
- 180 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
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eBook - ePub
La pagella
Informazioni su questo libro
"APPELLO A TUTTI GLI ALUNNI: SIETE STUFI DI LOTTARE PER I VOTI? ALLO RA UNITEVI ALLA RIVOLTA! PRENDETE ZERO NEL PROSSIMO TEST! FATE VEDERE A TUTTI CHE POSSIAMO RAGIONARE CO N LA NOSTRA TESTA! "
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Informazioni
Print ISBN
9788817075091eBook ISBN
9788858670538Rivolta
L’ufficio della preside aveva un’aria fin troppo familiare. L’unica differenza era che oggi c’erano così tante persone che non ci stavano tutte intorno al tavolo rotondo.
C’era una signora alla scrivania di Mrs. Hackney. Sapevo chi era perché l’avevo vista alla tivù via cavo. Era Mrs. Tersom, la sovrintendente scolastica.
Mrs. Byrne era seduta su una sedia pieghevole di fianco alla scrivania della preside. C’era anche Mrs. Drummond, il consulente didattico, e di fianco a lei c’era Mrs. Anderson, la segretaria della scuola. Aveva un blocco per gli appunti sulle ginocchia, pronta a scrivere chi diceva cosa.
Mrs. Hackney era seduta al tavolo, al suo solito posto. Il Dr. Trindler era alla sua destra, e poi c’erano Mrs. Noyes e Mrs. Zhang.
La mamma inarcò le sopracciglia quando vide che c’erano anche Stephen, sua madre e suo padre. Io non ero affatto sorpresa: mi sarei meravigliata di non vederli. Ma poi arrivarono anche Merton Lake e i suoi genitori e non riuscii a capire perché erano venuti anche loro.
Mentre mi sedevo, colsi un’occhiata di Stephen e notai l’ombra di un sorriso. Guardai dall’altra parte. Ci sono delle volte in cui non c’è niente di più pericoloso di un sorriso. Questa era una di quelle volte.
Dieci secondi dopo che io e la mamma ci eravamo sedute, il papà arrivò di corsa, fece un rapido cenno di saluto a tutti e si mise vicino a me.
Poi Mrs. Hackney disse: «È stata una mattina piuttosto impegnativa qui alla Philbrook Elementary School. Mrs. Noyes, la prego, ci racconti cosa è successo durante la sua lezione di educazione civica.»
Mrs. Noyes fece un cenno a Mrs. Hackney e disse: «Avevo preparato un questionario di dodici domande su un capitolo del libro da leggere nel weekend. Abbiamo parlato del capitolo e poi ho distribuito il test: era solo una pagina. Alla fine, ho chiesto agli alunni di scambiarsi i fogli e di tirare fuori le matite rosse, e abbiamo cominciato a discutere le domande. Ho sentito parecchie risate mentre correggevamo il test così ho cominciato a girare tra i banchi. E ho visto che quasi tutti gli alunni avevano scritto una risposta senza senso per ogni domanda.»
Mrs. Hackney disse: «Una risposta senza senso?»
«Sì» disse Mrs. Noyes. «Per esempio, alla domanda: “Chi era il presidente degli Stati Uniti all’inizio della Grande Depressione?”, gli alunni hanno risposto: “Paperino” o “Elvis” o “mio zio Lenny”. Molto stupido. E sbagliato.»
Mrs. Hackney disse: «E che voto ha preso la maggior parte degli alunni?»
Mrs. Noyes mi scoccò un’occhiata prima di rispondere: «Zero. Hanno preso tutti zero, tranne due. Alla quarta ora, quando anche l’altra metà del Gruppo Blu aveva lezione di educazione civica, ho avvisato la classe che non avrei tollerato nessuna spiritosaggine. Ma al momento di dare i voti, è successa la stessa cosa: tutti zero, tranne due alunni che non hanno partecipato a questa… presa in giro.»
Avrei scommesso qualsiasi cosa che uno dei due era Merton Lake. Ma in quel momento non aveva importanza.
Mrs. Hackney disse: «Chi vuole cominciare a dare una spiegazione?»
Io e Stephen esclamammo: «Io» nello stesso momento, ma io continuai. «È tutta colpa mia, Mrs. Hackney. Sono stata io ad avere l’idea che se prendevo zero in qualche test, e poi riuscivamo a convincere anche gli altri ragazzi a prendere zero, avremmo dimostrato che tutti si preoccupano troppo per i voti e per i test, e che questo è un problema. Quindi tutto quello che è successo è solo colpa mia.»
