1 QUANTE CHANCE CI SONO
DI TROVARE L’AMORE?
Sotto molti aspetti siamo tutti uguali. A parte qualche eccezione, pochi di noi direbbero di no alla possibilità di vivere il vero amore romantico; in un modo o nell’altro, siamo uniti nella ricerca personale di una felicità duratura. Imparare ad attrarre il partner dei vostri sogni e a non farvelo scappare sono elementi importanti di questa missione, sui quali torneremo in seguito; per prima cosa, però, dovete trovare una persona speciale a cui indirizzare il vostro affetto, altrimenti tutti questi discorsi non significano nulla.
A volte, per chi è single da un po’ di tempo, incontrare qualcuno di speciale può sembrare una sfida insormontabile. Qualche anno trascorso a uscire con una serie di noiosi Bernard o di psicopatiche Suzy può lasciare il segno: correte il rischio di ritrovarvi frustrati e delusi, e di iniziare a credere che le probabilità giochino contro di voi. E magari qualcuno verrà anche a dirvi che la vostra impressione non è del tutto infondata: in effetti, nel 2010 il matematico Peter Backus – all’epoca single di vecchia data – ha persino calcolato che il numero delle civiltà aliene nella nostra galassia superava quello delle sue possibili partner.
Tuttavia, la situazione non è così disperata. In fin dei conti, sulla Terra ci sono sette miliardi di persone; e anche se non tutte corrisponderanno ai vostri gusti, in questo capitolo vedremo come potete usare il metodo di Backus per calcolare le vostre probabilità di procurarvi un partner (e, nello specifico, spiegheremo perché un atteggiamento di maggiore apertura vi darà più chance di trovare l’amore sul vostro pianeta).
Nel suo articolo, intitolato Why I Don’t Have a Girlfriend (Perché non ho una ragazza), Backus riprende una formula usata dagli scienziati per rispondere alla domanda sul perché la Terra non è stata ancora visitata dagli alieni, e la adatta per calcolare quante donne soddisferebbero i suoi criteri di scelta di una fidanzata.
L’equazione usata da Backus prende il nome dal suo ideatore, Francis Drake, e mira a fornire una stima del numero di forme di vita extraterrestri intelligenti presenti nella nostra galassia. Il metodo è semplice: Drake scompone il problema in diversi elementi più piccoli, interrogandosi sulla frequenza media della formazione delle stelle nella nostra galassia, sulla frazione di stelle che hanno dei pianeti, sulla frazione di pianeti che sono in grado di sostenere la vita e sulla frazione di civiltà che potrebbero sviluppare una tecnologia in grado di produrre segni individuabili della loro esistenza nello spazio.
Drake ha sfruttato un trucco ben noto agli scienziati: scomporre il problema generale in un numero di problemi minori rispetto ai quali sia possibile avanzare delle ipotesi informate, con un margine di errore ridotto. Il risultato è una stima che probabilmente si avvicina molto alla verità , in quanto gli errori in ciascuno dei calcoli parziali tendono a bilanciarsi a vicenda.1 A seconda dei valori che vengono scelti in ognuno dei passi (e ci sono delle divergenze riguardo agli ultimi), oggi gli scienziati ritengono che nella nostra galassia vi siano circa diecimila civiltà extraterrestri intelligenti. Non è fantascienza: gli scienziati sono davvero convinti che ci sia vita là fuori.
Certo, così come non siamo in grado di calcolare con precisione il numero delle forme di vita aliene, allo stesso modo non possiamo stabilire con esattezza quanti siano i vostri potenziali partner; tuttavia, la possibilità di avanzare una stima sulle quantità che non riusciamo a verificare direttamente è di grande importanza per ogni scienziato. E questa tecnica (nota come «problema di Fermi», o «stima di Fermi») si può applicare a qualunque cosa, dalla meccanica quantistica alle domande rompicapo usate dalle aziende come Google per la selezione del personale.
