Il maestro nuovo
eBook - ePub

Il maestro nuovo

  1. 285 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il maestro nuovo

Informazioni su questo libro

È l'inizio della quinta elementare per sette bambini della scuola di Snow Hill. C'è Jessica, la nuova arrivata, che fatica ad ambientarsi e si rifugia nei libri; Alexia, la bulla, che ti è amica un momento e nemica quello dopo; Peter, il mattacchione della classe; Luke, l'asso della matematica; Danielle, che non sa farsi valere; la timida Anna; e Jeffrey, che odia la scuola. Mr. Terupt, il loro nuovo maestro, è l'insegnante che tutti vorrebbero avere. Brillante e sensibile, sa trasformare la scuola in un posto entusiasmante… Finché un giorno ammantato di neve succede qualcosa che cambierà tutto.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2014
Print ISBN
9788817075053
eBook ISBN
9788858670279
Il maestro nuovo
Per i bambini delle classi terza e quarta
della Bethany Community School,
che mi hanno ispirato a scrivere:
sono i loro misteri e la spontaneità di tutti i giorni
che mi hanno dato una storia da raccontare.

PREFAZIONE

Non ero certo un bambino quando ho letto per la prima volta e ammirato questo romanzo d’esordio che mi ha appassionato all’istante: prima era intitolato (in modo più serio) Voci dalla classe, e poi è diventato (in modo più bizzarro) L’uomo delle parole da un dollaro; all’epoca stavo finendo di scrivere il mio dodicesimo romanzo. Avevo già passato i sessantacinque anni quando ho visto l’ottimo libro di Rob Buyea crescere e diventare Il maestro nuovo, titolo ben più adatto a una storia che parla di un maestro di quelli che ti cambiano la vita, quello che tutti vorremmo aver avuto (e alcuni di noi hanno avuto).
Quanto ai bambini che ci parlano di Mr. Terupt, non sono meno autentici del loro magico maestro; vi ricorderanno i vostri amici e nemici. Anche l’incidente verso il quale questo romanzo precipita in modo inevitabile non è un incidente; è preparato in modo magistrale e abilmente dissimulato come tutto il resto di questa storia coinvolgente.
John Irving
parte primasettembre

Peter

Avere dei maestri è una maledizione, ma siccome non possiamo farci niente, speriamo solo di averne uno nuovo di zecca invece di ritrovarci con un perfido vecchio puzzone. I maestri nuovi non conoscono le regole, perciò con loro puoi passarla liscia quando un maestro vecchio ti farebbe a pezzi. Questa era la mia teoria. Quindi ero piuttosto eccitato al pensiero di cominciare la quinta, visto che mi toccava una mezza calzetta di uno, un tipo che di nome faceva Mr. Terupt. E l’ho messo subito alla prova.
Se il bagno è libero, basta chiedere il permesso e andare. Quest’anno i bagni sono dall’altra parte del corridoio. È sempre stato un modo facile per evitare di stare in classe a stufarsi. E io sono abbastanza bravo. Alzo la mano praticamente sempre e i maestri nemmeno se ne accorgono. E come ho già detto, Mr. Terupt era una mezza calzetta, quindi lo sapevo che non mi avrebbe beccato.
Una volta che sei in bagno, fai casino. Tutti gli altri maestri del nostro piano sono donne, quindi non devi preoccuparti che entrino. Ti attacchi alle sbarre dei box e ti dondoli. Cerchi di toccare il soffitto coi piedi. Ti dondoli veloce. Se dentro c’è qualcuno, ti dondoli e gli apri la porta con un calcio, ed è forte, soprattutto se è uno dei piccoli. Se gli fai prendere uno spavento magari si piscia addosso un pochino. Fa ridere. Se il tuo amico sta pisciando nel pisciatoio, gli dai una bella spinta e poi tiri l’acqua. Così si bagna tutto. Fa ridere anche così. Certi bambini si divertono a tappare i water con la carta igienica, però questo non lo consiglio. Si rischia di finire nei guai, guai seri. Mio fratello grande mi ha detto che un suo amico l’hanno beccato e ha dovuto pulire i water con uno spazzolino da denti. Ha detto che dopo la direttrice l’ha costretto a lavarsi i denti con quello spazzolino lì. Mrs. Williams è una dura, però non credo che darebbe una punizione del genere. E comunque preferisco non scoprirlo.
Quando sono tornato in classe dopo il quarto giretto della giornata, o forse anche il quinto, Mr. Terupt mi ha guardato e ha detto: «Santo cielo, Peter, dovrò chiamarti Pete Piscione se continui così. Pisci più di un cane lungo una fila di pali della luce.»
Hanno riso tutti. Mi sbagliavo. Se n’era accorto. Mi sono seduto. Poi Mr. Terupt mi è venuto a dire nell’orecchio: «Mio nonno mi diceva di farci un nodo quando mi scappava.»
Non sapevo cosa fare. Quando ha detto quella cosa ho fatto due occhi grandi così. Non ci potevo credere. Ma non importava. Mr. Terupt è tornato alla lavagna e al problema che stava spiegando. Sono rimasto lì seduto con i miei occhi giganti. E un sorriso, anche.
«Cosa ti ha detto?» mi ha chiesto Marty. Il suo banco era attaccato al mio, a destra.
«Niente» ho risposto.
Ben e Wendy si sono sporti per sentire. Erano di fronte a noi. I nostri quattro banchi formavano il tavolo numero tre. Mr. Terupt a volte ci chiamava per tavoli.
«Niente» ho ripetuto. Era il mio segreto.
Era forte, Mr. Terupt? E quanto era forte? Quello che mi aveva detto era meglio dell’urlata che mi sarei aspettato da un vecchio puzzone. Certi bambini della mia classe si sarebbero messi a piangere, ma io no. E secondo me Mr. Terupt lo sapeva che non avrei pianto. Era il suo modo di dirmi che sapeva cosa stavo combinando senza piantare un casino. Mi piaceva questa cosa di Mr. Terupt, che sapeva essere divertente. E io sono un tipo divertente. Per la prima volta nella vita mi sono ritrovato a pensare che la scuola poteva anche essere divertente.

