorpresa più grande era stata scoprire che la loro nonna era la Fata Madrina di Cenerentola.
La nonna alla fine li aveva ritrovati e li aveva riportati a casa, dalla mamma che era in pensiero. «Ho dovuto dire a scuola che avevate la varicella» disse Charlotte, la mamma dei gemelli, al loro ritorno. «Ho dovuto inventarmi una buona scusa per le due settimane di assenza: suppongo che parlare di “viaggio in un’altra dimensione” avrebbe insospettito qualcuno.»
«La varicella?» disse Conner. «Mamma, non potevi inventarti qualcosa di più forte? Tipo il morso di un serpente o un’intossicazione?»
«Tu sapevi dove siamo stati tutto questo tempo?» chiese Alex.
«Non è stato difficile scoprirlo» disse Charlotte. «Quando sono tornata a casa dal lavoro sono andata in camera tua e ho trovato il libro della Terra delle Storie per terra. Brillava ancora.»
Guardò l’enorme libro color smeraldo che la nonna aveva in mano.
«Ti sei preoccupata?» chiese Conner.
«Certo» disse Charlotte. «Non per la vostra salvezza, ma per la vostra salute mentale sì. Temevo che l’esperienza vi avrebbe sopraffatti e spaventati. Così ho chiamato immediatamente vostra nonna. Per fortuna era ancora in questo mondo, in viaggio con amici. Ma dopo due settimane senza avere vostre notizie… be’, diciamo solo che spero davvero tanto di non rivivere una simile esperienza.»
«Quindi sapevi proprio tutto?» chiese Alex.
«Sì» disse Charlotte. «Vostro padre ve l’avrebbe detto un giorno, solo che non ne ha avuto l’occasione.»
«Come l’hai scoperto?» chiese Conner. «Quando il papà te l’ha detto, gli hai creduto subito?»
Charlotte sorrise al ricordo. «Dal primo momento in cui ho visto vostro padre, ho capito che c’era qualcosa di diverso in lui» disse. «Avevo appena iniziato a lavorare come infermiera all’ospedale dei bambini quando vidi vostra nonna e le sue amiche che leggevano le storie ai pazienti. Ma fui colpita subito dal bellissimo uomo che le accompagnava. Era così diverso; si guardava intorno e si stupiva di tutto. Sembrava che stesse per svenire, quando ha visto la televisione.»
«Era il primo viaggio di John in questo mondo» disse la nonna con un sorriso.
«Mi chiese di fargli fare il giro dell’ospedale e io lo accontentai» continuò Charlotte. «Era così affascinato e desideroso di scoprire tutto: gli interventi che facevamo, le medicine che usavamo, i pazienti di cui ci prendevamo cura. Mi chiese se avremmo potuto incontrarci alla fine del mio turno per parlare ancora un po’. Alla fine ci frequentammo per due mesi e ci innamorammo. Ma poi, all’improvviso, lui scomparve e non lo vidi più per tre lunghi anni.»
I gemelli guardarono la nonna: sapevano già una parte della storia.
«Lo riportai con me nel mondo delle fiabe e gli impedii di tornare» disse la nonna, un po’ turbata dal ricordo. «Come sapete, avevo le mie ragioni, ma sono stata davvero molto dura.»
«E poi lui scoprì l’Incantesimo del Desiderio e iniziò a raccogliere gli oggetti come abbiamo fatto noi, per poter tornare da te» disse Alex, eccitata.
«In realtà non gli ci volle poi molto; fu più che altro una sensazione, quella del lungo periodo trascorso, perché noi non eravamo ancora nati e c’era ancora una differenza di tempo da un mondo all’altro» aggiunse Conner.
Sia Charlotte che la nonna annuirono.
«Alla fine lo rividi in ospedale» disse Charlotte. «Era così debole e sporco che sembrava fosse tornato dalla guerra. Mi guardò e disse: “Non hai idea di cosa ho passato per tornare da te”. Ci sposammo un mese dopo e voi nasceste l’anno successivo. Quindi, per rispondere alla tua domanda: no, non è stato difficile accettare il fatto che vostro padre venisse da un altro mondo, perché in qualche modo lo sapevo fin dall’inizio.»
Alex estrasse dalla sua borsa il diario che il papà aveva scritto mentre raccoglieva gli oggetti dell’Incantesimo del Desiderio, lo stesso diario che avevano usato a loro volta i gemelli per trovare gli oggetti.
«Ecco, mamma» disse Alex. «Ora puoi sapere di preciso quanto ti amava il papà.»