Peter Backus l’ha adattata alla sua personale indagine su quante sono le donne terrestri intelligenti e di buon livello sociale con cui potrebbe uscire. L’idea è la stessa: scomporre il problema in elementi sempre più piccoli, fino a quando non si trovano delle domande a cui possiamo rispondere avanzando delle ipotesi informate. Ecco i criteri di Backus:
1.  Quante sono le donne che vivono dalle mie parti? (A Londra –> 4 milioni di donne)
2.  Quante appartengono alla fascia d’età adeguata? (20% –> 800.000 donne)
3.  Quante sono single? (50% –> 400.000 donne)
4.  Quante hanno una laurea? (26% –> 104.000 donne)
5.  Quante è probabile che siano attraenti? (5% –> 5200 donne)
6.  Quante a loro volta mi potrebbero trovare attraente? (5% –> 260 donne)
7.  Con quante è probabile che mi troverei bene? (10% –> 26 donne)
In tutto il mondo, quindi, ci sono solo ventisei donne che Backus considera come potenziali partner; per mettere le cose in prospettiva, le civiltà intelligenti extraterrestri sono circa quattrocento volte più numerose.
Personalmente, penso che Backus sia un po’ troppo esigente nei suoi requisiti. Di fatto, sta dicendo che si trova bene solo con una donna su dieci fra quelle con cui esce, e che solo una su venti è abbastanza attraente da indurlo a uscire con lei; ciò significa che dovrà incontrare fino a duecento donne prima di individuarne una che soddisfi questi due soli criteri (e questo senza ancora considerare se la donna in questione lo ritiene a sua volta attraente).
Credo che si possano allargare un po’ le nostre vedute. Magari i numeri potrebbero essere più vicini ai seguenti:
1.  Quante persone del genere giusto per me vivono dalle mie parti? (A Londra –> 4 milioni di donne)
2.  Quante appartengono alla fascia d’età adeguata? (20% –> 800.000 donne)
3.  Quante sono single? (50% –> 400.000 donne)
4.  Quante hanno una laurea? (26% –> 104.000 donne)
5.  Quante è probabile che siano attraenti? (20% –> 20.800 donne)
6.  Quante a loro volta mi potrebbero trovare attraente? (20% –> 4160 donne)
7.  Con quante è probabile che mi troverei bene? (20% –> 832 donne)
In questo modo, abbiamo quindi circa un migliaio di potenziali partner in una città . Nel mio libro, le probabilità sembrano molto migliori.2
Ma non finisce qui. Se Backus ammorbidisse soltanto un po’ i suoi criteri, potrebbe lavorare con un bacino molto più ampio di potenziali partner: di fatto, gli basterebbe essere meno restrittivo riguardo alla laurea per quadruplicare subito le sue chance. E la situazione migliorerebbe nettamente se fosse disposto ad allargare la ricerca fuori dei confini di Londra.
Stranamente, però, questo atteggiamento di apertura verso tutti i potenziali partner sembra essere opposto a quello che assumiamo quando siamo single. Di recente, ho sentito di un signore che aveva le idee un po’ troppo chiare su ciò che cercava in una compagna. Aveva creato un profilo sul sito di incontri OkCupid, che offre all’utente la possibilità di definire certi suoi «tabù» (ossia caratteristiche che non è disposto a tollerare in nessun caso): il suo elenco ne comprendeva un centinaio, ed era talmente esagerato che è diventato l’oggetto di un famoso articolo sul sito BuzzFeed. Sotto la voce «Non scrivermi se…» c’erano le seguenti perle:
1.  Uccidi i ragni senza ragione.
2.  Hai dei tatuaggi che non puoi vedere senza utilizzare uno specchio.
3.  Parli di Facebook quando sei nel mondo reale.
4.  Ti consideri una persona felice.
5.  Pensi che la pace nel mondo sia un obiettivo da raggiungere.
A prescindere da quanto possa essere ragionevole limitare la propria ricerca a una persona che si oppone alla pace, che ami i ragni ma non i tatuaggi, il problema di fondo è che quanti più tabù si impongono, tanto più diminuiscono le probabilità di trovare l’amore: inserendo una di queste infinite liste nell’equazione di Backus – o anche nella mia versione – il numero di potenziali partner arriverà infatti a un valore prossimo allo zero.
Certo, in amore tutti abbiamo dei tabù e cerchiamo delle qualità che riteniamo indispensabili, ma un elenco di questa portata fa emergere una domanda interessante: in che misura queste precondizioni danneggiano le nostre effettive probabilità di trovare l’amore?