Stephen scosse la testa e disse: «È stata una mia idea, quella di prendere zero. E poi abbiamo lavorato insieme al piano. Ma quella parte è stata una mia idea, ti ricordi?»
In quel momento avrei preferito che Stephen fosse un po’ meno onesto, così si sarebbe reso conto che non stavo cercando di rubargli il merito della sua idea. Stavo solo cercando di evitare che fossimo inseguiti tutti e due fuori della città da una folla inferocita di insegnanti e genitori.
Ma Stephen non era sveglio in quel senso e non aveva un briciolo di meschinità in nessuna parte del suo corpo. E questa è una delle cose che mi piacciono di più di lui.
Così dissi: «Ok, sì. Quella parte è stata un’idea tua, ma ero io che dovevo metterla in pratica. Sono stata io a cominciare tutto prendendo zero venerdì e poi non ci siamo più parlati nel weekend, e nel frattempo tu devi aver telefonato a un sacco di ragazzi, giusto? Ecco perché oggi hanno preso tutti zero. Ma è lo stesso colpa mia. E mi dispiace. E adesso è tutto finito.»
Mrs. Hackney disse: «Vorrei che fosse così semplice, Nora. Ma purtroppo non lo è. Prima di tutto, c’è la questione di questi volantini che Stephen stava distribuendo oggi all’ingresso della scuola.» Passò alcuni fogli a destra e a sinistra. Io fissai la mia copia mentre Mrs. Hackney leggeva a voce alta.
Mrs. Hackney guardò Stephen e poi si guardò intorno. «Una rivolta» disse «non è esattamente quello di cui abbiamo bisogno o vogliamo qui alla Philbrook Elementary School.»
Io ero sbalordita. Non riuscivo a credere che Stephen avesse fatto una cosa così coraggiosa. E aveva firmato con il suo nome! E poi era anche riuscito a convincere tutti i ragazzi del nostro gruppo, tranne due, a farlo davvero! Stephen doveva essere rimasto al telefono tutto il weekend.
Mrs. Hackney continuò: «E poi c’è anche la questione della rissa tra Stephen e Merton.»
Mr. Lake alzò la mano e disse: «Non è esatto. Non è stata una rissa!» Indicò Stephen. «Questo ragazzo ha aggredito mio figlio, e Merton è stato costretto a difendersi. E non dimentichiamo che Merton è uno dei due alunni che non hanno partecipato a questa… cospirazione!»
Non avevo mai visto il padre di Merton prima, ma si capiva che era un avvocato.
Mrs. Curtis gli scoccò uno sguardo truce e disse: «Stephen non ha mai aggredito nessuno in tutta la sua vita!»
Mrs. Hackney disse: «Per favore. Non perdiamo di vista il punto principale. C’è stato un match a spintoni davanti alla scuola, stamattina, ed è sembrato un problema all’insegnante che era fuori a controllare l’arrivo degli alunni. E per fermare i due ragazzi Mrs. Byrne ha dovuto separarli. Non è così?»
Mrs. Byrne annuì: «Non era proprio una rissa, ma poteva diventarlo. Si è trattato senza dubbio di una scaramuccia.»
Io quasi sorrisi. Lasciate fare a Mrs. Byrne per trovare la parola giusta: scaramuccia.
Mrs. Hackney disse: «Molto bene. A questo punto vorrei riassumere la situazione. Abbiamo due alunni che hanno ammesso di aver organizzato e incoraggiato un comportamento ribelle. E abbiamo due ragazzi che stavano quasi per picchiarsi. Ma il nostro problema più serio è che metà degli alunni di quinta hanno deciso che un test era solo una cosa senza importanza. E in classe si sono comportati come se fosse tutto uno scherzo.» Mrs. Hackney si guardò intorno. Poi guardò verso di me. «Nella nostra scuola è stato tollerato un atteggiamento ribelle. Ed è ora di finirla. Subito.»
La signora seduta alla scrivania di Mrs. Hackney si alzò. Tutti si voltarono a guardarla e lei disse: «Sono Julia Tersom, la sovrintendente scolastica. Quando ho parlato con Mrs. Hackney un’ora fa, le ho consigliato di isolare gli alunni del Gruppo Blu dagli altri ragazzi della scuola. Ecco perché sono tutti in biblioteca da quarantacinque minuti. L’infermiera e il custode hanno sostituito temporaneamente i loro insegnanti in modo che potessero partecipare a questa riunione.»