Charlotte guardò il diario, quasi spaventata. Lo aprì e i suoi occhi si inumidirono mentre leggeva la calligrafia del suo amato marito.
«Grazie, tesoro» disse.
«Per tua informazione, mamma» disse Conner, «io e Alex abbiamo fatto le stesse cose. Siamo stati piuttosto bravi, alla fine. Tienilo in mente, nel caso in futuro ci volessi dare la paghetta.»
Charlotte fece un cipiglio cupo per scherzo a suo figlio; sapevano che non si poteva permettere di dar loro dei soldi. Da quando il papà non c’era più, aveva fatto una grande fatica per provvedere alla famiglia e pagare i debiti del suo funerale. Ma ciò fece riflettere Alex: nonostante tutti i contatti che la sua famiglia aveva con il mondo delle fiabe, perché la loro vita era stata così difficile nell’ultimo anno?
«Mamma» disse Alex, «perché abbiamo fatto tutta questa fatica quando alla nonna sarebbe bastato un colpo di bacchetta per darci una mano?»
Conner guardò la mamma, pensando alla stessa cosa. La nonna tacque; non toccava a lei parlare.
«Perché vostro padre non ha voluto» disse Charlotte. «Vostro padre amava questo mondo alla follia; è qui che ci siamo conosciuti, è qui che siete nati voi due, ed è qui che voleva crescervi. Veniva da un mondo di re e regine e di magia, un mondo di diritti e lusso immeritati che pensava rovinasse il carattere delle persone. Voleva che voi due cresceste in un posto dove si può ottenere tutto ciò che si vuole solo lavorando tanto da meritarlo, e anche se a volte una piccola magia ci avrebbe tolto un grosso peso, ho cercato di rispettarlo.»
Alex e Conner si guardarono; forse il loro papà aveva ragione. Avrebbero potuto affrontare tutto quello che era successo nelle settimane passate se non fossero stati cresciuti in quel modo? Sarebbero riusciti a raccogliere tutti gli oggetti dell’Incantesimo del Desiderio o a tener testa alla Regina Malvagia se non avessero imparato a credere in se stessi?
«Quindi ora cosa succede?» chiese Conner.
«Cosa vuoi dire, Conner?» intervenne la nonna.
«Be’, chiaramente la nostra vita sarà tutta diversa ora, no?» disse, con una scintilla negli occhi. «Insomma, dopo due settimane di incontri con troll, lupi, goblin, streghe e regine malvagie da cui siamo scampati per un soffio, non possiamo più tornare a scuola. Siamo troppo sconvolti psicologicamente, vero, Alex?»
La mamma e la nonna si guardarono e scoppiarono a ridere.
«Immagino voglia dire che ci dobbiamo andare ancora» disse Conner. La scintilla nei suoi occhi scomparve.
«Be’, ci hai provato» disse Charlotte. «Ogni famiglia ha i suoi problemi, ma non per questo puoi smettere di andare a scuola.»
«Grazie al cielo» disse Alex con un sorriso. «Per un attimo ho temuto che gli avreste dato retta.»
La nonna guardò l’orologio. «È quasi l’alba» disse...
Indice dei contenuti
Cover
Frontespizio
Copyright
Prologo L’ascesa e il ritorno
Capitolo 1 Un treno di pensieri
Capitolo 2 Cominciò tutto con un cane
Capitolo 3 Pranzo in biblioteca
Capitolo 4 L’ufficio del preside
Capitolo 5 La proposta di matrimonio
Capitolo 6 Sistemare gli gnomi
Capitolo 7 L’ochetta matta
Capitolo 8 Il cottage
Capitolo 9 La riunione nella foresta
Capitolo 10 Il debito di Tremotino
Capitolo 11 La regina e il ranocchio
Capitolo 12 Un pomeriggio non così azzurro
Capitolo 13 Barattoli di anime
Capitolo 14 La Bacchetta delle Meraviglie
Capitolo 15 Alla ricerca dei fagioli
Capitolo 16 La Nonnina spicca il volo
Capitolo 17 La Regina dei Ghiacci
Capitolo 18 La Perfida Matrigna
Capitolo 19 Il castello nel cielo
Capitolo 20 Il riflesso
Capitolo 21 La Strega dei Mari
Capitolo 22 Trollbella, Regina dei Troblin
Capitolo 23 L’ottavo nano
Capitolo 24 La Dama dell’Est
Capitolo 25 Roccia, radici e rabbia
Capitolo 26 Il Bene più prezioso dell’Incantatrice