Il fatto è che quando i single sono alla ricerca di un partner, tendono spesso a porre tutta una serie di vincoli, positivi o negativi, che portano a ridurre drasticamente le loro chance di successo. Una mia cara amica ha messo fine a un promettente corteggiamento solo perché il pretendente in questione si è presentato a un appuntamento indossando un paio di scarpe nere con i jeans; e un mio amico sostiene con convinzione di non poter uscire con una donna che usa i punti esclamativi! (Questo è per lui.) E quanti non sono neppure disposti a prendere in considerazione qualcuno a meno che non sia abbastanza brillante, o abbastanza bello, o abbastanza ricco?
Non è detto che quello che va bene sulla carta vada bene anche nella realtà , a lungo termine. Se restringete la ricerca alle persone che rispecchiano tutti i requisiti della vostra lista, non fate altro che imbarcarvi in una sfida impossibile. Scegliete invece un paio di elementi davvero importanti e poi lasciate le porte aperte, dando alla gente una possibilità . Potreste rimanere piacevolmente sorpresi.
Siamo onesti: forse tutti conosciamo qualcuno che si è messo con una persona con cui non si sarebbe mai immaginato di finire, nemmeno se fosse stata l’ultima forma di vita sul pianeta. In fin dei conti, per citare le parole di zia Mame: «La vita è un banchetto, e solo gli idioti muoiono di fame!».
Se non ne siete convinti, provate a chiedere a Peter Backus. Alla fine, ha vinto contro le sue stesse probabilità : si è sposato nel 2013.
2 QUANTO È IMPORTANTE
LA BELLEZZA?
Se la storia di Peter Backus vi ha convinti a essere più flessibili nei vostri criteri di selezione, il passo successivo consiste nel capire come attrarre l’oggetto del vostro desiderio.
La scelta di un partner è una delle decisioni più importanti che prenderete nella vita: gran parte della vostra felicità futura dipenderà dalla persona con cui sceglierete di condividerla. E di sicuro ci sono diverse qualità che tutti vorremmo trovare in un partner: la disponibilità al compromesso, la capacità di provvedere a noi e alla famiglia, l’affetto, l’indulgenza e l’incoraggiamento. Ma se i tratti davvero preziosi sono questi, vi siete mai chiesti perché siamo così ossessionati dall’avvenenza fisica?
Due labbra carnose e dei grossi bicipiti potranno anche essere belli da vedere ora, ma non saranno di grande aiuto un domani, alle quattro di mattina, quando ci sarà da cambiare il pannolino di vostro figlio (o fra sessant’anni, quando ci sarà da cambiare il vostro). Eppure, fin dall’alba della civiltà siamo assillati dalla bellezza. È possibile che uomini e donne appartenenti a ogni società si siano sempre ingannati nel pensare che qualcosa di frivolo e transitorio come l’avvenenza sia quello che conta sopra ogni cosa? O forse, visto quanto il tema della bellezza è stato fondamentale nella storia, non ci sarà in gioco qualcosa di più?
Nel corso dei secoli, scienziati, matematici e psicologi si sono impegnati a lungo per definire l’essenza della bellezza. Anche se molte di queste idee si basano più sulla scienza che sulla matematica, vale comunque la pena di capire con cosa abbiamo a che fare nella lotta per conquistare l’oggetto del nostro desiderio, e il motivo per cui l’avvenenza non è un aspetto poi così superficiale. Attenzione, non vi sto consigliando di correre a comprarvi una faccia nuova: nel corso del capitolo, infatti, vedremo anche come è possibile sfruttare le regole della percezione umana per apparire più attraenti senza dover ricorrere al bisturi.
UNA REGOLA DI BELLEZZA UNIVERSALE
Le discussioni sul fatto che qualcuno sia più o meno bello sono interessanti soltanto perché fra le persone c’è sempre una divergenza d’opinioni su questo tema. Ciononostante, c’è un gruppetto di fortunati – concentrati soprattutto dalle parti di Hollywood – i cui volti sono talmente belli da mettere d’accordo praticamente chiunque. Deve quindi esistere una sorta di criterio di base su cui concordiamo tutti; e se ognuno di noi, almeno nel suo subconscio, comprende e condivide queste regole universali, dovrebbe essere facile definire ciò che conferisce a questi volti la loro straordinaria bellezza.
Alcuni ritengono che possediamo già la risposta definitiva riguardo all’essenza della bellezza, una...