Mrs. Tersom fece una pausa.
Presidenti e sindaci hanno un modo speciale di stare in piedi, inclinare la testa e tenere le mani quando fanno un discorso importante. Come Mrs. Tersom.
Lei fece scorrere lentamente lo sguardo sul suo pubblico e disse: «Circa un anno fa, abbiamo avuto un problema di vandalismo alla scuola media. Armadietti danneggiati; specchi rotti nei bagni; pareti piene di scritte e libri distrutti. E sono spiacente di comunicare che ci sono voluti più di otto mesi per mettere fine a quegli atti di vandalismo una volta per tutte. Perché è stato necessario così tanto tempo? È molto semplice: perché il preside di quella scuola non ha affrontato il problema subito, o con decisione. La nostra situazione oggi non è seria come quegli episodi di vandalismo, ma non è neanche tanto diversa. Se i ragazzi che hanno preso zero nel test tra quaranta minuti vanno a pranzo e cominciano a scherzare e a vantarsi con i compagni di quello che hanno fatto, questo atteggiamento di sfida potrebbe diffondersi in tutta la scuola. Invece non deve succedere. Ecco perché dobbiamo affrontare il problema con decisione… e subito. Ogni alunno alla Philbrook School deve capire che i test e i voti sono una cosa seria. Ogni alunno nella nostra scuola deve sforzarsi di fare sempre del suo meglio e prendere voti eccellenti. Perché è questo che vuol dire educazione qui a Philbrook: eccellenza. E in questo momento quegli alunni in biblioteca non hanno più le idee chiare in proposito. Quindi dobbiamo risolvere il problema entro i prossimi trenta minuti. Mrs. Hackney?»
Mrs. Hackney fece un rapido sorriso e annuì. «Grazie, Mrs. Tersom. Quello che faremo adesso sarà riunirci subito con il Gruppo Blu nel centro multimediale. Ci concentreremo sui fatti e individueremo gli errori che sono stati commessi. E chiariremo una volta per tutte che questo tipo di comportamento non può essere e non sarà più tollerato. E per sottolineare la serietà di questa faccenda, io e Mrs. Tersom abbiamo deciso che Nora Rowley e Stephen Curtis siano sospesi dalla scuola per due settimane, a partire da ora.»
Il mio primo pensiero fu per la mamma e il papà. La mamma trattenne il fiato e poi rimase seduta lì come una statua, con la schiena dritta e rigida, e riuscii a vedere l’inizio di una lacrima brillarle all’angolo di un occhio. La faccia del papà mostrava pura incredulità. Mi dispiaceva per loro.
E poi vidi Stephen, lì seduto, che si sforzava di capire cosa voleva dire “sospeso dalla scuola per due settimane”. La sua faccia era sempre più pallida e sua madre e suo padre guardavano verso di me. Nessuno aveva alcun dubbio in proposito: ero io la responsabile di quel pasticcio. E così sembrava anche a me.
Immaginavo già cosa sarebbe successo alla riunione con gli altri ragazzi. Ci saremmo sorbiti un lungo discorso con Mrs. Hackney che scuoteva il dito. E Mrs. Tersom avrebbe guardato accigliata i nostri amici e minacciato di espellere tutti quanti dalla scuola – come aveva appena fatto con me e Stephen. E naturalmente Merton Lake se ne sarebbe rimasto seduto a guardare con un sorrisetto compiaciuto sulla faccia. Orribile. E non potevo fare niente per evitarlo.
Fatto: una volta che un piano comincia a sgretolarsi, crolla di schianto. E l’unica cosa da fare è togliersi di mezzo prima che sia troppo tardi. Solo che certe volte non è possibile.
Mrs. Hackney stava per aggiungere ancora qualcosa quando Mrs. Byrne alzò la mano. La preside disse: «Sì, Mrs. Byrne?»