Jessica

Atto 1, Scena 1
Primo giorno di scuola. Nervosa. Un po’. Mani sudaticce e bocca asciutta. Non c’era da stupirsi: dopotutto ero appena arrivata in un posto nuovo. Io e la mamma ci eravamo spostate dall’Oceano Pacifico a quello Atlantico, qui nel Connecticut. Era il mio primissimo giorno alla scuola di Snow Hill. La mamma è venuta a darmi una mano ad ambientarmi.
Abbiamo varcato la porta a vetri e il bell’ingresso e ci siamo fermati in segreteria a chiedere indicazioni. Una donna coi capelli rossi che riusciva a fare mille cose in una volta sola ci ha salutate con un sorriso e un cenno. Intanto teneva il telefono incastrato tra l’orecchio e la spalla e prendeva appunti parlando con la signora dai capelli castani che era in piedi lì vicino. Abbiamo aspettato. Avevo le dita piantate nella copertina rigida del libro.
«Buongiorno. Sono Mrs. Williams, la direttrice.» Era la signora coi capelli marrone. Seria, tutta sigillata nel suo tailleur. «Benvenute alla scuola di Snow Hill. Posso aiutarvi?»
«Stiamo cercando l’aula di Mr. Terupt» ha detto la mamma. «Io sono Julie Writeman e questa è mia figlia Jessica. Siamo appena arrivate in città.»
«Ah. Sì. È un piacere conoscervi. Venite, vi faccio strada.»
Mrs. Williams ci ha accompagnate fuori dall’ufficio. Ho guardato ancora una volta la segretaria. Sarebbe un bel personaggio per una delle commedie del papà, ho pensato. Il mio papà fa il regista in California, il posto dove avrei voluto essere in quel momento.
«Come va, Jessica?» mi ha chiesto Mrs. Williams.
«Bene» ho risposto, anche se non era vero.
Abbiamo seguito Mrs. William attraverso l’ingresso e su per le scale in cerca della mia nuova classe di quinta. I corridoi sapevano di chiuso ma anche di pulito, come se fossero appena stati disinfettati. Chissà se i bidelli l’avevano fatto apposta, per dimostrare com’era pulita la loro scuola. Ho seguito la mamma lungo la moquette punteggiata di azzurro e le file di armadietti rossi, dove alcuni bambini stavano già ficcando il materiale nuovo. Sentivo i loro sguardi studiare la bambina nuova. Dopo le occhiate, i sussurri. Avevo la faccia in fiamme.
«Ecco qui» ha detto Mrs. Williams. «Questo è il tuo piano. Quassù ci sono quattro classi, tutte quinte, due su ogni lato del corridoio, coi bagni in mezzo.» Mrs. Williams parlava e indicava. «Quella è la tua classe.» Ha indicato di nuovo. «Aula due-zero-due. Buon primo giorno di scuola.»
«Grazie» ha detto la mamma. Io mi sono limitata a fare un cenno.
Atto 1, Scena 2
Siamo entrate. Il maestro ha alzato lo sguardo e ci ha sorriso. Avevo le farfalle nella pancia, come sulle giostre.
«Buongiorno. Sono Mr. Terupt» ha detto il maestro mentre io e la mamma entravamo. Si è alzato e ci è venuto incontro.
«Buongiorno» ha detto la mamma. «Io sono Julie Writeman, e questa è Jessica. È un po’ preoccupata perché è nuova.»
Avevo la lingua così gonfia che non riuscivo a parlare. Mi sono limitata a restituire il sorriso a Mr. Terupt. Era un sorriso amichevole.
«Be’, è il primo giorno anche per me. Quindi cercheremo di cavarcela insieme» ha detto.
Ho sorriso ancora di più.
«Il tuo posto è al tavolo due. Sei con Natalie, Tommy e Ryan. Vedrai, vicino alla finestra c’è una bella luce per leggere. Hai un gran bel libro lì, Jessica.»
Ho guardato il mio libro, Nelle pieghe del tempo. Ho passato la mano sulla copertina.
«Mi piace quando c’è il lieto fine» ho detto.
«Anche a me» ha detto Mr. Terupt. «Farò del mio meglio per regalarti un lieto fine quest’anno.»
Ho sorriso ancora. Non potevo crederci. Anche il mio maestro era nuovo. E gli piaceva il mio libro. Non so perché, ma le farfalle mi sono sparite dalla pancia e la lingua mi è tornata normale. Sarebbe andato tutto bene.

