
- 288 pagine
- Italian
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Informazioni su questo libro
Il mondo la ricorda come la dispotica, implacabile Lady di ferro. Sempre in armi. Per difendere le isole Falkland dalle rivendicazioni dell'Argentina e l'Occidente dalla voracità dell'Orso sovietico durante la guerra fredda. Per domare i minatori in sciopero e le spinte indipendentiste dell'Irlanda del Nord. Per sconfiggere (tre volte di seguito) i laburisti alle elezioni, per imporre la sua «rivoluzione conservatrice», per smantellare l'assistenzialismo statale, per favorire un «capitalismo popolare», per risanare l'economia britannica a qualunque costo, umano e sociale. E, infine, per mantenere la sterlina fuori dall'Eurozona. Da est a ovest è rimbalzato quel soprannome, Iron Lady, a mano a mano che infrangeva tutti i soffitti di cristallo: prima donna leader dei Tory, dell'opposizione e, nel 1979, di un governo occidentale. Per undici anni e mezzo è stata la donna più potente al mondo e il primo ministro più longevo del XX secolo in Gran Bretagna. Dietro la maschera severa e intransigente che Margaret Thatcher indossava ogni mattina, dopo aver preparato il breakfast al marito, c'era però molto altro.
In questa biografia Elisabetta Rosaspina cerca di esplorarne alcuni aspetti meno noti. La «figlia del droghiere», timida, secchiona e caparbia, che a Oxford si riscatta da una scialba vita di provincia. La giovane donna che si dedica anima e corpo alla politica, ma non trascura gli abiti, i cappellini, le borsette, i divertimenti e i corteggiatori. La moglie in carriera che organizza la sua vita fra casa e Westminster. La madre assente, senza rimorsi. La femminista, ma solo per sé. La candidata insicura, che si affida a un team di creativi per cambiare la sua voce e la sua immagine. La comandante in capo della war room, che non dorme di notte trepidando per i «suoi ragazzi» al fronte nell'Atlantico del Sud. L'ambientalista, che è tra i primi leader mondiali a preoccuparsi del cambiamento climatico.
Imbattuta, si è creduta imbattibile. Le sarà fatale il Consiglio europeo di Roma, nell'ottobre 1990, quando Giulio Andreotti, al vertice dei capi di Stato e di governo, le farà capire che è rimasta sola contro tutti. L'ultimo atto, il voltafaccia dei suoi stessi ministri. Sopravvivrà a se stessa, in un lento e triste declino. Ma avrà la regina, amica e nemica, ai suoi funerali. Un onore che Elisabetta II aveva concesso soltanto a un altro primo ministro, Winston Churchill.
Domande frequenti
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Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- MARGARET THATCHER
- I. «Io sono la Dama di ferro»
- II. «Non sono stata fortunata, me lo sono meritato»
- III. «Gli eroi non hanno estrazione sociale»
- IV. «The lady is not for turning»
- V. «Per dare il meglio di sé ci vuole adrenalina»
- VI. Il maggiore Denis Thatcher
- VII. «Ha la politica nel sangue»
- VIII. 6 febbraio 1960: è nata una stella
- IX. «Non ho la natura dell’attaccante»
- X. La ladra di latte
- XI. «Dobbiamo appoggiare i lavoratori e non gli imboscati»
- XII. «Non dico bugie deliberatamente»
- XIII. «Le perle non sono negoziabili»
- XIV. «Posso salvare questo paese e nessun altro può farlo»
- XV. «Crime is Crime is Crime»
- XVI. «Voglio che il terrorismo sia sconfitto, e lo sia agli occhi di tutti»
- XVII. «Il più terribile sperpero di giovani vite»
- XVIII. «There is no alternative»
- XIX. «Questo è il giorno che non avrei dovuto vedere»
- XX. «Occhi di Caligola, bocca di Marilyn Monroe»
- XXI. «Il nostro destino è in Europa»
- XXII. Imbattuta
- Note
- Bibliografia
- Ringraziamenti
- Inserto fotografico
- Copyright