Mrs. Byrne si alzò in piedi e si lisciò il davanti della gonna. «Mrs. Hackney, devo dire una cosa. Non sono d’accordo con questa punizione.» Il suo tono di voce non era alto, ma era deciso. «Penso che dobbiamo considerare i motivi di Nora e Stephen. Quello che hanno fatto può essere stato sciocco, e hanno causato molti problemi a Mrs. Noyes e a Mrs. Zhang e ai nostri colleghi insegnanti. Ma questi due ragazzi non stavano solo cercando di procurare guai. E quello che hanno fatto non ha assolutamente niente a che fare con il vandalismo, Mrs. Tersom. Il vandalismo è stupido e distruttivo, mentre quello che avevano in mente Nora e Stephen era del tutto diverso.»
Mrs. Hackney si alzò e si piegò in avanti, con le mani sul tavolo. «Può bastare, Mrs. Byrne. Questo non è né il momento né il luogo per le opinioni personali.»
Ma Mrs. Tersom alzò una mano. «È tutto a posto, Mrs. Hackney. Non abbiamo niente da nascondere, qui. Nel nostro distretto scolastico è possibile discutere in piena libertà e apertamente. Quindi, prego, continui, Mrs. Byrne.»
Mrs. Byrne fece un cenno alla sovrintendente e disse: «Grazie. Come stavo dicendo, questi sono bravi ragazzi, e hanno agito a fin di bene. Loro stavano soltanto cercando di attirare l’attenzione di tutti sui difetti del nostro sistema di test e di voti. Gli insegnanti di questa scuola, e di ogni scuola in questa città, hanno espresso le stesse preoccupazioni. E gli insegnanti in tutto lo stato del Connecticut hanno sottolineato che dare eccessiva importanza ai risultati dei test è dannoso, soprattutto quando si tratta del CMT. Nora ne ha fatto esperienza in prima persona, ed è abbastanza intelligente da notare i problemi, e lei e Stephen sono stati così coraggiosi da cercare di fare qualcosa per cambiare la situazione: più coraggiosi di noi. Quindi voglio che si metta a verbale che sono assolutamente contraria a queste sospensioni. E penso che molti altri insegnanti nella nostra scuola – e forse anche molti abitanti di Philbrook – saranno d’accordo con me.»
A Einstein sarebbe piaciuto quello che successe quando Mrs. Byrne smise di parlare. Fu un momento senza tempo, come quello prima del Big Bang.
Poi l’universo cominciò a esplodere.
Ci fu uno scoppio di applausi mentre Mrs. Zhang e Mrs. Noyes si alzavano in piedi e andavano a mettersi al fianco di Mrs. Byrne. Loro erano “colleghi insegnanti” come aveva detto Mrs. Byrne, e gli insegnanti devono restare uniti.
La mamma smise di trattenere il respiro. Il papà fece un cenno di assenso a Mrs. Byrne e disse: «Giusto, forse Nora sta davvero facendo qualcosa di importante.» E questo gli costò un sommesso “Ssst” della mamma.
Mrs. Curtis diede un colpetto sul braccio a Stephen, e la faccia di Stephen cominciò a riprendere colore. Poi la mamma e Mrs. Curtis si misero a parlare sopra la mia testa. Il padre di Stephen tirò fuori un fazzoletto e si soffiò il naso, e poi si asciugò la fronte – che è l’ordine sbagliato per fare le cose, se uno ci pensa.
La madre di Merton aveva un sopracciglio sollevato e bisbigliava qualcosa all’orecchio del marito. Merton se ne stava lì con un sorriso idiota sul muso e cercava di attirare la mia attenzione, ma io lo ignorai.
Mrs. Hackney si sforzava di tenere i muscoli della faccia sotto controllo, e in mezzo a tutta quella confusione continuava a dire: «Non perdiamo di vista il punto principale, gente!»
La sovrintendente si guardava intorno e aveva le labbra strette in un sorriso tirato, ma i suoi occhi dicevano la verità. Chiaramente pensava a cosa poteva accadere se la notizia di quello che era successo si fosse...
Indice dei contenuti
- Cover
- Frontespizio
- Dedica
- Copyright
- Brutti voti
- I fatti su di me
- La scuola e Stephen
- La lettura della pagella
- In castigo
- Di guardia
- L’elemento sorpresa
- Pirata della strada
- In trappola
- Per adesso
- Sottovetro
- Intelligenza
- Sotto osservazione
- Cambiamenti
- Soci
- Fase uno
- Una prova difficile
- Logica
- È troppo
- Una breve vacanza
- Rivolta
- La cosa migliore
- La valutazione