LUKE

Mi piace la scuola. Sono bravo. Sono sempre io che prendo il voto più alto. Così quando Mr. Terupt ha annunciato il primo compito di matematica ero contento.
Le Parole Da Un Dollaro era una cosa da matti. Non era uno dei soliti problemi. Niente del genere! Dovevamo partire dal fatto che la lettera A vale un cent, la B due cent, la C tre cent e così via; la Z valeva ventisei cent. La sfida era trovare parole che dessero un dollaro sommando le lettere che contengono. Non novantanove cent o un dollaro e un cent, ma un dollaro preciso.
Mr. Terupt ci ha dato il tempo di organizzarci. Voleva essere sicuro che avessimo capito bene, e ha detto chissà chi sarà il primo a trovare una parola da un dollaro.
Ho preparato subito lo schema di tutte le lettere e dei valori corrispondenti. Poi ho cominciato a scrivere tutte le parole che mi venivano in mente con dentro le lettere che valgono di più. Pretty = 104. Walnut = 91. Mister = 84. Poi ho pensato: ehi, aspetta un momento, se provo a fare il plurale e ci appiccico la s? Misters = 103. Niente, però c’ero andato vicino. Ho pensato che poteva essere una strategia valida per altre parole.
E così eccomi a sparare parole, cercando di trovare la prima parola da un dollaro dell’anno, e che cosa sento? Peter e Alexia.
È il quarto anno che sono in classe con Peter, e il terzo con Alexia. Peter fa ridere, ma a volte esagera. Se mi sto concentrando e lui si mette a fare lo spiritoso, mi dà fastidio. Però mi sta simpatico. È divertente, e ogni tanto si mette nei guai. Alexia invece è sempre impegnata in qualche guerra tra ragazze. Roba che non capisco. Le piace mettersi vestiti appariscenti, gonne, scarpe alla moda, e ha sempre gli accessori giusti. E dice troppo spesso la parola “tipo”. Anche Alexia è una che si mette nei guai. Lei e Peter sono proprio una bella coppia.
Peter ha dato una gomitata ad Alexia. Poi l’ho sentito mormorarle una parola.
Ho pensato che a un dollaro non ci arrivava nemmeno a morire.
«Cinquantatré» ha detto Alexia. «Non va bene. Proviamo…»
Sono pazzi? ho pensato. Stavano provando con le parolacce. E ridacchiavano tutto il tempo. Lo sapevo che li avrebbe beccati.
«Non va bene nemmeno questa» disse Peter. «Forse…»
Che stupido! Il tempo di pensarlo e ho capito che era una parola che valeva la pena di considerare. Infatti butthead fa 81. Ci ho appiccicato la s. Stavolta di buttheads, ossia di stupidi, ce n’erano due. Stavo per alzare la mano quando Peter mi ha battuto sul tempo.
«Ho trovato una parola!» ha urlato. «Buttocks*
È andato alla lavagna camminando come un divo e l’ha scritta. «Buttocks» ha ripetuto. «B-U-T-T-O-C-S.» E ha cominciato a fare i conti pe...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Il maestro nuovo
  4. Ringraziamenti